
Redazione TirrenoNews
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Amantea dove agli amanteani emigrati viene chiesta di pagare la TARSU
Lunedì, 18 Aprile 2016 21:22 Pubblicato in PoliticaDura lex, sed lex. La frase si traduce in "La legge (è) dura, ma (è sempre) la legge".
Questo brocardo che risale al periodo in cui a Roma vennero introdotte le leggi scritte invita all'osservanza delle leggi anche quelle più rigide e rigorose.
Ma la domanda che ci poniamo è questa.
La legge deve essere rispettata anche quando è ingiusta, illogica, assurda?
O deve essere modificata?
Giudicate voi.
I nostri giovani calabresi, oggi, i loro padri ieri, i loro nonni avantieri, per trovare lavoro sono costretti ad emigrare.
E si sa che il “mestiere” di emigrante non è bello, nè facile.
Ti aspetta uno stipendio da 1000-1200 euro.
Devi pagare una casa od un posto letto da 400-500 euro, la luce, la tarsu, l’acqua, il canone della TV e devi anche mangiarci, pagare la lavanderia , la benzina dell’auto ( se la possiedi) o le spese di trasporto.
Non ti resta granchè e talvolta devi chiedere una mano ai tuoi.
Nel tuo paese i tuoi amici piano, piano ti stanno dimenticando.
L’unico che non ti dimentica è il comune che ti chiede di pagare la tarsu-tari
Ma come?
Io la pago qui nel nord dove abito e lavoro anche se non ho qui la residenza.
Perché devo pagarla anche nel mio paese dove non abito?
Il perchè lo si rileva nella risposta dell’ente comune di Amantea “ In rifermento alla sua istanza, che si allega in copia, si comunica che la stessa in base al regolamento TARI 2014( delibera c.c. 25 dell’8.8.2014) non può essere accolta”
Così anche se non abiti ad Amantea devi pagare la Tarsu- Tari ed i tuoi hanno una maggiorazione come se tu fossi in casa con loro.
Chissà se ai profughi siriani e sub sahariani i loro governi chiedono di pagare la tarsu-tari anche se sono in Italia ?
Che c’entra , lì la tarsu-tari mica si paga?
Equitalia pignora la diaria giornaliera di un detenuto
Lunedì, 18 Aprile 2016 19:27 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiSalvatore E. ha un debito con Equitalia per oltre 12.256 euro.
Ora Salvatore E. è detenuto presso il carcere di Ancona.
Salvatore svolge piccoli lavori di giardinaggio nel penitenziario a scopo riabilitativo e percepisce una diaria di circa 20 euro al giorno.
E così Equitalia ha notificato alla direzione della Casa circondariale di Ancona - un atto di pignoramento presso terzi ordinando di pagare direttamente ad Equitalia le somme dovute e di non pagare quindi più il detenuto.
Praticamente pignorando la diaria entro 2 anni avrà estinto il debito
Angelo Pisani avvocato di Salvatore cui si sono rivolti i familiari del detenuto spiega che «Salvatore senza questi soldi, non potrà comprare più nulla, nè un caffè, nè un giornale nè altri beni di prima necessità. Nè per le sue condizioni, legate alla detenzione ed economiche, può pagare questa cifra».
Altri detenuti italiani si trovano nella stessa condizione. Stanno per subire la stessa sorte dei pensionati che si vedono le pensioni e le liquidazioni bloccate per pregressi debiti con Equitalia.
In questo momento di crisi ci vorrebbe buon senso e trovare un modo diverso per la regolarizzazione della situazione.
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Pizzo Calabro, sequestrati 2000 metri di reti da posta
Lunedì, 18 Aprile 2016 17:55 Pubblicato in CalabriaQuesto il comunicato emanato dalla Capitaneria di porto di Vibo valentia
Sempre intensa, nelle acque del comprensorio, la vigilanza degli uomini della Capitaneria di porto di Vibo Valentia Marina, comandata dal Capitano di Fregata Antonio Lo Giudice.
Nella giornata di oggi, 18 aprile 2016, l’equipaggio della motovedetta CP 2096, ha sequestrato, nel tratto di mare antistante il comune di Pizzo, 2.000 metri di reti da posta fisse ed una nassa, calate in mare senza rispettare la normativa dell’Unione Europea, relativamente alle corrette modalità di segnalazione degli attrezzi da pesca.
Le norme violate sono finalizzate a consentire i controlli degli organi preposti sul rispetto della normativa di settore e, nel caso delle reti, attrezzi non consentiti ai pescatori non professionali, la prevista segnalazione, tramite apposite targhette identificative, è l’unico modo per consentire il collegamento fra la rete ed un peschereccio specificatamente autorizzato al suo utilizzo.
Proprio per questo motivo, invece, coloro che non sono intestatari di regolare licenza di pesca impiegano spesso, illecitamente, attrezzi non segnalati correttamente, come nel caso accertato oggi dall’equipaggio della motovedetta di Vibo.
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