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Redazione TirrenoNews

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Donna di 95 anni cacciata dalla sua casetta di legno: Abusiva

Martedì, 03 Ottobre 2017 23:04 Pubblicato in Italia

Cari amici lettori la scorsa settimana mi sono occupato di una signora che ha perso il posto di lavoro per essersi impossessata di un monopattino vecchio e sgangherato trovato nel cassonetto della spazzatura. Ora mi voglio occupare di un'altra signora di 95 anni di eta' che ha dovuto abbandonare la sua casetta di legno dichiarata abusiva dalle autorita' competenti perche' costruita prima che le venisse data regolare autorizzazione.

 

Nonna Peppina, cosi' si chiama la vecchietta, ha avuto la sua casetta distrutta dal terremoto dove ha sempre vissuto.

La signora ha lasciato la casetta in lacrime.

A malincuore ha lasciata la sua terra, piangendo, ma senza inveire.

Ha sussuRrato con un fil di voce:-Ma perche' solo a me fanno del male?-

E' stata portata a casa di una delle figlie a Castelfidardo in attesa che il Tribunale consenta alla signora Peppina di rientrare provvisoriamente nella casetta di legno che i figli le avevano fatto costruire dopo che il terremoto aveva raso al suolo la casetta in pietra.

La comunicazione ufficiale questa volta non si e' fatta attendere.

E' arrivata subito dopo che del triste caso si era occupata la stampa e la televisione.

Ne aveva parlato ampiamente la trasmissione di Rete 4 "Dalla vostra parte".

Il Procuratore capo di Macerata Giovanni Giorgio ha detto che la signora e' autorizzata a rimanere FIno a quando non sia reso noto il provvedimento del Tribunale del riesame e puo' incontrare chiunque nella sua casetta.

Nel caso, pero', che il ricorso venga rigettato l'alloggio dovra' essere liberato e saranno chiusi gli allacci realizzati abusivamente.

La signora Peppina e' contenta, e' rientrata nella sua umile casetta di legno.

Ha voluto ringraziare tutti quelli che in questi giorni le sono stati accanto.

Ha pregato per loro. Ma ha pregato pure per chi le ha voluto del male.

Voglio ribadire con forza che tutto questo e' successo perche' lo Stato, la Regione Marche, il Comune di Fiastra, dopo il terremoto, ancora non hanno costruito casette idonee da consegnare ai terremotati che hanno visto le loro case crollare sotto la furia del sisma.

Alle istituzioni questa volta si sono sostituiti i familiari della signora Peppina che per non farla allontanare dal luogo natio ,che lei ama tanto, hanno fatto costruire per lei una casetta di legno di appena 70 metri quadri nel terreno di loro proprieta',sempre li', a Fiastra.

Ma la burocrazia era in agguato: la casetta era un abuso e quindi doveva finire sotto sequestro e la legittima proprietaria doveva essere sfrattata.

Eppure i figli della signora avevano fatto regolare domanda al Comune, avevano depositato il progetto al Genio Civile.

Mancava soltanto la concessione edilizia e cosi' il sindaco ha emesso un'ordinanza per fermare i lavori, ma la casetta era stata completata.

E cosi' sono scattati i controlli delle Guardie Forestali e la Procura di Macerata ha fatto scattare il sequestro.

L'avvocato della signora Peppina cosi' ha commentato la triste vicenda:- Ci vorrebbe un intervento della Regione, una sanatoria almeno per chi, come in questo caso, aveva le carte in regola per costruire la casetta, e semplicemente non ha aspettato i tempi lunghi della burocrazia -. Ah, la burocrazia! Ma ai nostri burocrati suonera' strano che una donna di 95 anni preferisce vivere in una modesta casetta di legno piuttosto che in una casa insieme alle figlie senza dubbio piu' confortevole.

Non capiscono niente, perche' costretti a vivere in un altro mondo.

La nonnina e' attaccata al proprio paesello e al luogo dove e' nata e sempre vissuta. Li' sono tutti i suoi ricordi, i suoi averi, i suoi affetti.

Se venisse allontanata morirebbe subito di crepacuore.

 

Riceviamo e pubblichiamo:

“L’assemblea del Distretto Sud-Ovst della FIDAPA BPW ITALY, svoltasi domenica 10 settembre ad Amantea presso la sala convegni dell’Hotel LA TONNARA, ha messo un sigillo di gloria e soddisfazione alla vita associativa della sezione Fidapa della città con l’ elezione alla massima autorità distrettuale di Giusy Porchia.

Tra le fondatrice della sezione Fidapa di Amantea, in essa ha ricoperto i ruoli di revisore dei conti, tesoriera e segretaria fino a diventare Presidente nel biennio 2007-2009 e past presidente nel biennio successivo.

