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Un senegalese è morto dopo essere stato investito da un treno a Paderno Dugnano, in provincia di Milano.

La vittima, 47 anni, ha attraversato in sella alla sua bici i binari nonostante il passaggio a livello fosse chiuso.

Il macchinista avrebbe provato a frenare e ad allertare il ciclista con gli allarmi elettrici, ma non li ha sentiti perché indossava delle cuffiette.

L'incidente è avvenuto intorno alle 12.30.

Sul luogo sono intervenuti anche gli agenti della polizia ferroviaria, oltre ai carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni e i Vigili del Fuoco del comando provinciale.

Le cuffie erano ancora in funzione e producevano musica quando sono intervenute le forze dell'ordine.

L'uomo era un cittadino senegalese.

Dopo l'incidente è stata sospesa la circolazione e i passeggeri di quel treno sono stati trasferiti su un pullman dove hanno proseguito il loro viaggio.

Immagine di repertorio (Fotogramma)

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MINEO – I carabinieri della stazione di Mineo (CT), coadiuvati da quelli del Nucleo Radiomobile della compagnia di Palagonia – entrambi nel Catanese – hanno arrestato in flagranza di reato il 30enne senegalese Papa Bakary Gueye poiché ritenuto responsabile di resistenza a pubblico ufficiale, violazione di domicilio, violenza privata e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità.

Come riporta il giornale locale newsicilia.it, l’uomo, senza fissa dimora ed ex ospite del C.A.R.A. di Mineo, si è introdotto in un fondo agricolo di contrada Cavallo a Mineo dove, alla legittime rimostranze del proprietario, intento a lavorare la terra, lo ha minacciato imbracciando un bastone chiodato tanto da costringerlo a fuggire via.

Il fattore non ha potuto far altro che chiedere aiuto ai carabinieri che, giunti sul posto, dopo una violenta colluttazione sono riusciti a disarmare ed ammanettare l’extracomunitario.

Il bastone è stato sequestrato, mentre l’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone dove permane anche dopo la convalida del giudice per le indagini preliminari del Tribunale calatino.

CRONACA, NEWS domenica, 25, agosto, 2019

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Una donna di 39 anni è stata violentata da un senegalese di 61 anni, arrestato nel pomeriggio a Pescara, nei pressi della stazione.

L'uomo è in Italia perché sposato con una italiana.

Le urla della donna, residente a Pescara, hanno richiamato l'attenzione di alcuni passanti che hanno bloccato l'africano; l'uomo è stato poi arrestato dagli agenti della Squadra Mobile e Squadra Volante.

Su disposizione del pm di turno Rosangela Di Stefano, l'uomo è stato trasferito nella casa circondariale San Donato.

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Un 25nne senegalese è stato fermato per la violenza sessuale ai danni di una friuliana minorenne capitata il 23 agosto a Jesolo.

Sono state le immagini delle telecamere di sicurezza nell’area di Piazza Mazzini,

 

insieme ad altri riscontri e testimonianze, a indirizzare subito le indagini della polizia.

Il giovane, rintracciato la scorsa notte in un piccolo albergo di Mestre, sarebbe un volto già noto alle forze dell’ordine: a suo carico sono stati registrati diversi episodi di furto o rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

Secondo fonti citate dall’Ansa, quello tra la 15enne e il fermato sarebbe stato un incontro casuale, avvenuto la sera stessa dell’aggressione, mercoledì scorso, in una discoteca di Piazza Mazzini.

La vittima dell’aggressione è nel frattempo stata dimessa dall’ospedale ed è tornata a casa, in famiglia.

«È stato arrestato questa notte dalla Polizia di Venezia (che ringrazio!) Mohamed Gueye, immigrato senegalese irregolare, accusato di avere stuprato a Jesolo una ragazza di 15 anni.

Dopo diversi precedenti penali era già stato in passato condannato (inutilmente) a lasciare l’Italia, ma avendo avuto una bambina da una donna italiana (che brava persona...) questo verme non può essere espulso.

