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Redazione TirrenoNews

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Il M5s alla ricerca di un "nuovo volto per la citta'”

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 23:27 Pubblicato in Primo Piano

Ecco il comunicato delM5s sul Lungomare:

“La “questione lungomare” si è riaperta ufficialmente da ieri ad Amantea, quando nella sala consiliare abbiamo ripreso a parlarne di fronte ad un pubblico nutrito come non accade spesso.

 

E’ il segnale che il dibattito ci potrebbe essere e noi ce lo auguriamo invitando tutti a parteciparvi, cittadini, associazioni, operatori del turismo e del commercio, il comitato Lungomare che per la prima volta ad Amantea ha portato una proposta popolare di deliberazione nel Consiglio Comunale.

 

La decisione della maggioranza di riqualificare “in tono minore” la struttura urbanistica più importante per il turismo balneare, l’unico che ancora sopravvive nella nostra città, non può lasciare indifferenti: ognuno è chiamato a dire la sua, a partecipare al dibattito, in un’ottica di necessaria condivisione delle scelte.

Una partecipazione che l’amministrazione in carica non conosce affatto: lo ha dimostrato il 18 giugno quando ha detto No alla città che chiedeva di conservare il mutuo di 2.500.000 euro senza devolverlo per la costruzione di improbabili ponti e passerelle, lo dimostra oggi che decide d’amblè di riaprire la “ questione lungomare” ma senza consultare le minoranze, senza consultare il Comitato Lungomare e i cittadini, né gli operatori del settore.

 

Una decisione così importante non può e non deve essere frutto di una scelta autoritativa, lo vuole anche la legge che impone la pubblicazione del piano delle opere per almeno sessanta giorni consecutivi nella sede dell'amministrazione procedente, che può adottare ulteriori forme di informazione nei confronti dei soggetti comunque interessati al programma; sono previste poi ulteriori pubblicazioni presso siti internet indicati dalla normativa legislativa e regolamentare in materia, come evidenziamo nella nota allegata in Consiglio (la trovate in calce).

Il problema è quello del rispetto delle norme, ma di fondo è lo spirito della norma che ci interessa, che ha l’obiettivo di garantire ai cittadini la possibilità di partecipare attraverso osservazioni alle scelte fondamentali della vita e dello sviluppo della città. E se anche, per pura ipotesi, non vi fossero norme, vi sarebbero le 1.609 firme di cittadini amanteani a richiederlo.

 

La nostra proposta, come Movimento 5 Stelle,   è quella di ripensare la scelta nell’ottica di un lavoro che abbia un respiro maggiore, una progettazione importante e destinata a restare nel tempo (in alcune città abbiamo assistito anche a concorsi progettuali come a Reggio Calabria) e un finanziamento adeguato per il quale proponiamo specifici studi dei bandi della Programmazione Europea. Quest’ultima proposta è stata approvata dal Consiglio quasi all’unanimità, fatta eccezione per l’incomprensibile astensione del vicesindaco Giovanni Battista Morelli.

E comunque è necessario che se ne parli e che i cittadini di Amantea possano esprimersi per un’opera che potrebbe dare un nuovo volto alla città”.

 

Francesca Menichino contesta al Sindaco, alla Presidente del Consiglio, al Responsabile dell’Ufficio Tecnico ed alla Segretaria Generale il mancato adempimento obblighi di pubblicità della Modifica al Programma Triennale delle Opere pubbliche.

 

Questo il testo della lettera datata 30 novembre ed allegata al verbale del consiglio comunale

“Come ogni amministratore dovrebbe sapere, la normativa prevede, in ossequio ai principi di trasparenza e partecipazione, precisi obblighi di pubblicità ed in particolare che gli schemi adottati dei programmi triennali ed i relativi elenchi siano affissi, prima dell’approvazione, per almeno sessanta giorni consecutivi nella sede dell'amministrazione procedente, che può adottare ulteriori forme di informazione nei confronti dei soggetti comunque interessati al programma; sono previste poi ulteriori pubblicazioni presso siti internet indicati dalla normativa legislativa e regolamentare che disciplina la materia.

 

La normativa, ovviamente, non può non riguardare anche le modifiche sostanziali del Piano, qualsiasi modifica che ovviamente andrà ad incidere sulla vita dei cittadini interessati all’opera programmata e in modo più ampio a tutti i cittadini amministrati.

