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Redazione TirrenoNews

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La DDA arriva ai politici…e li arresta. I PRIMI NOMI

Mercoledì, 23 Marzo 2016 10:52 Pubblicato in Cosenza

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

Nel caso si impone il richiamo del noto proverbio nel suo significato che è solo questione di tempo e poi chi compie azioni proibite, alla fine rischia di subire conseguenze rischiose.

Era il novembre 2012 quando vennero arrestati, tra gli altri, l’ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo e l’ex assessore consigliere provinciale Pietro Ruffolo, notoriamente “colonnelli” di Sandro Principe.

E stamani infatti sono stati arrestati Sandro Principe, Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo .

Insieme l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli ed un ex consigliere comunale di cui al momento non è stata resa nota l’identità.

Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Secondo la Dda di Catanzaro avevano finanziato e poi capitalizzato con 8 milioni di euro una cooperativa di servizi per “garantire occupazione e pagamento di uno stipendio mensile a soggetti legati da vincoli di parentela o contiguità a esponenti apicali del clan Lanzino”.

In pratica la coop Rende 2000, ribattezzata Rende Servizi dopo essere divenuta a partecipazione comunale grazie ai due politici e a 8 milioni di fondi pubblici, assicurava uno stipendio al luogotenente del clan, Michele Di Puppo, allo stesso boss della ‘ndrangheta Ettore Lanzino e ad altre persone affiliate o vicine all’associazione mafiosa, in cambio dell’appoggio elettorale in occasione delle consultazioni del 2009, vinte appunto dal centrosinistra.

I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. Le indagini, condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, sono state svolte dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Cosenza ed hanno delineato un "intreccio" politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rende, dal 1999 al 2011, per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza del 2009 e del Consiglio Regionale della Calabria del 2010, di ottenere l'appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Rua'" di Cosenza, già tutti definitivamente condannati per "associazione mafiosa", in cambio di favori.

Ora tutti gli altri gatti, in qualunque amministrazione ospiti , sono preoccupati.

La DDA può giungere anche a loro ed in particolare a quelli sui quali da tempo sta indagando.

E poi, come oggi, la gente dirà “ chi se lo sarebbe mai creso!”

La DIA confisca i beni di Francesco Suriano

Mercoledì, 23 Marzo 2016 10:01 Pubblicato in Cronaca

Erano giunti ieri sera ,eleganti ed efficienti e dopo il tempo necessario erano usciti e sulla porta era apparso il cartello “ Chiuso per inventario”.

Nessuno sapeva chi fossero e cosa facessero.

C’è voluto stamattina per sapere.

Lo riporta solo la Gazzetta del Sud con il seguente comunicato web

“La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha eseguito un provvedimento di confisca emesso dalla Corte di Appello del capoluogo calabrese nei confronti di Francesco Suriano , 37 anni”.

“L’intervento della Dia rientra nella operazione “Quattro terre” che ha consentito dal suo avvio di confiscare beni negli ultimi quattro anni per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro. Il provvedimento di confisca eseguito questa mattina ha interessato beni del valore complessivo di 1 milioni e 200 mila euro.

Secondo quanto riferito dalla Dia , Suriano sarebbe stato condannato in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la cosca mafiosa Lanzino-Di Puppo di Cosenza”.

Sorpresa la comunità!"

Il Partito Democratico condanna gli atti di violenza.

Martedì, 22 Marzo 2016 19:05 Pubblicato in Politica

Ecco il comunicato inviatoci dal Partito Democratico e dai Giovani Democratici di Amantea.

“I Circoli del Partito Democratico e dei Giovani Democratici di Amantea esprimono forte preoccupazione e condanna per i fatti accaduti nelle ultime ore in città.

Già nelle scorse settimane alcuni episodi di violenza avevano lanciato un campanello d’allarme minando la serenità dei nostri cittadini.

Non vorremmo che quanto accaduto nelle ultime ore celi una nuova escalation di atti di violenza tesi a diffondere paura e insicurezza.

Dinnanzi a tale timore, riteniamo sia compito di tutti – dalle istituzioni, alle organizzazioni politiche, sociali ed economiche, ai cittadini - stringersi a salvaguardia della legalità, alzando un coro di disapprovazione e di condanna, e ponendo in essere azioni di contrasto rispetto a tutto ciò che è contrario alla dignità, al senso comunitario ed alla civiltà.

Noi riteniamo che ci sia in Calabria un popolo che ha fame di regole e di legalità e che è consapevole del fatto che l’affermazione di un modello culturale basato su valori etici e morali sia propedeutica a qualsivoglia forma di crescita.

Per tale ragione riteniamo necessario esprimere la ferma condanna di fronte a tali episodi di violenza. Amantea, 22 marzo 2015”.

Non si comprende bene a cosa il PD ed i GD si riferiscano .

Sembra che la paura di “ una nuova escalation di atti di violenza tesi a diffondere paura e insicurezza” possa aver riferimento all’incendio delle due auto.

Ma allora la nostra supposizione di un incendio doloso potrebbe essere verosimile .

Ma allora si tratterebbe di un attentato.

Ma diretto a chi? Al medico-cardiologo amanteano? Od all’imprenditore amanteano? Od alla dipendente comunale che usava una della due autovetture?

Certo è che i Carabinieri di Amantea stanno investigando e potrebbero giungere alle prime conclusioni sulla base di testimonianze fornite da alcuni amanteani.

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