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Il Natale in Calabria ed il cenone della Vigilia ad Amantea
Sabato, 23 Dicembre 2017 21:34 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiIl Natale è, nel mondo, la ricorrenza più bella e più attesa dell'anno.
Ancor più, forse, in Calabria.
È la festa della famiglia e rappresenta un momento d'incontro affettuoso non solo tra parenti ma anche tra amici.
La festa nella quale ritornavano tanti emigranti e le famiglie si riunivano di nuovo.
E’ una festa permeata di profonda spiritualità, ma che in Calabria conserva (nelle tradizioni e nelle credenze) evidenti tracce delle sue origini pagane.
Un tempo, infatti, le famiglie si riunivano intorno al focolare, od intorno ai grandi bracieri e cenavano , alzandosi dal tavolo solo a notte inoltrata.
Un tempo la vigilia di Natale, quando possibile, si era usi mangiare 13 “cose”, cioè 13 pietanze, innaffiate da abbondante vino ed arricchite da canti natalizi, anche a più voci.
La cena , i canti ed il fuoco erano il simbolo della unità della famiglia.
Ma quale erano queste pietanze, ci chiede la nostra cara amica Donatella?( mandiamo a lei ed alla sua famiglia speciali auguri di Buon Natale)
Certamente non il cotechino, che niente ha a che vedere con le nostre nobili tradizioni!
Certamente non il «panettone» di Milano o il pandoro di Verona, anche essi totalmente estranei alle nostre usanze.
Ma andiamo al cenone.
In molti paesi come Amantea il numero delle portate doveva essere di tredici: sembra in riferimento ai tredici apostoli.
E la tavola si lasciava sempre apparecchiata con quello che restava delle varie pietanze; e questo perché sarebbe potuto capitare che Giuseppe e Maria di passaggio avendo fame si fermassero.
E comunque il giorno dopo si consumava quello che era rimasto della sera prima.
Ed ecco alcuni piatti tipici
a)I lessi
Sulla tavola della vigilia non mancavano mai, nemmeno nelle famiglie più povere,
-le carote lesse con olio, limone e trito di prezzemolo,
-i broccoli lessi con olio e limone,
-i finocchi lessi, eventualmente, anche, gratinati con mollica di pane e comunque conditi con olio e limone.
b)I fritti .
I fritti erano il pezzo forte del cenone Parliamo per esempio:
-di pipi, patati e mulangiani,
-di mulangiani a fungilli con i pomodorini d’appisa,
E senza dimenticare i pitticelli (cioè le frittelle)
-di cavolfiori,
-di broccoli
I cavolfiori ed i broccoli venivano prima lessati, poi , aggiunti in una pastella di acqua e farina ed il tutto passato in padella con olio o grasso.
E senza dimenticare nemmeno le verdure lessate e passate in padella con la mollica.
Ma i piatti principali sono sempre state le polpette di melanzane con il pecorino
c)Le insalate
Le insalate erano obbligatorie durante la abbondante cena sin dagli antichi Saturnali romani per garantire una buona digestione
Proprio per questo si usavano insalate di bianchi finocchi conditi con olio, aceto, sale ed origano.
Ma la insalata principe era quella fatta con l’ insalata riccia condita con i peperoni verdi che erano stati nell’aceto sin da agosto.
d)I primi piatti.
Due in particolare, quando si poteva, erano i primi piatti di Amantea,
Uno famosissimo quale la “pasta culla mullica” ben nota nella sua preparazione con la pasta fatta in casa , per lo più spaghetti, le alici di Amantea, il buon olio delle nostre campagne e la mollica di pane.
L’altro che era, ed ancora è, considerato il piatto povero della festa quale è la “pasta e patate alla tiella” , anche esso un tempo fatto con pasta fatta in casa, per lo più maccaruni i ziti, patate, pomodorini d’appisa, sugna, origano, sale, acqua e facilissimo da realizzare
e)I secondi piatti.
Durante la vigilia di Natale tutte famiglie si mangiavano di magro. Niente carne.
Proprio per questo sin dal tempo dei romani si mangiava pesce e nei periodi di maltempo il baccalà.
