
Redazione TirrenoNews
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Cambio al comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza.Cambio anche alla base?
Martedì, 24 Ottobre 2017 19:34 Pubblicato in Primo PianoDopo due anni lascia il comando dei carabinieri della provincia di Cosenza il colonnello Fabio Ottaviani.
Il comando passa in mano al 44enne colonnello Piero Sutera alla sua prima esperienza lavorativa in Calabria e con alle spalle il servizio prestato nella provincia di Palermo.
Il colonnello Piero Sutera è nativo di Comiso, e si trasferito a Palermo, dove ha frequentato le scuole.
Ha perfezionato i suoi studi all'Accademia militare di Modena.
Nell'Arma dei carabinieri dal 1993, è laureato in Scienze Politiche e Giurisprudenza.
Ha Compagnia di Taormina e poi ha lavorato per nove anni presso l'ufficio Operazioni del Comando generale dei carabinieri.
Negli ultimi 2 anni ha diretto il comando del Gruppo Monreale, forte di sette compagnie e 57 stazioni del territorio.
Prima di venire a Cosenza il Colonnello Sutera ha incontrato il sindaco Capizzi: il quale ha dichiarato “La sua mano si è vista su questa città .Dal punto di vista dell’ordine pubblico è innegabile la presenza costante sul territorio. Ed era da tantissimi anni che non si vedeva un comandante del Gruppo in giro per Monreale. I cittadini queste cose le notano subito.
Il colonnello Sutera ha così preso ufficialmente il comando dell’arma dei carabinieri ed ha dichiarato: «Penso di dover entrare in punta di piedi e con grande umiltà“. Ho lasciato la Sicilia ma porto in Calabria “ il ricordo del calore umano travolgente che ho ricevuto”».
Poi coglie il punto «La sicurezza partecipata deve essere una nostra priorità. Dobbiamo lavorare in collaborazione con le forze di polizia, con le associazioni di categoria e con i cittadini che sono le vere sentinelle del territorio».
Vuole cioè continuare ad usare i metodi, soprattutto preventivi, usati nella provincia di Palermo.
E così ha concluso«Il carabiniere deve essere una figura amica, dobbiamo lavorare per creare una coscienza civile sempre più forte, affronto questa avventura con la dovuta incisività»
E proprio per queste sue dichiarazioni ora in tanti si aspettano cambiamenti anche alla base, cioè nelle stazioni sul territorio.
Sarà vero?
Non resta che aspettare!
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Canile di Mendicino (cs).Notificati avvisi di conclusione indagine a otto persone
Martedì, 24 Ottobre 2017 19:06 Pubblicato in CosenzaNella giornata di ieri i Carabinieri Forestali del Nucleo investigativo Polizia Ambientale di Cosenza hanno notificato, dopo una accurata indagine disposta dalla Procura della Repubblica di Cosenza un avviso di conclusione indagini preliminari nei confronti di otto persone, gestori e operatori del canile rifugio di Mendicino, tecnici comunali, progettisti e veterinari.
Dalle indagini è emerso che all’interno della struttura in località “Terredonniche” erano presenti un elevato numero di cani, circa 700, senza i dovuti requisiti necessari, in condizioni di sovraffollamento che ne comprometteva il loro benessere.
Nonostante la carenze dei requisiti richiesti e il sovraffollamento dello stesso la struttura ha ottenuto l’accreditamento a canile rifugio.
Nel corso delle indagini è emerso che la struttura era all’interno di un terreno sottoposto a vincolo idrogeologico ed in un terreno ricadente nella fascia di protezione dell’argine del Torrente Caronte.
I lavori al suo interno sono stati eseguiti senza richiedere l’autorizzazione paesaggistica.
Per tali motivi non era possibile neanche, cosa avvenuta, realizzare e autorizzare la rete fognaria per la raccolta delle acque reflue provenienti dal canile e il successivo allaccio alla rete fognaria comunale.
Le indagini effettuate dal NIPAF e dai NAS dell’Arma sono scaturite a seguito di un esposto presentato nel novembre 2016.
COSENZA 24 ottobre 2017
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Perché il comune non ha preso atto della rinuncia alla indennità della Policicchio e di Aloisio
Martedì, 24 Ottobre 2017 18:40 Pubblicato in PoliticaLa dichiarazione di Francesca Policicchio alla rinuncia della consistente indennità di assessore e di Robert Aloisio che ha anche rinunciato alla indennità di consigliere comunale sono rimaste, al momento, lettera morta.
Perché nessuna presa d’atto, nessuna accettazione?
Forse dipende dalla mancanza del segretario?
Riteniamo di poter escludere che ci siamo ragioni di ordine politico, come è stato inopinatamente sussurrato, ma non possiamo escludere che , al contrario, come si dice, dietro questo ritardo ci siano problemi di ordine contabile, amministrativo e fiscale.
Sappiamo che il dlgs 267/200 nei suoi articoli 82 comma 1( Indennità) e seguenti stabilisce che spetta una indennità di funzione per il sindaco nonché per i componenti degli organi esecutivi dei comuni.
E sappiamo ancora che ai sensi del comma 2 i consiglieri comunali hanno diritto di percepire, nei limiti fissati dal presente capo, un gettone di presenza per la partecipazione a consigli ed alle commissioni.
Anche il regolamento di cui al comma 11 del citato articolo laddove dispone che esso ne stabilisce termini e modalità, lascia intuire che si impone la adozione di un atto, atteso che il regolamento non dispone in ordine alla rinuncia
Il successivo articolo 84 dispone inoltre che Agli amministratori che, in ragione del loro mandato, si rechino fuori del capoluogo del comune ove ha sede il rispettivo ente, previa autorizzazione del capo dell'amministrazione, nel caso di componenti degli organi esecutivi, ovvero del presidente del consiglio, nel caso di consiglieri, è dovuto esclusivamente il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute nella misura fissata con decreto del Ministro dell'interno e del Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Ora occorre decidere.
La Policicchio e l’Aloisio intendono rinunciare a monte alle loro indennità evitando che le stesse costituiscano reddito e quindi siano assoggettate ad irpef?
Bene. Se è così le somme stesse restano nella piena e totale disponibilità dell’ente che disporrà come e dove utilizzarle.
Se invece l’obbiettivo è rigido, e cioè, davvero, la Policicchio e l’Aloisio vogliono direttamente utilizzare le somme stesse per le esigenze di solidarietà sociale, esiste, ci sembra, una sola alternativa che è quella che per poter disporre delle somme corrispondenti alla loro indennità dovranno prima incassarle sottoponendole così alle ritenute Irpef.
Questo significa che in tal modo si ridurrà l’importo afferibile al sociale.
Ma in tal modo dovranno poi rendere il conto morale del loro operato.
Insomma un bel pasticcio!
Restiamo in attesa di nuove da parte dell’amministrazione , felici di essere eventualmente smentiti.
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