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Omicidio Cetraro: Bruciata l’auto della sorella della dottoressa uccisa
Domenica, 14 Febbraio 2016 14:19 Pubblicato in CetraroUn incendio avvenuto di notte. Un incendio da studiare, da valutare, da capire.
Lo aveva detto il procuratore Bruno Giordano a margine dell’omicidio della dottoressa Annalisa Giordanelli, avvenuto lo scorso 27 gennaio :“dobbiamo ancora indagare per bene nei retroscena della vicenda”..
Si suppone infatti che gli inquirenti ipotizzino che l’incendio della vettura possa essere in connessione con le indagini in corso sull’omicidio.
Forse un avvertimento.
Le indagini sul caso del delitto Giordanelli non sono concluse proseguono , anzi, stando a fonti ben informate , ci potrebbero essere anche altre persone coinvolte nell'attività di indagine.
Si apre così un altro filone di indagine, forse più complesso del precedente apparentemente definito con l’arresto del cognato ed infermiere Paolo Di Profio.
L’auto era nel giardino della abitazione di Serena Giordanelli sita alla marina di Cetraro e che si trova nei pressi del Porto di Cetraro.
Sul posto i Vigili del fuoco ed a condurre le indagini i carabinieri della Compagnia di Paola coordinati dal capitano Antonio Villano.
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Giancarlo Pellegrino scrive ai Belmontesi
Domenica, 14 Febbraio 2016 10:25 Pubblicato in Belmonte CalabroIn una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno in 1.343 comuni saranno chiamati alle elezioni amministrative.
Dimentichiamo di precisare che si tratta di un elenco ancora provvisorio perché a questi si aggiungeranno altri eventuali comuni i cui consigli comunali saranno sciolti con DPR entro il 24 febbraio 2016.
Si tratta comunque del 16,8% di tutti i comuni , cioè di un comune su 6.
Tra tutti il comune di Belmonte Calabro dove si prefigurano almeno due liste.
In una di queste, sicuramente, l’attuale consigliere di minoranza Giancarlo Pellegrino che oggi scrive una lettera ai belmontesi.
Ecco il testo:
“Cari belmontesi, avevo promesso a me stesso di non scrivere più articoli sul nostro martoriato paese ma,fortemente sollecitato , lo faccio ben volentieri e con la convinzione che quanto scritto in cinque anni di opposizione era solo e pura sacrosanta verità. E scrivo direttamente a voi amici cittadini, anche perché scrivere al Sig.Sindaco è come se scrivessi al vento. In ben cinque anni non ho ricevuto la ben che minima risposta ai tanti problemi sollevati.
SILENZIO ASSENSO?
Purtroppo il nostro primo cittadino è fortemente impegnato a studiare tante alchimie politiche –clientelari e, ad ogni circostanza ,ne estrae una dal suo cilindro magico. Conclusasi brillantemente la riedizione del volontariato-retribuito ,senza pubblicazione del bando pubblico con la data della relativa scadenza dei termini,ma con telefonate direttamente a casa,quasi ,anzi a giustificare una chiamata diretta con relativo favore elargito ,da Sindaco,consiglieri ed assessori, afflitti solo dalla paura di non essere rieletti, ora è impegnato a spendere all’incirca 10.000(diecimila) euro per l’acquisto di lampioni e materiale elettrico per il posizionamento di punti luce alle abitazioni di tanti amici che ne hanno fatto richiesta e per l’altruistico amore di soddisfare le loro sacrosante richieste. E se, per caso, gli stessi amici dovessero avere difficoltà al pagamento delle bollette in genere, (luce,gas, tasse varie) lui è pronto con soluzioni tampone che vanno verso la risoluzione dei problemi e delle esigenze del Cittadino –Elettore . In parole povere una politica vecchia e clientelare ormai in disuso ,basata solo sul principio del BISOGNO !
Do ut des.
Intanto Belmonte muore. Quanti rioni abbandonati al proprio destino!!!! Che tristezza. Vogliamo citarne qualcuno? Facciamolo. Via Vincenzo Padula alla Frazione Marina : la gente è fortemente avvilita e scoraggiata,la strada e piena di grossolane buche che potrete notare nelle allegate foto, senza illuminazione , senza marciapiedi, in conclusione allo stato di degrado .Ma questi cittadini non pagano le tasse? E le vostre promesse di cinque anni fa che fine hanno fatto? Nel dimenticatoio!!! E tutto questo sperpero di denaro pubblico che con solerzia vi vede protagonisti giorno dopo giorno , a che serve? Che brutta storia ,questi anni di buio totale ,di Belmonte.Ma è la gente che fa la storia .A Voi Cittadini –Elettori spetta il supremo compito di decidere per il vostro-nostro futuro. Me lo auguro per noi ma soprattutto per i nostri figli.
Belmonte Cal . Li 13/02/2016 Dott. Giancarlo Pellegrino”
Gigi El tarik e Topolino
Sabato, 13 Febbraio 2016 17:01 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaTopolin, Topolin, viva Topolin!
Assomigli a tutti noi, sei furbo e birichin
e percio’ noi gridiam, viva Topolin!
Solo tu – Topolin! – puoi capir – Topolin!
i mille e mille sogni di un bambin, ah! ah! ah!
Noi gridiamo in coro, evviva, evviva, urra’, si’, si’!
Topolin, Topolin, viva Topolin!
Che fa sempre divertire i grandi ed i piccin
e percio’ noi gridiam, viva Topolin!
