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Redazione TirrenoNews

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“Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana e Centro Democratico hanno indicato da tempo l'unica strada percorribile per ottenere un risultato e mettere il Governo Regionale e quello Nazionale difronte alle loro responsabilità: occupare il Consiglio regionale per restituire allo stesso il ruolo democratico che gli compete in materia di sanità. Tutto il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, come purtroppo è avvenuto finora”

Ne parlano i coordinatori di Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Centro Democratico, Leopoldo Piccolillo, Benedetto Guaglianone, Antonio Ferrazzo, intervenendo su quello che definiscono “l'ennesimo sopruso ai danni dei cittadini calabresi e del Tirreno cosentino”.

Si riferiscono alla “politica della sanità lontana dai bisogni del cittadino”

Nessuno si illuda, però.

Ed in particolare gli amanteani che non hanno avuto, non hanno e non avranno un ospedale( e la colpa lo abbiamo detto è della politica locale di ogni tempo)

No, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Centro Democratico si riferiscono allo svuotamento dell'ospedale di Cetraro.

“La Calabria – scrivono Piccolillo, Guaglianone e Ferrazzo - rimane l'ultima regione d'Italia non solo perché la più povera e quella con il più alto numero di disoccupati (soprattutto giovani), ma anche per il mancato esercizio della democrazia.

Ci riferiamo nello specifico allo scippo che il governo nazionale guidato dal Pd continua a perpetrare nei confronti del Consiglio regionale in materia di  sanità. In questo quadro  desolante Cetraro rimane  l'ultima ruota  del carro poiché  il locale ospedale è  oggetto di vera e propria rapina da parte dell'Asp che come ultimo regalo ha inteso spostare a Paola l'ambulatorio di  ortopedia completando così  l'opera iniziata nel 2008 con il trasferimento a Paola dell'intero  reparto.

Tutto ciò avveniva senza preavviso per coloro che avevano da tempo prenotato le visite ambulatoriali presso lo stesso nosocomio di Cetraro!

La cronaca locale di questi giorni ci informa che partiti che governano la nostra regione con in testa il PD sono ancora a fare il pianto del coccodrillo per questo ennesimo sopruso facendo finta di dimenticare gli impegni assunti qui a Cetraro dal Presidente Oliverio, dal Capogruppo PD Romeo che nell'occasione annuncio una "marcia su Roma" se la sanità continuava ad essere commissariata e dallo stesso Consigliere Regionale Aieta.

Siamo alla frutta!

Se un Presidente dell'esecutivo regionale (Oliverio), un capogruppo del PD in Consiglio Regionale, un Consigliere Regionale di Cetraro (Giuseppe Aieta), un segretario regionale (Magorno) tutti del PD non riescono a muovere una foglia in materia di  sanità  nei confronti del governo nazionale guidato dal PD, dobbiamo concludere che questi potenti personaggi, esercitano il potere dell'impotenza.”

Momenti di tensione ieri sera alla palazzina di edilizia sociale di nuova costruzione in via Cianflone, nel quartiere di Savutano.

Sei appartamenti sono stati, infatti, occupati: alcune famiglie, rivendicando il loro diritto ad avere una casa, hanno sfondato le porte e si sono introdotte all’interno.

Il motivo del gesto, per lo più messo in atto da donne giovani, incinte o comunque con bambini piccoli, sembra essere legato alla comunicazione data ieri dal Comune di Lamezia in merito ad una nuova graduatoria per l'assegnazione degli alloggi di proprietà dell'Aterp.

Sul posto sono intervenuti carabinieri, Polizia di stato e Polizia locale.

Presenti anche il dirigente Antonio Borelli e il tenente Pietro Tribuzio.

Nello stabile è giunto subito il sindaco Paolo Mascaro che ha cercato di dialogare con le famiglie occupanti e capire quali fossero le problematiche legate all'assegnazione degli alloggi. In merito, infatti, il primo cittadino ha precisato loro che "il bando destinato a determinate categorie "svantaggiate" come madri o giovani coppie, è stato reso noto solo ieri e si avranno 30 giorni di tempo per presentare la domande ed essere eventualmente inseriti in una nuova graduatoria, diversa da quella degli alloggi popolari Aterp”.

