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Il miracolo della scuola media di Amantea

Lunedì, 13 Marzo 2017 20:20 Pubblicato in Politica

Lassù qualcuno ci ama.

La storia di Amantea è ricca di momenti delicati, anche difficili.

Momenti superati, in un modo o nell’altro, tanto che la storia della nostra città viaggia nel suo quarto millennio.

Amantea è andata oltre grazie alla sua gente, al coraggio ed alla impavidità degli amanteani , o se volete alla fortuna.

Qualcuno parla anche di miracoli.

Come ritenere, il fatto che la scuola media G Mameli, pur con tutti gli acclarati limiti strutturali non sia crollata addosso agli alunni, ai docenti, al personale, se non un miracolo?

Il comunicato stampa del comune evidenzia che “Dalla relazione emerge che l’ edificio non è idoneo strutturalmente e, pertanto, deve essere sgombrato, nelle more della valutazione degli opportuni interventi di adeguamento e/o di demolizione e ricostruzione”.

Si parla di calcestruzzo con bassissima percentuale di cemento e di ferro di armatura notevolmente ridottosi nella sua sezione ottimale.

Qualcuno dice che sarebbe bastata una scossa di terremoto simile a quella del 1905 e la scuola sarebbe crollata su se stessa.

Forse anche meno di 7.1 Richter.

Ora si discute se si tratta di una inidoneità sopravvenuta odi una inidoneità originaria.

La domanda che la gente si pone è :” Ma il cemento era presente nella quantità giusta sin dal momento della realizzazione dell’opera, come sembra ci sia nell’auditorium e nella palestra, o mancava sin dal momento della costruzione ?.”

Ed ancora . “Ma la scuola è stata mai collaudata?”.

E se si, da chi? E dove sono gli atti di collaudo?

Probabilmente sono domande alle quali nessuno saprà mai dare una risposta considerato che sono passati oltre 40 anni dall’epoca di costruzione.

Anche perché gli atti dell’opera potrebbero essere negli archivi del provveditorato regionale alle OOPP di Catanzaro che la finanziò.

Comunque sia è davvero un miracolo che la scuola non sia crollata.

Un tempo quando si credeva ai miracoli si usciva in strada portando le statue dei santi che avevano tutelato il paese ed i suoi abitanti. Oggi invochiamo il caso od il fato.

Oh no?

Tensione a Napoli per l’arrivo di Salvini. Tafferugli lungo le strade con la Polizia. Ingenti danni alle cose e alle persone causati dai black bloc. Cittadini spaventati si rifugiano nei negozi e nei bar.

Il Ministro Minniti mette a tacere il Sindaco di Napoli De Magistris. Salvini bastardo, ti diamo una lezione.
Questi sono i titoli giornalistici a caratteri cubitali che campeggiano sulle prime pagine dei maggiori quotidiani italiani dopo il disastro di Fuorigrotta e la guerriglia urbana scatenata dagli antagonisti, dai centri sociali e dai black bloc che volevano impedire con la forza e con la violenza, coadiuvati dal Sindaco De Magistris, che Matteo Salvini, leader della Lega Nord, venisse a Napoli e partecipasse alla riunione alla Mostra D’Oltremare con i suoi simpatizzanti leghisti giunti a Napoli da tutta l’Italia meridionale.
Un centinaio di contestatori volevano impedire con la violenza chi deve parlare in pubblico e chi no.

 

Loro hanno tutto il diritto di protestare, scendere in piazza, manifestare in modo violento in tutte le piazze d’Italia, gli altri, che la pensano diversamente da loro, devono stare zitti, non possono manifestare le loro idee. Guai a loro. Chi osa protestare va annientato..
La scena napoletana è stata già vista altre volte, solo che questa volta ha trionfato la democrazia e un dettato della nostra Costituzione, dicono che sia la più bella del mondo, è stato fatto rispettare. Dice l’Art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Mi voglio soffermare e come potrebbero fare altri domani sulla parola “Tutti”, perché tutti i cittadini, uomini e donne, giovani e vecchi, alti e bassi, ricchi e poveri, laureati e analfabeta, hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni e poi sull’avverbio”liberamente”, perché tutti hanno diritto a dire ciò che vogliono senza però ingiuriare, diffamare, calunniare, istigare a delinquere. Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente. Non ho mai votato Lega né intendo votarla domani. Non condivido le idee di Salvini, le sue opinioni sull’Italia meridionale, sull’Europa e sull’euro. Sono lontane anni luce dalle mie, ma non per questo io desidero la sua morte fisica. Non lo odio, non lo ingiurio, non lo calunnio.

Combatto democraticamente con lo scritto, con la parola, col voto, le sue idee perché non le condivido. Perché odiarlo? In politica come negli altri campi non si odiano gli avversari, si combattono.
E io combatto Salvini non facendo il segno di croce sul simbolo di Goffredo di Giussano sulla scheda elettorale che il Presidente del seggio mi consegna quando vado a votare. Forse un po’ di coerenza, un po’ di umiltà, un po’ di democrazia, un po’ di buon senso, un po’ di libertà, non sarebbe così disprezzabile.