Roba da matti!

Con il Decreto Sicurezza, se un clandestino stupra, ruba, uccide o spaccia, se ne torna a casa subito, senza se e senza ma» ha scritto il ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook.

«Un delinquente e un infame assicurato alla giustizia è sempre un momento di soddisfazione. Per questo vanno le mie congratulazioni alle forze dell’ordine ma questo triste fatto è anche una occasione per dire che questi violentatori, questi infami «eroi della penombra» che violentano una minorenne peraltro appena conosciuta, devono essere mandati a scontare la pena a casa loro perché nei loro paesi la pena è una pena» ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia

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Un uomo, italiano, è stato fermato durante la notte per l'omicidio del senegalese Assan Diallo ucciso sabato sera a colpi di pistola a Corsico, nell'hinterland milanese. Fabrizio Butà, 47 anni, di origini calabresi ha confessato davanti al pm Christian Barilli.

Si è presentato spontaneamente ai carabinieri nella tarda serata di ieri e avrebbe raccontato che, all'origine del delitto, vi sarebbero state ripetute molestie da parte del senegalese alla sua fidanzata. I due si sarebbero dati appuntamento sabato sera per risolvere la questione e, in un giardinetto di via delle Querce a Corsico, Butà ha sparato almeno dieci colpi, dei quali sei in faccia all'immigrato.

L'uomo ha precedenti anche per un omicidio del 1998. La sua compagna, di 36 anni, è stata arrestata per favoreggiamento personale, detenzione di arma illegale e possesso di stupefacenti. È nel suo garage che è stata trovata l'arma del delitto.

Ucciso da qualcuno che l'ha anche insultato con frasi razziste. La moglie di Assane Diallo, il senegalese di 54 anni ucciso a colpi di pistola in via delle Querce nella tarda serata di sabato a Corsico (Milano), ha riferito ai carabinieri che il marito aveva avuto un diverbio con una persona che gli avrebbe rivolto anche epiteti razzisti.

b)Milano, senegalese ucciso in strada a colpi di pistola. La moglie: «Agguato razzista»

È anche su questa circostanza che stanno lavorando gli investigatori, anche se la modalità spietata con cui l'uomo è stato ucciso potrebbe far pensare a un omicidio maturato in un contesto malavitoso. Diallo, però, aveva piccoli precedenti risalenti nel tempo: era stato denunciato alla fine degli anni '90 per spendita di denaro falso e per una patente contraffatta. Le indagini riguardano anche l'attività di buttafuori in alcuni locali del senegalese che era addetto alla sicurezza anche nei supermercati.

Il sindaco di Corsico Filippo Errante ha dato la «massima disponibilità» ai carabinieri che stanno lavorando per dare un nome a chi ieri sera ha ucciso a colpi di pistola il senegalese Assane Diallo e spiega che «se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell'intera Amministrazione sarà senza se e senza ma». «Ho sentito la Compagnia Carabinieri per essere costantemente informato sullo sviluppo delle indagini - scrive in una nota Errante -. Sono in corso una serie di verifiche anche con il magistrato incaricato. Ho confermato la massima disponibilità delle istituzioni. Forniremo tutto il supporto necessario e, sono sicuro, non mancherà, se si rendesse necessario per rafforzare il notevole lavoro svolto dagli uomini dell'Arma, anche l'intervento della Prefettura».

Nel frattempo, «con la Polizia locale abbiamo già deciso di rafforzare il presidio di alcune zone fino alle 22 e, due giorni la settimana, fino alle 24. Proseguiremo in modo serrato i controlli anche dei locali pubblici e dei loro avventori. Perché, questi interventi eseguiti negli ultimi anni, in cui abbiamo potenziato il comando con nuove assunzioni, sono stati utili affinché la Questura disponesse, in diverse occasioni, la chiusura di alcuni locali». «Se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell'intera Amministrazione sarà senza se e senza ma - conclude Errante -. Credo però che non sia corretto, nel rispetto della magistratura, giungere a conclusioni affrettate perché ritengo che i carabinieri debbano poter svolgere il proprio lavoro fino in fondo. Si è trattato di un'esecuzione. Su questo credo non ci siano dubbi.

