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Redazione TirrenoNews

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Molinaro :Chiediamo maggiori controlli e un incontro per individuare le soluzioni ottimali.

 

Siamo continuamente alla mercé di bande criminali che rubano mezzi, attrezzature e prodotti, danneggiano le proprietà, minacciano la stessa incolumità degli agricoltori.  

Questo il grido d’allarme per i furti che si susseguono a ritmo continuo con una vera e propria escalation nelle aziende agricole in particolare nella zona compresa tra Nocera Terinese, Falerna e dintorni.

“Un fenomeno che va avanti da molto e troppo tempo e che continua proprio in questi giorni con diversi episodi – riferisce Pietro Bozzo direttore della Coldiretti interprovinciale di Catanzaro-Vibo e Crotone – e gli agricoltori anche coraggiosamente, hanno sempre sporto regolare denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza”.

Ad essere particolarmente colpiti sono stati i soci della Cooperativa Agricola “Le Macchie” di cui è presidente il dirigente della Coldiretti Giuseppe Ruperto ma anche altri agricoltori del comprensorio subiscono la stessa sorte.

 

Cancelli e porte divelte e viene rubato di tutto: dai mezzi agricoli trattori, imballatrici, motocoltivatori etc., gruppi elettrogeni, carburante, concime anche prodotti raccolti in particolare ortaggi.

Tra gli agricoltori, vi è un allarme sociale e molta preoccupazione anche per la sicurezza personale.

 

Tra l’altro la cooperativa è formata prevalentemente da giovani che in questo modo, vedono sfumare il frutto del proprio lavoro e sono costretti ad interrompere la coltivazione e la raccolta.

“Davanti a questo salto di livello dei furti, è necessario – chiede Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – che ci siano maggiori e diffusi controlli da parte delle forze dell’ordine e che vengano potenziati i loro presidi sul territorio chiediamo altresì al Prefetto di Catanzaro che venga convocato un incontro per fotografare esattamente la mappa delle aree dove i fenomeni sono più aggressivi e ripetuti per individuare le soluzioni ottimali”.

11.04.2017                                                                  Ufficio Stampa Coldiretti Calabria

Ecco la nota di Gioacchino Lorelli:

“Egregio Direttore, ho letto con attenzione l'articolo del prof. Gagliardi sui cinghiali a San Pietro.

Ebbene se un cittadino evidenzia un problema è ben accetto.

 

 

Se la denuncia è l'occasione per fare polemica spicciola e gratuita, allora no.

N o n si può accettare.

Che i cinghiali siano una emergenza non ci voleva la mente illuminata del prof. Gagliardi a dirlo.

Che non sia solo un problema che attanaglia il territorio di San Pietro lo sanno anche i non professori;

Dalla documentazione che lo scrivente esibisce (e dunque esiste) emerge che lo

scrivente è stato uno dei primi (sin dal 2012) a porsi come fare e a chiedere adeguati interventi proponendo tavoli tecnici e politici, minacciando richieste di danni e quanto ha potuto, nel rispetto delle proprie prerogative;

Che i cinghiali scorazzino per le vie di San Pietro è una opinione del prof. Gagliardi e dunque non è commentabile;

Che San Pietro sia un piccolo borgo che conta pochi abitanti è noto, guarda un po' anche al prof. Gagliardi.

Visto che per rafforzare le sue affermazioni fa il paragone con i cinghiali, perché non lo fa pure con le lucertole, le galline, i ragni le formiche, ecc.?

Potrebbe essere un utile esercizio mentale utile alle statistiche nazionali;

Infine:

a. Che un Sindaco non abbia il potere di aprire (e chiudere) la caccia lo sanno tutti, tranne uno.

b.-Che il problema dei cinghiali non posa essere risolto dai Sindaci, presi uti singuli, lo sanno in pochi.

Ma questo è più complicato e perciò sarebbe bene informarsi.

Cordiali saluti.

IL SINDACO (Gioacchino Lorelli)

Ndr

Diamo atto ai lettori che il sindaco. esattamente come scrive. ha allegato alla nota diversi documenti sulla vicenda dei cinghiali che dimostrano quanto lui si sia interessato della vicenda.

Arrestato un ufficiale di anagrafe e stato civile

Martedì, 11 Aprile 2017 16:34 Pubblicato in Italia

Carte d’identità false per persone di origine brasiliana finalizzate all’ottenimento della cittadinanza italiana con documenti che attestavano che erano figli di persone residenti già da anni in Italia.