Ve ne segnaliamo modi tipici di mangiare il baccalà:.
-Il baccala fritto od arriganato,
-Il baccala con olive e broccoli.
f)I contorni
- le olive bianche o nere
- le melanzane sott’olio con aglio e peperoncini e guarnito con qualche fogliolina di menta,
-le alici salate,
Sulla tavola di natale non mancavano mai le “mulangiani a scarpa” od altrimenti dette “mulangiani allu tinu”, quelle, cioè, che quando venivano tolte dal tino riempivano di profumo tutta la stanza.
g)I dolci.
I dolci principali di natale erano i turdilli, e li cosicelli d’ova, tra cui i scalilli
E poi i fichi, fatti a crocette, ntrizzati, culla murtilla.
h)Tutto poi veniva annegato nel vino rosso secco che ai bambini ed alle donne veniva offerto con la gassosa ( ma solo negli anni cinquanta quando vennero prodotte per la prima volta).
La cena poi era arricchita dalla ninna che si cantava il onore del bambinello.
“E’ la notte ohi! di Natale
ohi! chi festa, ohi! principale
ed è nato nostru Signore
dintra na povera ohi! mangiatura,
e lu vo’ e l’asiniellu
e Maria chi l’adurava…
Fai la ninna, fai la nanna…”
Ah, dimenticavo di ricordare che il presepe, anche piccolo, modesto era sempre nella stanza dove si cenava.
Ed erano canti spesso a più voci e che, quando il vino aveva fatto il suo effetto, si cantavano poggiando il volto sulla mano, per evitare che la testa ciondolasse.
Buon Natale.
Broccoli lessi con olio e limone;
Carote lesse con olio, limone e prezzemolo;
Finocchi lessi e gratinati;
Polpette di melanzane
Pitticelle di broccoli
Baccalà fritto
Il tavolo
I Fichi
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Era l’inizio degli anni trenta quando il sindaco Mirabelli decise completare Via Della Dogana ( così si chiamava un tempo), cioè quella che collegava Catocastro con la marina ed in particolare con la stazione ferroviaria.
Nasceva così l’unica strada che attraversava la piana di Amantea da Nord a sud nel tratto tra il Catocastro ed il Santa Maria.
Al tempo c’erano pochissime case e pertanto si collegavano soprattutto terreni.
Una strada comunque non solo utile m importante.
Ci volle del tempo per capire la grandezza di questa intuizione politica ed urbanistica.
Poi nacque la SS18, una strada moderna e larga, e così via Dogana fu meno considerata e soprattutto meno difesa.
Tanto da diventare in alcuni tratti a senso unico.
Talvolta verso sud, da via Mazzini a via Della Libertà, talvolta verso nord, da Via Baldacchini a via Della Libertà.
Scelte urbanisticamente ingiustificate ed ingiustificabili, se non addirittura folli, fatte solo per garantire la sosta a poche automobili.
Quasi che le strade non fossero nate per collegare quartieri, case, poderi, famiglie, ma solo per parcheggiare !
Ed è di questi giorni un’altra scelta folle, quale ci sembra quella di fare un altro pezzo di senso unico, tra via Lava Gaenza e Via Baldacchini, nel senso nord –sud.
L’unica strada interna al centro abitato che collega tutta la piana di Amantea, quindi, diventa la dimostrazione della arroganza della politica che suppone di poter fare ciò che vuole del traffico senza alcuna analisi e senza alcuna legittimazione.
La riprova è nella ordinanza a supporto del neonato senso unico.
Nella ordinanza n 131 dl 18.12.2017, leggiamo, infatti,” Vista la delibera GM nr 44 del 29.09.2017 inerente la modifica in via sperimentale della viabilità in via Dogana, nel tratto compreso tra via Baldacchini e via Lava Gaenza”
E siamo così andati a vederla, scoprendo che parla non di Via Dogana ma del Polo scolastico !!!!! ( vedi foto in basso)
Classico refuso?
Ma c’è di peggio.
Il terribile è quando si scrive che “l’attuale destinazione del tratto di strada a doppio senso di circolazione determina notevole intralcio alla circolazione con situazioni temporanee di congestione del traffico”.
