
Redazione TirrenoNews
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Aspettando la Lorenzin Oliverio( oggi) “si da alla pittura”
Martedì, 05 Dicembre 2017 10:23 Pubblicato in Alto TirrenoLo sappiamo che Oliverio si è sempre affidato al suo personale ufficio comunicazione che non manca mai di farne un mito per i calabresi e gli italiani
Ma ieri per distrarre dall’evento Lorenzin e poco avendo da fare in giunta regionale ecco il governatore che visita la mostra "Il Mediterraneo mito del vento", di Franco Azzinari a Catanzaro.
E poi i suoi bravi fotografi ne imprigionano lo sguardo volitivo ed intenso
Ma ecco il comunicato stampa:
«"Il Mediterraneo mito del vento" è la suggestione scelta da Azzinari, il "pittore del vento" - si aggiunge nel comunicato - nel proporre nelle sede della Regione, che sostiene l’evento, una vasta selezione delle sue tele, in gran parte ispirate da questo elemento naturale, il vento, appunto, che sembra dar vita ed animare, tra i colori, i quadri, muovere i campi di grano, le distese fiorite, le fronde degli ulivi.
Una celebrazione della Calabria, dei suoi paesaggi, nelle tele cui sono affiancate opere che riportano ai molti viaggi dell’artista, soprattutto nell’amata Cuba, ed ai ritratti di personalità quali Gabriel Garcìa Màrques, Fidel Castro ed Ernest Hemingway».
«A guidare nel percorso espositivo - si afferma ancora nella nota - è stato stamane lo stesso Azzinari, che ha accompagnato il presidente Oliverio il quale ha avuto modo di esprimere il proprio sentito apprezzamento per la mostra.
Ad arricchire il momento inaugurale anche due creazioni, indossate da altrettante giovani modelle, della stilista Sladana Krstic che da tempo collabora con Azzinari: abiti originali confezionati per l'occasione, ispirati ai colori delle Clementine di Calabria IGP il cui Consorzio sponsorizza l’iniziativa.
La mostra - ha concluso la Regione - resterà aperta sino al 15 febbraio prossimo.
A disposizione dei visitatori il catalogo edito da Rubbettino»
Nessuno spazio per l’anziano ed unico contestatore che abbiamo fotografato davanti alla sede della regione e che vi mostriamo unici in Calabria!
La Santelli sta distruggendo Forza Italia in Calabria?
Martedì, 05 Dicembre 2017 10:00 Pubblicato in CalabriaLa domanda si impone davanti alla considerazione della emorragia che continua ormai da tempo vede uscire giorno dopo giorno esponenti importanti come Nazzareno Salerno, Ennio Morrone, Fausto Orsomarso e il generale Giuseppe Graziano.
Ed infine la partenza diWanda Ferro, transfuga in Fratelli D’Italia.
Con l’eccezione della Ferro stiamo parlando di impresentabili a tutti gli effetti.
Scrive Iacchitè Salerno scarcerato da pochi giorni dopo il casino di Robin Hood, Morrone eterno “mammasantissima” con le mani in pasta dappertutto, il generale campione indiscusso di trasformismo e il pallone gonfiato del centrodestra: altissimi livelli.
Tutti, oltre agli affari in politica, hanno in comune la volontà di scappare dal “loro” ex capogruppo in consiglio regionale Alessandro (Sandro per gli amici) Nicoló, chiacchieratissimo politico della provincia di Reggio Calabria, il quale ormai si ritrova ad essere il capogruppo di se stesso quasi a certificare il fallimento del soggetto che non è riuscito ad aggregare.
Nicoló è stato bravo solo ad assumere nel gruppo di Forza Italia parenti stretti come collaboratori: Patrizia Occhipinti, della quale abbiamo scritto a lungo (http://www.iacchite.com/regione-nicolo-come-orsomarso-strizza-locchio-ai-clan-e-assume-in-nero-la-cognata/) eFortunata Raffa, nipote, in barba a qualsiasi Parentopoli calabrese.
Oggi è proiettato ad essere candidato alla Camera con Forza Italia ma deve comunque sperare che le numerosi indagini aperte a suo carico dalla procura antimafia di Reggio Calabria ricche di dichiarazioni di pentiti non vedano la luce prima di marzo, altrimenti è fuori”
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Bologna. La Dia: sequestra 1,5 milioni ad un “fantasma” mezzo francese e tutto calabrese
Martedì, 05 Dicembre 2017 09:42 Pubblicato in ItaliaGli uomini della Dia oggi guidati dal generale dei Carabinieri Giuseppe Governale riescono anche in questo: sequestrate 1,5 milioni ad un fantasma mezzo francese e tutto calabrese!
La storia merita di essere raccontata dalla fine.
La Dia di Bologna ha appena dato esecuzione a un decreto di sequestro di beni, emesso del Tribunale di Reggio Emilia su proposta del Direttore della Dia, nei confronti di Salvatore Cappa, imprenditore edile 55enne originario di Cutro (Crotone), da anni nel nord Italia. Prima a Reggio Emilia e da ultimo ad Arcole (Verona).
Il provvedimento scaturisce da indagini che hanno consentito di acclarare una netta sproporzione, non giustificata, tra i redditi dichiarati rispetto all’ingente patrimonio riconducibile a Cappa. Il sequestro, oltre 1,5 milioni, ha interessato diversi rapporti bancari e veicoli, nonché quattro immobili, tra cui un appartamento con autorimessa.
Cappa è stato già condannato dalla Corte d’appello di Bologna il 12 settembre a 9 anni di reclusione nell’ambito del processo “Aemilia”, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, reimpiego di beni di provenienza illecita ed estorsione.
Appare il fantasma
E veniamo ora alla “genialata” che aveva pensato Cappa con la speranza di sottrarsi ad un eventuale sequestro. Cappa aveva intestato l’appartamento con autorimessa, in maniera fittizia, attraverso l’utilizzo di documenti falsi, a tale Celestino Sassi, nato in Francia ma residente in Italia, a Campomarino (Campobasso).
Ma il tizio, dopo ulteriori accertamenti svolti anche con l’aiuto delle autorità francesi, è risultato essere inesistente. Insomma, aveva un’identità fittizia.
L’importanza di Campomarino
La residenza a Campomarino non deve essere considerata un caso.
Vediamo infatti cosa scrive la Dia nella relazione sul secondo semestre 2016: “Quelli che venivano indicati come segnali, per quanto qualificati, di una presenza delle cosche in Abruzzo e in Molise, grazie alle evidenze investigative raccolte con l’operazione Isola Felice, sono diventati importanti tessere del mosaico espansionistico della ‘ndrangheta verso regioni solo all’apparenza meno appetibili“.
Nell’inchiesta ‘Isola felice’, condotta dai Carabinieri con l’esecuzione di 25 misure cautelari, è stata fatta “piena luce sull’operatività del gruppo Ferrazzo di Mesoraca (Crotone) in Abruzzo e in Molise“. “Il capo ‘ndrina – si legge ancora nella relazione – non solo aveva scelto di stabilire ufficialmente la propria residenza in San Giacomo degli Schiavoni, ma si era di fatto reso promotore di una associazione criminale composta sia da calabresi che da siciliani (famiglia Marchese di Messina) che operava tra San Salvo, Campomarino e Termoli“.
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