
Serafico è il nome d’arte di Vincenzo Facchinieri.
A tre anni dall’ultimo concerto, tenutosi al Teatro Comunale di Amantea, Serafico si è offerto ancora una volta alla sua città.
Una bella serata. Inusuale, se non unica.
In fondo, per tanti, noi compresi, una sorpresa. Una bella sorpresa.
Bella la sala del cine-teatro Sicoli.
Bello il pubblico.
Bravo il cantautore che si è offerto agli amanteani.
Bravi i suoi compagni di serata, gli artisti Rocco Segreti, con i suoi arrangiamenti e la sua magica chitarra, e Gianluca Garritano
Belle le canzoni proposte .
Alcune di Ivan Graziani, Ivano Fossati e di Pierangelo Bertoli, alcune del cantautore amanteano.
Alcune canzoni- ne parleremo a breve- ci sono apparse bellissime, capolavori di poetica e di musica.
Tutto è cominciato “L’amore fa” di Ivano Fossati
Poi sono seguiti i saluti del cantautore che ha ringraziato il folto ed attento pubblico presente.
E di seguito altre 18 canzoni
-Milù.Storia di una ragazza abusata ;
-Nel campo di cipolle. Dedicata ai migranti sfruttati nei campi;
-Benvenuto. Dedicata al nipote appena nato;
-Storia del ritorno annuale dal nord. Una canzone che ricorda i tanti calabresi che annualmente ritornano nella loro amata terra a rivedere il sole, il mare , le montagne, a risentire sapori e profumi;
-La mia città. Un inno ad Amantea, una dichiarazione di amore al luogo natio, ma senza dimenticare di segnalare i problemi e di invocare gli amanteani a scelte capaci di colorarne di rosa il sua futuro. Una canzone forte ed insieme dolcissima. Da ascoltare sempre ;
-Uomo Perfetto. Una canzone di denuncia dei femminicidi.
Poi una ospite d’onore che è stata anche lei una piacevole sorprese. Il futuro femminile della canzone si chiama Antonella Antoniello che ha emozionato la sua interpretazione di Gli uomini non cambiano . Una voce bellissima ed interessante. Auguri.
-Firenze di Ivan Graziani;
-Maddalena di Pierangelo Bertoli;
-Bosnia. Un’altra bellissima canzone di Serafico. che racconta della guerra in Bosnia Erzegovina dallo stesso cantautore vissuta in prima persona;
-Seduto su una nuvola;
-Angelo. Dedicata al povero cane ucciso ad Acquappesea;
-Siamo Angeli. Una canzone il cui testo è stato scritto da Chieffa Anna Lucia una dolcissima signora camporese alla quale suggeriamo di continuare a scrivere poesie perché diventino canzoni.
-Un foglio bianco. Forse la più bella tra tutte le canzoni ascoltate ieri sera. Una poesia più che una canzone e che ha fatto commuovere i grandi e piangere i bambini( tra essi la bella Manila)
-Colpevole. Un’altra bella canzone di denuncia sociale;
-Un sogno strano.
-La leggenda della casa sulla collina
Infine una vera e propria dichiarazione d’amore alla moglie.
-Voglio ancora te e l’artista ha stentato a trattenerla sua commozione.
Il pubblico ha applaudito ma non si è alzato per andare via ed ha costretto l’artista offrire altre due perle canore:
-Giuseppe. una canzone che parla di Giuseppe Traetta. Un cantautore di Bitonto troppo presto volato in cielo
Lo spettacolo si è chiuso con
-L’ultima partita, un altro pregevole pezzo del nostro cantautore
Non possiamo chiudere questo breve pezzo senza segnalare il roseo futuro musicale di Serafico e senza invitare i nostri lettori ad ascoltarlo ogni qualvolta sia possibile.
La bontà della notizia è di per sé nell’altissima qualità culturale ed umana dell’uomo Landini.
Una persona che attira l’attenzione e la simpatia di lavoratori di ogni credo politico.
E poco importa che Maurizio Landini, salvo sorprese, probabilmente, sarà il prossimo segretario della CGIL.
La presenza di Landini è stata chiesta ed ottenuta dalla CGIL della provincia di Cosenza.
Nella occasione sarà tenuto un convegno su tematiche ancora da definire con chiarezza ma che comprenderanno lo sviluppo, il lavoro, l’ambiente.
Il convegno si terrà a metà gennaio 2019 nel Teatro del Campus.
E’ facile immaginare una notevole presenza di Cgiellini, di LSU-LPU, di predenti lavoro, di ambientalisti di tutta la provincia cosentina.
Proprio per questa ragione gli organizzatori stanno valutando una diretta streaming.
Per maggiori informazioni contattare Massimiliano Ianni della CGIL di Amantea.
Comunque noi vi terremo aggiornati.
T’accappuotti discende dal francese capoter ed ha il significato di capovolgersi, ribaltarsi, rovesciarsi.
E’ da sempre riferito alle imbarcazioni, e solo più recentemente ad aerei ed autoveicoli.
Nelle cronache dei giornali talora troviamo frasi del tipo «l’automobile, dopo il pauroso scontro, si è cappottata e tutti gli occupanti sono deceduti sul colpo».
Oggi può essere riferito a tutt’altro.
Magari ad una azienda che se continua in questo andamento problematico può fallire , faire capot.
Ma potrebbe essere riferita a qualsivoglia andamento negativo, rischioso di una qualsivoglia attività.
Attientu ca t’accappuotti, viene usato quando si viaggia a forte velocità, su strade in forte pendenza, con forti curve o su terreni accidentati o mari agitati!
Scherzosamente può essere usata anche come paradosso per segnalare magari l’immobilismo nelle scelte, nelle azioni, nei comportamenti.
Immobilismo anche scientifico.
Cioè quello dettato dalla scelta politica del minor danno
Alla#sicumufafasbaglimieglicaunfanenti#
La frase ci è stata detta proprio oggi da un amico che nel riferirci di un fatto dell’amministrazione comunale ha voluto significare questo fortissimo immobilismo politico che , ci sembra, stia per dare luogo proprio al cappottarsi, nel senso di trovarsi con le gambe all’aria, o se volete con le ruote in su od ancora se proprio volete colla chiglia fuori dall’acqua.
Ci sembra così ben opportuno pubblicare questo articolo per sollecitare scelte urgenti per la città di Amantea che ormai, come dice un nostro attento amico di via Margherita è talmente “cunchiuta” che come un bubbone sta per esplodere.
Vuole dire questo amico che ormai non sono soltanto i profughi che vanno a cambiare le monetine, ma anche gli amanteani.
Il problema vero , però, è quello che taluni sono così innamorati di se stessi e delle proprie idee da pensare di essere incorsa anche con le ruote all’aria.
In sostanza ad Amantea qualcuno pensa di essere sempre in corsa.
Non sanno che dietro l’angolo c’è la GIUSTIZIA.