
Governare un paese, una provincia, una regione, uno stato non è mai facile.
Ancora più oggi, in un momento, cioè, difficile e nel quale i valori fondanti delle antiche comunità si sono persi, in un momento, cioè, in cui tutti pretendono diritti senza praticare i doveri.
I Romani, ad esempio, già conoscevano gli opportuni mezzi di controllo.
Ed infatti a Giulio Cesare si attribuisce il detto “panem et circenses” (pane e spettacoli).
Non a caso i giochi gladiatori venivano offerti da possidenti e magistrati della città per essere graditi anche per la plebe.
Più recentemente molti storici, tra cui lo stesso romanziere e giornalista francese Alexandre Dumas, raccontano che il re Ferdinando di Borbone avesse una sua personale regola di governo, quella delle“tre F di Ferdinando: feste, farina e forca”.
Sosteneva che il popolo per prima cosa va distratto con continui festeggiamenti: funzioni religiose, balli, spettacoli gratuiti in grado di allontanare lo sguardo dai problemi reali, creare aggregazione e, soprattutto, far provare gratitudine per i governanti.
Inoltre un popolo, quale esso sia, non si ribella se riesce a mettere il pane sulla tavola tutti i giorni
Domata la “panza”, infatti, si riduce la rabbia contro i potenti.
Intelligentemente Ferdinando comprese che i sudditi divertiti e sfamati dovevano, comunque, temere l’autorità.
La forca era la paura e per questo le esecuzioni venivano svolte in pubblica piazza, in presenza di tutta la cittadinanza: tutti dovevano assistere, tutti dovevano comprendere cosa succedeva a chi andasse contro l’ordine costituito.
Da un certo punto di vista, però, la forca assumeva un compito simile alla festa divenendo un altro momento di aggregazione, un modo per far sentire tutti i cittadini onesti parte di una comunità stabile e sicura.
“Insomma, l’illuminato Ferdinando aveva solo scoperto ed ammesso una verità assoluta.
Non dimentichiamo, tuttavia, che le pubbliche esecuzioni sono state il deterrente ai crimini più in voga in tutta Europa, dunque quella napoletana non era un’eccezione, visto che nelle altre nazioni si faceva esattamente la stessa cosa “in ossequio” a un’usanza radicata da millenni”.
Guardando avanti, invece che al passato, possiamo ancora notare come il nostro mondo segua sempre regole molto simili.
Ancora oggi i nostri governanti , cioè, comprano stima e rispetto ( attenzione e forse voti) del popolo con feste, sagre. tasse, tributi e l’Agenzia delle Entrate.
Per loro fortuna non sono soli.
C’è il calcio, il teatro, le feste patronali, il carnevale, le fiere, le manifestazioni popolari, ed ancora la TV, il Festival di Sanremo, le canzoni, i film, i serial televisivi, Facebook, la Chiesa, la Politica, i giornali, i telegiornali, eccetera.
Elementi tutti che fanno passare in secondo piano i problemi quotidiani.
Sequestrati 45 tonni rossi sottomisura
Nell’ambito della costante attività di vigilanza sulla filiera della pesca, personale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, ha accertato ieri mattina, presso un esercizio commerciale
cittadino, la presenza di 45 esemplari di tonno rosso (Thunnus Thynnus) allo stato giovanile e privi della documentazione idonea a garantirne la rintracciabilità e la legittimità della cattura.
Vietare la pesca di esemplari di misura inferiore alle taglie minime individuate per le diverse specie è particolarmente importante per la tutela delle risorse biologiche, in quanto significa consentire loro di raggiungere lo stadio di crescita nel quale possono riprodursi ed incrementare così la loro diffusione nei mari, a beneficio dell’ecosistema, ma anche dei pescatori e dei consumatori.
La normativa vigente regolamenta in maniera particolarmente rigida la pesca del tonno rosso, non permettendone, tra l’altro, la cattura al di sotto di una specifica taglia minima (fissata in 115 centimetri o, alternativamente, in 30 chilogrammi di peso).
