
Carissime cittadine e carissimi cittadini,
riteniamo che chi ha l’onore di sedere nei banchi dell’Assemblea pubblica che vi rappresenta abbia il dovere di informare per consentire a ciascuno di costruire liberamente i propri punti di vista.
Oggi riteniamo giusto parlarvi della diretta streaming del Consiglio.
Premettiamo che è nostro desiderio privilegiare i processi di partecipazione e che siamo convinti che trasmettere i Consigli Comunali rappresenti una splendida opportunità in questa direzione.
Ma chi siede nel Consiglio Comunale ha, come sapete, anche l’obbligo ed il dovere di agire nel rispetto delle regole e delle leggi.
Quando nel novembre scorso, a larga maggioranza (con i voti di alcuni componenti dell’allora minoranza), venne approvato il Regolamento per la disciplina delle riprese audio-video delle sedute del Consiglio comunale furono disciplinate le riprese audio-video da parte del Comune (con la previsione di formare un dipendente a riguardo e, aggiungiamo, di acquistare la necessaria attrezzatura tecnica) e quelle da parte di testate giornalistiche nell’esercizio del diritto di cronaca. Non furono disciplinate, invece, le riprese da parte di terzi.
Inoltre, al momento dell’approvazione, non si procedette ad adeguare il Regolamento del Consiglio Comunale, che all’art. 46 pone limiti ancora più rigidi alle registrazioni audio-video.
Nelle sedi e nelle forme previste dalle regole che siamo obbligati a rispettare colmeremo, insieme alla minoranza, le lacune del Regolamento per la disciplina delle riprese audio-video delle sedute del Consiglio comunale disciplinando le riprese audio-video e la diffusione da parte di terzi, e renderemo coerente a questo l’art. 46 del Regolamento del Consiglio Comunale.
Rispetto a ciò abbiamo già e più volte palesato la nostra volontà.
Con riferimento alla privacy, infine, ci preme sottolineare che questa riguarda la tutela delle persone presenti e di quelle oggetto di discussione (come, ad esempio, nel caso di una seduta che delibera l’attribuzione di benefici a particolari categorie di soggetti).
Resta il dispiacere per la disinformazione diffusa sull’argomento.
Rispettosamente
Il Sindaco e i Consiglieri di maggioranza
Oggi il mare era calmo e limpido. Una tavola blu.
Un gruppo di giovani bagnanti cosentini ne ha approfittato per una giornata al mare sulle spiagge amanteane.
Fittano un pedalò e fanno un giro sul mare, senza allontanarsi troppo dalla spiaggia.
Ad un certo punto uno dei ragazzi comincia a lamentarsi: “ Mi sento male, mi sento male. Per favore scendetemi a terra”
I ragazzi puntano a riva ed il ragazzo scende e si getta letteralmente sull’asciugamano a faccia in giù.
Ma sta male e si vede.
Gli astanti si accorgono che non riesce nemmeno a parlare.
Sembra che abbia bevuto una bevanda fredda.
Forse ha una congestione, tipica di chi assume una bevanda troppo fredda o si getta in acqua troppo fredda.
La preoccupazione diventa paura quando il ragazzo pur sollecitato a dire come si senta, non riesce nemmeno a parlare.
Qualcuno chiama il 118 e la guardia medica.
I soccorsi sono immediati.
Proprio pochissimi minuti.
Un pronto soccorso ospedaliero non avrebbe avuto questa prontezza.
Ambedue giungono sul lungomare.
Il dottore della guardia medica riesce con alcune manovre e far vomitare il giovane quindicenne cosentino.
Subuto dopo ricomincia a parlare.
Poi il giovane viene posto nell’autoambulanza.
Intorno i suoi amici sono fortemente preoccupati.
Parlano tutti, a raffica, scaramanticamente , quasi a vincere i timori e le paure.
Poi la buona notizia . Il ragazzo sta meglio. Non c’è bisogno di portarlo in ospedale.
Il giovane, un po’ pallido, invero, esce dall’autoambulanza e si fa dare il cellulare da un suo amico.
Il medico del 118 ha anche l’accortezza di telefonare alla mamma del giovane cosentino per dire quanto successo ed anche per tranquillizzarla. Straordinario.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma è difficile non ringraziare questi operatori sanitari per la loro prontezza, la loro bravura, la loro efficienza, la loro sensibilità.
Era il 27 maggio, quasi un mese fa, quando scrivevamo che l’Anas aveva comunicato che “per consentire l'esecuzione di indagini e verifiche tecniche all’interno della galleria 'Coreca', si rende necessaria un interdizione al transito degli automezzi tra il km 346,655 e il km 347,700 sulla strada statale 18 'Tirrena Inferiore' nel territorio comunale di Amantea in provincia di Cosenza.
In virtù della chiusura, i veicoli sono deviati sulla vecchia sede della strada statale 18 con innesto presso gli svincoli di Tonnara e Coreca.”
Possibile che ci voglia quasi in mese per fare queste indagini e verifiche tecniche?
Eppure i tecnici dell’Anas, presente il Comandante dei Vigili Urbani di Amantea Emilio Caruso prontamente intervenuto dopo che gli avevamo fatto notare le profonde fenditure nella volta laterale della galleria, ci avevano tranquillizzati, rassicurati
Successivamente avevamo anche saputo dell’intervento del maresciallo Cerza, comandante della locale stazione dei carabinieri di Amantea.
E non solo ci segnalano che un automezzo speciale ha dovuto passare nella galleria, segno che evidentemente “si può anche passare”, mentre altri hanno dovuto gonfiare le gomme per passare sotto il sottopasso di Coreca.
Solo due giorni fa ci hanno detto che sarebbe arrivata la famosa apparecchiatura speciale per eseguire le radiografie della volta fessurata
Ma allora se l’apparecchiatura è arrivata solo pochi giorni fa che cosa è stato fatto nella galleria in quasi 25 giorni?
E se l’apparecchiatura sarebbe stata pronta solo il 20 giugno perchè chiudere la galleria il 26 maggio?
La curiosità e’ d’obbligo
Tanto più considerando che l’ ingresso lato nord e quello lato sud sono presidiati 24 ore al giorno.
Perché?
Nessun comunicato dell’ANAS dopo quello del 26 maggio.
E’ normale?.
Quali indagini e verifiche tecniche sono state eseguite in questi ultimi 25 giorni?.
Questo silenzio appare strano e desta sospetti nella popolazione.
Qualcuno sospetta che ben al di là della rassicurazioni di routine possa trattarsi di fatti seri.
Ed il silenzio , il tempo ed i controlli “militareschi” sembrerebbero denotarlo.