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Redazione TirrenoNews

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Amantea. Ecco chi sono gli arrestati.

Venerdì, 22 Settembre 2017 12:36 Pubblicato in Cronaca

Si tratta di Francesco e Giuseppe Arlia Ciommo e sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale.

I due fratelli arrestati, sono uno il titolare dell’azienda agricola che ha sede in località Chiaie di Amantea, e l’altro dipendente che andavano a prendere la manodopera, costituita da africani ma anche da cittadini indiani e romeni, nei pressi del centro d’accoglienza Ninfa Marina, proprio per evitare sospetti.

Il provvedimento prevede anche il sequestro preventivo dell’azienda e di altri beni mobili registrati di proprietà degli arrestati.

Nell’incontro con i giornalisti il comandante dei carabinieri della compagnia di Paola, capitano Giordano Tognoni, ha parlato di “problematica molto diffusa in Calabria ma anche Campania, Sicilia e Puglia e di estremo interesse per gli investigatori”.

“L’attività investigativa ha escluso un coinvolgimento del centro d’accoglienza – ha specificato il capitano –

Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Amantea guidati dal maresciallo Tommaso Cerza

I Carabinieri di Amantea hanno monitorato alcuni flussi di richiedenti asilo che si spostavano verso le aree rurali del territorio di Amantea.

Le indagini sono iniziate nel giugno scorso sotto la direzione del Sostituto Procuratore titolare del fascicolo, Dott.sa Anna Chiara Fasano e il coordinamento del Procuratore Capo della Repubblica di Paola, Dott. Pierpaolo Bruni.

Gli elementi raccolti dai carabinieri hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente provenienti dal Nigeria Gambia, Senegal e Guinea Bissau, venivano solitamente prelevati in una strada parallela del Centro di Accoglienza “Ninfa Marina” e portati a lavorare presso l’azienda agricola dei due fratelli arrestati.

Indagine che ha permesso di riscontrare un fenomeno nuovo per la fascia tirrenica”.

Il ministro Martina: “Quanto scoperto in Calabria lascia sgomenti”

“Lo sfruttamento del lavoro con l’aggravante della discriminazione razziale e’ intollerabile sotto ogni punto di vista”.

Il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, ha commentato così gli arresti di questa mattina a Paola.

“Ringrazio le forze dell’ordine – aggiunge il ministro – per il forte lavoro di contrasto all’inaccettabile piaga del caporalato in agricoltura.

Casi come questo dimostrano ancora una volta quanto fosse necessaria la nostra legge per tutelare ovunque e prima di tutto la dignità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori agricoli”.

Ora tanti aspettano che anche gli altri sfruttatori di migranti abbiano la stessa sorte dei due fratelli.

Se davvero si avesse possibilità di indagare si scoprirebbe, ad Amantea, in Calabria ed altrove una incredibile condizione di sfruttamento che sembra essere alla base del traffico di migranti da ogni dove e che rende non concorrenziale il lavoro degli italiani.

Sciolto il Consiglio comunale di Tropea

Venerdì, 22 Settembre 2017 11:56 Pubblicato in Vibo Valentia

Tornano i commissari su decisione del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta, presentata dal Ministero dell’Interno, di sospensiva della sentenza con la quale il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso presentato dal sindaco Giuseppe Rodolico, e da due assessori, per chiedere l’annullamento dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Tropea.

In conseguenza e fino all'udienza di merito e alla relativa sentenza, la commissione ministeriale di gestione dell'ente dovrà tornare a fare le veci di Sindaco, Giunta Comunale e Consiglio Comunale.

Si ricomincia

Una novella a puntate.

La giunta Rodolico, era stata eletta nel 2014 , poi era stata sospesa ed nel giugno scorso era ritornata in carica.

La decisione definitiva sulla vicenda è stata fissata dalla Terza sezione del Consiglio di Stato per il 12 dicembre.

Lo scioglimento del Comune calabrese era stato disposto dal Consiglio dei Ministri il 10 agosto del 2016 su proposta dell’allora Ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

L’accesso antimafia che aveva portato allo scioglimento degli organi di gestione dell’ente era stato disposto il 22 ottobre del 2015 , su proposta dell’allora prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno.

sfL’operazione è chiamata “Lavoro Sporco “Il blitz è scattato stamattina 22 settembreall’alba ed è stata eseguita dai militari della Compagnia di Paola che ritengono di aver scoperto, appunto, un giro di sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza.

Le due misure cautelari, sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta della Procura.

A finire ai domiciliari  i due fratelli, entrambi di Amanteae rispettivamente di 48 e 41 anni.

Sigilli alla loro azienda e ad altri beni di proprietà.

L’accusa è quella di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale.

Secondo quanto accertato, facevano lavorare in nero nella loro azienda agricola migranti africani (oltre a romeni e indiani) e la paga variava in base al colore della pelle: i migranti africani venivano pagati 10 euro in meno al giorno.

Le indagini hanno fatto emergere anche le condizioni di lavoro degradanti a cui erano sottoposti i lavoratori, che dormivano in baracche, mangiavano a terra ed erano sottoposti a stretta e severa sorveglianza.

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