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Redazione TirrenoNews

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Evade dal carcere di Paola, arrestato 27enne

Mercoledì, 13 Dicembre 2017 13:28 Pubblicato in Paola

Voleva passare a casa le feste di Natale

Forse per questo Vito Merigo, dopo un permesso, non aveva fatto ritorno nella casa circondariale lo scorso 14 ottobre.

È stato rintracciato in un appartamento dai carabinieri di Bianco con numerosi indumenti per camuffare la sua identità.

I carabinieri della Compagnia di Bianco e della Stazione di Palizzi Marina, col supporto dei militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, hanno arrestato Vito Merigo, 27enne di Palizzi Marina.

Ricercato dal 14 ottobre scorso, Merigo era evaso dal regime di detenzione cui era sottoposto presso la casa circondariale di Paola, approfittando di un permesso premio di 5 giorni che gli era stato concesso, da fruire in una casa di accoglienza del posto.

Al termine del beneficio, infatti, il giovane non si è più presentato al carcere, facendo perdere le proprie tracce. Il latitante, responsabile di numerosi reati in materia di produzione e spaccio di stupefacenti oltre che di rapina e sequestro di persona in concorso e maltrattamenti in famiglia, stava scontando presso il carcere di Paola una pena di 9 anni e 5 mesi di reclusione inflittagli dal Tribunale di Locri, che sarebbe terminata nel gennaio del 2020.

Lo stesso - che agli inizi del 2009 si era già reso protagonista di una fuga da un centro di recupero del cosentino cui era stato affidato dal Tribunale dei Minori di Messina a seguito di un arresto in flagranza per spaccio - aveva trovato rifugio nel capoluogo reggino, dove si nascondeva in un appartamento disabitato del centro, privo di energia elettrica e riscaldamento, in cui sono stati rinvenuti, oltre ai suoi effetti personali, diversi indumenti ed oggetti vari atti a camuffare l’identità personale, probabilmente utilizzati per gli spostamenti e per la commissione di altri reati.

La cattura è arrivata al termine di un’articolata attività di indagine, sotto il coordinamento delle Procure della Repubblica di Locri e di Paola con un intenso ed efficace concorso operativo tra tutte le componenti dell’Arma.

Le operazioni di localizzazione si sono concluse, nel tardo pomeriggio, con la cattura del latitante che, ormai braccato dai militari dell’Arma, ha tentato senza successo una disperata fuga a piedi per le affollate vie cittadine, creando stupore tra i numerosi passanti, prima di essere immobilizzato e condotto presso i locali del Comando provinciale carabinieri di Reggio Calabria.

Al momento dell’arresto il Merigo aveva con sé una pistola “scacciacani”, priva di tappo rosso, carica e dall’aspetto analogo ad un’arma da fuoco.

Al termine delle formalità di rito è stato associato presso la casa circondariale di Reggio Calabria “Arghillà” dove, oltre alla menzionata pena - in scadenza nel 2020 - risponderà all’autorità giudiziaria anche del reato di evasione. 

Da Il corriere di Calabria

In arrivo una pandemia di demenze?

Mercoledì, 13 Dicembre 2017 13:03 Pubblicato in Italia

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa:

“Un’atmosfera intima e raccolta ha fatto da cornice, ieri 12 dicembre, alla presentazione del libro “Il Corpo nella Demenza: la Terapia Espressiva Corporea Integrata”, scritto dalla psicologa e terapeuta espressiva corporea Elena Sodano e pubblicato dalla Maggioli Sanità. La location scelta è stata quella della libreria Punto e a Capo dove, davanti ad un folto pubblico, l’autrice ha dialogato con la giornalista Terri Boemi.

L’evento, svolto grazie alla sensibilità dimostrata da Paola Tigani Sava, si è arricchito con la presenza del giornalista, musicista ed attore Marcello Barillà, reduce dalla partecipazione al docufilm “Uscirai Sano”, di Barbara Rosanò e Valentina Pellegrino.

Più che la semplice presentazione di un libro, l’evento è stato un vero e proprio viaggio, che ha condotto il pubblico nei meandri di esperienze che si allontanano dall’ambito meramente professionale e s’intrecciano al modo in cui ognuno di noi si pone verso l’altro e verso sé stesso.

Infatti, la metodologia TECI (Terapia Espressiva Corporea Integrata), unica in Italia, accuratamente descritta nel manuale “Il Corpo nella Demenza”, implica il coinvolgimento totale del terapeuta che abbraccia ed accetta la malattia del paziente, con il quale instaura una relazione profonda che affonda le sue radici nell’intima essenza di una persona che non può più comunicare con le parole e lo fa mediante il corpo.

Il metodo TECI cerca proprio di creare un nuovo modello di comunicazione basata sul risveglio della memoria corporea, ossia tutto il bagaglio di esperienze compiute dal paziente durante la sua vita, che possono essere risvegliate mediante nuovi contatti corporei e movimenti che spesso si traducono in una danza e che riescono anche a promuovere una stimolazione cognitiva.  

TECI è il metodo per la cura ed il contenimento naturale delle demenze utilizzato tutti i giorni dall’équipe multidisciplinare della Ra.Gi. Onlus, all’interno dell’unico Centro Diurno di questa tipologia situato a Catanzaro ed autorizzato dalla Regione Calabria.