Una affermazione assurda.
La congestione non dipende dal doppio senso di circolazione che esiste da una vita, ma esclusivamente dal parcheggio degli autoveicoli.
Un parcheggio inaccettabile ed illegittimo.
Ed, infatti, si attua un senso unico solo per permettere il parcheggio di 10 autoveicoli al massimo.
Ancora più grave è l’affermazione che il senso unico serve per aumentare la sicurezza e l’incolumità degli utenti e cittadini in genere.
Di quale sicurezza ed incolumità si parla?
Certamente non di quella dei pedoni vista la presenza dei marciapiedi su ambo i lati della strada.
Ma la cosa più illogica è che il traffico proveniente da sud non può andare diritto come sarebbe logico, non può andare a sinistra, su via Lava Gaenza, verso la SS18, perché c’è un divieto di accesso e deve pertanto per forza svoltare a destra verso via Bologna, una strada dove manca la visibilità all’ incrocio e dove mancano i parcheggi, così facendo percorrere più strada, così inquinando l’aria, così aggravando il già difficile transito su via Baldacchini che è la strada più stretta di Amantea.
E tutto per pochissimi parcheggi.
Ma a chi appartengono ed a chi servono?
Ma ancora più grave è che per garantire pochissimi parcheggi su via Dogana si vieta poi i parcheggi sul tratto di Via Lava Gaenza dove viene immesso il traffico di via Dogana oggi vietato!
Appena ragioneranno un po’ gli amanteani della zona sud per evitare un traffico infernale cercheranno di usare la SS18 rischiando ancora di più.
Le immissioni a sud di via Lava Gaenza, infatti, non sono tutelate da semafori!
Non ci stiamo e se non verrà immediatamente revocato questo senso unico chiederemo al Prefetto ed al competente ministero di accertare se in questa vicenda siano avvertibili abusi di sorta, e soprattutto di accertare se il comune di Amantea abbia operato correttamente per la dotazione di parcheggi privati( quelli delle abitazioni) e pubblici( quelli del DM 2.4.1968 n 1444)!
Speriamo che il 2018 porti più saggezza!
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Questo il comunicato stampa del Consigliere Comunale e Provinciale di Cosenza Luca Morrone
“A seguito di un incontro con il Segretario nazionale Udc, Lorenzo Cesa, e il Segretario regionale Udc Calabria, Francesco Talarico,
il consigliere comunale e provinciale di Cosenza, insieme a tanti altri amministratori locali cosentini, hanno aderito al Partito dello scudo crociato.“
La decisione- ha dichiarato Morrone- e’ stata a lungo maturata, e determinante e’ stata la scelta fatta nei mesi scorsi dal Partito, di schierarsi in maniera organica rappresentando i moderati in un’alleanza di centro destra.
Infatti, il risultato elettorale siciliano è la testimonianza evidente che, soprattutto al sud, un partito ancorato ai valori e alle tradizioni, quale l’Udc, e’ ancora centrale e di forte interesse, in quanto altamente rappresentativo dei bisogni della comunità”.
Poi ha aggiunto, “La mia adesione all’Udc, come quella degli altri amministratori che, come me, hanno scelto un partito dalle radici solide e da valori condivisi quali la famiglia e la solidarietà, altro non fa che rafforzare il nostro impegno verso la Cosa Pubblica.
In un momento di crisi non solo economica ma anche morale e sociale, l’intento è quello di rimettere al centro i cittadini e diventare punto di riferimento per quelle forze che non si riconoscono nelle aree più estreme della politica“
Infine ha concluso “Organizzeremo, subito dopo la pausa natalizia, un incontro a Cosenza in presenza del Segretario nazionale Lorenzo Cesa e del Segretario regionale Francesco Talarico e, in questa ottica politica lavoreremo, da subito, per rafforzare sempre di più la presenza sul territorio dell’Udc in una visione europeista, nel solco del partito popolare europeo, e per contrastare i partiti populisti, bravi a raccogliere consensi ma incapaci nell’azione governativa“.