Da oltre 50 anni il settore pubblico trasferisce al Sud più risorse di quanto ne riceva, con l’obiettivo di aiutare lo sviluppo. Eppure, paradossalmente, sono cresciuti i consumi, alimentati da una diffusa economia sommersa, ma non uno sviluppo autonomo. La verità è che i trasferimenti pubblici da soluzione della difficile economia del Sud, si sono trasformati in problema.
La classe politica locale e regionale si è trovata a gestire risorse crescenti in un quadro di grande fragilità storica della società civile.
In tale contesto, la “castina” locale, per ottenere il consenso politico, fatte salve alcune eccezioni, si è concentrata nel distribuire benefici particolari, piuttosto che offrire beni e servizi collettivi.
A tale proposito, sarebbe opportuno far luce sulle ragioni del disagio sociale che oggi paralizza questa cittadina, come tutta la Calabria. Ricostruire gli eventi che hanno condotto alla all’impantanamento.
Un’analisi seria dalla quale far scaturire una nuova visione capace di dare voce a chi da troppo tempo è rimasto nell’ombra per costrizione o volutamente. Una maggioranza, questa, silenziosa, priva di una coscienza collettiva e incapace di ribellarsi.
Una maggioranza di morti viventi sempre più numerosa che va ad infoltire le fasce di disagio sociale che si stanno estendendo in modo minaccioso e autodistruttivo. In realtà, negli ultimi anni, in questa parte d’Italia, per ciò che riguarda la cosiddetta “società civile”, caratterizzata da una debolezza della cultura civica, sono accadute cose di non poco conto: le stragi di ‘ndrangheta, la collusione fra privati cittadini e potere amministrativo, il peso sempre crescente della criminalità organizzata nella vita quotidiana, nell’economia, nell’organizzazione sociale. Peraltro, molte patologie sociali: mancanza del vivere comune, con endemica complicità di gruppi sociali ed enti pubblici con la criminalità. Senza tralasciare i comportamenti anti solidale e razzismo strisciante che non provengono dal di fuori, ma dal ventre della collettività.
Una cittadina può considerarsi marcia quando può credere che gli sia lecito perseguire impunemente il “bene particolare”. Un “bene” fatto di mazzette, facili concessioni edilizie, manipolare posti nella pubblica amministrazione, ecc. Tuttavia, qui, non si tratta di negare l’esistenza di gruppi, di settori, attivi, generosi, preziosi per la realtà concreta di una civile, anche se difficile, convivenza sociale.
Pertanto, per spiegare quel circuito economico-sociale alternativo- (che evade il fisco, ma, anche, la normativa sul lavoro regolare, o quello sulla sicurezza e sull’inquinamento ambientale e sull’appropriazione indebita di suolo demaniale) - a questa “società civile”, il punto di partenza non può che essere la coscienza collettiva.
Molti potrebbero pensare che la diffusione dell’economia sommersa non sia che l’effetto di una situazione di sottosviluppo economico, come accade in molti Paesi arretrati. Ma, non è del tutto così, da queste parti.
Se si è toccato il fondo, forse bisogna darsi da fare e smetterla di parlare a bassa voce. Per vedere tutta la virtù di Mosè, diceva Niccolò Machiavelli, era necessaria tutta la miseria di Israele.
Fin dalla nascita della Repubblica, un sistema politico centrale, ad alta densità di corruzione, sembra aver dato in comodato d’uso tutto il Sud al malaffare.
La corruzione, in altri termini, non scava soltanto voragini nei bilanci pubblici, ma produce un grave deficit di convivenza.
Inoltre si assiste indifferenti all’assegnazione di risorse addizionali e un vantaggio concorrenziale proprio ai meno onesti, ai più spregiudicati e abili nel reinvestire la pioggia di denari, nella costruzione delle loro reti clientelari, con l’introduzione di elementi di arbitrarietà nelle politiche di controllo e vigilanza e nella produzione di norme che finiscono per diventare largamente assolutorie della corruzione medesima, specie ove la stessa si concretizza come procedura difensiva per la rimozione di ostacoli, come pratica di condoni e scudi, come smantellamento del sistema dei controlli e delle autorizzazioni.
Le conseguenze sono state rilevanti, perché, non solo non si sono rafforzate adeguatamente attività capaci di stare sul mercato, ma si è determinato l’effetto perverso di favorire l’economia sommersa e la sua componente criminale. Si è sviluppata una piccola imprenditorialità operante soprattutto, nel settore di alcuni servizi, a bassa produttività, (commercio, alberghi, ristoranti, altri servizi ad personam), per la quale lavoro nero ed evasione fiscale sono requisiti strutturali per stare sul mercato; stessa pratica anche nell’edilizia, nelle attività commerciali e nell’arbitrarietà di gestire l’Amministrazione pubblica. Un esempio recente: il tanto discusso rinnovo dell’incarico di responsabile dei servizi manutentivi del Comune, scaduto il 31 gennaio scorso, come pure il rinnovo dello “staff” del sindaco.
In aggiunta, le difficoltà che le poche attività imprenditoriali meridionali sane incontrano per carenza di infrastrutture e servizi, inefficienza e arbitrarietà di alcune amministrazioni pubbliche.
Del resto, è significativo che le regioni meridionali si segnalino per la più ampia diffusione del lavoro nero e non regolare (che raggiunge punte di oltre il 20%, ovvero il doppio delle regioni del Centro-Nord), e per il maggior radicamento dell’economia criminale che attira sempre più i giovani.
A questi se ne aggiunge un’altra particolarmente, presente: una vasta area di dipendenti del settore pubblico, spesso precari, con remunerazioni molto basse o sussidi esistenziali, che integrano il loro reddito con il lavoro nero, o irregolare e addirittura incarichi “a costo zero” a dei “volontari” amanti della propria cittadina.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik