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Il mare oggi 12 agosto è mosso e davanti al Lido Mediterraneo sventola una bandiera rossa.

La bandiera rossa, issata sul pennone dello stabilimento balneare o comunque esposta sulla spiaggia, ha in tutta Italia il generico significato di pericolo per la balneazione

(motivato di solito dallo stato del mare o da un forte vento di terra).

Tuttavia la bandiera rossa ha altre implicazioni o significati normativi:

a) obbliga il bagnino ad una attenzione vigile verso chi, nonostante la bandiera rossa, prende il bagno richiamandone l’attenzione e spiegandogli, se necessario, i pericoli in cui incorre l’incauto bagnante;

b) implica il divieto di locare natanti o proibisce altre attività organizzate in mare (lezioni di nuoto, windsurf, ecc);

c) significa divieto di balneazione per colonie estive (chi fa la valutazione del pericolo esponendo la bandiera è lo stesso che, solo escludendo un pericolo, può autorizzare la balneazione dei minori a lui affidati);

d) durante il periodo in cui uno stabilimento balneare è aperto solo per cure elioterapiche, indica, in concomitanza ad un cartello che ne spiega il significato, assenza di sorveglianza;

e) significa divieto di balneazione, in seguito ad una ordinanza del comune, per l’inquinamento delle acque;

f) significa divieto di balneazione in aree specifiche in caso di particolari pericoli: presenza di squali o il ritrovamento di un ordigno inesploso;

g) assieme alla bandiera gialla significa, per molte ordinanze, assenza di sorveglianza (in determinati orari) o fine della sorveglianza;

h) può essere utilizzata, infine, per indicare un pericolo specifico o circoscritto: molte ordinanze prescrivono, ad esempio, la segnalazione di una buca con una boa sormontata da una bandierina rossa.

Sulla spiaggia libera non è esposta alcuna bandiera rossa, ma questo non vuol dire che in essa si può fare il bagno significa, soltanto, che il comune non ha per i bagnanti delle spiagge libere la stessa attenzione che hanno i lidi.

Non solo ma sulla altana del lido c’è il bagnino che con un binocolo controlla il mare antistante.

Ma guardare meglio si nota uno strano ombrellone rosso e sotto un giovane ragazzo con un cappellino rosso ed una maglietta rossa con su scritto “Salvataggio”.

Ed a riprova del “Salvataggio” il ragazzo ha in mano una ciambella galleggiante bianca e rossa con una corda, sempre rossa. E’ solo sotto l’ombrellone ed aspetta in solitudine che scenda la sera.

Appare evidente, nelle intenzioni, che se qualcuno dovesse rischiare di annegare sulla spiaggia libera il ragazzo proverebbe a lanciare la ciambella e poi la tirerebbe a riva con quanto contiene, buste di plastica comprese.

E’il servizio predisposto, sembra, dal comune di Amantea a tutela dei bagnanti delle spiagge libere.

Una scelta per portare Amantea al passo con le migliori spiagge italiane

Solo che ad Amantea, come sempre questo servizio ha i caratteri della unicità.

Per esempio sulla spiaggia libera non c’è l’altana.

E non c’è nemmeno la barca necessaria per le operazioni di salvamento che può essere fatto solo da terra.

Non c’è nemmeno un megafono per richiamare da lontano eventuali bagnanti in mare.

Mi avvicino al ragazzo per chiedere informazioni sul servizio.

Altana, barca di salvamento? Una alzata di spalle. Forse pensa “meno male che ci hanno dato l’ombrellone e la sdraio”. Eh, già!

Gli chiedo poi “Tu sei uno di quelli che ha fatto il corso di bagnino organizzato dal comune?” e lui abbassa la testa.

“Ma la patente di bagnino ve l’hanno data?”, e lui con sincero candore mi dice “ Ancora no!”.

Non voglio metterlo in alcun imbarazzo ma insisto e gli chiedo “ Siete coperti da assicurazione?”

Nessuna risposta.

Lo saluto e vado via.

Una vicenda strana, molto strana

Mi viene detto che i ragazzi non hanno rapporto lavorativo con il comune come avviene in tutte le altre spiagge dove esiste questo servizio, che non sono assicurati, che non sono nemmeno pagati perché il servizio è volontario (?), eccetera.

Non vorrei che si stesse preparando una nuova cooperativa estiva per il prossimo 2017!

Chissà se qualche “ minoranza” o qualche autorità ( tipo quella che ci ha invitato a chiedere a Giusi Osso) dopo questo articolo si interesserà della vicenda?

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Dopo Magorno anche Guglielmelli nomina la sua segreteria.

Ne faranno parte 20 persone slegate, dice il segretario provinciale, dalle varie correnti del partito.

  

Ne prendiamo atto rilevando che Gugliemelli manifesta la volontà di strutturare il Partito democratico cosentino e calabrese attraverso organismi rappresentativi dei territori.