Questa specie di tonnide è infatti da tempo minacciata dall’eccessivo sfruttamento degli stock presenti nel Mediterraneo e negli Oceani, ed è, pertanto, particolarmente tutelata dall’Ordinamento internazionale tramite l’lCCAT (International Commission for Conservation of Atlantic Tuna), un’organizzazione internazionale di cui è parte anche l’Unione Europea.
Il tonno rosso, a differenza delle altre specie simili più comuni nel mediterraneo (alalunga, alletterato, palamita, tombarello) se lasciato crescere, può arrivare a superare i quattrocento chili di peso ed i tre metri di lunghezza.
Al trasgressore vibonese è stato elevato un verbale amministrativo per l’irrogazione della sanzione amministrativa di 24.000 euro, la chiusura al pubblico per otto giorni lavorativi ed il sequestro dei tonni.
Dopo gli accertamenti di rito da parte del personale sanitario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia, che ne ha attestato l’idoneità al consumo umano, il prodotto ittico è stato devoluto in favore di un ente benefico che opera sul territorio.
La Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina coglie l’occasione per ribadire che l’attività di controllo mirata a contrastare la pesca abusiva del tonno rosso e di altre specie proseguirà in maniera costante sia in mare, sia tramite le verifiche condotte a terra, a partire dallo sbarco, lungo tutta la filiera della pesca.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa dell’associazione commercianti di Amantea
“Regresso, nell’accezione più comune e per tutti i vocabolari italiani, significa involuzione, decadenza, mancanza di sviluppo.
E’ il contrario del latino progressus, da progredi avanzare, composto di pro avanti e gradi camminare.
Quindi significa camminare verso dietro, fare un passo indietro.
Ci sembra questo il caso della rinomata Fiera di Amantea, l’evento più antico del nostro paese, che non conosce nessuna evoluzione e viene organizzata, da chi di dovere, sempre peggio.
Eppure è abbastanza strano e paradossale, di solito si impara dai propri errori, che per carità sono umani e commessi da tutti noi, ma si cerca sempre di migliorare, di non ripeterli.
Non è questo il caso della nostra Amministrazione Comunale, che organizza male l’edizione del 2017 e persevera negli errori anche in quella del 2018, appena conclusa, anzi, fa peggio, perché di errori ne fa di nuovi.
Come al solito, per mezzo delle parole e soltanto con esse, le intenzioni sembravano buone.
La nostra Associazione Commercianti è stata infatti convocata, a luglio, per esprimere le proprie idee e proposte in merito alla Fiera, dopo aver criticato l’edizione dello scorso anno.
Abbiamo chiesto e suggerito diverse azioni da intraprendere, ovvero stabilire degli orari rigidi di montaggio e smontaggio, la sera del giorno prima e la sera dell’ultimo giorno, per non creare problemi di viabilità e dare disagi ai commercianti a posto fisso; individuare un’area di parcheggio per i furgoni e i camion dopo il montaggio delle bancarelle (ad esempio zona “giudice di pace”), così da avere una Fiera più “pulita” e ordinata; dividere le bancarelle per categorie merceologiche e creare una mappa, con diversi colori, per individuarle (zona piante, zona abbigliamento, zona cibo, ecce cc); creare su Viale Margherita e Corso Vittorio Emanuele degli stand in legno centrali, così da lasciare le vetrine dei negozi a posto fisso “libere” e visibili, strategia questa per far leva anche sulla nostra attrattività e creare quindi un flusso maggiore di visitatori, conveniente sia per noi che per i colleghi ambulanti; predisporre e indicare zone di parcheggio periferiche con servizio navette per i visitatori.
Oltre a tutto ciò, considerando che alcuni di noi commercianti spesso partecipano a fiere prestigiose in Italia e all’estero, ci siamo anche resi disponibili a fornire i relativi regolamenti, così da offrire spunti utili per migliorare la nostra Fiera cittadina.
Abbiamo provato, cioè, a dare il nostro contributo attivo per far crescere questo evento, così come stiamo cercando di contribuire a tutto il resto.
Purtroppo però anche stavolta l’Amministrazione Comunale si dimostra sorda, indifferente, non in linea con il suo dovere di cercare di portare un progresso, un’evoluzione e nessuna delle nostre proposte è stata attuata.
Siamo veramente stufi di veder regredire piano piano la nostra Amantea e le sue bellezze.