 

Nel Distretto Sud-Ovest, ha poi proseguito il suo percorso per 10 anni ricoprendo il ruolo di Responsabile della Commissione della Carta dei diritti della bambina, e le cariche di Tesoriera, Segretaria, Vice Presidente ed infine, trionfalmente e proprio nella sua sezione è stata eletta Presidente del Distretto SU-OVEST per il biennio 2017-2019.

Il Distretto Sud-Ovest Fidapa, sarà guidato a partire dal 1 Ottobre 2017, dalla Presidente Giusy Porchia coadiuvata da un CPD composto dalla Vice Presidente Margherita Vindice, dalla segretaria Giusy Nisticò, dalla Tesoriera Francesca De Feo , dalla Past Presidente Vincenzina Nappi e dalla rappresentante Young Ludovica Zoccoli.

Nel corso dell’Assemblea è stato rinnovato anche il Collegio dei Revisori contabili che per il prossimo biennio sarà composto dalla Coordinatrice Maria Teresa Sena, e dalle revisori Immacolata Romano e Rita D’Agostino.

 

Nei giorni del 09 e 10 settembre la sezione di Amantea ha ospitato uno degli eventi più importanti della F.I.D.A.P.A ovvero l’Assemblea distrettuale che prevedeva l’approvazione del Bilancio di Previsione ed il rinnovo delle cariche sociali.

Sabato 09 settembre alle socie provenienti dalla Calabria e dalla Campania è stato organizzato un tour storico-culturale nel centro storico di Amantea con ausilio di guida autorizzata, offerto dalla Presidente Clara Sciandra. La giornata si è conclusa con la tradizionale cena di gala.

 

Domenica 10 settembre, l’Assemblea è iniziata con i saluti Istituzionali della Presidente del Distretto, del Sindaco di Amantea e della Presidente di Sezione Clara Sciandra che ha espresso parole di elogio e di riconoscimento alla socia Giusy Porchia per il traguardo prestigioso raggiunto e per aver innalzato la sezione di Amantea agli onori della cronaca associativa.

Le socie di Amantea hanno supportato la neo eletta Presidente con la loro numerosa presenza nei due giorni dell’evento associativo.

L’augurio per il Distretto Sud-Ovest e la sezione Fidapa di Amantea è di un sereno e proficuo biennio sulla scorta del motto indicato dalla neo Presidente distrettuale : “CAMMINANDO INSIEME”.

Manoccio e la storia dello Sprar di Acquaformosa. 2 arresti

Lunedì, 02 Ottobre 2017 22:54 Pubblicato in Cosenza

Leggiamo in questi minuti :

1)Acquaformosa: Manoccio sfratta una coppia di nigeriani

Lo abbiamo scritto tante volte come funzionano i progetti di accoglienza dei profughi, specie quelli dello Sprar che si vantano davanti giornali e televisioni di accogliere questa povera gente per amore di fratellanza e solidarietà,

e poi, quando si spengono le telecamere la storia è tutt’altra: finiti i soldi dello stato finita l’accoglienza e la solidarietà.

E’ quello che sta succedendo ad Acquaformosa, paese famoso per l’accoglienza, dove una coppia di nigeriani marito e moglie in attesa, sono stati cacciati in malo modo dalla casa dove abitavano.

Il loro tempo di permanenza dentro lo Sprar è finito, e Manoccio e compari che gestiscono la holding del disagio, non pagano più l’affitto, e il sindaco Gennaro Capparelli ha chiesto ed ottenuto lo sfratto facendo intervenire i carabinieri.

Il nigeriano si è barricato in casa e dice di non saper dove andare, ma Manoccio che davanti alle telecamere vuole bene a tutti, ha deciso che se ne devono andare.

Dove non gli interessa: per strada, sotto un ponte, non sono fatti suoi.

I soldi sono finiti e con essi anche la solidarietà di Manoccio.

Di fronte a queste vigliaccate verrebbe da dire ha ragione Povia quando dice che personaggi come Manoccio la solidarietà non sa nemmeno cos’è, quello che gli interessa è solo prendere i soldi del ministero.

Alla faccia del paese dell’accoglienza.

Da Iacchite -2 ottobre 2017

2) Bloccano operatori centro Sprar, arrestati coniugi ad Acquaformosa

Marito e moglie, 30 anni lui e 25 ledi, nigeriani, ospite dello Sprar di Acquaformosa, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Castrovillari con l'accusa di sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

I due, il cui progetto Sprar, secondo i carabinieri, era terminato, avrebbero sequestrato quattro operatori del centro perché si sarebbero rifiutati di dare loro le presunte somme che vantavano. All'arrivo dei militari i due si sarebbero scagliati contro di loro provocando lievi ferite a tre carabinieri.

L'uomo è stato portato in carcere mentre la donna è stata posta agli arresti domiciliari. (ANSA).

Da Il Dispaccio/ Cosenza del 2 ottobre 2017

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