
Scrive Gigi El Tarik
“Ieri notte, uno strano sogno si è impossessato della mia dormiente persona.
Mi trovavo all’interno di un palazzo arabeggiante. In una stanza piena di luce e tappezzata da veli multicolori.
All’improvviso una voce femminile alle mie spalle si presentava come Clelia dicendomi che era una patrizia romana data in ostaggio al re etrusco Porsenna insieme ad altre sue compagne.
Subito dopo questo breve ma intenso incontro, Clelia riusciva a fuggire dal palazzo.
All’alba ricordai la storia di Clelia. Roma aveva appena trattato la pace con Porsenna, re di Chiusi che pretese come ostaggi nove fanciulle romane.
Fra queste vi era Clelia, giovane donna dallo spirito indomabile.
Riuscì a convincere le altre ragazze a non accettare la sottomissione al dominio etrusco e a fuggire.
Durante la notte scappò dal campo etrusco.
Incoraggiate da Clelia le ragazze si gettarono nelle acque gelide del Tevere e lo attraversarono.
Una sentinella le scorse, arrivò un ufficiale, che presa una tromba lanciò l'allarme.
La sponda romana si riempì di soldati pronti ad accogliere il nemico con le spade, quando tutti rimasero stupiti nel vedere emergere dalle acque del Tevere le fanciulle.
Il re etrusco ne chiese la restituzione ai Romani e l'ottenne, ma poi, ammirato dell'eroismo della fanciulla, l'onorò e la rimandò a Roma.
Per le sue gesta vennero tributati a Clelia molti onori e nel Foro venne innalzata una statua equestre dell'eroina.
Sotto la pioggia silenziosa e il ruggito dell’Ulisse ho provato a dare un senso al sogno, senza riuscirci!
Beaumont sur Mer 11/9/17 Gigino A Pellegrini & G el Tarik”
Sono stato fermato stamattina ed invitato con la frase riportata ad andare a vedere.
L’ho fatto, ovviamente.
Mi accorgo sempre più di essere un punto di riferimento per molti cittadini, amici o meno che forse mi usano , ma che , comunque, mi informano di quanto avviene nella nostra città, qualche volta anche mandandomi foto, altre volte raccontandomi i fatti , ed altre vota, ancora, come oggi, perchè vada a personalmente a vedere
Vedere, per me, significa fotografare , per non dimenticare i particolari.
Forse sono arrivato tardi ma mi è sembrato che la rete di smaltimento abbia funzionato
Almeno a giudicare dai segni del fiume di acqua che il canalone ha riversato sulla spiaggia e poi a mare.
Non da meno i segni sulla sabbia delle acque portate dal Santa Maria.
Beh. Certo che le acque che ancora il canalone sversava erano sporche, nel senso scure.
Si notavano anche tracce di schiuma della quale non è nota l’origine e la causa.
Quasi che, comunque, nel canalone, che dovrebbe raccogliere soltanto le acque piovane, siano sversate acque ricche di saponi.
Sarebbe importante che le analisi da chiedersi ad un laboratorio( anche privato, per favore, non necessariamente l’Arpacal!) avessero attenzione alla presenza di fosfati oltre che a coli batteri ed altro indice di fogna
Lo diciamo perché sono diversi i posti dove dai tombini si avverte una puzza che indiscutibilmente fognaria.
Quello che temiamo è che 1,2,3, poche famiglie, magari inconsapevolmente abbiano la propria fognatura allacciata alla rete delle acque bianche.
Un tempo avevo avanzato una proposta solutiva ma la politica, si sa, spesso non vuole vedere la soluzione.
E coraggio non ce n’è quasi mai
I politici sanno che, così, ti fai nemici ed i nemici ti uccidono, ed amici non te ne fai.
Ad Amantea (Campora S.G. compresa) è stata già fatta la derattizzazione, ma purtroppo i topi sono sopravvissuti.
Forse, qualcuno è anche morto, ma tanti sono sopravvissuti.
La prova è nella foto, scattata stamattina.
Un bel topo, come si nota.
Un topo che riempie la paletta della spazzatura.
Roba da mezzo kg.
Sembra che stiano continuando il servizio di derattizzazione.
Ma quella naturale, con l’acqua e senza sostanze chimiche che possono inquinare.
Sapete, infatti, che i topi vivono nelle reti fognarie e soprattutto nelle reti delle acque bianche.
E ieri e stanotte ha piovuto per cui le reti delle acque bianche si sono riempite ed allora i topi per non affogare sono usciti fuori all’asciutto infilandosi dove possibile.
“Ci stiamo allagando- squittivano- scappiamo, scappiamo”.
I topi, si sa, parlano in italiano non in dialetto, per cui non li sentirai squittire “ scappamu, scappamu” ad Amantea, o “alzemo i tachi” a Venezia…...
Ovviamente anche nelle case.
Tante le grida di donne e rumori di porte sbattute.
Tanti i mariti con scope e palette a caccia di topi.
Su e giù per le scale, nelle soffitte, nei garage, negli scantinati.