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Tre persone sono state denunciate per furto di legna nel Parco della Sila dai militari della Stazione Parco di Cotronei (kr) a conclusione di una attività d’indagine volta al contrasto di tale fenomeno.

Una di queste persone si è resa responsabile del furto di materiale legnoso, circa 22 quintali, proveniente da 2 alberi di faggio abbattuti da ignoti nei mesi precedenti in località “Santa Barbara” nel comune di Petilia Policastro in zona 2 del Parco Nazionale della Sila, in terreni di proprietà della Regione Calabria.

L’uomo è stato identificato mediante l’ausilio di apparecchiature elettroniche video e fotografiche precedentemente posizionate sul luogo mentre depezzava la legna con una motosega e la caricava su un fuoristrada.

Stessa modalità anche in località “Pasqualone” dello stesso comune, questa ricadente in zona 1 del Parco della Sila, di proprietà del comune di Petilia Policastro.

Anche in questo caso un albero di faggio era stato precedentemente abbattuto da ignoti ed era giacente sul letto di caduta.

Le due persone sono state riprese ed individuati mediante l’ausilio di apparecchiature elettroniche video e fotografiche mentre deprezzavano e caricavano su un fuoristrada la legna, circa 11 quintali.

Le tre persone, già note alle Forze di Polizia, sono state denunciate per furto aggravato di legname di proprietà pubblica e introduzione di mezzi di distruzione dei cicli biogeochimici all'interno dell'area protetta del Parco nazionale della Sila.

Pubblicato in Calabria

Fiumefreddo Bruzio. Intensi controlli dei carabinieri.

Fiumefreddo Bruzio è un piccolo paese del Tirreno Cosentino, equidistante tra Paola ed Amantea un tempo noto solo per una Miss Italia o per il suo bel centro storico e la sua gastronomia.

Da qualche tempo, però, Fiumefreddo è venuto alla ribalta della informazione locale per vicende non liete.

Parliamo, tra l’altro, della scomparsa del pastore Carmine di Santo, dell’omicidio di Maria Vommaro , della scomparsa del presunto assassino Francesco Garritano, della morte per incidente stradale di due fratelli ottuagenari, di arresti vari per coltivazione e spaccio di droga.

Comprensibile, quindi, l’attenzione che su tale cittadina hanno le Forze dell’ordine, in primis i carabinieri di Paola che anche in questi giorni hanno effettuato intensi e produttivi controlli .

Per esempio presso la stazione ferroviaria è stata trovata una persona tale D.V.W., 38enne di Minturno (Lt), che è risultato essere pregiudicato sottoposto alla sorveglianza speciale e quindi con l'obbligo di non allontanarsi dal suo luogo di residenza. I militari dell'Arma hanno quindi proceduto al suo arresto. Poi l’uomo è stato giudicato per direttissima e condotto al carcere di Paola.

Denunciate altre 3 persone e 2 sono state segnalate come assuntori di sostanze stupefacenti

Due persone sono state denunciate per mancata ottemperanza alle prescrizioni imposte dalla legge per chi è colpito da un provvedimento come gli arresti domiciliari.

Un giovane paolano , 22enne, pregiudicato, è stato denunciato per porto abusivo di armi.

Rinvenute anche varie sostanze stupefacenti (cannabis e hashish).

Ai posti di blocco attuati dai 15 pattuglie e oltre 30 carabinieri, in divisa ed in borghese, hanno permesso di controllare oltre 30 mezzi e di identificare 90 persone.

Pubblicato in Basso Tirreno

Di seguito la nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza

“I finanzieri della Tenenza di Amantea hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Paola 3 persone. Sono accusate del reato di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alla frode fiscale. Le Fiamme Gialle hanno anche eseguito un sequestro preventivo del complesso aziendale, riconducibile ai tre denunciati, per un valore complessivo di circa 100.000 euro emesso dal Gip del Tribunale di Paola.

Il reparto del Tirreno cosentino, nell’ambito di una serie coordinata di verifiche fiscali, ha rilevato che l’impresa sottoposta a sequestro era gestita, di fatto, da un soggetto già dichiarato fallito ed indagato proprio per la bancarotta di una precedente società operante nel settore della grande distribuzione. Le attività di verifica hanno permesso di constatare la sottrazione al fisco di una base imponibile di circa 3 milioni di euro, imposte dovute per quasi 200 mila euro di Iva e per oltre 20mila euro di Irap, nonchè l’omesso versamento di Iva per oltre 50mila euro e di ritenute operate ma non versate per oltre 10 mila euro.

Le indagini hanno dimostrato gli stretti collegamenti tra i tre soggetti indagati i quali, oltre al legami parentali, hanno cointeressenze nella gestione delle tre società susseguitesi nella medesima sede, utilizzando le medesime attrezzature, passate di mano tra le varie società con atti falsi e/o fraudolenti, nell’esercizio dell’attività ora sottoposta a sequestro.

Gli espedienti ed i particolari tecnicismi strategicamente posti in essere dagli indagati, emersi nel corso dell’attività investigativa, hanno determinato negli organi inquirenti il convincimento della necessità di adottare il provvedimento il sequestro di tutti i beni aziendali attraverso l’emissione di un decreto di sequestro preventivo della totalità dell’azienda del valore commerciale”

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