Si tratta di duecento finte carte di identità emesse da un comune

Ad assumersi le responsabilità della vicenda è stato un dipendente che aveva le redini dell’ufficio anagrafe in mano pur non essendo lui il responsabile.

Si tratta Michele Di Maio, 59 anni, uomo molto stimato in città .

La vicenda è emersa in seguito alle indagini condotte a Terni su un brasiliano coinvolto in una vicenda giudiziaria che ha spinto la Procura a investire la Digos.

In pratica la Procura voleva far luce sulla carta d’identità dell’extracomunitario che insieme anche a quelle di un altro gruppetto di brasiliani risultavano emesse dal comune di Brusciano.

Dietro il traffico di false pratiche per il conseguimento della cittadinanza italiana, alimentato dal funzionario dell’anagrafe e dello Stato civile del Comune di Brusciano potrebbero esserci le difficoltà economiche.

Un debito contratto nel 2007 che non sarebbe riuscito ad onorare entro i tempi stabiliti.

Il dipendente comunale avrebbe dovuto restituire entro il 2014 la somma avuta in prestito dalla finanziaria, non avendolo fatto era finito in mano una società di recupero crediti.

È quanto emerge dalle 115 pagine dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale firmata dal Gip del tribunale di Nola, Daniela Critelli.

L’ipotesi sarebbe avvalorata dal fatto che sarebbe proprio il 2014 l’anno zero dall’attività illecita. Ma come sono arrivati nel centro del napoletano i giocatori brasiliani?

E soprattutto come ha fatto Vanderlei Luis Sonda, il titolare italo brasiliano dell’agenzia di disbrigo pratiche di Terni ad agganciare Di Maio?

Chi ha fatto conoscere il dipendente comunale al “talent scout” di funzionari infedeli che aveva agganci anche in altri Comuni italiani?

Domande alle quali i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, coordinati dal capitano

Di Maio però ha smentito di aver ricevuto soldi e ha dichiarato che tutti gli atti prodotti dal suo ufficio erano regolari e che puntualmente venivano notificati al consolato di riferimento.

Unica mancanza l'accertamento della effettiva residenza da parte dei vv. uu.

"Il giorno dopo l'arrivo dei carabinieri in Comune, nel luglio del 2016, ho provveduto personalmente all'immediata sospensione dell'impiegato".

Così il sindaco di Brusciano (Napoli), Giuseppe Romano, commenta con l'ANSA l'operazione dei carabinieri che oggi ha portato agli arresti domiciliari anche un dipendente dell'Ufficio Stato Civile coinvolto in un'inchiesta su false cittadinanze concesse a centinaia di cittadini brasiliani, tra cui figurano anche calciatori professionisti.

Romano ha voluto sottolineare che alla rimozione dell'impiegato è seguita anche quella di tutti gli altri lavoratori di quell'ufficio.

"Ho rimosso il responsabile e tutti gli altri impiegati, assegnandoli ad altre mansioni". "Contestualmente da quel giorno - dice ancora il primo cittadino - ho anche avviato un'indagine interna analizzando tutte le pratiche sottoposte all'ufficio anagrafe nel periodo in cui la persona arrestata vi ha lavorato".

"Oggi, con le notizie del coinvolgimento di alcuni giocatori professionisti che hanno ottenuto illecitamente la cittadinanza, - conclude Romano - ho capito e compreso la cautela e la blindatura delle notizie adottata fin dal 2016 dagli investigatori".

Circa 300 i cittadini brasiliani che avrebbero pagato per diventare italiani in base allo ius sanguinis, senza però averne i requisiti.

C'è anche Corsini Bruno Henrique(nella foto), del Palermo, tra i calciatori che hanno ottenuto illecitamente il passaporto italiano.

Gli altri sono: Gabriel Boschilia, del Monaco (Ligue 1 francese), impegnato in Champions League; Silva Eduardo Henrique, dell'Atletico Mineiro (Serie A Brasile); Colcenti Antunes Eduardo e Ferrareis Gustavo Henrique dello Sporting Club Internacional (Serie A Brasile); Dos Reis Lazaroni Guilherme Henrique, del Red Bull (serie B Brasile) e Vancan Daniel, del Gil vicente FC (Serie B portoghese).

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