Essere onesti, sinceri, umili, rispettosi degli altri, democratici, non è un peccato, ma un merito. Invece, ieri, per l’arrivo a Napoli di Salvini c’è stata alta tensione. Bottiglie molotov e sassi contro la Polizia. Hanno protestato i giovani e meno giovani.

Erano vestiti completamente di nero con volti coperti e caschi. Hanno aggredito in modo violento le Forze dell’Ordine. Ma alla fine Salvini è arrivato a Napoli e ha potuto parlare liberamente dopo il braccio di ferro tra il Prefetto, i manifestanti, gli organizzatori dell’evento e il Sindaco di Napoli.

De Magistris non ha partecipato alla manifestazione, era presente però sua moglie. Ha sostenuto la battaglia dei centri sociali, degli antagonisti, ha soffiato sul vento della protesta. E’ intervenuto anche il Ministro degli Interni On. Minniti il quale aveva dato precise disposizioni al Prefetto perché fosse assicurato il diritto costituzionale a Salvini a tenere la manifestazione. Ha poi smontato De Magistris e commentato gli scontri e placato il Sindaco.

Bisognava far parlare anche l’avversario più radicale. Questa è democrazia, bellezza. Certo, la Napoli migliore, la Napoli democratica e libera, non si riconosce in questa gentaglia, in questi sedicenti rivoluzionari figli di papà che hanno cercato di impedire ad un uomo politico di parlare, di esprimere le proprie idee, che si arrogano il diritto di decidere chi possa venire a Napoli e chi no. L’Italia non è questa.

 

C’è un’altra Italia che non scende in piazza , che non brucia cassonetti della spazzatura, che non danneggia bar e negozi, che imbratta muri, che lancia molotov contro le Forze dell’Ordine, che non è violenta, che non si riconosce in questi facinorosi, esagitati.
C‘è un’Italia pulita, libera, democratica, onesta, che purtroppo il giorno delle votazioni se ne sta comodamente seduta a casa e non va a deporre nell’urna la scheda elettorale. E sbaglia.

E lascia agli altri il compito di decidere e sbaglia ancora un’altra volta.

Ed ecco i risultati. Napoli amministrata da un ex magistrato che sta a fianco dei violenti e contro lo Stato.

Venerdì 10 marzo ha avuto inizio la novena di San Giuseppe.

Ogni giorno, da venerdì 10 marzo a domenica 19 marzo, alle 16,30 si terrà la novena ed alle ore 17.00 la SS Messa con omelia ed atto di affidamento a San Giuseppe.
Domenica 12 marzo alle ore 17 la Santa Messa sarà celebrata solo alla chiesa di san Giuseppe

 

Questo il calendario di Domenica 19 marzo:
Ore 08.00 Celebrazione eucaristica alla chiesetta di San Giuseppe.
Ore 10.00 festa del papà con i bambini. Raduno all’inizio del ponte di Catocastro e proseguimento verso la chiesetta.
Ore 1630 processione per le vie cittadine seguendo questo percorso: Chiesetta di san Giuseppe, via Indipendenza, via Dogana, via Margherita, via Nazionale, corso Umberto primo e rientro nella chiesa del collegio.
Ore18.00 celebrazione eucaristica alla chiesa del collegio ed atto di affidamento della comunità dei fedeli di san Giuseppe.

 

La commissione chiesa di san Giuseppe ricorda ai fedeli che nessuno è autorizzato a raccogliere offerte casa per casa o durante la processione e che chi volesse fare una donazione può farlo solo in chiesa al personale della commissione stessa.

 

San Giuseppe.
Il mese di marzo è dedicato dalla tradizione della Chiesa a S. Giuseppe, lo sposo di Maria e il padre verginale di Gesù.
San Giuseppe ha avuto, cioè, la grazia di vivere accanto al Salvatore e a sua Madre.

Ma San Giuseppe non è terzo.
La sua, infatti, è una figura che affascina per la grandezza della sua vocazione che si cela tra le righe di sparute vicende familiari, intessute per di più di triboli e di spine.
Tuttavia, se ci si cala in attenta contemplazione in quelle poche informazioni che di lui abbiamo, vi si scorge una figura maestosa.
Matteo, infatti, ama definire S. Giuseppe l’“uomo giusto”.

Né la persecuzione di Erode, né la fuga in Egitto, né le traversie di un immigrato, né le difficoltà nella gestione della maternità di Maria, lo hanno sconvolto, ma sempre è rimasto impassibile, confidando unicamente in Dio.

Dinanzi al mistero, Giuseppe temendo di intralciare la volontà di Dio, si ritira.

È proprio delle persone umili mettersi da parte per fare spazio a Dio.
Per questo è detto “il giusto”, perché nulla lo ha turbato.
Ma insieme San Giuseppe è l’uomo buono, forte, contemplativo.
Giuseppe , un umile falegname di Nazareth ma anche un “aggiunto” che Dio pone a tutela del Figlio e di sua madre.
Proprio per questo la commissione ripropone alle ore 10.00 del.19 marzo la “ festa del papà con i bambini”.

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