
Ecco la democrazia nella nostra città. La maggioranza governa, la minoranza controlla. Ma forse sarebbe il caso di dire che la maggioranza Sgoverna e la minoranza “dorme a suonnu chjinu!”. Quasi tutti, invero. Si distingue nella minoranza il consigliere comunale Sergio Ruggiero, elegante sempre, nel suo dire, ed anche fortemente sincero e vero( non opportunista ed ipocrita, cioè).
Nella sua ultima nota riusciamo a cogliere la differenza tra il panem et circenses, di Giovenale ,ma anche la più classica e partenopea “ammuina” , proprio quella del famoso regolamento da “ usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno”.
Esattamente come avvenuto quest’estate ad Amantea dove autonomamente ( e comunque assentito dal governo locale) tutti fanno come par loro e :” tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a dritta vann' a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passann' tutti p'o stesso pertuso: chi nun tene nient' a ffà, s' aremenenasse a 'cca e a 'll à".
Ecco il testo della nota avente ad oggetto “Bilancio comunale e promozione turistica “ inviata al sindaco, all’assessore al bilancio, all’assessore al turismo e( hai visto mai che non se ne siano accorti) ai Consiglieri Comunali.
“E’ fine estate, ed è tempo di bilanci.
E’ tempo, ad esempio, di riflettere su come e quanto sia stato fatto sul piano della promozione turistica nella nostra città.
E ciò che a mio parere è emerso è la propensione alla ‘mmuina, una specie di panem et circenses, per dirla con Giovenale.
Lasciando stare il panem, sul quale occorrerebbe fare una approfondita e scivolosa riflessione sul piano culturale se non addirittura antropologico, mi concentro sul circenses, che quest’anno è costato ai contribuenti amanteani almeno centoventimila euro, praticamente il doppio dello scorso anno, mentre tutti gli indicatori del bilancio proiettano l’Ente verso il crepuscolo finanziario. Continuo a sostenere come sia necessario percorrere la strada del rigore della spesa che impone scelte ponderate, e della riorganizzazione degli Uffici allo scopo di conseguire efficienza ed equità. E invece ci troviamo in mezzo al guado, con la Responsabile dell’Ufficio tributi appena dimessa dopo pochi mesi dall’incarico!!! e il Responsabile di Ragioneria che non c’è a causa della discutibile gestione di un concorso naufragato nell’inidoneità di tutti i candidati!!!
Come se sul comune di Amantea incombesse una maledizione cosmica.
A questo aggiungerei la controversa rinegoziazione dei prestiti che ha amplificato il debito trasferendolo ai posteri invece di affrontarlo, e la proroga del servizio di tesoreria con un interesse che dallo 0,8% passa al 4%, decisa dalla Maggioranza senza che sia stata espletata alcuna gara d’appalto, onde disporre di anticipazioni di cassa alla quale attingere per finanziare anche l’esosa stagione estiva: il circenses, per l’appunto, una baraonda spesso rumorosa e disordinata che, in spregio ai regolamenti e al buon senso, è arrivata talora a giustificare la chiusura senza preavviso di importanti arterie cittadine creando disagi a cittadini ed automobilisti e vantaggi per alcune attività a scapito di altre. A tal proposito rimango in attesa di risposta a un’interrogazione riguardante la questione.
In quanto Consigliere di Minoranza, boccio senz’appello questa stagione che, oltre a rievocare i tempi delle vacche grasse, ha sancito l’arbitrarietà di fare più o meno ciò che si vuole, isolare al traffico porzioni di città o bombardare senza ritegno l’udito della gente: una guerra all’ultimo decibel in cui a soccombere è stata la decenza.
E mi domando: siamo sicuri che, fatti salvi i bombardieri e i beneficiari di sovvenzioni e iniziative comunali, la gente abbia gradito?
Dubito che l’abbiano gradito i turisti, quelli che non votano qui, e che cercano sopratutto ordine, ospitalità, decoro, servizi, spiaggia e mare puliti e magari un lungomare degno di questo nome; o quelli che cercano qualcosa che parli della storia e delle tradizioni, cose da valorizzare e offrire con buongusto, possibilmente in una degna cornice come il centro storico invece abbandonato al suo destino o alla buona volontà di qualche benefattore.
Intendo concludere dicendo che, semmai qualcosa di buono sia stato proposto, è stato inesorabilmente seppellito dal rumore e dalla confusione della costosissima baraonda.
E tutto questo a mio parere non va bene. Amantea 07.09.2015 Sergio Ruggiero
Siamo stati, come sempre, da decenni, del resto, al mercato agricolo di Amantea, là dove, da quasi 50 anni i produttori esitano i loro prodotti agricoli .
Facevano bella mostra di sé , fiammeggianti, i peperoncini “vruscenti” amanteani.
Sia quelli del tipo corniolo che del tipo ciliegino
Sciolti o raccolti in reste di varie dimensioni, quelle che poi fanno bella figura nelle mostre, nei negozi di frutta, nelle cucine dei ristoranti tipici.
“Scarsa la produzione?”. “No. Anche stamattina presto sono venuti da Diamante a comprarne diverse cassette”, mi ha detto l’agricoltrice che li esitava.
“Ma come Diamante, la patria del peperoncino, viene ad Amantea a comprare il nostro prodotto?”
“Da sempre” è stata la risposta del suo vicino di banco.
Poi, oggi, arriva il seguente comunicato stampa :
“La Calabria che produce: riparte da qui l'economia della regione. Il peperoncino rosso simbolo di una terra che vuole farcela.
