
Redazione TirrenoNews
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Un tempo era diffusa la credenza che le scuole fossero un luogo sicuro perfino dove rifugiarsi in caso di terremoto.
Le scuole erano, sono e saranno il luogo dove noi, i nostri figli ed i nostri nipoti studiano.
Quale posto deve essere più sicuro se non le scuole dove vive il futuro di un popolo?
Tutte le opere pubbliche, strade, ponti, gallerie, manufatti, devono essere sicuri ma soprattutto le scuole.
Ed invece non sembra che sia così
E se fino a ieri faceva clamore la scuola media G Mameli di Amantea oggi fanno ancora più clamore le due scuole sequestrate a Locri.
Parliamo dell'Istituto statale d'arte e dell'Istituto professionale statale per l'industria e l'artigianato frequentati da circa 800 studenti.
Stamattina l'ingresso degli studenti nelle due scuole superiori è stato bloccato dai carabinieri.
Secondo Cafiero De Raho erano "totalmente abusivi".
I militari hanno anche eseguito 15 provvedimenti restrittivi, arresti e altre misure cautelari, su ordine della Dda di Reggio Calabria,nei confronti di persone accusate di truffa, abuso d'ufficio e frode nelle pubbliche forniture, reati tutti aggravati della modalità mafiose per i presunti rapporti degli indagati con la cosca di 'ndrangheta dei Cordì.
Ad Amantea invece la magistratura non ha adottato alcun provvedimenti giudiziario.
Esiste però una sostanziale differenza
Ad Amantea la scoperta della inagibilità della scuola media si deve ad un solerte funzionario
A Locri invece le indagini hanno preso il via dalla dichiarazione un collaboratore di giustizia che nel maggio del 2014 ha riferito che un istituto scolastico a Locri di interesse dei Cordì, l'Istituto statale d'arte 'Panetta', era stato costruito proprio da uomini che li rappresentavano nel mondo dell'imprenditoria.
I due immobili che ospitano gli studenti da anni sono totalmente abusivi. Nessun collaudo, niente certificato antincendio e «gravi difformità» sui materiali utilizzati nelle costruzioni.
Eppure la Provincia di Reggio per l’acquisto di un immobile e l’affitto dell’altro ha speso in totale oltre 12 milioni di euro, un prezzo, sottolineano gli inquirenti, completamente fuori mercato.
Ed è per questo che sono stati eseguiti cinque gli arresti .
Una delle persone arrestate è stata condotta in carcere. Si tratta dell'imprenditore Pietro Circosta, di 45 anni, al quale sono stati anche sequestrati beni per 880 mila euro.
Gli arresti domiciliari sono stati disposti, invece, per l'avvocato Luca Maio (45); Antonio Maiorana (47), impiegato; Rocco Maiorana commerciante, (50), e per Sofia Procopio (66), impiegata.
Gli obblighi congiunti di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria sono stati notificati, oltre che a Salvatore Calabrese, ingegnere e padre del sindaco di Locri, Giovanni, ad Antonio Circosta (74), pensionato, al quale sono stati anche sequestrati beni per 900 mila euro; Sergio Caracciolo (42), avvocato (sequestro beni per un milione e 300 mila euro); Giuseppe Cuzzilla (47), ingegnere; Giuseppe Lucano (51), architetto; Giovanni Macrì (65), pensionato; Antonio Pasquale Romeo (60), geometra; Antonio Milicia (56), architetto; Giovanni Boggio Merlo (76), agente di commercio, e Marianna Callipari (46), ingegnere.
A tutti gli arrestati ed indagati vengono contestate la truffa e la frode nelle pubbliche forniture, con l'aggravante delle modalità mafiose.
Cafiero de Raho ha riferito, inoltre, che "il sequestro non consentirà l'utilizzazione dei due edifici perché vengono meno la sicurezza e l'incolumità degli studenti".
Resta un punto interrogativo su quando potranno riprendere le lezioni.
È probabile che per gli studenti delle scuole da oggi siano iniziate le vacanze di Pasqua.
Già da domani verranno effettuati dei sopralluoghi nei due istituti. «Sono state violate tutte le norme in materia - ha spiegato il procuratore Cafiero De Raho - È stata messa in pericolo la sicurezza di circa 800 alunni. Siamo già a lavoro per trovare una soluzione, con il perito nominato dal giudice, affinché gli studenti subito dopo le vacanze pasquali possano tornare a sedere fra i banchi di scuola. Ma adesso dobbiamo fare il punto sulla reale situazione di pericolo».
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Stoccolma.Rubano un camion e lo lanciano contro la folla: morti e feriti
Venerdì, 07 Aprile 2017 20:04 Pubblicato in MondoI terroristi colpiscono in pieno centro a Stoccolma, ancora una volta un 'lupo solitario' alla guida di un camion, che ha investito i passanti prima di schiantarsi contro un centro commerciale.
