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Comune di Scilla: indagati 24 tra assessori, consiglieri, revisori e funzionari.
Sabato, 06 Febbraio 2016 15:04 Pubblicato in Reggio CalabriaLa Procura ipotizza il reato di abuso d'ufficio e falso in atto pubblico in relazione al dissesto finanziario dell'ente.
I bilanci sarebbero stati taroccati per nascondere il disavanzo.
Sotto inchiesta l'ex sindaco, amministratori in carica e passati, burocrati e revisori dei conti
E’ successo a Scilla.
La Procura di Reggio Calabria ha emesso 24 avvisi di garanzia nei confronti dell'ex sindaco Gaetano Ciccone, di assessori e consiglieri comunali attuali e passati, dei dirigenti e dei revisori dei conti.
Sono tutti accusati di abuso d'ufficio e falso in atto pubblico in relazione al buco di bilancio che ha poi portato, nel 2012, al dissesto del Comune.
La Procura nei giorni scorsi ha notificato la conclusione delle indagini e ora chiederà il rinvio a giudizio dei politici e burocrati coinvolti.
L'inchiesta condotta dal pm Antonio Cristillo riguarda, in particolare, gli anni che vanno dal 2004 al 2011, quando alla guida del Comune c'era Ciccone Pasqualino, fratello dell'attuale sindaco.
I bilanci dell'ente, secondo l'ipotesi della Procura, sarebbero stati taroccati per nascondere il disavanzo di amministrazione, procurando «intenzionalmente danno ingiusto al Comune consistente nel determinare lo stato di dissesto e il suo progressivo aggravamento».
Tra gli indagati figurano anche amministratori in carica, come Girolamo Paladino (vicesindaco), Filippo Cotroneo, Domenico Mollica, Francesco Santacroce, Giuseppe Federico e Pietro Mangeruca (consiglieri). Sotto inchiesta anche gli ex amministratori: Nino Vita, Francesco Bellantoni, Pasquale Arbitrio, Domenico Cambareri, Domenico Diano, Francesco Fava, Giuseppe Bova, Mariano Como e Rocco Giordano.
Nel mirino anche gli ex revisori dei conti Giovanni Aricò, Antonio Calarco e Daniele Palumbo, l'ex responsabile dell'area tecnica Antonio Caratozzolo, l'attuale capo dell'area economica Rodolfo Fontana, l'ex titolare dell'area amministrativa Giovanna Bellantoni e quello del settore vigilanza Giuseppe Facciolà.
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Jennu Brigannu al Teatrocastro nel centro storico di Amantea
Venerdì, 05 Febbraio 2016 13:26 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiDue uomini, due sedie.
Sullo sfondo potrebbe esserci una porta, la porta di una bottega in cui si vende vino (in una qualsiasi strada di paese).
I due stanno davanti a questa porta immaginaria, e parlano di un tema a caduta libera: il brigantaggio.
Ne parlano dispiegando le loro conoscenze e con i modi di cui sono capaci, ne parlano mischiando la Grande Storia dell’Unità d’Italia con le storie riportate da testimonianze inedite o inventate, intrecciando cronache agiografiche, calunnie, leggende, materiali fotografici e documentari e un po’ di spensierato “sentito dire”.
Il testo è una polifonia che tiene in conto sia le voci contro e sia quelle a favore del brigantaggio, con l’obiettivo di svelare i limiti presenti in una lettura manichea del fenomeno.
I briganti non erano solo farabutti ma neanche solo eroi da leggenda, erano innanzitutto uomini che avevano scelto, o erano stati costretti a scegliere, di stare fuori della legge e dalla cosiddetta comunità civile, pagandone poi il prezzo più alto.
Accanto a storie note e divenute parte della cultura popolare, ci sono storie di tanti senza nome, che si sono fatti briganti per seguire un sogno, un’ideale, per una vendetta, un motivo d’onore, o solo per sfuggire la fame.
Il racconto dispiega così una storia frammentata e contraddittoria, che si sviluppa parallelamente a quella ufficiale e alle vicende della Calabria contemporanea.
Il dialogo fra passato e presente è continuo, la cronologia netta degli eventi cede il passo alla poesia, i documenti storici sconfinano nei deliri e nei sogni di chi il brigantaggio l’ha vissuto per interposta persona, senza agire, senza scegliere, ma continuando a raccontarlo, in qualche maniera, a cantarlo.
