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Redazione TirrenoNews

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Province in dissesto. Che fare chiuderle o salvarle?

Venerdì, 15 Settembre 2017 11:19 Pubblicato in Vibo Valentia

Per la provincia di Vibo si chiede un emendamento alla legge di stabilità del 2018 ed un intervento urgente ed inderogabile del Governo.

Andrea Niglia, presidente della Provincia di Vibo Valentia, nel corso della riunione dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), tenutasi a Roma per la ripartizione dei 72 milioni di euro stanziati dal Governo agli Enti locali intermedi e alle Regioni, è intervenuto dicendo che:

«Il territorio vibonese sta vivendo, da diversi mesi, un vero e proprio dramma sociale con scuole che versano in condizioni critiche e strade ai limiti della percorribilità.

I dipendenti non vengono retribuiti ormai da sei mesi e questa situazione di ritardi significativi nell’elargizione degli stipendi si protrae da circa quattro anni.

Un intervento del Governo, per evitare che la situazione abbia risvolti ancora più drammatici, è a questo punto urgente e inderogabile».

Poi ha aggiunto «Nei nostri confronti incomincia ad esserci una seria attenzione da parte dell’esecutivo nazionale, così come testimoniano l’impegno preso, nei giorni scorsi, dal ministro dell’Interno Marco Minniti e l’interessamento del sottosegretario di Stato, Gianclaudio Bressa, che abbiamo incontrato, al dicastero degli Affari regionali, assieme al presidente dell’Upi regionale Enzo Bruno e al presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci.

Spero a questo punto che la sinergia istituzionale che come presidenti delle Province calabresi siamo riusciti a instaurare, venga ampliata e rafforzata dalla rappresentanza parlamentare calabrese, alla quale chiedo di perorare la nostra causa attraverso l’approvazione di un emendamento alla Legge di stabilità 2018, atto a risolvere in maniera definitiva i problemi della Provincia di Vibo.

Nei mesi scorsi ciò è avvenuto per la Provincia di Caserta e per alcuni enti locali intermedi della Sardegna.

Il mio auspicio è, pertanto, che anche nei nostri confronti il Governo nazionale attui delle misure risolutive che ci consentano di uscire dallo stato di default economico-finanziario, in maniera tale da ridare dignità lavorativa ai dipendenti e riuscire finalmente ad erogare, con continuità, servizi in grado di garantire strade e scuole sicure ai cittadini vibonesi»

Insomma lo Stato non può come al solito fare due pesi e due misure!

Caserta si e Vibo pure, dice Niglia.

Insomma perché le province devono essere salvate ed i comuni no?

Perché Amantea deve subire il dramma del dissesto e province ed enti intermedi devono essere salvati?

Che razza di giustizia distributiva si sta realizzando in Italia?

La commissione giudicatrice composta presieduta dalla segretaria Maria Luisa Mercuri e composta anche da Mario Aloe e Giancarlo Socievole hanno aggiudicato il servizio di trasporto scolastico al Consorzio di Cooperative APA multi servizi

L’importo della assegnazione è stato di114.000,00 euro oltre Iva e oneri di sicurezza ridoti del ribasso offerto dall’APA, e pari allo 0,10%

Chiariamo anche che alla gara di aggiudicazione ha partecipato soltanto Consorzio di Cooperative APA multiservizi il trasporto scolastico per cui i lavori della commissione non hanno avuto necessità di confrontare distinte offerte.

Mi sembra che quello attuale sia, in ordine di tempo, l’ultimo assedio che subisce la nostra cittadina.

Non è solo un accerchiamento per prendere per fame se non per inedia la città!

NO! E’ un assedio “attivo”, durante il quale si svolgono attacchi a ripetizione.

E sono tanti i nemici.

La città è piena di debiti.

La disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi.

Il fuoco investe anche il vecchio castello senza che nessuno imponga, li od altrove, il taglio delle erbe infestanti proprio per evitare gli incendi.

Basta una mareggiata ed il porto si insabbia per l’ennesima volta.

Basta una mareggiata, nemmeno eccezionale, ed i lidi subiscono danni, quando non vengono distrutti, le scogliere messe a nudo, le spiagge spolpate della poca sabbia ancora rimasta o scompaiono come quella di Catocastro.

Tutti sanno che la briglia finale del catocastro riduce le quantità di materiale litoide che giunge al mare ma nessuno fa quanto si dovrebbe.

Il traffico è incredibile. La gente invece di camminare sui marciapiedi , molto spesso occupati abusivamente, cammina sulle carreggiate, rischiando e facendo rischiare i conducenti degli autoveicoli

Le biciclette vanno molto spesso contro senso e nessuno dice niente, nessuna contravvenzione viene elevata e nessuno ferma i contravventori intimando loro di tornare indietro.

Mancano i vigili ed oggi pomeriggio ne ho visti due sulla SS18 , vicino a Campora SG, per assistere chi dipingeva le strisce pedonali?

Le strade sono piene di buche micidiali per le auto e soprattutto per i ciclomotori ed ancora più per le biciclette.

Addirittura da alcune di esse escono grossi ratti.

Il castello e la torre civica stanno cadendo a pezzi e nessuno si cura di recuperare i simboli della nostra storia.

Il centro storico è difficilmente visitabile.

Ad oggi sono ancora chiuse, da molti anni, via Duomo, via Antica, Via San Francesco.

Gran parte del centro storico cade a pezzi e l’amministrazione comunale ha preso il vezzo di demolire le antiche case “a spese del devoto” e non dei legittimi proprietari.

Esistono aree di grande valenza storica nemmeno conosciute.

Parliamo della chiesa di San Nicola dell’eremo( san Nicola du rimu), dei resti ancora da scoprire della casa dei Gracchi , del vecchio carcere e delle relative celle, delle grotte dei monaci bizantini, eccetera.

Il tempio di Imbelli e la villa romana della Principessa dormono sotto la sabbia.

Il piccolo museo romano è sconosciuto ai più.

E poi esistono meravigliose ma sconosciute zone di grande valenza antropologica che pochi conoscono.

La biblioteca è chiusa e per un miracolo sembra che “qualcuno” recentemente se ne sia accorto.

Eppure avevamo fatto venire Diogene per aiutarci a cercarla, vista la sua grande esperienza nella ricerca dell’uomo.

La videoteca è “okkupata” dai monaci.

E potremmo continuare a lungo.

Ma quello che ci preoccupa è il silenzio della società su questi temi.

Ed ancora più ci preoccupa il silenzio della politica.

Potremmo fare ipotesi, tante ipotesi, e poi smentirle noi stessi, giocando come fa il gatto col topo.

Purtroppo, ci sembra, come abbiamo recentemente detto, che Amantea sia “usata, abusata ma non amata”.

Ed è triste che noi tutti si stia seduti sulla sponda del fiume ad attendere che passi il suo cadavere!.

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