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L’avvocato N. G. non difenderà più l’Asp di Cosenza.

Con nota del 18 febbraio 2014 e diretta all’Azienda sanitaria di Cosenza l’avvocato N. G. scrive:

“Apprendo dalla stampa l’adozione di un provvedimento di interdizione dalle funzioni nei confronti del Direttore Generale dr Scarpelli, sostanzialmente per aver a me conferito alcuni incarichi professionali per la difesa in giudizio dell’azienda

Trattasi di provvedimento assolutamente non condivisibile, destinato certamente ad essere revocato od annullato, ma che, intanto, non può essere ignorato.

Per tale ragione, pur consapevole di aver svolto la mia attività professionale in favore dell’Asp di Cosenza nel pieno rispetto di ogni norma sostanziale, procedurale e deontologica con il conseguimento di utilissimi risultati comunico di dismettere con effetto immediato l’incarico di organo di supporto giuridico per la materia contrattualistica, affidatomi a titolo gratuito con delibera 1734/2011, di non essere disponibile al con ferimento di nuovi incarichi per la difesa di giudizio dell’ente

Le cause in corso daranno da me portate a termine solo per evitare ritardi e disguidi inevitabilmente pregiudizievoli per l’azienda”

In conseguenza il direttore generale ha adottato la delibera n 441 del 7 marzo 2014 dal titolo “REVOCA DELIBERA N.1734 DEL 15/06/2011”

Quale conseguenza è stata disposta la estromissione dell’avvocato N. G. dall’elenco per il conferimento di incarichi di consulenza o assistenza extragiudiziale, patrocinio e difesa in giudizio di cui alla delibera del Direttore generale n 2346 dl 9 settembre 2013

Pubblicato in Paola

Nessuna sorpresa, nello scorrere l’elenco degli indagati per le vicende dell’ASP di Cosenza, salvo, forse, quella dell’ex DG Franco Lucio Petramala.

Ecco tutti i nomi

  1. 1)l'attuale direttore generale Gianfranco Scarpelli;
  2. 2)il commissario per il 2010 e 2011 Franco De Rose:
  3. 3)il precedente direttore generale Franco Petramala;
  4. 4)Giovanni Francesco Lauricella, 57 anni funzionario Asp;
  5. 5)Maria Rita Iannini, 62 anni di Praia a Mare, funzionario Asp;
  6. 6)Flavio Francesco Cedolia, 50 anni di Rende, manager;
  7. 7)Eugenio Conforti, 71 anni, avvocato di Cosenza;
  8. 8)Luigi Fraia, 51 anni, avvocato di Rossano;
  9. 9)N.G. 46 anni avvocato di Paola;
  10. 10)D. G., 39 anni di Paola, che lavorava all'Afor Calabria con un contratto part-time.

Ora tutti si chiedono quando la procura salirà ai piani alti, cioè ai garanti politici di queste vicende. I calabresi, purtroppo per noi abituati a tutto, sono comunque curiosi di sapere di chi fossero “amici” o “sodali” o “garanti elettorali” gli attuali inquisiti o se la vicenda prenderà la via delle tenebre protetta od oscurata dalla politica.

Pubblicato in Cosenza

57 persone denunciate per truffa, è il risultato di un'attività portata a termine dai finanzieri della Tenenza di Scalea nei confronti di altrettanti dipendenti del C.A.P.T. (Centro di Assistenza Primaria Territoriale) di Praia a Mare (CS), sede distaccata del distretto ASP di Cosenza, per aver attestato falsamente la presenza in servizio propria e di altri colleghi, facendosi "strisciare" e/o "strisciando" per altri il badge personale.

Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola, dott. Bruno Giordano sono state condotte anche mediante l'ausilio di strumentazione tecnica, grazie alla quale, utilizzando una telecamera nascosta nei pressi della macchina striscia badge e confrontando le immagini con gli elenchi delle strisciature giornaliere, è stato possibile individuare le condotte "sospette" e risalire con esattezza ai responsabili delle violazioni rilevate.

