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Redazione TirrenoNews

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Le RM di Scura come le vacche di Fanfani.

Martedì, 24 Novembre 2015 12:03 Pubblicato in Calabria

Scura scrive a Filippelli.

“Come da accordi con il sottoscritto, le volevo chiedere di mettersi in contatto con i Commissari dell'Asp di Reggio e con il dottor Barillaro per le modalità di consegna di 2 macchinari di Rm.

 

Per quanto riguarda le rimanenti 3 macchine, decida Lei dove ubicarle, secondo una valutazione di opportunità e possibilmente dove il territorio ne risulti sprovvisto”.

Il Re della sanità come tutti i re non deve giustificare le sue scelte.

Decide e basta senza che si possa eccepire alcunché.

Ma il Re è democratico e lascia a Filippelli le altre 3 RM

Decida lui dove sistemarle.

Ma Filippelli è in imbarazzo.

 

Le RM erano destinate agli ospedali di Rossano e Cetraro (rinnovamento)ed agli ospedali di Praia a Mare e Acri e al poliambulatorio di Rende.

Peraltro a Cetraro e Rossono il collaudo è imminente.

Ed allora Filippelli deve togliere le RM a due dei tre altri predestinati (Praia a Mare, Acri e Rende).

Ma ieri il sindaco di Praia a Mare Antonio Praticò ha annunciato che è pronto a presentare un esposto contro il commissario Scura e il commissario Filippelli qualora la Rm non dovesse essere installata nella struttura del suo comune.

 

In queste condizioni che serve che Filippelli assicuri ad Amantea il mammografo, la Moc, l’ecografo , eccetera se addirittura Scura sposta gli apparecchi da una Asp all’altra?

Di positivo c’è che Scura vuole che si tenga conto dei territori senza servizi. Che sia la volta buona?

Questo il comunicato di Francesca Menichino: “Tra le cose successe nell’ultimo consiglio comunale ve n’è una particolare e particolarmente importante.

 

Si tratta della presenza giunta verso la fine dei ragazzi dell’Istituto ITC di Amantea.

Ci informano dei disagi che vivono a scuola, dicono di aver sentito una scossa di terremoto e di essersi spaventati, e dicono soprattutto con forza di volere risolvere la situazione: non accettano più di stare in una scuola che non appare per niente sicura e che pare abbia diversi problemi strutturali, la scala antincendio, la presenza di eternit sul tetto ed altri problemi legati alla sicurezza.

 

Niente di nuovo: sappiamo benissimo che la maggior parte degli edifici scolastici italiani non è a norma e non è “sicura”.

Ma una novità in realtà c’è, ed è la consapevolezza e la forza di questi studenti che con semplicità e compostezza reclamano solo il diritto di potere frequentare una scuola sicura.

Non urlano, non protestano, e non vogliono nemmeno “marinare” la scuola, al contrario sono preoccupati e sperano riprendere al più presto le lezioni.

 

Li ascoltiamo dopo il consiglio, e poi sabato mattina prima di andare a parlare con il dirigente. Anche lui è preoccupato, mette in atto tutti gli adempimenti burocratici, ci mostra i solleciti presentati alla Provincia che allo stato attuale sembrerebbe essere il soggetto inadempiente, anche se non ci è dato di leggere il contratto di fitto con il privato proprietario dell’immobile adibito a sede della scuola.

Il dirigente è categorico, giustamente: “Viene prima la vita e la sicurezza dei ragazzi, poi la didattica”.

E dispone che già da domani i ragazzi riprendano le lezioni, almeno per la didattica essenziale, al polo scolastico.

A tal proposito aggiungiamo alla sollecitazione del dirigente relativa alla logistica del trasporto urbano ed extraurbano, la richiesta di una valutazione da parte del sindaco circa le carenze del servizio di trasporto evidenziate come insufficienti dall’utenza (ragazzi e genitori) già prima di questa situazione di emergenza.

 

Per domani 24 novembre è anche convocato alle ore 13 un Consiglio d’istituto straordinario dove è stato invitato pure il sindaco, che è capo della protezione civile e autorità di pubblica sicurezza.

Come abbiamo detto ai ragazzi, al dirigente ed oggi anche al sindaco riteniamo che la cosa più giusta da fare, se al polo non c’è spazio per tutti, sia quella di individuare sul territorio comunale una struttura, preferibilmente pubblica, da destinare ad uso scolastico e di adeguarla con gli interventi strutturali e funzionali necessari.

Chiamiamo quindi la Provincia di Cosenza ed il suo presidente Mario Occhiuto alle sue precise responsabilità ed alla necessaria rapidità di intervento: sarebbe opportuno sistemare tutto per il rientro dalle feste natalizie, di modo che il sacrificio dei ragazzi di alternarsi, laddove ve ne fosse bisogno, nell’uso del polo scolastico tra mattina e pomeriggio sia limitato solo alle 4 settimane che ci separano dalla vacanze di Natale.

Noi offriamo tutta la nostra collaborazione, anche nel senso di sollecitare la provincia, anche perché provveda ad appaltare la costruzione della nuova scuola che dovrà accogliere in modo definitivo gli studenti della ragioneria, e che è stata finanziata con soldi europei che in mancanza di aggiudicazione della gara entro fine anno tornerebbero indietro.

 

E sarebbe davvero inacettabile, soprattutto stante l’attuale situazione.

Sarebbe bello che domani il dirigente dia “massima trasparenza” al Consiglio e faccia assistere i ragazzi , che in tutta questa vicenda sono stati i veri paladini dei loro diritti, difesi senza urlare, ma anche senza arretrare, dando a tutti una lezione di determinazione e di maturità civica”.

 

L’impianto in totale abbandono non è funzionante da anni. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno posto sotto sequestro il depuratore comunale di Fagnano Castello (Cs) sito in località Rondinelle.

 

Il controllo effettuato dal Nipaf, Nucleo investigativo di polizia Ambientale e Forestale del Comando Provinciale di Cosenza e dal locale Comando Stazione ha accertato le condizioni di assoluta fatiscenza dell’impianto di depurazione non funzionante da anni e privo di energia elettrica le cui strutture sono state trovate in uno stato di totale abbandono.

 

Nonostante l’impianto non fosse  funzionante il depuratore riceve regolarmente la fogna proveniente dal centro abitato, ed i suoi liquami accumulati vengono sparsi sul terreno riversandosi nel vallone “Cannatello”.

Inoltre l’impianto è colmo di rifiuti rappresentati dai fanghi di depurazione mai smaltiti oltre ad essere invaso dalla vegetazione spontanea.

 

Dopo il controllo si è quindi provveduto a porre sotto sequestro tuta l’area estesa per circa 4.500 mq così come le sei strutture in cemento armato facenti parte dell’impianto.

Due le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria , in quanto ritenute responsabili dello stato di cose,  per gestione illecita dei rifiuti, sversamento di liquami sul suolo, inquinamento di corsi d’acqua.

Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti in collaborazione con Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in Calabria al fine di valutare eventuali livelli di inquinamento causati.

Fagnano Castello. 23 novembre 2015 -

 

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