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Alla fine sono dovute intervenire sette pattuglie dei carabinieri per immobilizzarlo.

Era entrato in un panificio ed aveva aggredito con una bottiglia due clienti e il titolare.

Succede in via Scoglio di Quarto, a Milano, attorno alle 5.30 di lunedì.

 

L'africano, infatti, ha devastato l'interno della Giulietta, dov'era stato rinchiuso.

A finire in manette è un senegalese di 38 anni.

L'uomo era entrato a torso nudo ed in evidente stato alterazione.

Era stato allontanato dal locale ma poi era tornato alla carica con la bottiglia.

Prima l'aveva lanciata contro un cliente, poi con i cocci aveva ferito al braccio sinistro il titolare, mentre con una spranga - non rinvenuta - aveva colpito un secondo cliente.

Sul posto sono dunque intervenuti i militari del Nucleo Radiomobile che non senza difficoltà lo hanno bloccato.

Secondo quanto riferito dall'Arma, è un pluripregiudicato e irregolare in Italia.

E' accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento aggravato.

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Si chiama Ousman Diamanka il giovane profugo investito su Via Margherita, soccorso dal 118 e subito ricoverato presso l’ospedale di Paola con un trauma cranico.

 

Era ad Amantea da tempo, prima ospite de La Ninfa Marina e poi dopo il pronunciamento della competente commissione che non gli ha riconosciuto lo status di rifugiato politico, in balia di sè stesso.

 

In verità La Ninfa per un paio di mesi ha continuato gratuitamente ad assisterlo ma infine è dovuto andare via.

Di lui però il personale della Ninfa ci ha riferito essere un bravo ragazzo , un giovane educato, composto e che non è andato mai oltre le righe.

 

Sulla cause dell’incidente, invece, due verità.

La prima è che lo stato di solitudine nel quale è costretto a vivere lontano dalla sua famiglia e dalla sua gente e soprattutto senza un lavoro che gli permetta di farsi una famiglia propria, viene combattuto ascoltando musica , la musica senegalese o parlando con i suoi parenti ed amici.

 

Sembra, infatti, che portasse due auricolari che probabilmente gli hanno impedito di sentire il rumore del motoveicolo che poi lo ha travolto.

La seconda è che nessuno si sia preoccupato di educare questi ragazzi alle norme del codice della strada ed alla opportunità del loro rispetto.

 

Sono in tanti ad Amantea, loro compresi, ad andare contro senso.

Non che fosse il caso, questa volta, ma ricordiamo tali comportamenti per significare una condizione che diverse volte ha comportato incidenti

Lunedì sarà dimesso e dovrà trovarsi una casa ed una attività.

 mag. - Ha aggredito un ristoratore che ha rifiutato di dargli da mangiare gratis.

Con l'accusa di aggressione i Carabinieri di Crotone hanno arrestato un cittadino senegalese di 22 anni, ospite del centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto (Kr), e' entrato in una nota pizzeria, chiedendo che gli venisse dato gratis un pollo arrosto.

Al rifiuto del proprietario, che pure gli offriva delle pizze, si e' armato di un bastone in legno, trovato all'interno stesso del locale, frantumando una vetrina, un piano di appoggio in marmo, e l'insegna del locale.

Dopodiche', armatosi dei cocci di marmo della lastra appena rotta, ha cominciato a scagliarli contro il proprietario e la moglie che ha riportato delle ferite a un braccio guaribili in 7 giorni.

Il titolare, senza farsi intimidire, ha reagito mentre la moglie ha chiamato i Carabinieri.

All'arrivo dei militari l'immigrato ha tentato di darsi alla fuga, ma e' stato bloccato dopo qualche metro.

Rispondera' di lesioni, danneggiamento aggravato ed anche di resistenza a pubblico ufficiale. (AGI)

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