
Redazione TirrenoNews
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Si rompe il locomotore e l’Intercity resta bloccato per ore ad Amantea
Venerdì, 15 Dicembre 2017 16:15 Pubblicato in Primo PianoNon si è spenta l’eco del disastro nella galleria Paola Cosenza ed ecco a pochi km un altro problema
Stamattina il treno Intercity 556 diretto a Roma è rimasto bloccato per ore all’altezza di Amantea.
Ci dicono che si è guastato il locomotore tanto che per trainare il treno è dovuto giungere u altro locomotore
E peraltro il guasto del locomotore giustifica la mancanza di riscaldamento.
Sulla vicenda è intervenuto il Codacons:
L’associazione dei consumatori ha annunciato che se Trenitalia non risarcirà in automatico i passeggeri «per i danni morali subiti», scatterà l’azione legale:
«Al di là del ritardo accumulato dal convoglio a causa di un guasto, quello che è davvero inconcepibile è che nel 2017 un treno possa rimanere per ore fermo sulle rotaie, privo di sistemi di riscaldamento, privo di acqua nei bagni e senza fornire le dovute informazioni ai viaggiatori – ha reso noto il vicepresidente nazionale del Codacons Francesco Di Lieto –
Proprio la mancanza di riscaldamenti a bordo e gli evidenti disagi subiti per ore dai passeggeri, per l’impossibilità di utilizzare i servizi igienici, realizzano il diritto degli utenti presenti sul treno ad ottenere un risarcimento per il danno subito, sulla base di precedenti sentenze dei tribunali che, in situazioni analoghe, hanno riconosciuto i diritti dei viaggiatori».
Da qui la richiesta del Codacons di disporre un indennizzo automatico in favore dei passeggeri del treno rimasto bloccato: «Tutti gli utenti presenti sul convoglio possono contattarci – fa sapere il Codacons – per valutare le azioni legali da intraprendere nei confronti dell’azienda nel caso in cui non saranno disposti risarcimenti automatici».
I disagi alla circolazione ferroviaria, intanto, proseguono visto che si è ancora in attesa di un rimorchiatore che conduca il convoglio presso la stazione di Paola.
Purtroppo la Calabria - conclude Di Lieto - continua ad essere gravemente penalizzata dalle condizioni di una rete ferroviaria fatiscente.
Venerdì, 15 Dicembre 2017 13:49
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Paola. Evasione e truffe, eseguite 14 misure cautelari. Sequestrati beni per 33 milioni di euro
Giovedì, 14 Dicembre 2017 23:40 Pubblicato in Alto TirrenoBeni per oltre 33 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Cosenza nell'ambito dell'operazione Matassa, coordinata dalla Procura di Paola,
che ha smantellato un'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato ed alla commissione dei reati fiscali.
Quattordici le misure cautelari eseguite (12 in carcere e due ai domiciliari di donne con figli minori).
Tra i beni sequestrati due parchi acquatici, ville, auto, società e opere d'arte.
Il sistema era basato su società, tutte fittizie, operanti nei settori della pubblicità, dell'immobiliare o delle ricerche di mercato e consulenza amministrativa che creavano crediti falsi da utilizzare a compensazione per il pagamento di contributi e imposte.
Diecimila i modelli F24 analizzati per ricostruire il meccanismo, molti con importi di 0,1 centesimo per evitare il blocco delle procedure di compensazione, attraverso l'utilizzo dell'home banking.
Un’associazione a delinquere che sarebbe stata finalizzata alla truffa ai danni dello Stato ed alla commissione di reati di natura fiscale.
Questo quanto scoperto dagli uomini della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Cosenza che hanno eseguito 14 arresti – 12 in carcere e 2 ai domiciliari – ma anche alcuni sequestri preventivi per un ammontare di circa 33 milioni di euro.
Le misure di custodia cautelare così come quelle di prevenzione patrimoniale sono state disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola, la cui Procura sta coordinando le relative indagini.