Il camion ha falciato la folla nella centralissima strada pedonale Drottningsgatten di Stoccolma ha finito la sua corsa nel centro commerciale Ahlens City.
Il camion è stato rubato poco prima dell'attacco.
Secondo quanto riferito dalla ditta proprietaria del mezzo l'autista "stava scaricando della merce quando qualcuno è saltato dentro il camion ed è scappato".
Secondo i testimoni, l'autista "indossava un passamontagna".
Racconta un testimone :"Stavo camminando verso la strada principale quando un grande camion è spuntato dal nulla. Non sono riuscito a vedere se ci fosse qualcuno alla guida o fosse fuori controllo, ma ho visto che almeno due persone sono state schiacciate. E mi sono messo a correre più forte che potevo".
Un altro testimone ha riferito:"Ho visto centinaia di persone mettersi a correre per salvarsi la vita. Mi sono girata ed ho cominciato a correre anche io".
La polizia riferisce che ci sono almeno tre persone uccise ed almeno otto feriti .
L'episodio è avvenuto in una delle principali strade commerciali di Stoccolma.
Sono stati sparati dei colpi di arma da fuoco nel luogo dove il camion è piombato sulla folla.
Il premier svedese, Stefan Lofven ha detto: "E' un attacco terroristico".
La polizia ritiene che si tratti di "un attacco deliberato".
Il parlamento svedese è stato chiuso dopo quanto accaduto.
Ora è caccia all'autista dell'autocarro finito sulla folla che è in fuga.
Il sospetto ricercato indossa una giacca verde e una felpa grigia.
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La Calabria: dove ammalarsi significa spesso morire
Venerdì, 07 Aprile 2017 18:33 Pubblicato in CalabriaLa Calabria è quel posto dove la speranza se è l’ultima a morire è comunque la prima ad ammalarsi.
Non è un titolo Ad effetto.
E’ la profonda verità che tutti facciamo finta di non sapere.
Ormai se ne sono accorti anche i politici, quelli che, hanno ottimi stipendi ed indennità ed ottime cure, spesso, anche, gratuite ( e comunque “loro” vanno ad operarsi fuori regione!)
E qualcuno comincia anche a dirlo (Pacenza : In Calabria le categorie deboli hanno rinunciato alle cure ).
Se n’è perfino accorta la ministra Lorenzin la quale ha dichiarato all’Ansa che la Calabria è la penultima (ultima è la Campania) per qualità dei LEA.
Se ne è accorta anche la commissione della conferenza delle Regioni presieduta dalla ministra Beatrice Lorenzin, la quale ha condiviso la necessità di mettere mano ad un istituto (ticket) che negli anni si è via, via modificato ed in alcuni casi è diventato una barriera all'accesso ai servizi sanitari.
Pur riconfermando l'autonomia delle Regioni e l'invarianza di gettito, il lavoro avviato oggi mira a recuperare un minimo denominatore comune tra le diverse Regioni ed una maggiore equità.
Negli anni si è prodotta una contraddizione insostenibile, soprattutto nella diagnostica, in cui la compartecipazione dei cittadini alle prestazioni (ticket) supera il costo delle prestazioni stesse da parte di erogatori privati.
E’ il caso delle analisi di laboratorio la cui ricetta è gravata da una tassa che nei laboratori privati non si paga. Una vessazione vera e propria. E tutti fanno finta di non saperlo e ness<uno fa nulla per un minimo di giustizia.
I diversi strumenti che intervengono in materia di compartecipazione: detrazione fiscale, esenzione del reddito, esenzione per patologie, esenzioni per età, necessitano un aggiornamento.
“La Calabria - sostiene Pacenza – anche per i vincoli del piano di rientro è tra le regioni che ha pagato di più in termini di sperequazioni e di risanamento: più irpef, più ticket, meno servizi.
Lo dimostra il dato che nella nostra regione purtroppo sempre più persone meno abbienti rinuncino a curarsi.
C'è la necessità quindi di una rimodulazione degli strumenti capaci di non impedire l'accesso alla cura ma anche in grado di evitare inappropriatezze, abusi e distorsioni.
È un lavoro delicato e complesso ma bisogna avviare una nuova stagione.
Gli addetti stampa del presidente Oliverio ricordano che nel 2016 la Calabria ha avuto un disavanzo di 54 milioni di euro e poi paradossalmente afferma che “Le gestioni commissariali sono state un vero e proprio fallimento. Il parziale risanamento economico è il frutto della fuoriuscita di circa 5 mila operatori dall’interno del sistema sanitario calabrese. Ciò dimostra che non è stato messo in campo nessun processo di risanamento e di riorganizzazione strutturale”.
La sanità in Calabria era e resta una vergogna.
Dateci i barconi per poter emigrare verso il nord dove le cose vanno meglio che in Calabria, dove la salute è più garantita, dove la vita umana è più rispettata.