Lo stile della recitazione è semplice, privo di artifici, tutto si basa sulla parola, sulla capacità degli attori di dare corpo e voce a piccoli frammenti narrativi, in un continuo affastellarsi di stili, forme e dialetti, con una voglia di raccontarsi addosso e di togliersi il fiato a ricordare nomi, personaggi, luoghi, storie…
Manolo Muoio:
ha studiato recitazione con Francesco Lorenzo Gigliotti presso il Centro RAT Teatro dell’Acquario. Ha partecipato a diverse performance del Living Theatre, durante una loro tournée italiana. Nel 1998 ha studiato presso il Source’s Research Theatre di Bolpur (India), con Abani Biswas, allievo di Jerzy Grotowski. Ha studiato con Natalie Mentha, Yves LeBreton, Clive Barker, Tetsuro Fukuhara, Eimuntas Nekrosius, Marylin Fried, Michele Di Stefano/MK. Nel 2004 ha lavorato nel Romeo e Giulietta diretto da Nikolaj Karpov, docente di Plasticità Scenica al Gitis di Mosca. Nel 1998 è tra i fondatori di Teatro Rossosimona. Ha recitato negli spettacoli Sida e l’uomo dal fiore di Lindo Nudo (vincitore del Premio ETI – Vetrine 1996) e È il Momento dell’Amore di Lindo Nudo, (vincitore del Premio Scenario 2001), L'esausto di Lorenzo Gleijeses e Julia Varley.
Ernesto Orrico:
Attore, autore e regista, laureato al Dams dell’Università della Calabria, ha studiato con Maurizio Grande, Valentina Valentini, Marcello W. Bruno e Francesco L. Gigliotti. Ha frequentato laboratori teatrali con Mariangela Gualtieri e Cesare Ronconi del Teatro Valdoca, Lyudka Ryba del Cricot 2, Romano Colombaioni, Francesco Scavetta, MK, Vincenzo Pirrotta, Peppino Mazzotta, Armando Punzo. Dal 1998 al 2001, ha fatto parte di Teatro Rossosimona. Ha lavorato con Scena Verticale, Centro RAT – Teatro dell’Acquario, Carro di Tespi, Spazio Teatro, Zahir, Compagnia Ragli. Dal 2003 al 2014 ha collaborato con il Teatro della Ginestra di Cosenza. Ha scritto “'A Calabria è morta”, monologo teatrale edito da Round Robin (Roma 2008), le raccolte di poesie “Appunti per spettacoli che non si faranno” per Coessenza (Cosenza 2012) e “The Cult of Fluxus” per Edizioni Erranti (Cosenza, 2014).
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Amantea e la Casa della salute: aspetta e spera.
Venerdì, 05 Febbraio 2016 10:34 Pubblicato in CronacaScilla è un bel paesino in provincia di Reggio Calabria.
Vanta 5012 abitanti( al 1.1.2015)
Ha un ospedale e come altri ospedali calabresi ne è prevista la riconversione in Casa della Salute.
La Regione Calabria con DPGR 195/2012 aveva approvato lo studio di fattibilità relativo alla trasformazione da Ospedale in casa della salute.
In questi giorni l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria ha sottoscritto con la Regione Calabria una convenzione relativa alla riconvenzione funzionale in Casa della Salute del Presidio Ospedaliero di Scilla ed impegnando la spesa di 8,2 milioni di euro.
La convenzione è stata sottoscritta dal Dirigente del settore competente del Dipartimento della Salute e delle Politiche Sanitarie della Regione Calabria, dr. Salvatore Lopresti e dal sub- Commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, dr. Felice Iracà.
Come noto la riconversione di alcuni Ospedali calabresi in Case della Salute è stata prevista al fine di riorganizzare la medicina territoriale qualificandone l’offerta.
Sono previsti due fasi di intervento:
1) elaborazione della progettazione preliminare;
2) elaborazione della progettazione definitiva.
Particolarmente stringenti i vincoli prescritti per la messa in sicurezza della Struttura con specifiche indicazioni relative ad indagini e verifiche sismiche destinando il 15% dell’intera somma stanziata per l’adeguamento sismico. La convenzione prevede una anticipazione pari al 30% del finanziamento alla pubblicazione del bando di gara.
Successive anticipazioni fino ad un massimo del 90% verranno erogate sulla base di stati di avanzamento e certificati di pagamento prodotti dall’ASP reggina.
Il saldo finale pari al 10% del costo totale dell’intervento sarà incassato dall’Azienda dopo l’avvenuta approvazione e presentazione degli atti relativi alla contabilità finale e del certificato di regolare esecuzione e collaudo finale dei lavori nonché di tutte le incombenze dettagliatamente specificate nell’atto sottoscritto.
I termini per completare l’intera opera di riconversione in Casa della Salute sono stati fissati per il 31/12/2018.
Ed Amantea? Amantea
aspetta e spera, che poi s'avvera, teniamo alta la nostra bandiera.
aspetta e spera, che poi s'avvera, che la nottata non è così nera
Ma come tanto altro soltanto grigio, più o meno.
Insomma forse se preghiamo… , prima o dopo si ricorderanno anche di noi!
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