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mensa-socialeL’amministrazione comunale di Lago guidata dal sindaco Vittorio Cupelli, particolarmente sensibile alle problematiche sociali, ha approvato una delibera che consente l’erogazione di un pasto caldo giornaliero ad alcune persone particolarmente indigenti.

 

Le loro storie sono simili a quelle di molte altri “invisibili” che vivono ai margini della collettività e che vivono ogni giorno come se fosse l’ultimo. L’adozione di questa misura, già adottata in altre città, è figlia dell’accordo che l’ente municipale ha stipulato con l’azienda che prepara le pietanze servite nelle mense scolastiche situate nell’area urbana.

 

«Il prolungarsi della crisi economica – sottolinea il primo cittadino – ha generato sacche di indigenza che non possono essere sottaciute, ma che devono essere combattute e annullate. L’accesso al cibo è un diritto che lo Stato e gli organi locali sono chiamati a tutelare e garantire. Sulla base di questo scenario, di concerto con gli amici della giunta e con i consiglieri che sostengono questa maggioranza, abbiamo deciso d’istituire un servizio di mensa sociale.
Saranno almeno una decina le persone, attualmente non in grado di provvedere al proprio sostentamento, che potranno sfamarsi mangiando qualcosa di caldo, alleggerendo in questo modo il proprio dolore psichico e fisico.

 

 

Si tratta di un’iniziativa che si protrarrà fino alla fine della refezione e che verrà certamente rinnovata negli anni an venire».

«Siamo particolarmente soddisfatti – prosegue Cupelli dell’adozione di questo provvedimento. Così facendo, infatti, non solo restituiamo un minimo di dignità a quei soggetti che la società non considera, ma diamo seguito ad un progetto di assistenza sociale che si realizza direttamente sul campo. Non ci sono intermediazioni di alcun tipo, non c’è nessuno spreco di risorse pubbliche, ma soprattutto si coglie appieno il senso di solidarietà che è una componente portante di Lago e dei suoi abitanti. Rivolgo un particolare ringraziamento ai titolari ed agli operatori della ditta che gestisce la preparazione dei pasti. Se questo progetto ha potuto concretizzarsi uscendo dal recinto delle idee il merito è soprattutto loro».

Pubblicato in Basso Tirreno

Catanzaro. La Abramo printing nasce nel lontano 1908 per impulso di Giovanni Abramo che fondò la "Tipografia Popolare".

Poi a metà secolo Antonio Abramo, figlio del fondatore. Trasformò l’azienda da realtà artigiana ad impresa con le "Arti Grafiche Abramo".

Infine l’avvento della terza generazione a segnare la nascita del gruppo Abramo e l'ingresso dell'Azienda nel mercato dei servizi innovativi in aggiunta a quelli tradizionali registrando crescita e successi.

Nascono e vivono la Abramo Printing per la grafica e la stampa cartacea e digitale , la Abramo Logistics per il centro servizi digitali e la logistica , la Abramo CustomerCare per il Call ed il Contact Center.

Le tre aree di business su cui si l'attività dell'holding Abramo, si è sviluppata: una società che si presenta sul panorama imprenditoriale nazionale.

Un successo commerciale. Oltre 200 lavoratori , oltre 200 famiglie la cui sicurezza dipendeva dalla Abramo Printing e Logistics

Oggi lo stato di crisi.

Una doccia fredda, invero, attesa.

La Abramo Printing e Logistics ha aperto le procedure di cassa integrazione a zero ore per 84 lavoratori e potenzialmente, nei prossimi mesi, ulteriori 66 per un totale di 150 dipendenti, circa il 70 per cento dell’azienda.

La UILCOM su questi temi cruciali della vertenza chiede ai rappresentanti l'azienda un nuovo confronto costruttivo e a “carte scoperte", che faccia chiarezza sul futuro di 246 lavoratori della Abramo.

Pubblicato in Catanzaro

Solo i politici, i dirigenti, i banchieri, i mafiosi e pochi altri ricchi che hanno beni e depositi non riescono a percepire la gravità della situazione economica in Italia (un po’ come succedeva a Maria Antonietta quando diceva : “S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche” e sperando non debba succedere ancora una volta!).

La crisi è talmente grave che dopo due anni di crescita, nel 2012 i consumi di elettricità in Italia tornano a scendere.

I primi dati provvisori elaborati da Terna rilevano una flessione del 2,8% rispetto al 2011: quasi il record negativo di questo nuovo secolo, dopo quello del 2009, quando la contrazione rispetto all’anno precedente fu del 5,7%.

Il totale dell’energia richiesta in Italia nel 2012 ammonta a 325,3 miliardi di KW, attestandosi sullo stesso livello di domanda del 2004.

A parità di calendario, segnala Terna, la diminuzione è del 3,1%, in considerazione del fatto che il 2012 ha avuto un giorno lavorativo in più perché bisestile.

A livello territoriale, le flessioni più consistenti si registrano in Sardegna (-10,3%) e nella macro-area del Nord-Ovest composta da Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta (-7,7%).

Secondo le prime stime, l’anno scorso la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,8% con produzione nazionale (di cui 62,2% termoelettrica, 13,3% idroelettrica, 1,6% geotermica, 4,0% eolica e 5,6% fotovoltaica) e per la quota restante (13,2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.

In dettaglio, la produzione nazionale netta (284,8 miliardi di kWh) è in diminuzione del 2,3% rispetto al 2011; in forte aumento le fonti di produzione eolica (+34,2%) e fotovoltaica (+71,8%), in calo le fonti idroelettrica (-8,2%), termoelettrica (-6,3%) e geotermica (-1,4%).

Per quanto riguarda invece il mese di dicembre 2012, la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 26,6 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 3,6% rispetto a dicembre dello scorso anno; depurata dagli effetti di temperatura e calendario, la variazione diventa tuttavia -3,9%: rispetto al corrispondente mese di dicembre del 2011, si è infatti avuto un giorno lavorativo in meno (19 contro 20) e una temperatura media mensile di circa un grado e mezzo inferiore. I 26,6 miliardi di kWh richiesti nel mese sono distribuiti per il 45,2% al Nord, per il 29,7% al Centro e per il 25,1% al Sud.

Che la crisi sia poi territorialmente diversificata si rileva anche dal fatto che la variazione della domanda di energia elettrica, sempre a dicembre 2012, si è articolata in maniera differenziata:

-2,5% al Nord,

-3,1% al Centro e

-6,1% al Sud.

Pubblicato in Italia
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