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F.G. di Rogliano stamattina intorno alle 06:30 circa ha rubato un autocompattatore di piccole dimensioni, dell’azienda lametina “Ecologia Oggi”, del padron Guarascio dal deposito mezzi di Cosenza.

 

Per ragioni sconosciute si è portato verso sud, via Paola e successivamente passando da Amantea.

Sembra che un complice lo precedesse su una auto “pulita”  al fine di avvertirlo della eventuale presenza di pattuglie di Polizia.

Ma il ladro non aveva fatto i conti giusti

Sembra, ancora, che il mezzo fosse dotato dio un antifurto satellitare che ha permesso di seguire il percorso seguito

Ed infatti a Campora San Giovanni intorno alle ore 09:30, una pattuglia di carabinieri della stazione di Amantea ha intercettato il mezzo intimandogli l’alt

Ma l’autista si è dato alla fuga tentando più volte di speronare l’autovettura di servizio e realizzando pericolosissime manovre sulla statale 18.

Una fuga spericolata di circa 30 km prima sulla S.S.18 che in quel momento era particolarmente transitata e poi sulle strade del comune di Nocera Terinese.

Arrivato all’altezza di Nocera Terinese, il malfattore, dopo aver percorso contro mano ed a tutta velocità una strada a senso unico, ha imboccato uno stretto sottopassaggio poco distante.

E’ a questo punto che uno dei due militari operanti, provando ad approfittare dello spazio angusto del sottopassaggio, è sceso dalla vettura di servizio per trarre in arresto il fuggitivo.

Il militare si è visto costretto ad esplodere in aria due colpi con la propria arma d’ordinanza, per evitare di essere coinvolto dalle operazioni di retromarcia del mezzo.

Il diciannovenne F.G., dopo aver abbandonato l’autocompattatore, ha tentato un’ultima disperata fuga a piedi, venendo bloccato dopo un brevissimo tratto di strada.

Condotto presso la Stazione Carabinieri di Amantea, è stato tratto in arresto per i reati di furto aggravato, danneggiamento e resistenza aggravata a Pubblico Ufficiale, in attesa della celebrazione del rito direttissimo, come disposto dal Sostituto Procuratore di turno presso il Tribunale Ordinario di Lamezia Terme

Gli investigatori stanno valutando se ci sia stato un complice.

Una indagine che presuppone la osservazione delle telecamere sulla SS18 e sulla Paola Cosenza

Sempre gli investigatori potrebbero interrogarsi sulle ragioni del furto.

Un cavallo di ritorno?

Un mezzo atto a bloccare un mezzo addetto al trasporto di valori?

Un mezzo da utilizzare per “altri” trasporti verso e da Rosarno-Gioia Tauro?

Il comando della Compagnia ed altri esperienze dell’Arma sembra stia operando in tali direzioni di indagine  e non si esclude che ………..

Che dire se non complimenti !

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E’ la prima frase di “Ti senti sola stasera” la canzone di Michele del 1965.

La voglio dedicare ad una bellissima ed unica pianta che abbelliva Amantea dagli anni quaranta , da quando cioè venne posta a dimora nel cortile della scuola Alessandro Manzoni in via Dogana.

E vale anche ricordare un’altra frase della canzone quella che dice che “Questa stanza sembra buia senza il tuo sorriso”

Anche la bellissima Brahea Armata sorrideva felice in particolare quando esponeva al mondo le sue lunghe fioriture.

Era una pianta che esprimeva la biodiversità della nostra cittadina.

Una pianta rara.

Pensate che a Sanremo ce ne sono soltanto 2 che sono quelle della foto.

Ora questo capolavoro della natura non esiste più.

E’ morto, come mostra la foto.

Inutili sono stati i nostri appelli.

Nessuno se ne è curato.

Come tante cose della città essa non apparteneva a nessuno.

Non apparteneva alla scuola che se ne è disinteressata salvo averci fatto mettere le mani al personale di Calabria verde che l’ha potata senza avere alcuna esperienza specifica.

Non apparteneva alla gente del luogo, salve il buon e sensibile Amedeo Mannarino che è stato l’unico ad averla apprezzata ed amata.

Non apparteneva al comune che non l’ha tutelata e difesa.

E così E’ finita così, senza un vero perché….

E purtroppo senza un responsabile.

Come succede troppe volte ad Amantea.

Ora chiediamo che il comune la ripianti.

Ecco la Brahea morta!

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Stamattina il cellulare ha squillato ripetutamente.

In tanti mi hanno segnalato il vicino Catocastro di un violento colore bruno-nero

Qualcuno ha aggiunto” Io non ti ho detto niente …. Ma è una vergogna! . Se vuoi scattare qualche foto.”

 

Qualcun altro , invece, mi ha detto “Vai a vedere il mare, vai a vedere il mare!”

Ed ancora “ Vai subito che ci sono andati i Vigili Urbani!”

Non faccio in tempo, ma li vedo su via Dogana.

Faccio loro segno e si fermano.

Sono i due giovani vigili non di Amantea.

Segnalo che sto andando a vedere il mare…

“ E’ nero. Siamo stati alla foce , il fiume è scuro ma non si sente puzza di fogna”.

Poi, come rispondendo ad una domanda non ancora fatta, aggiungono “ Stiamo risalendo il corso del Catocastro…!”.

Non resto certamente sorpreso, sono vigili che valgono!

Arrivo a mare, salgo sul rilevato ferroviario e scatto queste foto.

Il fiume è nero come quello che vidi , diversi anni fa, quando qualcuno liberò la vasca di sedime dei fluidi della lavorazione delle olive.

Che sia successa la stessa cosa , visto che fra poco comincia la campagna olearia?

Ma possibile che la arroganza di questa gente arrivi al punto di non temere nemmeno che qualcuno, come successo, chiami la polizia e la stampa?

Ed il bello è che poi si sosterrà che il mare non è inquinato.

 

NO! E’ solo nero. Oggi, domani ,magari, sarà marrone e dopodomani di chissà quale colore.

Certo nemmeno io ho sentito puzza di fogna, ma non so cosa abbia colorato le acqua del vecchio Catocastro.

Certo non possiamo credere alla fake che stia per nascere un pozzo di petrolio!.

E siamo felici che un po’ di coscienza ambientalista si stia manifestando nella nostra cittadina, se sono stato chiamato io e, soprattutto, se sono stati i chiamati i Vigili Urbani , anche se non ci spieghiamo come mai non siano stati chiamati gli agenti della Guardia Costiera ed i carabinieri ex forestali e tantomeno i medici dell’ufficio di igiene del Distretto del tirreno cosentino.

Certo non ci dispiacerebbe che questi agenti percorressero tutto il Catocastro alla ricerca di tubi nascosti che ogni tanto servano per immissioni abusive, li tappassero , ed in particolare denunciassero gli inquinatori

Fintano non sapremo che cosa e chi abbia inquinato il Catocastro ed il nostro mare.

Certo che le violenze al nostro ambiente continuano nella sostanziale indifferenza della società civile e della politica amanteana.

 

 

 

 

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