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Carnevale di Amantea: Vince M&M's

Domenica, 05 Marzo 2017 22:08 Pubblicato in Cronaca

Si è concluso il Carnevale di Amantea, nonostante la pioggia ed il maltempo di Domenica 5 Marzo, l'ultima conclusiva sfilata della kermesse carnevalesca.

 

Anche se è innegabile il passo indietro del Carnevale cittadino rispetto ad anni addietro, è innegabile che tutti i gruppi che hanno partecipato quest'anno si sono distinti per l'elevato grado di creatività espressa e la pregievole fattura dei carri allegorici delle per le coreografie, dei costumi ed in ultima battuta per l'armonia complessiva che sono riusciti a trasmettere ai visitatori accorsi per l'edizione di quest'anno.
Il primo premio è stato consegnato al carro dal nome " M&M's", mentre Miglior Fantasia a "Baby Looney Tunes", per quanto riguarda il premio Miglior Costume Crazy Circle, in ultimo, ma non per importanza il premio Miglior Realizzazione è andato al Carro "Bacco perbacco".
Non bisogna dimenticare che il il Carnevale è stato vinto da tutti i carristi, i nostri giovani che si sono impegnati per mesi e mesi e si sono prodigati decidendo di portare a termine il progetto sul quale hanno deciso d'impegnarsi.

Hanno vinto tutti i presenti ritenendo utile e doveroso regalare al comprensorio questo spazio di legittima allegria legata ad un evento simbolo della nostra città, il carnevale appunto.

 

Ed ecco i premi per i carri di Amantea:

 

Al primo posto M&m’s

1 posto-Mms

 

Miglior Costume - Crazy circle

Miglior Costume-Crazy Circle

 

Migliore realizzazione  - Bacco Perbacco

Miglior Realizzazione-Bacco perbacco

 

 

Migliore Fantasia - Baby Looney Tunes

Migliore Fantasia-Baby Looney Tunes

 

Poi il Dio della pioggia ha concluso il carnevale 2017

Era sabato pomeriggio, ieri 4 marzo, quando abbiamo incontrato un ex consigliere comunale della ex giunta Sabatino che aveva iniziato la propria campagna elettorale.

 

Stava visitando un “cugino”.

Che c’è di male, direte voi?

Niente. Assolutamente niente.

Beh, una riflessione si impone, però!

 

Ma allora questo significa che le voci raccolte sulla prima lista delle prossime elezioni sono vere, assolutamente vere, totalmente vere, ed, a questo punto, addirittura provate.

 

Ma chi sarà il candidato sindaco.

Di nuovo Monica Sabatino?

O ci sarà il passaggio del testimone ed il candidato a sindaco sarà Giovanni Battista Morelli?

Chi altri? Nessuno!

E nella lista ci saranno certamente oltre a Monica Sabatino e Giovanni Battista Morelli, anche Pati Emma, Morelli Ermelinda, Ciccia Caterina, Antonio Rubino, Gianluca Cannata, Mannarino Adelmo.

 

Non ci saranno evidentemente Tempo Sergio, Alessandro Salvatore, Arone Elena, Giusi Osso, tutti ex della ex giunta.

E’ anche evidente, a questo punto, che sembra sfumare la possibilità che il PD faccia una lista ( esclusiva od in associazione), e che anche se la tentasse nessuno dei futuri consiglieri iscritti al PD (Monica Sabatino, Giovanni Battista Morelli, Antonio Rubino, Gianluca Cannata, eccetera) parteciperà a tale possibile lista.

Peccato!.

Sembrava che ad Amantea potessero tornare i partiti, dopo oltre 30 anni di liste civiche.

Mah! Ancora, forse, è troppo presto per capire ed addirittura per tentare di capire.

Intanto Amantea continua a morire e gli amanteani ad illudersi.

Il vero problema è che anche se tanti cambiano marciapiedi si continua a fare lo stesso mestiere!

Ci scuserà Ilsole24ore se diffondiamo il seguente articolo di Sara Monaci.

 

E’ assolutamente importante che anche i nostri lettori sappiano:

“Inchiesta Consip: fuga di notizie, revocate le indagini al Noe

di Sara Monaci

ROMA - Le informazioni «segrete» sull’inchiesta Consip erano «oggetto di conversazioni nelle stanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri». Lo dicono gli atti giudiziari. Che precisano come sia stata «allarmante la facilità con cui queste informazioni, che dovrebbero essere caratterizzate da assoluta segretezza, erano, di fatto, diventate oggetto di conversazioni nei Ministeri... quasi alla stregua di chiacchiere da bar». L’allora sottosegretario Luca Lotti «sapeva su attività investigative» relative alla stazione appaltante della Pubblica amministrazione.