Una visita sui campi del peperoncino piccante calabrese, oggi, da parte del capogruppo della Commissione agricoltura della Camera, Nicodemo Oliverio, del deputato e imprenditore piemontese, Giovanni Falcone, anche lui della Commissione agricoltura, e di Franco Laratta, già parlamentare e membro del CdA Ismea, l'Ente economico del Governo che finanzia i progetti in agricoltura.
I campi sono quelli dell'azienda Serra di San Marco Argentano (CS), proprio nel pieno della stagione della raccolta, sotto un sole cocente che illumina la distesa coltivata a peperoncini.
"La coltivazione di peperoncini offre una grande opportunità di investimenti e di lavoro per la Calabria, anche perché è ancora eccessiva la quantità di prodotto importato dall'estero, anche di scarsa qualità e di poca affidabilità", hanno detto Oliverio, Laratta e Falcone.
La Calabria è sempre più simbolo del peperoncino rosso, ma la produzione è ancora insufficiente.
In Italia, il 70% del peperoncino è di importazione. In Calabria il 90%!
E da qui che appare evidente che in questo settore ci sono grandi margini di sviluppo e occupazione.
L'impegno delle istituzioni è quello di promuovere e sostenere la filiera del peperoncino, con la nascita di nuove imprese del settore. Anche e soprattutto con il sostegno della Regione Calabria, attenta a investire in questo settore antico ma emergente. Cosenza, 04 settembre 2015”
NdR. Altro che esportazione! La Calabria non importa solo pesci ma anche peperoncino rosso!
Scrive Enzo Giacco del PD di Amantea: Egregio Commis sario ad Acta, torno a scriverLe in relazione al DCA n. 84 del 21 luglio 2015 con cui ha deliberato la chiusura del Laboratorio di analisi dell’Asp di Amantea.
Già in data 30 luglio mi permisi di parteciparLe le mie riserve su questa decisione chiedendoLe di revocare il provvedimento e motivando tale richiesta facendo riferimento alle specifiche criticità ed ai gravi disagi che la nuova situazione dal Lei decretata avrebbe finito per alimentare (lettera che ad ogni buon fine allego alla presente).
Non Le nascondo l’amarezza e lo stupore per la mancata comunicazione della Sua visita – avvenuta nei primi giorni dello scorso agosto - al Poliambulatorio della città. Sarebbe stata un’opportunità utile per aprire un confronto con tutte le forze politiche, sociali e sindacali presenti sul territorio, non solo per darci la possibilità di presentarLe le nostre ragioni, ma anche per portare a Sua conoscenza le ansie e le insicurezze provocate ai nostri concittadini.
Pur non comprendendo Le motivazioni del Suo comportamento, senza voler scadere in inutili polemiche, mi permetto di insistere su un concetto: non è accettabile che l’esercizio di razionalizzazione delle risorse possa tradursi in sperequazioni tra gli utenti. Perché nessun Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario può essere realizzato sulla pelle cittadini.
Io ritengo che sia compito di tutti coloro che si occupano degli interessi della collettività, e la Sua funzione commissariale non è immune da tale nobile fine, avvicinare e non allontanare i cittadini dalla società. La mia impressione, invece, è che la strada da Lei intrapresa, se porterà ad una riduzione del disavanzo sanitario, lo farà non tagliando sprechi ma servizi alla popolazione del nostro comprensorio, rendendola più fragile e vulnerabile in una Regione che per ragioni storiche presenta dei divari nel godimento dei diritti civili e dei beni di cittadinanza superiori rispetto al resto del Paese.
Ne approfitto – senza voler ovviamente fare un processo alle intenzioni – per condividere con Lei una mia preoccupazione.
Quali altri sacrifici saranno imposti dalla logica del rientro del disavanzo? Il timore è che iniziare a depauperare un territorio dai servizi essenziali di base – magari anche a causa di una debolezza di chi dovrebbe difenderne gli interessi – possa rappresentare un punto di non ritorno, che troncando e recidendo ad un certo punto non resti più nulla da tagliare.
E se questa dovesse essere la strada e se ciò dovesse tradursi in un depotenziamento dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali per la popolazione che vive nel nostro comprensorio, noi questo non lo possiamo accettare.
Non voglio neppure immaginare, ad esempio, cosa significherebbe svegliarsi la mattina e scoprire che le due eccellenze rappresentate da radiologia e fisioterapia sono state in qualche modo ridimensionate (o peggio azzerate).
Vorrei che Lei tranquillizzasse i cittadini di questo comprensorio.
Per tali ragioni torno a chiederLe la revoca del decreto e la tutela, nello svolgimento del Suo mandato, del diritto alle cure di chi vive nel nostro territorio e – se può essere utile a farLe comprendere le ragioni degli interessi che noi oggi difendiamo – di incontrarci per parlarci, confrontarci, giungere ad una soluzione che vada nella direzione della felicità e del diritto ad una vita serena dei nostri concittadini.
Per noi diventa un fatto determinante, infatti, garantire e potenziare i servizi che riguardano la cura del cittadino, perché la vastità geografica e la popolosità di questo territorio meritano un piano di riprogrammazione e di consolidamento dei servizi. Perché stiamo parlando di diritti garantiti dalla nostra Carta Costituzionale. Di questo terremmo a parlare con Lei.
Noi stiamo dalla parte dei cittadini.
Distinti saluti
Amantea, 4 settembre 2015 Enzo Giacco Segretario PD Amantea
NdR: Nella foto Oliverio e Scura in ospedale (Ci vò pensari a Madonna!)