L'operazione è stata, infatti, denominata "striscia" proprio in ragione delle "strisciate" anomale dei badge da parte dei dipendenti del C.A.P.T., i cui ingressi sono stati monitorati per oltre un mese. Oltre 10.000 i filmati visionati e 136 le anomalie rilevate.

La struttura interessata, come detto, è il C.A.P.T. di Praia a Mare, sede distaccata del distretto ASP di Cosenza.

Alcuni dei 57 dipendenti denunciati, pur recandosi regolarmente a lavoro, strisciavano il badge di altri colleghi assenti o ritardatari; altri dipendenti invece si accordavano per scambiarsi il favore: uno di essi al momento dell'ingresso strisciava anche per uno o più colleghi, ed a sua volta veniva "smarcato" all'uscita ricevendo, ricambiato, il favore di prima. In questo modo il dipendente che arrivava in orario permetteva ai colleghi di arrivare in ritardo, ed egli in cambio poteva lasciare anzitempo il posto di lavoro.

Infine, una terza parte dei dipendenti denunciati si faceva strisciare da altri il badge sia in entrata che in uscita.

Una truffa ai danni dell'Ente sanitario ben strutturata, che ha coinvolto quasi i due terzi dei dipendenti del distretto ospedaliero e che si ripeteva giorno dopo giorno quasi fosse una normale operazione di servizio.

I 57 soggetti segnalati all'Autorità Giudiziaria si sono resi responsabili del reato di truffa aggravata, per aver attestato falsamente la propria presenza in servizio facendo strisciare ad altri il badge personale.

L'operazione appena conclusa dalle Fiamme Gialle di Scalea si incardina nel più ampio settore istituzionale della tutela della spesa pubblica che, nel difficile momento economico vissuto dal Paese, è percepita dai cittadini - sempre più sensibili verso tali tematiche - come un obiettivo prioritario.(Comunicato stampa della GdF Cosenza)

Pubblicato in Alto Tirreno

Cosenza. «Chiediamo al governo di avviare un'indagine ministeriale per far luce sul caso delle ingenti risorse finanziarie dell'Asp di Cosenza transitate in Svizzera. Si tratta di alcune transazioni compiute nell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza nel 2010. Riguardano un vecchio debito milionario dell’Asp nei confronti di alcune cliniche del Tirreno cosentino. I tassi di interesse vennero fissati al 30% e oltre».

Il deputato del Pd, Franco Laratta, non demorde e vuole chiarezza. Dopo la Cgil interviene anche Laratta sulla transazione che ha svuotato i conti della sanità cosentina.

Secondo Laratta la verità deve venire a galla e questa vicenda « non può rimanere nell'oscurità più totale».

La storia è quella della Sifin una finanziaria che aveva rilevato le somme dalle cliniche private del Tirreno.

Ma poi ce n’è un’altra per fondi trasferiti in Svizzera, a Roveredo ed a favore di società anonima. Quest’ultima negoziazione risalirebbe al dicembre 2010 e sarebbe in sostanza una rinegoziazione del credito di Sifin, firmata dall'allora commissario straordinario dell'Asp, Franco Maria De Rose, che ha ridefinito la rateizzazione ma comportato un maggior esborso di tre milioni di euro per le casse pubbliche.

Ed è su questo aspetto che interviene Laratta.

Ma se suona a destra uno squillo di tromba a sinistra risponde uno squillo.

Ed il Pdl cosentino che, invita la magistratura a fare chiarezza «a tutti i livelli», “indirizza” l'eventuale inchiesta nell'ambito della passata gestione dell'Asp: «L’accordo, cioè la rateizzazione di un debito operata con la società lombarda, è stato fatto durante la gestione del dottor Franco Petramala», fanno sapere i berluscones bruzi.

Non sarebbe certamente un male sapere la verità ed i relativi responsabili.

Pubblicato in Cosenza
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