Ci sono stati alcuni momenti di disperazione e tensione molto forti, soprattutto quando sul posto è intervenuta la sezione Celere della Polizia che, però, è rimasta fuori dal palazzo per garantire l’ordine.

Lo sgombero dell’occupazione, che era stata messa in atto anche da giovanissimi madri, infatti, è stata seguita passo passo dalle forze dell’ordine che hanno cercato di mantenere la calma tra gli occupanti e le famiglie che aspettavano fuori la palazzina.

Il primo cittadino è stato tra i primi a giungere sul posto: “Ci siamo attivati subito per l’intervento perché, nonostante le difficoltà delle famiglie, non potevamo tollerare questa mancanza di rispetto della legge.

Così, insieme alle forze dell’ordine, abbiamo cercato di fargli capire che la strada scelta era quella sbagliata e, nonostante le iniziali resistenze, siamo riusciti a farli desistere”.

“Ho cercato di mediare, pur capendo bene l’esasperazione e disperazione di queste famiglie – ha dichiarato Mascaro - ma non è con la legge del più forte che si risolvono i problemi. E penso che l’abbiano capito anche loro”.

Le polemiche principali erano legate al bando che è stato pubblicato ieri.

Chi ha deciso di occupare la casa, evidentemente aveva timore di non poter rientrare nella graduatoria, credendo erroneamente che fosse sempre quella Aterp.

“Si tratta di una graduatoria ex novo - ha specificato il Sindaco – per il bando in questione, la cui disciplina è prevista dall’Aterp, ci sono alcune riserve di preferenza per alcune categorie, come quella delle ragazzi madre, giovani coppie, studenti fuori sede, anziani e anche, una percentuale per lavoratori extracomunitari. Per le abitazioni poi, non si pagherà un canone di poche migliaia di euro, ma un canone fisso di circa 200 euro al mese”.

La paura di non ottenere un alloggio popolare, ha fatto il resto. “Probabilmente- ha aggiunto Mascaro - alcuni cattivi esempi del passato, come via degli Uliveti, hanno ingenerato in tutti che con la legge del più forte, del chi prima arriva, ha la meglio”.

“Le situazioni degli occupanti erano tutte disperate: c’era anche una ragazza minorenne incinta, ma tutte, in generale, erano oggettivamente drammatiche.

Si tratta di situazioni – ha proseguito - di forte disperazione, per questo dovremmo riflettere e accentuare il senso di responsabilità di tutti.

Perché è questa l’ennesima dimostrazione delle difficoltà che ha questa città”.

C’è quindi una evidente emergenza abitativa, come ammesso anche dal Sindaco che però, ha voluto sottolineare più volte come queste azioni, non facciano altro che peggiorarla e ritardar darla”. “Oggi sono stati commessi danni ad una struttura nuova che da qui a tre mesi potrebbe risolvere il dramma abitativo di dodici famiglie”.

In generale, Mascaro ha spiegato che si sta cercando di ovviare al problema, si pensi alle palazzine per il social housing in località Noce, ma la situazione rimane sempre di emergenza, anche se l’Aterp ha attivato i mezzi per attuare la messa a nuovo di alcuni alloggi di edilizia popolare a San Pietro Lametino e in altre zone della città.

Il primo cittadino ha, poi, sottolineato come quella di oggi sia stata una “pagina importante perché abbiamo saputo subito respingere un comportamento antigiuridico, cooperando, pur dettato da necessità e bisogni, ma comunque un comportamento fuorilegge, che è stato respinto, quasi immediatamente, benissimo con le forze dell’ordine.

Contrariamente a quanto avvenne in via degli Uliveti dove non furono sgomberate le famiglie dove vivono tuttora. Anche se stiamo aspettando, nonostante mi sia attivato, l’ok per lo sgombero”.

E alla domanda se l’occupazione fosse stata in qualche modo politicizzata, Mascaro ha risposto negativamente, “più frutto della disperazione, anche se non sono stato nella testa di chi ha deciso di farlo”.

La palazzina, per la quale saranno necessari alcuni interventi di ripristino, vista l’occupazione forzata, sarà sorvegliata h24, proprio per evitare altre azioni del genere.

