L’Italia è il paese delle cose strane.
E certamente è strano che la Spagna offra alla Open Arms (spagnola, guarda caso) non uno ma due porti sicuri e questi vengono rifiutati.
Ma ancora più strano è che mentre la Spagna invia una nave per i migranti sulla Open Arms la magistratura italiana , con una incredibile tempestività, sequestri la Open Arms e faccia sbarcare i migranti.
Della serie, cioè, tolti i migranti la nave spagnola non serve più!
Open Arms, la Procura sequestra la nave. Ma solo per far scendere i clandestini in Italia.
Della serie , cioè, ora siete liberi di invadere l’Italia.
Il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, dopo l’ispezione oggi pomeriggio sulla Open Arms, ha disposto il sequestro preventivo della nave. Seguirà di conseguenza lo sbarco dei clandestini a bordo.
Il sequestro della nave Open Arms, come dice l’Adnkronos, è stato disposto per la violazione dell’articolo 328 del Codice penale, cioè omissione e rifiuto di atti di ufficio a carico di ignoti “per non avere risposto alle gravi condizioni di salute dei migranti”.
Gravi condizioni comunque non provate da nessuna perizia medica.
Secondo l’articolo 328 del Codice penale “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni”.
I migranti a bordo, di conseguenza, verranno fatti scendere.
Come si diceva, oggi pomeriggio il Procuratore di Agrigento, subito dopo l’atterraggio a Lampedusa, è salito su una motovedetta della Guardia costiera per raggiungere la nave Open Arms. Il magistrato è accompagnato da due medici specializzati.
Ad accogliere il Procuratore la comandante e i vertici della ong spagnola. Insieme con i due medici che lo accompagnano, il magistrato ha effettuato una ispezione sulla nave Open Arms. A bordo una novantina di persone, dopo che oggi una quindicina di persone si è gettata in acqua.
Il Procuratore di Agrigento indaga per omissione e rifiuto di atti di ufficio contro ignoti perché non è stato identificato chi avrebbe commesso il reato nella catena di comando. Staremo a vedere dove si vuole andare a parare.
E Matteo Salvini commenta: “Qualcuno nel nome del governo dell’inciucio vuole riaprire i porti ma finché campo io difenderò la sovranità del mio Paese e quindi sono corso dal Senato al Viminale”. E aggiunge: “Se qualcuno pensa di spaventarmi con l’ennesima denuncia e richiesta di processo, si sbaglia. Sarebbe una beffa che mentre abbiamo convinto la Spagna a mandare una nave, qualcuno in Italia sta lavorando per farli sbarcare adesso e magari processare il ministro dell’Interno che testardamente continua a difendere i confini del Paese”.
Lo dice Matteo Salvini in diretta Fb spiegando che la Procura di Agrigento ha disposto il sequestro della nave Open Arms e lo sbarco dei migranti a bordo.
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La nave della ong spagnola si trova da sette giorni in mare con 121 persone a bordo: Spagna Malta e Italia,non vogliono accoglierla
La nave Open Arms, della ong spagnola ProActiva Open Arms, è in mare da sette giorni con a bordo 121 persone salvate nel Mediterraneo tra l’1 e il 2 agosto.
Come successo in casi simili negli ultimi mesi, il governo italiano si è rifiutato di fare entrare la nave nelle sue acque territoriali e di fare sbarcare le persone a bordo; in base al “decreto sicurezza bis”, se la Open Arms dovesse violare il divieto rischierebbe l’arresto del suo equipaggio, la confisca della nave e una multa fino a 1 milione di euro.
Per ora nessun altro governo si è fatto avanti offrendo aiuto.
La Open Arms quindi si trova in attesa al largo di Lampedusa.
L’1 agosto, pochi giorni dopo aver ripreso la navigazione dopo una sosta per un problema tecnico, la Open Arms aveva recuperato 52 persone alla deriva su un piccolo gommone a largo della Libia. Il giorno seguente, in piena notte, erano state salvate in circostanze simili altre 72 persone. In tutto a bordo della Open Arms c’erano quindi 124 persone, tutti migranti partiti dalla Libia: tra loro c’erano anche due donne all’ottavo e nono mese di gravidanza e due bambini molto piccoli.
Open Arms aveva scritto inoltre che molte delle persone salvate avevano «evidenti segni di tortura».
Già dopo il primo salvataggio, la Open Arms aveva chiesto un “porto sicuro” per poter attraccare e fare sbarcare i naufraghi salvati.
L’Italia si era rifiutata e il governo aveva fatto sapere che era stato firmato un decreto che vietava all’imbarcazione l’ingresso e il transito nelle acque territoriali italiane.
Le due donne in gravidanza e la sorella di una di loro erano state fatte sbarcare per ragioni mediche, ma a bordo, ha spiegato il Manifesto, sono rimasti 32 minori, tra cui due bambini di 9 mesi.
Negli stessi giorni il governo italiano aveva firmato un decreto simile relativo alla nave Alan Kurdi, che aveva salvato 40 migranti e cercava un porto sicuro per sbarcare.
I migranti sulla Alan Kurdi, gestita dalla ong tedesca Sea Eye, sono sbarcati domenica a Malta dopo un accordo tra il governo maltese e quello tedesco per la loro ricollocazione in Europa.
La ong ProActiva Open Arms si trova però in una condizione più complicata, e non ha il sostegno del governo spagnolo.
La Open Arms ha detto di aver ricevuto minaccia di una multa fino a 900.000 euro anche da parte della Spagna, che vuole vietare la prosecuzione delle attività di soccorso tra la Libia e l’Italia e si è detta indisponibile ad accogliere altri migranti salvati.
Al momento non è chiaro cosa succederà alla Open Arms. Il governo italiano non sembra intenzionato a cedere e accogliere i 121 migranti a bordo, così come il governo maltese e quello spagnolo.
La situazione, come in altri casi recenti, potrebbe sbloccarsi grazie a un accordo tra i governi europei per il ricollocamento dei migranti o se la Open Arms decidesse di violare il divieto italiano, con tutti i rischi conseguenti. ProActiva Open Arms ha fatto intanto sapere di aver presentato ricorso al Tribunale dei minori di Palermo per chiedere che venga stabilito lo sbarco dei minorenni a bordo della sua nave.
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