
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ora tanti invocano “giustizia” per Concetta Schettini. Le locandine.
Sabato, 16 Settembre 2017 17:36 Pubblicato in Primo PianoNei giorni scorsi abbiamo scritto che è finito “il calvario giudiziario dell’architetta Concetta Schettini un tempo responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Amantea”.
E questo perché Concetta Schettini è stata dichiarata non colpevole dei reati a lei ascritti per il processo Nepetia.
“Il fatto non sussiste” hanno dichiarato i giudici.
Ora deve aver fine l’altro calvario subito dall’ex dirigente, un calvario quale quello della sua emarginazione.
L’architetta, infatti, solo per via della vicenda per la quale è stata totalmente e definitivamente assolta, venne trasferita dal municipio del capoluogo al municipio di Campora San Giovanni.
Non solo, ma venne anche trasferita dall’ufficio tecnico alla biblioteca.
Quella biblioteca che era nel capoluogo e che venne anche essa trasferita in Campora san Giovanni.
Una vera e propria punizione civile per una funzionaria ex 285, peraltro, oggi, quasi prossima alla pensione.
Oggi noto con piacere le due locandine di quotidiani sulle quali è scritto:
Gazzetta del Sud: “Proposta di Morelli dopo Nepetia: Schettini torni dirigente”;
Il Quotidiano: “Assoluzione” Ora ridiamo dignità alla Schettini”
Una sorta di eco a quanto da noi scritto.
Bene.
Ma vogliamo ricordare che la Schettini non ha mai perso la propria dignità e lo dimostra il fatto che ha accettato la punizione che le è stata comminata da chi ha pensato pilatescamente, in questo modo, di lavarsi le mani dalle proprie responsabilità.
Il silenzio della donna oltre che della funzionaria è l’emblema non della sua passività, ma della sua eleganza.
Ma ora se esiste giustizia oltre che da parte della magistratura anche da parte della politica bisogna rimediare .
Lo si deve alla donna.
Lo si deve alla dirigente.
Amantea ed il furto di bici: “e non dite che non ci ho provato!”.LE FOTO
Sabato, 16 Settembre 2017 17:00 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaLo abbiamo già scritto che ad Amantea ( anche altrove, per carità) si rubano tantissime biciclette, spesso destinate al mercato locale alimentato dai profughi, per i quali sono indispensabili.
Ma è la prima volta( almeno che si sappia!) che viene rubata la sola ruota!
La foto è stata scattata stamattina 16 settembre davanti al Lidl di Amantea, dove esiste una apposita rastrelliera.
In basso, in verde si nota il lucchetto che assicurava la bici alla rastrelliera.
Ma, come si nota, non è bastato.
Così la bici è rimasta e di essa manca solo la ruota posteriore.
Almeno così sembra.
Salvo che il ladruncolo non abbia preso solo la ruota viste le condizioni miserevoli del mezzo di locomozione , peraltro facilmente riconoscibile … dalla ruggine.
Tutto sommato è andata meglio che al proprietario al quale è stata rubata tutta la bicicletta ed è rimasta a ruota legata al palo.( vedi prima foto sottostante)
Né si può chiedere alla gente di legare la propria bici come nella seconda foto sottostante.
Resta solo la ruota
Furto impossibile
Etichettato sotto
Leggiamo da un comunicato di ARPACAL che l’ente che dovrebbe tutelare l’ambiente avrebbe incaricato dei legali di querelare il Comitato Ambientale Presilano.
Il CAP risponde che è pronto a far valere davanti ai giudici le ragioni delle popolazioni presilane e che ARPACAL dovrà rispondere di falso ideologico per aver mentito allorquando ha comunicato che il problema odorigeno provocato dall’impianto della MiGa era risolto.
Ieri il Governatore Oliverio ha dichiarato che “se non cambia la burocrazia non muore la Calabria, si sappia molto bene che muore una parte della burocrazia”.
Lo invitiamo ad essere conseguente perché è inaccettabile che ARPACAL non rispetti i compiti d’istituto.
Così come è incettabile che un ente regionale, finanziato con i contributi dei calabresi, aggredisca un comitato di liberi cittadini che a loro parere “si arroga la pretesa di rappresentare le popolazioni di un territorio” dichiarando che la “polemica squallida” è “finalizzata a mantenere alto il livello della tensione e, quindi, dell’attenzione, si badi bene, non più sulla vicenda ambientale ma su personaggi in evidente astinenza da presenza mediatica”.
Il Comitato Ambientale Presilano da anni lotta e propone soluzioni.
Le osservazioni presentate dal CAP hanno contribuito al miglioramento del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti.
Il CAP organizza corsi nelle scuole. Il CAP partecipa a pieno titolo alle riunioni e commissioni insieme alle istituzioni regionali.
Il Comitato Ambientale Presilano ha una storia di difesa dell’ambiente che se fosse stata adottata anche solo in minima parte da ARPACAL, la nostra regione avrebbe aria, acqua e suolo più puliti.
Il CAP e i tecnici dei comuni di Rovito e Celico, nel sopralluogo del 12 settembre scorso, hanno richiesto la verbalizzazione di fatti e circostanze accadute, compresa l’apertura delle porte, cosa facilmente documentabile e della quale ARPACAL dovrà dare conto davanti ai giudici.
ARPACAL tenga ben presente che non saranno le minacce di querela a fermare una lotta di popolo in difesa della propria salute.
#eadessoquerelatecitutti
#anchiosonodelcomitatoambientalepresilano
#ARPACALnonfaipaura
14 settembre 2017