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Redazione TirrenoNews

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La relazione del ministro Minniti porta la data del 3 febbraio 2016, cioè soltanto 18 giorni dopo il decreto prefettizio del 17 gennaio.

Un tempo brevissimo .

Per esempio il consiglio comunale di Villa San Giovanni è stato sospeso dal prefetto il 23 dicembre 2016 ed il ministro Minniti ha emanato la sua proposta soltanto il 24 gennaio 2017,cioè un mese dopo.

Il Presidente della Repubblica ha infine emanato il suo Decreto di scioglimento del consiglio comunale Villa San Giovanni il 3 febbraio e la Gazzetta Ufficiale lo ha pubblicato oggi 17 febbraio, cioè 14 giorni dopo la emanazione.

Ad Amantea invece la proposta del Ministro è del 3 febbraio ed il decreto di Mattarella porta la data dell’8 febbraio, cioè solo 5 giorni dopo.

Ma ancora più strano è che a Villa San Giovanni il commissario prefettizio è stato il dr Gerlando Iorio praticamente la stessa persona proposta dal ministro al Presidente Mattarella e dallo stesso nominato.

Anche al comune di Brendola in provincia di Vicenza il prefetto ha nominato il dr Luigi Vitetti e il ministro lo ha conferma ed il presidente Mattarella altrettanto.

Anche al comune di Gavazzana in provincia di Alessandria viene nominata commissaria prefettizia e confermata commissaria straordinaria la dottoressa Enrica Montagna

Ed anche a Botricello in provincia di Catanzaro viene nominata commissaria prefettizia e confermata commissaria straordinaria la dottoressa Valeria Richichi.

Ma Amantea fa ancora eccezione

Il prefetto nomina la dottoressa Emanuela Greco, il ministro invece indica la dottoressa Anna Aurora Colosimo ed il presidente della repubblica la conferma.

Perché questa disparità?

Che cosa ha combinato la dottoressa Greco per non meritare la fiducia del ministro?

Ma quello che appare ancora più inusuale è che la dottoressa Colosimo ha preso servizio presso il comune di Amantea prima ancora che sia stato pubblicato il decreto del presidente Mattarella

Sapevamo che le leggi entrano in vigore con la pubblicazione ed altrettanto i DPR.

Ma in questo caso Amantea fa ancora una eccezione.

Troppi misteri.

Ma siamo certi che prima o dopo saranno chiariti

Forse se avremo possibilità di leggere la relazione della dottoressa Greco sulla situazione di Amantea.

E’ difficile resistere al fascino del potere.

Tanto più quello vicino casa.

Nella “tua” casa dove tutti ti ignorano quando sei un normale cittadino e tutti ti cercano quando sei sindaco od assessore o consigliere di maggioranza e perfino consigliere di minoranza.

Il problema è che se si vuole avere potere occorre non solo partecipare ma anche vincere le elezioni.

E per vincere le elezioni occorre imbarcarsi sul mezzo giusto.

Qualunque esso sia.

Un aereo, una nave, un treno, un’auto od un semplice carro trainato dai buoi.

Un mezzo che abbia un buon conducente che sappia la strada da seguire fino al comune, là dove poi si scenderà per entrare abbandonando il carro al suo destino.

Il problema vero, quindi, non è il mezzo( i viaggiatori sono pochi), né il numero dei buoi( ne bastano due, se parti dalla Chiesa del Carmine, magari 4 se parti dalla Chiesa matrice o da un po’ più lontano), né la qualità del bovaro ( tanto i buoi conoscono la strada per il comune).

Il problema vero è quando salire sul carro.

Se sali troppo presto , magari quando non c’è quasi nessuno a bordo, ed occupi una posizione vincente, c’è il rischio che, prima che parta il carro, tu ti trovi ad essere invitato a scendere per far posto ad altri.

E comunque se sali troppo avanti sarai l’ultimo a scendere.

Non solo, ma, esiste il caso che un altro carro in competizione faccia salire uno che, poi, ti ruba i voti di famiglia.

Se tardi a salire esiste il rischio che non trovi posto.

Insomma occorre molto tempismo e molta scaltrezza.

E comunque quando si è a terra per salire occorre essere vestiti di tutto punto e pronti a partire; aver i documenti a posto, i cellulare carico ed il relativo caricabatteria, le medicine al seguito, ove se ne possa avere bisogno, i soldi in contanti, il paracadute se si viaggia in aereo, il salvagente se si viaggia in nave, le scarpe di ginnastica se si viaggia su carro( con le scarpe di ginnastica si sale e si scende più facilmente).

Ma soprattutto bisogna saper rispondere alle domande che gli elettori potrebbero farti prima di salire, durante il viaggio e dopo scesi.

E potrebbe essere utile portarsi al seguito i volantini con il programma da distribuire agli elettori e sullo stesso essere preparati.

E’anche utile avere nel giardino qualche pianta di aranci, od avere un buon amico con un buon aranceto.

Non si sa mai come può finire il viaggio….(prima foto)

Anzi certe volte è meglio salire su un carro che non arriverà a destinazione( foto in basso)

«Se non intenda avviare le procedure per accertare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno del Comune di Limbadi (Vibo Valentia) e avviare lo scioglimento del consiglio comunale».

Questo è quanto chiesto dal deputato Riccardo Nuti, membro della commissione antimafia, in un’interrogazione rivolta al ministro dell’Interno, Marco Minniti, in merito alle presunte collusioni della giunta comunale con esponenti di spicco della cosca ‘ndanghetista dei Mancuso, «la più importante famiglia mafiosa della provincia di Vibo Valentia e una delle principali in Europa».

«Il sindaco Giuseppe Morello – continua Nuti – ha nominato assessore della sua giunta una persona legata da rapporti parentali all’organizzazione criminale.

Addirittura il vicesindaco del Comune sarebbe legato a uomini di primo piano della cosca che facevano poi da tramite tra i Mancuso e il “Mondo di Mezzo” capitolino, facente capo a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi».

«Lo Stato – chiosa il deputato siciliano – deve intervenire immediatamente per estirpare il dubbio, concreto, di una presenza criminale a Limbadi».

«Il ministro Minniti – conclude Nuti – da calabrese non può non comprendere l’esigenza che una terra martoriata dalla ‘ndrangheta, com’è la Calabria, ha bisogno di una maggiore vicinanza dello Stato e delle sue autorità. Urge combattere le mafie, a cominciare proprio da quelle terre che per troppo tempo sono state abbandonate a loro stesse, da una politica sorda e spesso complice».

 

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