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Quando le acque del mare sono inquinate scatta il divieto di balneazione perché possono determinare nell’uomo patologie di natura infettiva, infiammatoria, allergica e disturbi di vario genere.

 

 

 

Il divieto di balneazione è una prescrizione diretta ai bagnanti che è volta a tutelare e proteggere la loro salute, quindi non è un consiglio ma una prescrizione di legge e chi la viola subisce una sanzione pecuniaria molto rilevante.

Le multe per il mancato rispetto del divieto di balneazione possono, infatti, arrivare a superare i mille euro. State , dunque, attenti, amici miei, quando troverete dei cartelli con su scritto

“Divieto di balneazione”.

Allontanatevi dalla spiaggia e andate a fare il bagno in un altro posto.

Detto questo, ora, carissimi amici, vi voglio raccontare di un divieto di balneazione davvero curioso.

Le acque del mare non sono inquinate, tutt’altro.

Sono limpidissime.

E’ un fatto curioso e più unico che raro, avvenuto in Bretagna dove il Sindaco di una cittadina marittima, Landevennec, ha vietato ai cittadini di bagnarsi nel limpido mare non perché il mare fosse inquinato, ma per la presenza in mare di un delfino in calore il quale aveva assunto comportamenti davvero strani spaventando i bagnanti.

La scorsa settimana addirittura ha perfino sollevato una donna dall’acqua tenendola per diverso tempo sul naso.

Come tutti sappiamo i delfini sono animali molto socievoli, molto curiosi, educati e rispettosi, si avvicinano all’uomo e alle imbarcazioni e hanno tanta voglia di giocare.

Ma questa vicenda del delfino in calore che vi ho raccontato, davvero curiosa, e non solo, è tutta da ridere. Un delfino in calore o un qualsiasi altro animale se è in calore va alla ricerca di un partner della stessa specie, non di una persona.

Ma questa volta un delfino ha fatto una eccezione.

E per colpa di un delfino, star dell’intera regione, il primo cittadino si è visto costretto a emanare il divieto di balneazione, il nuoto e le immersioni.

Pubblicato in Mondo

Uno splendido delfino è spiaggiato sulla spiaggia di Campora San Giovanni

Il corpo del cetaceo è stato trovato a nord del porto di Amantea, porto che, come noto, risulta ancora chiuso per la grande massa di sabbia antistante , da tempo, l’ imboccatura.

Nella foto si può notare lo splendore del meraviglioso delfino argenteo.

Nessun comunicato, ancora, in merito da parte della Guardia Costiera

Sono quasi 4 anni da quando è spiaggiato in località Coreca l’ultimo delfino.

Un animale, quello del 2013, in verità molto più piccolo di quello trovato oggi.

Di certo sappiamo che è intervenuto il servizio veterinario dell’ ASP cosentina.

Nemmeno l’ASP ha emanato il comunicato necessario a comprendere le ragioni dello spiaggiamento.

Non sappiamo, infatti, la causa della sua morte e non vorremmo che sia dipesa da una qualche affezione trasmissibile.

Il cetaceo non presentava alcuna ferita.

Sembra probabile, invece, che il cetaceo sia stato abbandonato alla deriva da una imbarcazione che casualmente lo abbia trovato nelle sue reti od al palancastro.

Pubblicato in Cronaca

Danilo Gravina passeggiando sulla spiaggia nel tratto che va dalla Sirena verso Tarife di Longobardi ha trovato un delfino morto e fortemente ferito.

Il corpo si trovava (vedi terza foto) ad almeno 100 metri dal mare, come se ( ed è ben probabile) che sia stato trascinato da qualcuno che ,poi, lo ha abbandonato sulla spiaggia senza avere nemmeno l’accortezza di chiamare la Guardia Costiera od il comune di Longobardi( competente per territorio) e farlo rimuovere

Ora il cadavere del delfino è lì in decomposizione.

Segnaliamo la cosa proprio perché qualcuno provveda.

Non sappiamo, infatti, la causa della sua morte e non vorremmo che sia dipesa da una qualche affezione trasmissibile.

Pubblicato in Longobardi

In pochi giorni Ladispoli è stata la spiaggia della quale si è parlato di più. Male in verità!

Una volta per una tartaruga morta.

Una volta per un delfino scorticato spiaggiato sulla spiaggia di Marina San Nicola di Ladispoli: inquinamento o troppo caldo?

Mistero sulla morte del mammifero spiaggiato e scorticato apparso stamattina sulla riva del mare.

Non si sa ancora dove e per quali cause sia morto: troppo caldo o ancora un caso di inquinamento?

Le cause non sono note anche se diverse sono le aree del litorale caratterizzate da alto tasso di inquinamento per la presenza di scoli non controllati o mancanza di impianti di depurazione.

Sarà la autopsia a fornire i primi dati utili.

Nei mesi scorsi gli sversamenti dell’oleodotto di Fiumicino avevano causato un vero disastro ambientale ancora da recuperare del tutto.

Un’altra inchiesta è stata aperta per le decine di topi morti ritrovati prima nelle acque del mare e poi sulla spiaggia di Palo Laziale a Ladispoli.

La Guardia costiera tenta di raccogliere elementi utili a rintracciare eventuali responsabili delle cause.

Al momento, tra le ipotesi al vaglio degli investigatori, ci sono le abbondanti piogge che si sono rovesciate all’inizio della settimana sulla costa a nord della Capitale. L’acqua è poi finita dei canali di scolo e in quelli di bonifica in quantità copiosa, trascinando verso il mare le colonie di topi che vivono lungo gli argini. Non certo topolini di campagna ma grossi ratti grigi lunghi fino aventi-trenta centimetri come quelli raccolti, morti, sulle spiagge. E hanno creato apprensione tra i numerosi bagnanti, romani e stranieri, che a Ladispoli stanno trascorrendo le vacanze estive.

I fossi, inoltre, sono stati interessati nei giorni scorsi da diversi episodi di sversamenti illegali.

In quello della Sanguinara due sversamenti di liquami hanno poi invaso i quartieri Faro e Messico e sono quindi finiti in mare.

Con le acque nere potrebbero, secondo gli abitanti, essere arrivati in mare pure i topi. Il malfunzionamento del sistema di smaltimento sarebbe dipeso da un black out alle pompe di sollevamento di via del Ghirlandaio, avvenuto durante un temporale.

L’intervento dei tecnici della società che gestisce servizio idrico, fogne e depurazione a Ladispoli è poi avvenuto ma non «così rapidamente» come avrebbe richiesto la situazione. Anche su questo punto si sarebbero concentrate le indagini della Guardia costiera.

Una settimana fa una lunga chiazza marrone ha invaso il mare di fronte Ladispoli. Per poi scomparire nei giorni seguenti. Ancora non è stato chiarito da cosa possa essere stata prodotta.

Ladispoli è lontana dalla calabria.

Pubblicato in Italia
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