
Questo il comunicato della rete: “Come preannunciato nei giorni scorsi, nella giornata di giovedì 2 febbraio una delegazione della Rete “Difendiamo la Salute” ha incontrato la Commissaria prefettizia, la dott.ssa Emanuela Greco , per fare il punto sulla struttura sanitaria di Amantea.
Un momento di confronto, al quale ha anche partecipato la Direttrice del Distretto, dott.ssa Giuliana Bernaudo, utile per evidenziare le criticità presenti nella nostra struttura sanitaria pubblica di riferimento.
In particolare l’attenzione è stata posta sul Laboratorio analisi che da tempo ormai soffre di una carenza di personale tecnico per via di un meccanismo di rotazione che lo impegna presso il Centro trasfusionale di Paola.
Una situazione incresciosa, se si pensa che la struttura di prelievo e analisi serve un bacino di utenza ampio e che non proviene solo dal Comprensorio, che espone a rischio depotenziamento il Laboratorio.
Le preoccupazioni della Rete sono state condivise sia dalla dott.ssa Greco che dalla dott.ssa Bernaudo che si sono subito attivate per trovare una soluzione alla criticità rappresentata e per evitare che la struttura sanitaria di Amantea ed i servizi offerti possano risultarne depotenziati.
Nei prossimi giorni si terranno altri incontri sempre finalizzati a creare le migliori condizioni sociosanitarie e socioassistenziali nel territorio.
«Come Rete “Difendiamo la Salute” – ha dichiarato il portavoce Enzo Giacco - abbiamo chiesto alla dott.ssa Bernaudo ed alla dott.ssa Greco di affrontare congiuntamente il tema del sottodimensionamento dell’organico del Laboratorio.
La nostra richiesta si è esplicitata nella necessità di trasferire in pianta stabile almeno una ulteriore unità di personale tecnico presso la struttura.
Devo dire che abbiamo trovato nella Direttrice del Distretto e nella Commissaria prefettizia attenzione e sensibilità alla tematica.
Siamo convinti di poter dare a brevissimo buone notizie in merito.
L’occasione è stata utile per fare più complessivamente il punto sulla struttura sanitaria della città, anche con riferimento alla prospettiva della sua evoluzione in Casa della Salute, perché questa è la direzione in cui bisogna muoversi».
Amantea, 2 febbraio 2017 Rete civica “Difendiamo la Salute”
Ndr. Non possiamo non evidenziare ai nostri lettori la straordinaria impressione avuta per esserci trovata di fronte ad un rappresentante dello Stato che ha preso a cuore la vicenda del poliambulatorio e del laboratorio di analisi più di tanti Amanteani. Ci è sembrato sia il risultato della sensibilità, tutta femminile, della dottoressa Greco, ed insieme della sua professionalità nella ricerca delle soluzioni ad un grave problema del nostro comprensorio. Siamo fiduciosi di poter ottenere grandi e positivi risultati.
La verità nascosta ai cittadini!!
Il 2017 è appena iniziato e per i cittadini questo nuovo anno si preannuncia foriero di novità terribili sul fronte delle tasse.
E’ arrivato il nuovo revisore dei conti ed è andato via quello che, più politico, ha ritenuto di non sollecitare la dichiarazione di dissesto, anche se forse si sarebbe dovuto.
Non che il dissesto sia la panacea, la soluzione ai mali della nostra città, ma, come si dice, “ a mali estremi, estremi rimedi”, cioè se la situazione è gravissima la dichiarazione di dissesto diventa obbligatoria.
Ci sono comuni che danno l’ incarico di redigere una perizia economico – contabile e così scoprire lo stato delle proprie finanze a società specializzate ed, anche, indipendenti.
Ma ad Amantea nessuno ha voluto dare questo incarico.
L’ultima indagine sullo stato del comune di Amantea risale al 1899, cioè 116 anni fa!
Nessuno oggi, ha cioè voluto conoscere la verità.
Secondo l’Anci su dati del ministero a giugno 2016 in Italia ci sono ben 84 amministrazioni in dissesto finanziario ed altri 146 enti locali a un passo dal crack.
Spesso con i bilanci si è scherzato perché sono state messe in entrata somme virtuali, impossibili da riscuotere.
E sul lato delle spese sono state create “ società dello sperpero”.
Una gestione allegra che, almeno in teoria, si è spenta con la spending review e le regole imposte da Bruxelles.
Ma quando i comuni, in base alle disposizioni del titolo VIII della parte seconda del Testo unico delle norme sugli Enti locali, devono dichiarare lo stato di dissesto finanziario?
