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Antonello Ragadale dopo 29 mila miglia percorse ed assistenza a 8900 profughi lascia Il Fiorillo
Lunedì, 02 Ottobre 2017 17:21 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaIeri 1 ottobre il comandante Antonello Ragadale ha lasciato il Comando del Pattugliatore d’Altura della Guardia Costiera CP 904 “Michele FIORILLO”.
Ora promosso altri importanti compiti attendono l’amanteano Antonello Ragadale.
Ecco foto e comunicato della Direzione-
Alla presenza del Contrammiraglio CP Nunzio MARTELLO, Direttore Marittimo della Sicilia Orientale, si è svolta sulla banchina della 6ª Squadriglia della Guardia Costiera di Messina la Cerimonia del Passaggio di Comando del Pattugliatore d’Altura della Guardia Costiera CP 904 “Michele FIORILLO”, tra il Comandante cedente C.C. (CP) Antonello RAGADALE ed il Comandante accettante T.V. (CP) Luca TESONE.
Dal 26 ottobre del 2015 al 30 settembre del 2017, sotto il Comando del Capitano di Corvetta Antonello RAGADALE, il Pattugliatore CP 904 “Michele FIORILLO”, ha percorso 28.904 miglia nautiche solcando quasi tutti i bacini del Mar Mediterraneo, in attività sorveglianza marittima volta al controllo di flussi migratori provenienti dal Nord Africa, in attività di controllo pesca ed ambientale, sotto la Dipendenza Operativa del Terzo Reparto del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, portando a termine ben 73 missioni di soccorso che hanno consentito di prestare assistenza a 8.900 migranti tra cui moltissimi bambini e donne in stato di gravidanza e, una volta giunti in porto, a seguito delle attività investigative svolte durante le fasi del soccorso, a trarre in arresto, in collaborazione con le altre forze di polizia, numerosi scafisti.
Durante il discorso di saluto il Comandante Ragadale ha espresso il suo ringraziamento all’Equipaggio di Nave FIORILLO, il cui carico maggiore è stato sopportato dalle famiglie e dai figli dei militari, che spesso si sono privati della loro presenza per l’impiego prolungato della nave in mare.
Sacrifici, ha evidenziato il Comandante cedente, che vengono ripagati con lo sguardo di ringraziamento delle migliaia di persone salvate in alto mare.
Il C.C. (CP) Antonello Ragadale, recentemente promosso ad Ufficiale Superiore, viene trasferito sull’Ammiraglia del Corpo, “Luigi DATTILO” CP 940, attualmente di stanza nel Porto di Catania, ove andrà a ricoprire l’incarico di Comandante in Seconda.
L’Ammiraglio MARTELLO, al termine della Cerimonia ha ringraziando l’Equipaggio di Nave Michele Fiorillo, per quanto finora fatto a salvaguardia della vita umana in mare e per quanto faranno durante gli impieghi operativi dell’Unità nel Canale di Sicilia, dando il Buon vento al Comandante RAGADALE per il nuovo incarico a bordo dell’Unità maggiore delle Capitanerie di Porto e al Tenente di Vascello TESONE per l’assunzione del Comando di Nave FIORILLO.
Alla Cerimonia oltre a numerosi ospiti Civili, Religiosi e Militari, all’Equipaggio intero della Nave schierato in alta uniforme, era presente la Sig.ra Marina FIORILLO, madrina della Nave e figlia della Medaglia d’Oro al Valor di Marina Michele FIORILLO cui è intitolata la Nave, giunta da La Spezia per l’occasione e che al termine del passaggio di Comando ha preso la parola ringraziando ed augurando il buon vento ai due Ufficiali che si sono avvicendati al Comando, al C.V. (CP) Antonino ZANGHI’, Comandante della Sesta Squadriglia della Guardia Costiera di Messina, cui la Nave è assegnata e all’Ammiraglio (CP) Nunzio MARTELLO, per l’ospitalità ricevuta.
