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Redazione TirrenoNews

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E’ noto che molti comuni calabresi hanno debiti per la fornitura di acqua per le annualità 1981/2004.

Ora di qusti debiti si comincia a parlarne nei relativi consigli comunali

Tra questi in quello di Lamezia terme.

 

Se ne è parlato proprio oggi

Il consigliere comunale di Labor, Pasqualino Ruberto, aveva presentato un'interrogazione al sindaco Mascaro per far luce sulla richiesta, avanzata dalla Regione Calabria al Comune di Lamezia terme, di circa 14 milioni di euro per mancati versamenti del servizio idrico risalenti al periodo 1981/2004. Il consigliere Ruberto, aveva chiesto:

"Quale è la somma esatta richiesta dalla Regione Calabria;

 

Se è vero che la somma è un debito residuo di un piano di rientro concordato dalla giunta Speranza con la Regione Calabria nel 2006, e sullo stesso furono pagate solo 2 rate relative agli anni 2006 e 2007;

Se è vero che il debito residuo di circa 14 milioni di euro scomparve improvvisamente nel bilancio di previsione 2008, se è vero come questo è stato possibile e quali iniziative si intendono avviare a tutela della veridicità del bilancio del comune e dei relativi atti amministrativi conseguenti;

 

Se risulta vero che la attuale amministrazione e/o gli uffici sono venuti a conoscenza di questo debito, per mezzo di richiesta dalla Regione Calabria, già nei mesi di Agosto o Settembre del 2015.

Se questo risulta vero perché la problematica non è stata trattata nel bilancio di previsione 2015, perché non è stato inserito il debito nella rimodulazione del piano di riequilibrio o perché non è stato inserito nel piano salva debito se questo era possibile;

Quali effetti può avere questo debito sul piano di riequilibrio in fase di approvazione, cosa si intende fare sui dati forniti al ministero sugli equilibri finanziari futuri dal momento che nelle previsioni tale debito non era contemplato;

Se questo debito, aggiunto alla già difficilissima situazione finanziaria al 31/12/2015 e non trattato in tempo per come conosciuto, da la possibilità di definire un bilancio di previsione 2016 sostenibile".

 

E' stato quindi il sindaco Mascaro a discutere e a rispondere alle domande poste dei consiglieri in merito all’emblematica questione.

"Tale debito esiste" ha confermato il Sindaco che ha sciorinato, dati alla mano, l'origine del debito.

Poi concludendo ha riferito in consiglio di aver presentato un esposto in Procura il 17 marzo , procedendo anche in Comune con approfondimenti su quanto possa essere accaduto.

Si attende che la procura indaghi

Nei giorni scorsi personale del Comando Stazione Forestale di Acri e di Cosenza, è intervenuto in località “Timpa di Sartano” nel Comune di Torano Castello dove erano in corso dei la vori di messa in sicurezza idraulica del corso del torrente Salice effettuati sulla scorta di un’ordinanza di “necessità e urgenza” del sindaco.

 

Durante il controllo, alla presenza della ditta boschiva incaricata di effettuare i lavori, si è accertato la realizzazione ex novo di una pista della lunghezza di 140 metri circa e larghezza media di 6 all’interno di un’area boscata con conseguente estirpazione delle specie forestali radicate lungo il percorso.

 

Oltre a ciò si anche accertato la realizzazione di un fosso di scolo delle acque superficiali, con ulteriore estirpazione di ulteriori piante.

Da successive verifiche si è accertato anche che tali lavori, realizzati in assenza delle necessarie autorizzazioni, oltre ad interessare un’area di proprietà comunale avevano interessato anche terreni di privata proprietà.

 

Tali terreni di privata proprietà, sono stati oggetto, oltre che dei lavori edili abusivi, anche del taglio e dell’asportazione di piante forestali radicate.

I forestali intervenuti, dopo gli accertamenti di rito, procedevano al sequestro, a carico dell’Ente comunale e del titolare della ditta boschiva di Acri, dell’area oggetto di intervento dell’estensione di 5000 mq circa e di parte del legname illecitamente abbattuto e trafugato, contestando i reati di violazione delle norme urbanistico edilizie e paesaggistico ambientali, nonché il reato di furto aggravato.

La competente Procura della Repubblica di Cosenza ha convalidato il sequestro in ordine all’ipotesi di reato contestata.

Siamo alle solite.

I migranti ospiti della malgrado tutto si sono stancati di aspettare che l’apposita com missione rilasci l’atteso per messo di soggiorno che permetterebbe loro di andare via e di andare anche in Europa.

 

In realtà ognuno di loro teme che il permesso di soggiorno venga negato donde la sola possibilità di ricorrere al giudice che ove non accoltp comporterebbe il ritorno obbligatorio nella loro patria.

 

E’ una storia che si ripete e che viene da lontano.

D’altro canto la commissione ha bisogno di tempi che ai migranti appaiono lunghi ( ed invero lo sono) ed allora le proteste.

Da ieri pomeriggio ed ancora oggi un nutrito gruppo di migranti staziona davanti alla sede del Commissariato di Polizia.

 

Anche stamattina.

I migranti presenti avvertono la pressione che esiste ormai in tutta Europa. Confini che si chiudono. Rimpatri verso la Turchia. Od alternativamente immissioni facilitate verso alcuni paesi europei.

 

Insomma incertezze positive che si alternano ad incertezze negative, come se alla fine si trattasse di fortuna o di opportunità discendenti dalle pressioni fatte.

Ovviamente c’è qualche reazione che potrebbe anche moltiplicarsi e diventare esplosiva.

Per esempio Fratelli d’Italia che chiedono di ripristinare immediatamente l’ordine pubblico

"Premesso che il nostro partito, è impegnato con varie campagne a livello nazionale per tutelare prima gli italiani e poi per far rivedere questa politica d’immigrazione effettuata dall’attuale Governo, ma in ogni caso ci sentiamo in dovere – asseriscono i dirigenti del coordinamento cittadino di FdI - di prendere una posizione netta in merito agli ultimi eventi di protesta effettuati da soggetti extracomunitari in città per motivi di ritardo dei permessi di soggiorno o asilo politico.

 

Non è concepibile che venga permesso ai migranti ospiti di centri accoglienza, di uscire liberamente dai centri di accoglienza, di occupare arterie principali della città destinate al raggiungimento dell’Ospedale, di uffici pubblici, creando ingenti disagi a tutta la popolazione e impiegando anche dispendio di Forze dell’Ordine che devono poi necessariamente monitorare tali eventi.

Come Fratelli d’Italia, chiediamo che tali forme di proteste vengano immediatamente represse, con un ripristino dell’ordine pubblico immediato al fine di non creare disaggi a tutta la popolazione lametina. La politica dell’accoglienza, in ogni caso - concludono i dirigenti del partito di Giorgia Meloni - non può e non deve essere effettuata in spregio dei diritti dei cittadini italiani e delle normative italiane in materia di orine pubblico".

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