(da Il Lametino)

Ecco il comunicato di Francesca Menichino

Vi informiamo, Come sempre abbiamo fatto in questi due anni e mezzo in cui i cittadini amanteani hanno voluto il M5s nel Consiglio Comunale.

Lo abbiamo fatto sin dall’inizio, sin dal maggio del 2014, e lo facciamo fino alla fine, e la fine in questo caso è la cessazione anticipata del Consiglio.

In data 16 febbraio il messo comunale ci ha notificato il Decreto del Presidente della Repubblica relativo allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla nomina del Commissario Straordinario.

Dopo le dimissioni congiunte del 13 gennaio aveva infatti provveduto il prefetto di Cosenza a decretare la sospensione del Consiglio ma solo il Presidente della Repubblica avrebbe potuto decretarne il definitivo scioglimento.

E il decreto del Presidente della Repubblica è intervenuto l’8 febbraio, evidentemente all’insaputa della Prefettura visto che proprio in quella data la dottoressa Greco, commissaria nominata dal prefetto, nell’incontro organizzato con i commercianti dichiarava che sarebbe rimasta tre mesi e mezzo (verosimilmente sino alla data delle elezioni), e programmava interventi e iniziative per gli eventi a breve e media scadenza.

E c’è di più: la relazione del Ministro è addirittura precedente perché risale al 3 febbraio, e nella relazione , che pubblichiamo, non si fa alcun accenno alla presenza di tre commissari prefettizi, né alla loro sostituzione né alle motivazioni di tale sostituzione.

Ciò che sembra chiaro è la mancata condivisione della scelta tra il Ministero e la Prefettura, visto che la notizia ad Amantea è arrivata solo il 14 febbraio ed ha interrotto un lavoro già iniziato che si presumeva andasse avanti fino alle elezioni e che è apparso a tutti serio e produttivo.

Non accade usualmente o forse non è mai accaduto che i commissari prefettizi venissero sostituiti in sede di intervento del Presidente della Repubblica o del Ministro dell’Interno, ma nel nostro caso è inevitabile notare che il Ministro è calabrese e forse conosce direttamente le vicende locali.

Auspichiamo dunque che conosca le gravi situazioni intervenute nel Comune di Amantea e che la nuova commissaria possa fare luce su quanto accaduto in Comune e adoperarsi al meglio perché la presenza dello Stato risani per tutto ciò che è possibile i “guasti” creati dalla politica, primi fra tutti quelli finanziari.

La nuova commissaria fa parte, per come apprendiamo dalla stampa, della medesima politica che ha prodotto questi “guasti” che è quella del Pd cui apparteneva la giunta uscente, per il quale ha ricoperto incarichi importanti, oltre al ruolo di sindaco per il centrosinistra.

Questo per noi non deve porre alcuna pregiudiziale in quanto la dottoressa Colosimo è innanzitutto da viceprefetto un’autorevole rappresentante dello Stato e della Legge e come tale le chiederemo di agire nel nostro comune di Amantea.

Certo è innegabile sottolineare che Amantea sembra proprio confermarsi come il paese dei primati: l’unico Comune in Italia in cui non si trova un ragioniere e quello in pensione è costretto a rimanere in comune come “volontario” per oltre due anni, lo stesso ragioniere che per caso è anche il padre del sindaco e che è stato appena rinviato a giudizio per voto di scambio, l’unico Comune in Italia dove al concorso per la Ragioneria vengono tutti bocciati compreso il ragioniere cui poi viene dato un incarico di consulenza per 7 mesi e che poi vince il successivo concorso, entrato in servizio solo dopo la caduta della giunta, l’unico Comune in cui in un concorso di stabilizzazione vengono bocciati tutti i vigili precari tranne una, che è per coincidenza la moglie del vicecomandante dei vigili.

Potremmo elencare altri primati, come refusi sulla Tasi e gli orrori sulla Tari ed i buchi di bilancio, ma ci fermiamo qui.

Oggi si aggiunge un altro primato: il commissario prefettizio e i due subcommissari imprevedibilmente sostituiti senza che si conosca il perché.

Non c’è pace ad Amantea..ma forse un cambiamento è vicino, e lo vedremo al prossimo turno elettorale.

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