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A Casal Bruciato, zona est di Roma, si rischia una nuova Torre Maura con i residenti in strada e i rom scortati dalle forze dell'ordine.

Da ieri mattina poliziotti, carabinieri e agenti della Polizia Locale sono in strada, in via Satta, ove al civico 20 è stato assegnato un alloggio popolare a una famiglia rom costituita da un padre bosniaco di 40 anni , la moglie e 12 figli.

Quattordici persone provenienti dal campo La Barbuta andranno ad abitare in un appartamento di nemmeno 100 metri quadri.

"I residenti del quartiere stamattina mi hanno chiamato per chiedermi supporto sull'onda di una anomala situazione in via Facchinetti - spiega all'Adnkronos Stefano Borrelli, esponente del coordinamento d'azione del IV municipio - dove si è riusciti a scongiurare una assegnazione, sempre a una famiglia rom.

Sempre oggi, tra l'altro, la stessa cosa sta avvenendo a Casal de'pazzi, ormai una consuetudine". "I quattordici rom che si sono visti assegnare la casa sono scortati da quaranta tra poliziotti, carabinieri e vigili urbani - aggiunge Borrelli –

Alla fine sono diventati come i parlamentari, anzi, hanno più scorta loro".

E' in corso un presidio di alcuni residenti di Casal Bruciato per protestare contro l'assegnazione.

"Da quanto ci risulta in zona Casal Bruciato, via Satta n.20, l'amministrazione 5 Stelle avrebbe assegnato un nuovo alloggio popolare a una famiglia rom" dice Fabrizio Ghera, capogruppo alla Regione Lazio e candidato alle elezioni europee nel collegio Italia-Centro.

"Si tratterebbe di 14 persone, provenienti dal campo La Barbuta, che andrebbero ad abitare tutti insieme nello stesso appartamento. Sempre in queste ore analoga situazione è accaduta in via Schopenhauer n.66 dove un'altra famiglia rom ha ottenuto una casa popolare, e stranamente con una domanda fatta nel 2018: se ciò risultasse vero significa che avrebbe saltato le graduatorie".

"Dopo via Facchinetti, nel IV Municipio spuntano assegnazioni ai nomadi di dubbia legittimità. Ma la sindaca non aveva promesso che avrebbe chiuso tutti gli insediamenti? - conclude - da Casal Bruciato a Casal De Pazzi la Raggi continua a dare case ai rom. Una vergogna, uno schiaffo a tutte quelle famiglie italiane senza un tetto".

l problema è che il ministero dell’Interno (vedi la circolare 7170 del 18 novembre 2009), ha invitato i Comuni a prendere come riferimento per la assegnazione degli alloggi popolari il “Decreto 5 luglio del 1975 del Ministero della sanità che stabilisce i requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione e che precisa anche i requisiti minimi di superficie degli alloggi, in relazione al numero previsto degli occupanti”.

Per questo NON può essere assegnata una casa di nemmeno 100 mq a 14 persone perché non sussistono i minimi requisiti sanitari.