È anche questo il motivo per cui ieri il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone ha deciso di togliere la delega d’indagine ai carabinieri del Noe di Napoli, affidandola alla Guardia di finanza di Napoli e ai Carabinieri di Roma

Le fughe di notizie

Il filone sulla presunta rivelazione del segreto d’indagine è esplosivo. Perché risulta che le «ripetute fughe di notizie coperte da segreto» sono avvenute anche in tempi recenti, dopo la «trasmissione degli atti» dalla Procura di Napoli a quella della Capitale. Lo dicono con una nota il procuratore capo di Roma Pignatone e l’aggiunto Paolo Ielo, che danno notizia di aver tolto la delega d’indagine ai carabinieri del Noe, affidandola alla gdf di Napoli, già co-assegnataria del procedimento, e ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma.

Nel registro degli indagati, con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio, figurano l’attuale ministro allo Sport Lotti, il comandante generale dell’Arma Tullio Del Sette e il generale al comando della Legione Toscana Emanuele Saltamacchia. Sarebbero i soggetti attraverso cui sarebbero filtrate le informazioni riservate e che hanno indotto l’ad di Consip, Luigi Marroni a compiere una «bonifica da microspie» negli uffici della società pubblica (anche se la Consip sostiene di farne regolarmente, almeno una all’anno).

Lo ha confermato lo stesso Marroni, ma anche Luigi Ferrara, presidente di Consip, e Filippo Vannoni di Publiacqua, dai cui verbali «emerge in modo chiaro e univoco che personaggi del governo Renzi, tra cui in particolare Luca Lotti (fidatissimo uomo di Matteo Renzi) e lo stesso ex premier, sapessero di attività investigative sul conto di Consip».

L’accusa di Vannoni

Di più, interrogato a dicembre scorso Vannoni ha detto che «prima di parlare con il Marroni e dirgli che aveva il telefono sotto controllo, il Lotti mi ha sicuramente detto che c’era un’indagine dell’autorità giudiziaria», aggiungendo che «il presidente Renzi mi diceva solo di “stare attento” a Consip».

Le dichiarazioni di Vannoni rappresenterebbero una chiave di lettura interessante, in quanto il presidente di Publiacqua è descritto negli atti come una sorta di «portavoce» dell’allora premier. Secondo gli inquirenti «Marroni non ha un’interlocuzione diretta con Matteo Renzi (...) si comprende in modo chiaro come il suo referente sia proprio il Vannoni e che quest’ultimo, invece, oltre ad avere un’interlocuzione diretta con il premier faccia anche da “portavoce” e da collettore tra le istanze e del Marroni ed il Matteo Renzi».

Per la Procura sarebbe un elemento che potrebbe suffragare la credibilità del presidente di Publiacqua. A questo si aggiunga che gli inquirenti ritengono che Tiziano Renzia sia stato avvertito di essere intercettato. Il particolare emerge dalla telefonata che Russo riceve Roberto Bargilli, autista del camper usato da Matteo Renzi durante le primarie del 2012, che riferisce al «faccendiere» di non chiamare né scrivere sms a Tiziano. Scrivono gli investigatori: «la domanda più ovvia da farsi è quella relativa ai motivi per cui una persona come Tiziano Renzi venga avvisato di essere intercettato ma la risposta, altrettanto scontata, appare solo una, ovvero che il figlio Matteo Renzi abbia messo in campo tutte le risorse disponibili per tutelare la sua famiglia e quindi anche il padre».

Le informazioni su Woodcock

Informazioni riservate sull’indagine, inoltre, sarebbero trapelate anche sul fronte di Alfredo Romeo, il quale sembrerebbe essere connesso ad ambienti dei servizi segreti attraverso l’ex deputato di An Italo Bocchino. Negli atti si legge che «le evidenze raccolte dimostrano i rapporti frequenti tra il Bocchino e il mondo dei servizi nella persona di Marco Mancini, oggi personaggio di vertice dell’Aisi». Mancini sarebbe stato interpellato quando Fabrizio Ferragina, ex generale della Finanza con presunti collegamento con l’intelligence, avrebbe riferito a Bocchino che il pm Henry John Woodcock di Napoli «vuole acchiappà a Renzi». Attraverso Mancini, è annotato negli atti, Bocchino «ha incontrato anche l’ex capo della Cia in Italia Robert Gorelick al quale si era riservato di chiedere informazioni sia su Ferragina che su una commessa della marina americana a cui il Romeo aveva intenzione di partecipare».

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