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Redazione TirrenoNews

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Stupro Rimini. Nordafricani o meridionali abbronzati?

Lunedì, 28 Agosto 2017 08:37 Pubblicato in Italia

Questo è il titolo dell’articolo postato da Il Corriere della sera .

Noi per evitare di essere chiamati “razzisti” diciamo che “forse” potrebbe anche trattarsi di 4 meridionali fortemente abbronzati!!.

 

“Il traffico telefonico della zona, le impronte sui reperti, alcune testimonianze di chi bazzicava a Miramare quella notte e le immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la banda responsabile del doppio efferato crimine di venerdì scorso: il pestaggio e lo stupro ai due amici polacchi nel bagno 130 e la violenza con rapina alla trans sulla vicina Statale. E, naturalmente, i racconti delle vittime, in particolare della trans, e le loro indicazioni sui primi sospettati. Risultato dell’attività investigativa: la banda sarebbe composta da quattro giovani nordafricani e la pista, obbligata, è quella di chi è già conosciuto alle forze dell’ordine. La procura della repubblica di Rimini indaga in particolare negli ambienti degli spacciatori della riviera romagnola.

Ma nonostante tutto porti a pensare che i malviventi abbiano le ore contate, gli inquirenti invitano alla prudenza. La storia di Igor il russo (il serbo Norbert Feher, responsabile dell’omicidio di un barista di Budrio che da mesi ormai è riuscito a far perdere le sue tracce beffando le forze dell’ordine che lo braccavano) deve aver lasciato il segno. «Indagine difficile», avvertono anche gli uomini dello Sco, il gruppo investigativo centrale della Direzione anticrimine della polizia che sta supportando nell’indagine la Squadra Mobile di Rimini. Da una parte, dunque, l’attività sul campo, con gli investigatori che hanno passato al setaccio le spiagge di Rimini sud e i locali notturni; dall’altra quella della Polizia Scientifica che lavora su reperti recuperati nella zona delle violenze e sulle celle telefoniche.E mentre la caccia alla gang si fa stringente, le tre vittime della drammatica notte di Miramare vivono giorni di dolore, di ansia e di preoccupazioni. I ragazzi polacchi, dopo le audizioni degli inquirenti, non vedono l’ora di poter fare rientro nel loro Paese. Lui ha il naso rotto e la faccia ancora gonfia. Anche lei è stata colpita al volto, ma è lo stupro a farla disperare. «È terrorizzata dal fatto che qualcuno possa fare il suo nome, che possa essere identificata: in Polonia la vicenda ha avuto una grande eco sui media», ha detto l’assessore alla sicurezza di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che è andato in ospedale anche ieri, con un rappresentante del Consolato polacco di Milano. I due amici hanno chiesto di essere ricoverati nella stessa stanza. Vogliono stare vicini e rapidamente poter tornare insieme in Polonia. «Al più presto e in macchina, se possibile», ha detto lei, preferendo la riservatezza di un’automobile all’affollamento di un volo aereo. «La preoccupazione di entrambi è poi il lavoro — ha aggiunto l’assessore —. Sono studenti lavoratori e non sanno come giustificare la loro assenza». Quanto all’Italia, lui ha trovato la forza di dire che «era stata una bellissima esperienza. Ma il finale è stato molto brutto». Hanno chiesto un cellulare per poter comunicare con i loro parenti in Polonia e un computer per seguire la loro vicenda sui quotidiani online in lingua polacca.

Da registrare la gara di solidarietà nei loro confronti da parte della gente di Romagna che ha messo a disposizione camere per i parenti e tutto quanto serve ai due giovani per cercare di rendere più sopportabili queste drammatiche ore. Anche la terza vittima, la trans peruviana, ne è uscita malconcia e si trova in ospedale. Lei ha graffi su tutto il corpo. Dopo la ripetuta violenza sessuale, i malviventi l’hanno infatti gettata fra i rovi della Statale. «Sono di Milano, mi trovavo a Rimini come turista», ha raccontato a chi è andato a visitarla. Timida, impaurita, silenziosa. Anche per lei sono giornate nere.