La giornalista Terri Boemi lo ha definito «un luogo dell’infanzia ritrovata.

Questo perché in questo spazio – ha proseguito la moderatrice -, il grigio spettro della malattia scompare per lasciare il posto a sorrisi, abbracci, emozioni.

La demenza non è più uno stigma, ma soltanto un tratto di diversità, di unicità e vedere i pazienti che ringraziano gli operatori permette di cogliere la simbiosi che si è creata tra di loro».

E la simbiosi tra paziente e terapeuta è una delle caratteristiche di TECI perché, come ha spiegato Elena Sodano «questo metodo di cura implica una contaminazione tra due persone, tra due anime in cui il terapeuta, spogliandosi del suo ruolo deve nutrirsi della follia del suo paziente, calarsi nei suoi panni, abbracciare il suo punto di vista.

Tutto questo non è facile – ha proseguito la dottoressa Sodano - perché l’uomo ha dimenticato di essere un animale relazione che per vivere ha bisogno di affetto e ha creato delle barriere che ostacolano la relazione con l’altro.

Sovrastrutture che il Teci terapeuta deve infrangere.

“Il Corpo nella Demenza”, scritto con un linguaggio semplice e coinvolgente, lancia proprio questo messaggio: quello di andare oltre gli stigmi, oltre gli schemi mentali e guardare alla demenza come un percorso di vita alternativo, diverso in cui la persona che ne è affetta deve ritrovare la gioia di stare al mondo.

Un mondo di cui è ancora parte, secondo delle logiche nuove, che gli altri devono accettare.

Concetti che, nel corso della serata, sono stati ribaditi con la lettura di alcuni brani del libro e anche con il racconto di esperienze vissute.

Una delle più incisive è stata quella raccontata da Marcello Barillà, che nel docufilm sulla storia dell’Ospedale psichiatrico di Girifalco, ha interpretato il ruolo di uno degli ospiti della struttura, costretto ad un soggiorno di trentasei lunghi anni. Barillà ha ammesso di essere riuscito a recitare bene quella parte solo dopo avere annullato ogni distanza tra sé e il personaggio, facendo completamente sua storia di quest’ultimo, il suo dolore.

Questo è ciò che accade tra il paziente affetto da demenza e il Teci terapeuta.

Infine Elena Sodano ha sottolineato che «in una società in cui le demenze stanno assumendo i tratti di una vera pandemia, mentre la ricerca non ha ancora prodotto delle cure risolutive, il metodo TECI rappresenta semplicemente un’alternativa al non far nulla e il primo passo verso il cambiamento nella cura di queste patologie è riconoscere che le persone affette da demenza hanno il diritto di esprimersi liberamente, senza contenzioni che mortifichino la loro essenza».  

Amantea. Babbo Natale porta assessorati anche alla opposizione?

Martedì, 12 Dicembre 2017 19:30 Pubblicato in Cronaca

E’ tempo di Natale e quindi è tempo di regali.

Vado in un supermercato per comprare un ferro da stiro.

Incontro un amico che si è candidato alle recenti elezioni comunali.

Scambiamo quattro chiacchiere. Si informa su quanto succede al comune.

Poi, siccome– secondo lui- io non mi sbilanciavo, mi spara la domanda da 10 mln di euro.

Ma è vero che ……………. , e mi fa un nome della minoranza, entrerà nella maggioranza e sarà nominato assessore?

Beh, in politica nulla è impossibile, ma che, poi, qualcuno perda il posto di assessore per fare entrare uno della opposizione, mi sembra una abnormità! – rispondo.

Tanto più che non vedo fragilità della attuale giunta- continuo.

Non è un giudizio negativo sulla persona che mi hai detto, ma mi sembra molto improbabile, quasi impossibile.

Certi fatti, in politica, non si dimenticano facilmente e vorrei che tu ricordassi quanto è successo subito dopo queste difficili ultime consultazioni elettorali, conclusesi come tu sai!

Forse chi ti ha suggerito questa ipotesi avrà visto alcuni incontri tra qualcuno della maggioranza e qualcuno della minoranza ed ha supposto che potessero esserci punti di incontro di natura politica”.- finisco.

A meno che Babbo Natale non abbia ricevuto la sua letterina con la quale gli chiedeva un posto di assessore e nel suo grande sacco non ne abbia trovato uno disponibile…..!

Sgrana gli occhi e si batte lievemente la mano destra aperta sulla fronte.

Poi accenna un lieve sorriso.

“Ma io l’ ho visto parlare con ……… - dice – e tira giù diversi nomi che contano, di giunta, di maggioranza e dintorno.

Secondo me con ……….. parlava del problema dei suoi grandi elettori di Campora SG, e con …… ………parlava del problema di ………., ed infine con ………….parlava del problema di ………..

Poi poggia la mano destra sulla faccia lasciando quasi libero l’occhio sinistro che apre interrogandomi sorpreso.

Hai ragione, avevo dimenticato quello che è successo subito dopo le elezioni, ………

Poi prima che continuasse concludo dicendo “ In politica- te lo ripeto- nulla è impossibile. Può anche darsi che sia tu ad avere ragione. Ma se fosse così sarebbe l’inizio della fine di questa giunta!

Ma dura?

In politica- te lo ripeto- nulla è impossibile.

Nemmeno che arrivi babbo natale con la sua slitta.

Ciao!

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