
Redazione TirrenoNews
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Domani 27 Settembre alle ore 10:30, è stata convocata la commissione Consiliare per discutere dei tetti salariali e della dignità del lavoro.
Tutto ciò è stato sollevato dal sottoscritto e dal gruppo "UNA CITTÀ NEL CUORE" perché è giusto dare una dignità lavorativa a tutto il personale che ogni giorno garantisce i SERVIZI PRIMARI per conto del COMUNE DI AMANTEA.
Ringrazio il SINDACO PIZZINO E I CONSIGLIERI GIACCO E ALOISIO, i quali sono stati disponibilissimi ad una discussione per risolvere in maniera definitiva questa problematica che da anni affligge i lavoratori delle COOP.
Nello stesso tempo però, voglio evidenziare che per quanto riguarda la riorganizzazione della STRUTTURA COMUNALE il Sindaco è la GIUNTA (IANNI PALARCHIO, FERRARO, VELTRI e PATI) hanno agito in piena autonomia senza coinvolgere le opposizioni ma, addirittura, sembrerebbe che non siano stati coinvolti nemmeno gli altri Consiglieri di Maggioranza o, ancor più grave, non hanno tenuto conto del loro pensiero.
LA RIORGANIZZAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE doveva essere un argomento da trattare all'interno di un CONSIGLIO COMUNALE il quale aveva l'obbligo di dettare i PRINCIPI GENERALI su tale modifica e successivamente il SINDACO E LA GIUNTA avrebbero deliberato l'atto.
Così non è stato.
IL PALAZZO È VERAMENTE DI VETRO?
Voglio ricordare pure alla GIUNTA che ha deliberato l'atto di non dire che "io non ero d'accordo....." perché la delibera è firmata.
ASSUMETEVI ALMENO LE RESPONSABILITÀ DI CIÒ CHE INCONSCIAMENTE DELIBERATE.
Ma su questo punto ci ritorneremo anche perché avete creato una "PARALISI" dell'ente che vi farà rivedere le scelte fatte. Altro che uffici a Campora.
Queste sono affermazioni di chi non si rende conto di ciò che sta facendo e vive nel PAESE DELLE MERAVIGLIE....
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Mancava solo il fuoco. Ora il castello è un pericolo!
Martedì, 26 Settembre 2017 14:32 Pubblicato in PoliticaSe fossi sindaco di Amantea andrei sul pianoro del castello e porterei con me la giunta, tutti i consiglieri comunali, i big politici che vogliono davvero bene ad Amantea ed anche tutti quelli che dicono di volere bene alla nostra città, i presidi, gli insegnanti, le associazioni, i colti e pseudo colti, la gente comune, quella che davvero ama Amantea
Per fare cosa? Semplice.
Per vedere, ora che il fuoco ha fatto piazza pulita delle erbacce che lo infestavano, le tante cose finora nascoste dalla vegetazione
Ma anche le distruzioni provocate dal fuoco, dalla incuria, dalla disattenzione, dall’abbandono.
Su quel pianoro è scritta la storia della nostra città
Una storia che deve essere conosciuta, perché solo conoscendola si può amare Amantea
Abbiamo visto il grande muro lato ovest spaccato ed inclinato verso avanti e la cui sommità è inclinato di circa 30 centimetri rispetto alla base.
Sarà il prossimo crollo. Basta un piccolo terremoto od un po’ di vento e crollerà
Abbiamo visto i muri lato nord ed aggettanti sul crollati all’interno del fossato e la cui mancanza porterà a crolli successivi
Abbiamo visto pietre pendule pronte a cadere sul sottostante centro storico
Insomma di tutto e di più
Ma occorre vedere con i propri occhi
Le foto non sono sufficienti a dare la dimensione del disastro che incombe.
Abbiamo avuto difficoltà a salire l’erta che dal pianoro di San Francesco porta alla porta nei pressi della torre civica
Abbiamo visto la torre civica sempre più malmessa e prossima a cadere
E poi abbiamo visto i resti dell’insediamento urbano esterno al castello.
Quello che resta di piccole e grandi stanze con muri intonacati
L’assessore competente dovrebbe, secondo noi, urgentemente convocare specialisti atti a comprendere l’epoca della loco costruzione , la funzione , le tecniche costruttive e quant’altro utile alla conoscenza della nostra storia civica. Amantea ha tanti amici che la hanno amata. Troppi per poterli elencare tutti.
Si tratta di vani dentro od all’esterno dei quali si trovano cocci di ogni tipo, forma, dimensione, colore, da studiare
Alcuni di questi vani mostrano veri e propri forni dei quali deve essere capito la logica e l’uso civile.
Insomma un patrimonio che si sta perdendo e della cui scomparsa qualcuno dovrà rispondere.
Un bene capace di attrarre turismo e soprattutto cultura.
Un bene che non deve essere perso.
Non resta che intimare la sua messa in sicurezza a spese del legittimo proprietario non come fatto in passato a spese del comune( pardon del devoto)!
Giuseppe Marchese
Muro prossimo a cadere
Crollo Fossato
Pietre cadenti
La Torre
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Secondo l'originaria accusa, nel corso dell'attività dello stabilimento si sarebbero ammalate circa 159 persone tra dipendenti e familiari dei lavoratori, novantaquattro dei quali sono poi deceduti.
In primo grado erano stati tutti assolti compreso l'industriale Pietro Marzotto, presidente del gruppo tessile proprietario della Marlane.
La Corte di appello di Catanzaro, questo pomeriggio, ha confermato la sentenza di primo grado emessa il 19 dicembre 2014 dai giudici del Tribunale di Paola.
Durante il processo di appello il pg Salvatore Curcio aveva chiesto alla corte di far effettuare una nuova perizia per accertare il nesso di causalità tra le morti degli operai e l'attività produttiva cui erano addetti. Richiesta non accolta dai giudici.
In secondo grado il pg aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per Antonio Favrin, consigliere delegato della società "Marzotto spa" dall'ottobre 2001 all'aprile 2004, ed a tre anni ciascuno per Carlo Lomonaco ed Attilio Rausse, responsabili dello stabilimento, rispettivamente, dal 2002 al 2003 e dal febbraio 2003 all'aprile del 2004.
Gli ex responsabili e dirigenti dello stabilimento dovevano rispondere, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni gravissime e disastro ambientale.
Oggi 25 settembre tutti assolti i 12 imputati nel processo sulla morte di alcuni lavoratori dell'ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare
Tra loro anche Pietro Marzotto.
E poi l'ex sindaco di Praia a Mare Carlo Lomonaco, imputato in qualità di ex responsabile del reparto tintoria; Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo; Jean De Jaegher; Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi; Vincenzo Benincasa; Salvatore Cristallino; Giuseppe Ferrari; Lamberto Priori; Ernesto Antonio Favrin; Attilio Rausse; Ivo Comegna
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