Le fiamme che hanno bruciato la collina di San Giuseppe sono state spente dai canadair e dalla libellula della forestale

Qualcuno ci ha detto che le fiamme sono state appiccate sulla vecchia SS18 e da li sono poi risalite fino alla vecchia Traianea, soprattutto alla variante di essa che portava sul pianoro dei Mileti

Ora resta solo un ammasso di stoppie bruciate ed una collina annerita

Ma quello che è terribile è che le fiamme hanno distrutto una rete che portava i fili del telefono ed i cui pali sono in gran parte bruciati e giacciono riversi ed inerti

Ancora più grave è il fatto che la intera rete elettrica che illuminava la Traianea nella parte che da dal ponte fino alla chiesetta di San Giuseppe è stata totalmente distrutta dalle fiamme

Stando alle informazioni raccolte nessun danno alla statua del santo che è stata portata fuori dalla chiesa

Nessun danno nemmeno a quanto era contenuto dalla stessa chiesa

Ora il comitato per i festeggiamenti di San Giuseppe deve ricominciare tutto daccapo affrontando notevoli spese.

Forse sarebbe bene dare loro una mano.

«Ritengo che il presidente Oliverio debba fornire precise spiegazioni rispetto al contenuto della delibera di giunta regionale, la n. 344 del 25 luglio scorso, con la quale viene aumentato in maniera notevole il costo del conferimento dei rifiuti per i comuni virtuosi, cioé per quelli che hanno raggiunto la soglia del 65 per cento di raccolta differenziata».

Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale Wanda Ferro.

Poi prosegue «La nuova tariffa, di 165 euro a tonnellata penalizza proprio quei Comuni che si sono impegnati in questi anni, con notevoli sforzi organizzativi e finanziari e la collaborazione dei cittadini, a raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata.

Proprio su questi comuni la Regione pensa di far gravare il costo del servizio per il 2018, con un aumento della tariffa rispetto allo scorso anno del 54 per cento, che si traduce in un aumento del costo medio per abitante di oltre 20 euro.

La “premialità”, per questi Comuni, sarà affidata ad eventuali bandi futuri.

Ad essere premiati sono, invece, i comuni meno diligenti, che ancora devono raggiungere gli obiettivi ottimali di raccolta differenziata, e per i quali è previsto un minore aumento dei costi, solo il 21 per cento, ad esempio, per chi non ha ancora raggiunto il 25 per cento di differenziata.

Una vera e propria beffa, oltre alla stangata, quella che la giunta Oliverio ha riservato ai Comuni che hanno avuto le migliori performance sulla raccolta differenziata».

«Le uniche vere premialità previste dalla delibera - sostiene ancora Ferro - riguardano l'aumento delle royalty destinate ai comuni che ospitano gli impianti di trattamento in prossimità di aree di particolare valore paesaggistico, naturalistico e ambientale e per i comuni confinanti. Segno di una politica della gestione del ciclo dei rifiuti che non segna alcuna rottura con il passato, e non favorisce quelle comunità che da tempo ormai hanno fatto un salto di qualità, anche culturale, per tutelare l'ambiente anche attraverso la collaborazione per il corretto smaltimento e il riciclo dei rifiuti.

In questo scenario, la Regione, con la sua ormai consueta indolenza, sembra non voler dare soluzione alla vertenza che riguarda i lavoratori della discarica di Alli, che continuano ad avanzare diverse mensilità dalla Daneco, oltre al riconoscimento di altre spettanze come i buoni mensa, e che da tempo denunciano l'insostenibilità delle condizioni lavorative all'interno dell'impianto.

La Regione Calabria, quale ente committente, deve assumersi le proprie responsabilità - conclude il consigliere regionale - senza perdere altro tempo nelle pastoie burocratiche, per assicurare la dignità e la serenità a decine di famiglie che vivono di quello stipendio, scongiurando un fermo dell'impianto che avrebbe conseguenze gravissime per il territorio della provincia di Catanzaro».

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