L’attività della Guardia di Finanza è mirata principalmente nell’area del medio e alto Tirreno cosentino ma anche nell’area urbana di Cosenza, specie Castrolibero e Rende.
Coinvolti livelli imprenditoriali con ramificazioni anche in altre regioni d’Italia, in particolare l’Emilia Romagna.
Il fine principale degli associati, uniti dal medesimo disegno criminoso, era quello di creare meccanismi fraudolenti di evasione fiscale e di precostituirsi un elevato imponibile previdenziale quale base per il trattamento pensionistico.
Milioni di euro di false retribuzioni per milionarie (vere) pensioni a carico dello Stato.
Le persone per cui è stata disposta la custodia cautelare in carcere sono:
Maurizio Ruggerini, 64 anni residente a Castrolibero;
Carlo Alberto Ruggerini, 39enne residente nel Modenese;
Raffaele Mazzotti, 66enne nato a Tortora ma residente a Praia a Mare;
Maurizio Sentimenti, 69enne residente nel Modenese;
Agostino Francesco De Luca, 49enne nato a Chicago e residente a Rende;
Eugenio Cannataro, 36enne di Rende;
Francesca De Luca, 50enne di Castrolibero;
Alessandro Albano, 39enne di Lagonegro;
Giuseppe Bruzzese, 58enne di Praia a Mare;
Luca Pavani, 52enne nato nel Ferrarese e residente a Praia a Mare;
Alda Mazzola, 57enne del Mantovano;
Concetta Imparato, 48enne nata a Napoli e residente a Praia a Mare.
Arresti domiciliari, invece, per Tatiana Ruggerini, 43 anni di Modena, e Rosanna Ursini, 33enne nata nel Cuneese e residente a Rende.
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Paola, 6 anni e 8 mesi all’uomo che abusò di tre bambini
Giovedì, 14 Dicembre 2017 23:32 Pubblicato in PaolaTre bambini violati nella loro innocenza, due famiglie ferite nella loro intimità da un orco cui ieri il Tribunale di Paola ha inflitto sei anni e otto mesi di reclusione.
Nel palazzo di giustizia della città del Santo,
il collegio presieduto da Alfredo Cosenza ha emesso il dispositivo di condanna nei confronti del 32enne Luciano Greco, dipendente di un albergo di Guardia Piemontese.
Con questo resoconto s’è chiuso il primo grado di giudizio servito a chiarire l’entità di un’azione condotta da un uomo che, per soddisfare il suo becero ludibrio, non ha lesinato nessuna tecnica coercitiva nei confronti di minori adescati sia nel nucleo familiare di suoi amici, sia nei corridoi della struttura ricettiva dove svolgeva la mansione di “portiere”.
I piccoli, che all’epoca dei fatti (2012) avevano otto, cinque e sei anni, sarebbero stati “agganciati” in tempi diversi, con la scusa della visione di un filmino (pedopornografico) cui seguiva “l’invito” a denudarsi per essere fotografati e subire atti sessuali.
Ad accorgersi che qualcosa stava turbando la spensieratezza dei minori, sono state le stesse famiglie (di cui una, quella del bimbo adescato in albergo, proveniente dall’Emilia Romagna), che immediatamente hanno sporto denuncia facendo scattare le indagini.
Per dirimere la vicenda, il tribunale ha dovuto far ricorso ad un incidente probatorio, con un perito che ha dovuto far ripercorrere ai bambini tutte le fasi della triste vicenda che li ha visti nel ruolo di vittime.
Appurata l’attendibilità dei loro racconti, considerate “esaurienti” le versioni dei tre minori, per Luciano Greco è scattato il rinvio a giudizio, culminato nella sentenza di ieri che – oltre agli anni di condanna inflitti – consta di un risarcimento da 10mila euro per ciascuna famiglia e l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela e all’amministrazione in sostegno, nonché – sempre in perpetuo – dai pubblici uffici.
Da Iacchite - 14 dicembre 2017 di Francesco Frangella Fonte: Marsili Notizie
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