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Ieri pomeriggi due bellissimi pastori tedeschi gironzolavano lungo via Dogana nord, nel tratto tra via Garibaldi ed il Catocastro

Troppo belli per essere stati abbandonati( salvo che non lo abbia fatto qualche turista andato via a fine agosto, come si fa con gli ingombranti che non funzionano più!).

E’ più facile che siano scappati al legittimo ma improvvido proprietario, come lascia supporre il fatto che verso sera una signora li cercava nella villa comunale e si informava dai presenti.

Sul tratto di strada comunque diverse persone.

Qualcuna si infilava nell’auto.

Qualcuna tornava indietro e se vicina rientrava nella propria abitazione. Soprattutto se era uscita con il proprio cagnolino

Molti avevano paura.

I cani sui terrazzi o sui balconi o nei giardini, invidiosi della loro libertà, abbaiavano furiosamente

Qualcuno ha chiamato i Vigili Urbani, ma senza ottenere risposta

Qualcuno ha pensato di chiamare addirittura i carabinieri

Qualcuno ha chiamato noi, come avviene da tempo( spes ultima dea)

Abbiamo detto a chi lo ha fatto che la competenza è sicuramente del comune che è il primo ente tenuto a garantire la sicurezza del proprio abitato e dei suoi abitanti anche da cani randagi ed indipendentemente dalla loro bellezza.

Sarà poi il comune a chiamare l’azienda sanitaria locale per il loro accalappiamento.

E’ inutile ricordare che non esiste ad Amantea un numero verde per segnalare i problemi quali quello che stiamo denunciando o magari anche la sola lampadina spenta

Ad Amantea siamo tutti costretti a chiamare l’amministratore con il quale poi restiamo moralmente se non politicamente obbligati.

E’ così che si fanno i voti?

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Non è dato saperlo.

Certo che la sua intitolazione a San Francesco di Paola ( o di P-ola che dir si voglia) potrebbe voler significare la sua ( quella del Santo) invocazione perché resti intatto e soprattutto in piedi.

E’ vero che la precedente giunta Sabatino ha fatto eseguire controlli sulla sua stabilità e sulla sua sicurezza, ma i dati emersi dalle indagini sono rimasti secretati.

Noi umani, cioè, non sappiamo nulla.

Se dovesse cadere e, come è successo a Genova, scattasse una indagine penale, solo, allora, forse sapremmo tutta la verità.

Intanto dobbiamo accontentarci dei timori.

Di vedere il ferro del ponte in più parti arrugginito.

Di vedere l’abbassamento , più o meno millimetrico, della parte a sud del ponte.

Di assistere alle sue vibrazioni in particolare della parte centrale quando vi transita un autocarro.

Magari quello del gas o quello della spazzatura.

Certo che i problemi ci sarebbero anche soltanto se venisse chiuso al transito auto veicolare.

La strada verso Acquicella, infatti, è in condizioni vergognosamente precarie.

Sia per l’asfalto, in gran parte mancante, sia per la sicurezza del costone soprastante che in più parti si presenta fragile ed a rischio di crollo.

Se il Ponte Azzurro dovesse subire problemi gli abitanti a nord dello stesso si troverebbero nei guai.

Ma sia San Francesco sia l’amministrazione sono vigili ?

Forse si, forse no!

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In sintesi i territori con minore presenza di imprenditori ambulanti nati in Italia sono le province di Catanzaro (solo il 20,2% rispetto al totale), Reggio Calabria (21,5%) e Pisa (23%).

 

La media italiana è ben più alta.

Fra i territori al disotto della soglia del 50% di imprenditoria autoctona del commercio ambulante si incontrano poi le province di Aosta (44,2%), Vercelli (46,3%), Alessandria (48%) e Savona (48,8%).

L’analisi territoriale svela però un’Italia dai profili molto variegati, con province in cui la quota di ambulanti italiani è assolutamente schiacciante rispetto a quella dei colleghi stranieri.

Non solo ad Enna (dove i locali sono l’86,5%), Brindisi e Bari (entrambe oltre il 75%) ma anche a Torino, dove gli ambulanti italiani sono il 67,3%.

All’altro estremo, i territori con minore presenza di imprenditori ambulanti nati in Italia sono le province di Catanzaro (solo il 20,2% rispetto al totale), Reggio Calabria (21,5%) e Pisa (23%).

L’altro aspetto che caratterizza il settore è quello legato alla forte presenza di operatori stranieri tra gli imprenditori (di poco superiore alle 100mila unità, il 56% del totale).

Tra i paesi di provenienza degli ambulanti stranieri, quello che presenta di gran lunga il maggior numero di imprenditori è il Marocco (39mila) che assomma quasi il 40% degli stranieri operanti nel settore a livello nazionale.

Seguono a distanza Senegal e Bangladesh, con consistenze analoghe (circa 15mila imprese).

La distribuzione degli ambulanti a livello territoriale dimostra che la Campania, con 30mila realtà al 30 giugno scorso, presenta il maggior numero di imprese nel comparto, ma numerose risultano anche in Lombardia (22.429 imprese registrate) e in Sicilia (19.726).

In queste tre regioni ha sede quasi il 40% delle imprese del commercio ambulante della Penisola. Calabria, Sardegna e Toscana (tutte sopra il 25%) sono invece le regioni con l’incidenza percentuale maggiore di imprese ambulanti considerando il totale delle realtà appartenenti del commercio al dettaglio.

L’articolazione per settore vede un peso significativo di quello non alimentare ed in particolare il comparto abbigliamento che, nelle sue diverse suddivisioni, rappresenta il 38,4% delle imprese del commercio ambulante.

Al secondo posto, staccata di alcuni decimi di punto, viene la categoria “altri prodotti” (tra cui fiori, cosmetici, detersivi, chincaglieria) con quasi il 38% delle attività, e solo al terzo posto il settore alimentare, il cui contributo si ferma al 18,4% di tutti gli esercizi ambulanti (con prevalenza della componente legata ai prodotti ortofrutticoli).

Il commercio ambulante viaggia verso quota 200mila ma uno su cinque parla straniero

Una impresa commerciale su 5 è ambulante.

Ma la cosa importante è che gli immigrati “occupano” abusivamente aree pubbliche e mettono in scacco i comuni.

“ Sono sempre lì. Niente e nessuno li smuove. Mandati via ritornano, allontanati non demordono e invadono quella che considerano la loro strada”.

E nessuno di loro rilascia mai uno scontrino.

Sono legittimamente evasori come sono legittimamente abusivi!

Ad Amantea operano sul lungomare senza alcuna autorizzazione e nessun controllo!

Già. Dimenticavo che siamo in Italia dove si può spacciare anche droga senza timore di essere arrestato e posto in carcere!

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