Infatti la fase della pubblicità del piano triennale e dell’elenco annuale costituisce un momento importante in quanto consente di portare a conoscenza degli amministrati le scelte operate dall’Amministrazione e dà la possibilità a qualunque cittadino ed ai gruppi rappresentati in Consiglio di formulare osservazioni e proporre modifiche a tali documenti che costituiscono un fondamentale strumento di programmazione dell’attività dell’Ente e della vita della città.

 

Se questo è vero sempre ed attiene al rispetto delle regole e dei principi di democrazia, è tanto più vero in un caso come quello di un intervento previsto per il lungomare che tanto ha fatto discutere nella primavera scorsa e che è arrivato in Consiglio con una proposta di iniziativa popolare puntualmente bocciata dall’amministrazione.

Il 18 giugno l’amministrazione ha detto no alla proposta dei cittadini di mantenere il finanziamento di 2.500.000 euro perché si è preferito fare ponti e passerelle, e non perché ci fosse un effettivo problema relativo alla concessione demaniale come risulta oggi evidente, ed oggi si fa un nuovo mutuo di 1.400.000 euro per un intervento di cui non conosciamo le caratteristiche, non le conoscono i cittadini, non le conoscono le minoranze consiliari, non le conosce il Comitato Lungomare, non le conoscono gli stakheolders cioè gli operatori del settore turistico e di quello commerciale. Un intervento di cui apprendiamo in modo causale in una commissione consiliare che aveva altri punti all’o.d.g., un intervento di cui non si è per niente discusso. Ma che modo di operare è questo? Ma quando parlate di condivisione, di partecipazione e di democrazia ci prendete in giro? Ma sapete che stiamo parlando di lavori pubblici e non di lavori privati?

 

La proposta che oggi abbiamo il dovere di fare è quella di rinviare la trattazione di questo punto in quanto è necessario, nel rispetto della legge, procedere ad idonea pubblicazione secondo le modalità e per il tempo previsto dalle norme che disciplinano la materia, ed avviare un dialogo democratico con i cittadini, ed in particolare con il Comitato Lungomare appositamente costituitosi nell’aprile scorso, oltre che con gli operatori del settore turistico e commerciale della città.

Una decisione così importante non può essere presa in modo autoritario così come si sta facendo.

Si richiede particolare attenzione in tal senso al Responsabile del Programma triennale delle opere pubbliche e alla Segretaria generale, responsabile nell’ Ente della conformità degli atti amministrativi a leggi e regolamenti”.

IL GRUPPO CONSILIARE M5s               Il Consigliere Francesca Menichino

Ecco le nuove su Rimborsopoli Calabria

Martedì, 01 Dicembre 2015 21:19 Pubblicato in Reggio Calabria

Il PM Centin aveva chiesto 6 archivia zioni per Antonio Ciconte, Candeloro Imbalzano, Giovanni Raso, Gianpaolo Chiappetta, Alessandro Nicolò e Rosario Mirabelli.

Il Gip Olga Tarzia chiamata a giudicare i sei consiglieri ha parzialmente rivisto le richieste dell'accusa.

Ed a disposto l’archiviazione per l'allora capogruppo del Pdl Gianpaolo Chiappetta; per l’ex vice presidente del Consiglio Alessandro Nicolò, attuale capogruppo di Fi, e per Rosario Mirabelli, eletto del 2010 con Autonomia e diritti e poi passato nel gruppo misto.

Secondo il magistrato non erano sussistenti atteggiamenti speculativi e volontà di appropriazione del denaro destinato ai gruppi.

Sempre lo stesso giudiceha disposto che il pm riformuli l'imputazione per Vincenzo Antonio Ciconte (eletto nella passata legislatura con Autonomia e diritti e poi passato al Pd e che nella nuova legislatura è stato vice presidente della Giunta di centrosinistra, dimettendosi poi in seguito all'inchiesta) per il quale inizialmente era stata chiesta l'archiviazione, per Candeloro Imbalzano (allora consigliere per la lista Scopelliti Presidente) e per Giovanni Raso che avrebbe ottenuto rimborsi «pur senza rivestire - scrive il giudice - alcun incarico professionale o politico nell’ambito del gruppo consiliare dell'Udc».

Soddisfazione è stata espressa dal difensore di Chiappetta , l'avvocato Antonio Cersosimo , e di Rosario Mirabelli , l'avvocato Carmela Mirabelli.

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