Al Pattugliatore CP 904, in linea dal marzo del 2003, una delle sei Navi della Guardia Costiera Italiana, della lunghezza di 53 metri, larghezza 7 metri e con 38 militari di equipaggio, in forza alla Sesta Squadriglia della Guardia Costiera di Messina, dipendente gerarchicamente dalla Direzione Marittima di Catania, è stato assegnato il nome del Capitano di Porto (CP) Michele FIORILLO, Medaglia d’Oro al Valor di Marina alla Memoria, che il 6 luglio 1966, Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Marina di Carrara, durante una burrasca che colpì la costa toscana, intervenne con un battello per prestare soccorso ad un bagnante in pericolo di annegamento. Purtroppo, il piccolo battello durante le operazioni di soccorso si ribaltò e il Capitano FIORILLO con profondo altruismo si prodigò per portare in salvo i suoi uomini per poi perdere la propria vita sulla scogliera di Massa.
La cerimonia
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Indagate 3 persone per furto di alberi del comune di Mendicino
Lunedì, 02 Ottobre 2017 17:03 Pubblicato in LongobardiFurto aggravato e continuato in concorso di alberi di proprietà comunale.
A termine di un’attività investigativa coordinata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dott.Mario Spagnuolo, sono stati notificati, nei giorni scorsi, tre avvisi di conclusione indagini preliminari ad altrettante persone, due di Cerisano, e un giovane domiciliato presso Mendicino, indagate in concorso per furto aggravato continuato di alberi facenti parte di complessi boscati situati all’interno della proprietà demaniale del Comune di Mendicino.
Le indagini sono partite tra fine inverno ed inizio primavera nell’ambito dei servizi di controllo del territorio mirati alla salvaguardia del patrimonio forestale svolti nella zona montana di Mendicino, dai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Cosenza, in particolare ai piedi del versante sud-est di Monte Cocuzzo, zona questa caratterizzata da boschi di alto fusto di Ontano napoletano, Pino Laricio e Faggio.
Durante questa attività, effettuata con l’ausilio di sistemi di videosorveglianza e appostamenti, sono state individuate le tre persone autori di diversi furti di alberi nella zona inserita quale Sito di Importanza Comunitaria facente parte della Rete Europea “Natura Duemila”, sempre di proprietà comunale.
Il personale intervenuto ha inoltre, attraverso puntuali rilievi sul campo, rilevato le numerose piante oggetto di furto al fine di stimare il danno economico patrimoniale subito dall’Ente proprietario per un valore di decine di migliaia di euro, oltre al danno ambientale e paesaggistico.
Tale attività rientra nell’ambito di servizi di controllo del territorio mirati alla salvaguardia del patrimonio forestale, ancor di più per quei complessi boscati di pregio e con maggiore grado di naturalità e biodiversità, come appunto quèlli interessati da tale attività illecita, rari casi di fustaie pure di Ontano napoletano, dove, un taglio indiscriminato di piante, avrebbe potuto compromettere in modo rilevante la loro naturale evoluzione con conseguenze maggiori sui valori ambientali e di biodiversità.
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Un tempo c’erano i Dayak, gli aborigeni del Borneo a tagliare le teste.
Ora i tagliatori di testa sono quelli dell’ISIS.
Dagli anni 90 ci sono gli head chopper aziendali, quelli che ti licenziano non pronunciando mai la parola licenziamento e che invece dicono “Questo è il tuo ultimo giorno di lavoro con noi”.
Ora ad Amantea non ci sono Dayak, non ci sono( almeno si spera) adepti dell’ISIS e non essendoci multinazionali non ci sono head chopper aziendali.
E così ci siamo inventati i tagliatori di politici, di incarichi assessorili ed addirittura di Giunte municipali.
Ma se gli obiettivi, a breve , medio o lungo termine, sono certi, non così è per i nomi di tagliatori e tagliati.
Molta incertezza e molta confusione sui nomi da porre sul ceppo sacrificale.
Molta incertezza anche sui nomi dei maneggiatori di asce e scimitarre.
E’ solo questione di tempo, però.
E così può capitare di tutto.
Perfino che chi sta studiando l’avversario, i suoi punti deboli e sta definendo la strategia utile alla sua eliminazione ( politica s’intende) sia a sua volta oggetto di attenzioni finalizzate anche alla sua eliminazione.
Così si passa da cacciatori a cacciati.
E non ci si accorge che mentre si è nella buca ad aspettare che passi la preda per finirla, ci sia qualcuno che sta aspettando che poi lui esca per farlo fuori a sua volta, prendendo, così, due piccioni con una fava.
Intanto da lontano si sentono tamburi della vicina tribù di cannibali.
I portatori sono pronti .
L’acqua bolle.
Basta poco perché la preda cuocia e la tribù cominci a banchettare.
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