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conte dimaio salvini fgSe l’Italia fosse un paese normale a quest’ora il Governo sarebbe caduto e il Presidente della Repubblica avrebbe già sciolto il Parlamento e indette nuove elezioni politiche anticipate. Ma l’Italia è l’Italia, e quindi il Governo continua a mal governare. Ma è già in gravi crisi, però. Chi lo farà cadere? Chi aprirà per primo la crisi? Conte, Di Maio o Salvini? Il Governo si scioglierà come neve al sole? Il caso del sottosegretario leghista Armando Siri accusato di corruzione per aver favorito un imprenditore in cambio di una presunta tangente di 30 mila euro ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e tutti i giornali nazionali hanno raccontato alcuni retroscena. Il Premier Conte ha chiesto le sue dimissioni e il caso Siri sarà discusso al prossimo Consiglio dei Ministri. Con voto o senza voto? Se Siri si dimetterà spontaneamente non ci sarà nessun voto altrimenti sarà il Consiglio dei Ministri a prendere la decisione finale a maggioranza. E il M5S ha la maggioranza nel Consiglio. E Salvini cosa farà? Abbandonerà per protesta il Consiglio dei Ministri per non assecondare la revoca del suo rappresentante nel Governo oppure aprirà la crisi di Governo per difenderlo? Le prime pagine dei giornali sono tutte dedicate al caso Siri e ai retroscena politici. “Conte sfida Salvini”. “Salvini si arrende”. “Governo è in crisi”. “Schiaffo di Conte alla Lega”. “Di Maio pressa e Conte licenzia”. Matteo Salvini dissimula tranquillità ma è furibondo. Non sa che pesci prendere. L’aut aut di Conte lo ha messo in imbarazzo:- Conte è un carnefice, non ha più la mia fiducia. Con il M5S è finita. Di Maio è il mandante, Conte esegue. Vogliono davvero la crisi in piena campagna elettorale?-. Risponde Di Maio:- La Lega ha pianificato di far saltare tutto dopo il voto. E tutto questo per cosa? Per una poltrona? Per non mollare un loro indagato per corruzione?- Litigano giorno e notte come i ladri di Pisa, non si telefonano più, non si incontrano più .Litigano finanche sui grembiulini degli alunni delle scuole elementari. Però nessuno vuole davvero aprire una crisi di Governo, ne uscirebbero con le ossa rotte. Almeno per ora, forse dopo le elezioni europee del prossimo 26 maggio. Per il momento anche il premier Conte rassicura gli italiani che non ci sarà nessuna crisi, non ci sarà nessuna conta al Consiglio dei Ministri. Per il M5S e per la Lega il Governo deve andare avanti. Salvini incalza:- Io penso a lavorare. Il Governo durerà, e questo lo ripete da sempre come un mantra, altri 4 anni e agli italiani frega niente di quello che titolano i giornali e i telegiornali che ricorrono polemiche inutili. E’ per questo che vendono sempre meno e i dibattiti Tv perdono ascolto-. Accusa i giornali e i telegiornali che alimentano polemiche, che diffondono, secondo lui, false notizie e false dichiarazioni. Non sanno più cosa dire e cosa fare e se la prendono con i giornalisti che riportano esattamente le loro dichiarazioni. Cadrà il Governo? No. Perché sia Salvini, che Conte e Di Maio sono abbarbicati alle poltrone ministeriali come l’edera. Fingono di litigare, si prendono a pesci in faccia, ma poi, per il bene del paese, dicono loro, andiamo avanti. Peccato, avevo sperato ad una crisi di Governo prima delle elezioni di maggio. In ogni caso questo Governo così com’è non potrà continuare a lungo, perché sta facendo danni enormi al paese, ha perso credibilità, e la gente è stanca, non ha più fiducia in loro. Non si vive di solo quota cento o di reddito di cittadinanza. Per un buon Governo ci vuole dell’altro. I dilettanti allo sbaraglio vanno benissimo alla Corrida, ma alla Camera, al Senato e soprattutto al Governo ci vogliono persone serie, equilibrate, preparate. E il clima di guerra fredda tra gli alleati di Governo continua e Di Maio e Salvini addebitano alla stampa i loro insuccessi e le loro sconfitte.

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L'insegnante di scuola primaria che insultò le forze dell'ordine durante il corteo antifascista organizzato per protesta contro un'iniziativa elettorale di Casapound a Torino, ha perso il ricorso presentato contro il suo licenziamento, proposto dall'Ufficio scolastico regionale del Piemonte per la "grave condotta" tenuta lo scorso 22 febbraio.

La maestra, indagata dalla procura per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce, durante il corteo venne infatti ripresa dalle telecamere, mentre insultava le forze dell'ordine e augurava loro la morte.

Per l'Ufficio scolastico "la condotta tenuta dalla docente, seppure non avvenuta all'interno dell'istituzione scolastica, contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all'immagine stessa della pubblica amministrazione".

Considerando la sanzione 'sproporzionata' la docente ha presentato il ricorso respinto dal Giudice del Tribunale di Torino, Mauro Mollo, che ha anche condannato la maestra al pagamento delle spese. Il giudice, infatti, ritenendo corretta la valutazione del Ministero, ha ritenuto il comportamento dell'insegnante di particolare gravità. Il sistema scolastico, rileva infatti il giudice, rappresenta un "mezzo per promuovere 'la crescita della persona in tutte le sue dimensioni', improntato nel rispetto dell'ordinamento. Sarebbe quindi evidente il contrasto tra le finalità educative e il ruolo dell'insegnante e l'atteggiamento incontrollato e offensivo nei confronti delle forze dell'ordine" tenuto dall'insegnante.

Inoltre, rileva il giudice, "i docenti hanno compiti non solo legati all'istruzione dei bambini e dei ragazzi, ma anche educativi" e, "per i docenti di scuola primaria, i compiti educativi sono ancora più marcati rispetto ai colleghi degli altri gradi scolastici: hanno a che fare con bambini che non hanno sviluppato un senso critico e sono quindi portati ad 'assorbire' tutto ciò che viene trasmesso loro dall'insegnante, pertanto, un comportamento che violi le regole di civile convivenza e diffonda un senso disprezzo per lo Stato e i suoi comportamenti, tenuto dalla persona che dovrebbe essere modello di comportamento è ancora più grave".

Ritenendo quindi corretta la valutazione del Ministero dell'Istruzione considera i comportamenti tenuti dall'insegnante "in grave contrasto con i doveri inerenti alla funzione" anche se "tenuti al di fuori delle mansioni e dell'orario di lavoro" giudicando quindi i comportamenti della docente "in grave contrasto con i doveri educativi connaturati alla sua funzione di docente di scuola primaria". Il giudice ha inoltre ritenuto che tali comportamenti abbiano "portato grave pregiudizio alla scuola, alla pubblica amministrazione, agli alunni, alle famiglie".

di Stefania Quaglio

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I Racconti

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