Quando le situazioni debitorie non sono sanabili con risorse proprie e nel caso di impossibilità a svolgere le funzioni e i servizi indispensabili.
Il problema è quello che le pieghe comportamentali politico-amministrative sono spesso talmente intricate che non si riesce a capire nemmeno quale siano la massa debitoria e quella creditoria.
La realtà è che la Calabria vanta il primato dei comuni dissestati. Ci sarà pure una ragione.
Comprendiamo come sia facile dichiarare che l’attuale squilibrio di bilancio provenga da lontano, ma quello che non comprendiamo è come si sia potuto fare debiti fuori bilancio anche per acquisti e non solo come molto spesso avviene per spese legali o giudiziarie.
Né è comprensibile come i maggiori debiti siano quelli per l’acqua, la depurazione la Raccolta rifiuti. Dove sono finite le relative entrate? Come è stato possibile usare entrate specifiche per spese ben diverse da quelle predestinate? Chi lo ha permesso? Nessuno ha visto niente?
E non solo. Come è stato possibile far sparire dai bilanci somme destinate a servizi che comunque sono stati resi?
Non si tratta di compiere un semplice percorso di riequilibrio strutturale, non destinando più le entrate straordinarie per sostenere la spesa corrente.
Ed infine perché per redigere una perizia economico–contabile c’è bisogno di una società specializzata?
Le voci sono gravissime.
Ma si tratta di voci, per quanto credibili.
Chissà se almeno con i commissari gli amante ani potranno sapere le verità?
Sollecitiamo il commissario ad intervenire per gli alloggi popolari di Amantea.
Intendiamo segnalare la necessità di dare una casa a chi non ne ha e non può pagarsela.
Qualcuno di loro ancora dorme in un automezzo amorevolmente offertogli da un suo amico, amico che interviene accompagnandolo al pronto soccorso quando per i freddo intenso dei giorni scorsi si sente male e rischi un infarto ( è un cardiopatico)
Non solo ma è necessario anche ricordare quello che è successo a Cosenza nei giorni scorsi in un alloggio popolare nel centro storico.
Non è possibile, cioè, che la gente si ferisca o muoia in alloggi Aterp che mancano non solo di abitabilità ma anche di sicurezza.
Il crollo di un solaio accaduto in una palazzina ATERP del centro storico di Cosenza e la tragedia sfiorata per la famiglia residente, dimostra, per l'ennesima volta, la necessità di avviare un piano di manutenzione straordinaria per tutto il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ormai in stato di conclamata vetustà.
In Calabria sono ben 38.900 gli alloggi di ERP lasciati ormai da tempo al loro destino.
E quelli di Amantea non fanno eccezione.
Non bastano le tinteggiature esterne..
Occorre rivedere anche infissi, impianti idrici ed elettrici. Ed i tetti ed i balconi.
E la loro presenza davanti alla porta del commissario, dove li abbiamo incontrati, èla dimostrazione del loro stato di bisogno. E se ieri era forse inutile sollecitare la attenzione dell’amministrazione comunale fortemente disattenta verso i bisogni della società civile, oggi sperano di trovare ascolto nel commissario prefettizio.
Allo stesso chiediamo di dare mandato all’ingegnere Marco Ghionna di accertare lo stato degli alloggi popolari di Amantea ponendo sul sito del comune un elenco completo degli elementi che definiscono lo stato del patrimonio edilizio pubblico(via, numero civico, piano, superficie, stato d’uso, abitabilità, legittimità di affidamento, necessità di intervento, costo di intervento).
Comprendiamo che con le sole risorse economiche provenienti dai canoni locativi non si riesce a garantire le manutenzioni straordinarie occorrenti.
E questo a parte la forte morosità presente tra i locatari.
Allora si impone si valuti la strada della cessione agevolata degli alloggi ai locatari , quando legittimamente titolari, e quando abbiano le minime disponibilità finanziarie necessarie, utilizzando gli importi derivanti dalla cessione per nuovi alloggi capaci di dare risposta alle nuove esigenze.
Importi ai quali devono essere aggiunti gli EX FONDI GESCAL, che dovevano essere spesi in questa direzione, ma sono stati distratti, colpevolmente se non illegittimamente , verso interventi del tutto estranei rispetto alla loro destinazione.
Proprio per queste ragioni si impone anche un intervento della magistratura più attenta che porti al giudizio politici e dirigenti regionali.
Non è giusto che ancora oggi famiglie e persone non abbiano una casa sicura o debbano dormire nelle auto.