 

Dice «Ho chiesto io stesso alle correnti di fare un passo indietro e di favorire un nuovo processo costituente e di radicamento del Pd. Abbiamo centinaia di militanti, dirigenti, sindaci e amministratori che quotidianamente fanno politica nel partito e nella società battendosi per i valori e principi in cui crede la comunità del Partito democratico.Questa è la vera forza democratica e popolare del Pd. Da qui occorre ripartire per segnare un nuovo protagonismo che possa essere utile all'azione riformatrice del governo regionale e nazionale».

 

Poi conclude il segretario «Per questi motivi ho nominato un esecutivo provinciale rappresentativo del nostro vasto territorio provinciale e completamente slegato dalle ormai superate logiche congressuali e correntizie.

Nelle prossime settimane saranno affidate le deleghe e soprattutto si insedieranno i dipartimenti tematici a cui collaboreranno altre forze ed energie del partito. Spero che da oggi possa ripartire con maggiore vigore e passione l'azione del Pd in tutto il nostro territorio».

 

Questi i componenti:

  1. Giuseppe Capalbo
  2. Era Rocco
  3. Enzo Giacco
  4. Francesca Tolve
  5. Salvatore Modesto
  6. Emiliano Di Donna
  7. Lucia Nicoletti
  8. Antonio Tiano
  9. Concetta Castoglione
  10. Marco Curcio
  11. Eleonora Ienaro
  12. Alessandro Porco
  13. Luigi Gagliardi
  14. Luigia Sproviero
  15. Amedeo Valente
  16. Giuseppe Ranù
  17. Rosa Ferraro
  18. Carmine Quercia
  19. Manuela Giordano
  20. Luca Candiano

I nostri auguri ad Enzo Giacco su cui graverà il non facile compito di collaborare per la migliore riuscita della Festa provinciale de L'Unità, che si terrà ad Amantea dal 27 al 31 agosto, ed avrà a titolo "Verso un autunno di riforme e cambiamento"

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La mamma chiama la figlia Cucusettete e le chiede: «Cucusettete andiamo in campagna a fare il pane?»

Cucusettete tutta contenta risponde di si.

  

Arrivati in campagna, Cucusettete trova i suoi giochi e comincia a giocare.

La mamma prende gli ingredienti per fare il pane e comincia con la farina, si accorge che manca l'acqua e chiede a Cucusettete: «Cucusettete, vai al pozzo a prendere l'acqua!».

Cucusettete si rifiuta.

 

La mamma le dice: «Se non vai a prendere l'acqua chiamo il lupo per farti mangiare».

Cucusettete la ignora e continua a giocare.

La mamma chiama il lupo: «Lupo, lupo, mangia Cucusettete perché non vuole andare al pozzo a prendere l'acqua».

Il lupo, che stava riposando beatamente, risponde: «Non voglio mangiare Cucusettete perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama il cane: «Cane, cane, abbaia al lupo, perché non vuole mangiare Cucusettete che non è andata al pozzo a prendere l'acqua”.

Il cane risponde: «Non voglio abbaiare al lupo, perché il lupo non mi ha fatto niente di male».

 

La mamma adirata chiama il bastone: «Bastone, bastone, picchia il cane, perché non vuole abbaiare al lupo, che non vuole mangiare Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

Il bastone risponde : «Non voglio picchiare il cane perché il cane non mi ha fatto niente di male». La mamma chiama il fuoco : «Fuoco, fuoco, brucia il bastone perché non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua”. Il fuoco risponde: «Non voglio bruciare il bastone, perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama l'acqua: «Acqua, acqua, spegni il fuoco che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

Risponde l'acqua: «Non voglio spegnere il fuoco, perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama il bue: «Bue, bue, bevi l'acqua perché non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

Risponde il bue. « Non voglio bere l’acqua, perché non mi ha fatto niente di male».

 

La mamma chiama la corda: «Corda, corda lega il bue che non ha voluto bere l'acqua, perché non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

La corda risponde: «Non voglio legare il bue perché non mi ha fatto niente di male.

La mamma chiama il topo: «Topo, topo, rosicchia la corda perché non ha voluto legare il bue, che non ha voluto bere l'acqua, perché non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua».

 

Il topo risponde : «Non voglio rosicchiare la corda perché non mi ha fatto niente di male».

La mamma chiama il gatto: «Gatto, gatto, mangia il topo che non ha voluto rosicchiare la corda, che non ha voluto legare il bue, che non ha voluto bere l'acqua, che non ha voluto spegnere il fuoco, che non ha voluto bruciare il bastone, che non ha picchiato il cane, che non ha abbaiato al lupo, che non ha mangiato Cucusettete, che non è andata al pozzo a prendere l'acqua”.

Il gatto ghiotto di topi, cercò di afferrarlo; il topo iniziò a rosicchiare la corda; la corda legò il bue; il bue bevve l'acqua; l'acqua spense il fuoco; il fuoco bruciò il bastone; il bastone picchiò il cane; il cane abbaiò al lupo; il lupo tentò di mangiare Cucusettete.

 

E CUCUSETTETE CORSE AL POZZO A PRENDERE L'ACQUA.

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