
Redazione TirrenoNews
Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
E’ morto Mons. Serafino Sprovieri di Francesco Gagliardi
Giovedì, 04 Gennaio 2018 15:33 Pubblicato in CosenzaMons. Serafino Sprovieri, Arcivescovo emerito di Benevento, è morto ieri notte a Cosenza.
Aveva 87 anni.
I funerali si svolgeranno oggi 4 gennaio alle ore 15,30 presso la Cattedrale di Cosenza presieduti da Mons. Nolè Vescovo della Diocesi diCosenza – Bisignano.
Dopo il sacro rito, per espressa volontà del Vescovo scomparso, la salma procederà per Benevento dove sarà celebrata un’altra santa messa esequiale e poi sarà seppellito nella cripta dei Vescovi nella Cattedrale.
Mons. Sprovieri era nato in San Pietro in Guarano il 18 maggio 1930 e ordinato sacerdote il 12 luglio 1953 da Mons. Aniello Calcara che lo volle suo segretario affidandogli la direzione del giornale diocesano “Parola di vita”.
Fu Rettore del Seminario cosentino e poi del Pontificio Seminario Teologico S. Pio X a Catanzaro. Nominato Arcivescovo di Rossano Cariati nel luglio del 1980, il 25 novembre del 1981 fu nominato da S.S. Paolo II Arcivescovo Metropolita di Benevento.
Per raggiunti limiti di età lasciò l’alto incarico nel 2006 e si trasferì definitivamente a Cosenza.
Si é dedicato fino all’ultimo alla confessione e all’assistenza spirituale dei fedeli celebrando ogni giorno Sante Messe nella chiesetta della Madonna del Carmine in Piazza dei Bruzi, quella chiesetta di fronte al Municipio e di fianco alla caserma dei Carabinieri “Crippo”.
La sua Santa Messa domenicale delle ore 11,15 era molto seguita da numerosissimi fedeli cosentini. Io ho frequentato spesso le sue funzioni religiose.
Per l’ultima volta ho assistito alla Santa Messa di Natale e del 31 dicembre u.s. celebrate da Mons. Sprovieri. Si vedeva che era affaticato e molto stanco.
A stento riusciva a camminare aiutato con amorevole cura dal suo assistente.
Era però lucidissimo. Era un piacere ascoltare le sue dotte omelie.
Addio, Mons. Sprovieri.
Ti accompagnino i Santi e gli Angeli nella Santa Gerusalemme.
Etichettato sotto
La Befana? Esiste, eccome! Io l’ho incontrata di Francesco Gagliardi
Giovedì, 04 Gennaio 2018 15:15 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiCi scrive Francesco Gagliardi:
“La Befana? Chi era questo caro e favoloso personaggio che portava i regali ai bambini nella notte dell’Epifania?
Era una simpatica vecchietta che ogni anno immancabilmente la notte del 5 gennaio scendeva dai camini delle case e portava doni a tutti i bambini del mondo.
Ho usato il verbo al passato perché credo ormai che questa cara vecchietta con la gobba e col naso un po’ adunco, piena di rughe e di acciacchi vari, sia completamente sparita dalla circolazione.
Vi siete chiesti il perché?
I bambini di oggi ricevono i regali dai propri genitori ogni giorno dell’anno, non devono necessariamente aspettare la Befana.
E poi la calza appesa al caminetto è stata sostituita dall’albero di Natale, vuoi perché nelle case non c’è più il caminetto, vuoi anche perché l’albero di Natale ha preso il posto nelle tradizioni natalizie del nostro antico presepio.
Abbiamo dimenticato le nostre tradizioni ed abbiamo importato quelle del Nord Europa e della lontana America.
Ci siamo emancipati anche noi. I doni, dunque, i bambini di oggi li ricevono a Natale e li trovano sotto l’albero di abete inghirlandato e ben illuminato.
E li trovano, cosa ancora più strana e buffa allo stesso tempo, ogni giorno nelle edicole, nelle cartolerie, nelle librerie e nelle farmacie, ovunque, allegati alle riviste di mamma e papà.
Nelle edicole, una volta, trovavi soltanto libri, giornali e riviste, oggi invece, trovi di tutto. L’edicola, come la farmacia o il supermercato, è diventata un bazar .
E gli editori, in crisi di vendite, allegano a riviste e giornali, oltre ai libri, di tutto e di più.
E così la povera vecchietta vistasi esautorata e negletta, e anche per l’età avanzata e per gli acciacchi vari,si è trasferita in qualche paradiso terrestre, forse in Egitto, sul Mar Rosso, dove vanno a svernare le persone facoltose alla ricerca di un sole caldo, di spiagge meravigliose e di alberghi accoglienti.
O forse, visto che nella nostra Italia ricca e opulenta non ci sono più bambini poveri, semplici, ingenui e buoni soprattutto, si è trasferita con tutto il suo armamentario magico in luoghi più accoglienti dove i doni,i semplici regali, i cari giocattoli di una volta fatti di pezza e di latta, sanno ancora di sorpresa e riescono ancora a rendere felici i bambini dal cuore ingenuo e tenero.
O forse è sparita per sempre, precipitata in qualche burrone inaccessibile dove neppure i Vigili del Fuoco, le squadre di soccorso alpino e quelle del pronto soccorso del 118, riescono a raggiungerla. O forse ha consumato la scopa magica che le consentiva di volare.?
Per volare in alto nei cieli e sopra i tetti delle case usava sempre una lunga scopa fatta con rami di erica, come quelle che usavano una volta gli spazzini per pulire le strade.
Oggi sono scomparse le scope e sono scomparsi pure gli spazzini.
E chi va più nei boschi bruciacchiati dalle fiamme estive a trovare e raccogliere i ramoscelli di erica per confezionare le scope?
Scomparsi gli spazzini, scomparsa l’erica, scomparse le scope, la Befana è andata in pensione.
Mi rifiuto di pensare che sia già morta.
Se fosse ancora in vita oggi dovrebbe avere più di centocinquanta anni.
Era già vecchia e decrepita allora quando io ero ancora bambino e, sono passati circa ottanta anni da quella magica sera, in cui la vidi per la prima e l’ultima volta col sacco sulle curve spalle colmo di giocattoli riempire la mia calza appesa al caminetto, figuriamoci ora.
Era nonna e bisnonna allora e facendo bene i calcoli oggi dovrebbe essere quattro o cinque volte nonna e dovrebbe avere una nidiata di figli e nipotini.
Avrà insegnato, ora che è vecchissima e stanca, il mestiere di Befana ad uno di loro, oppure il suo magico segreto e la scopa miracolosa che le consentiva di volare se li ha portati nella tomba o li ha rinchiusi in un cassetto?
Fu la prima e l’ultima volta che incontrai la Befana, perché dopo quell’incontro fortuito non venne più in casa mia di sera quando ancora eravamo svegli, ma neppure di notte quando tutti eravamo a letto e dormivamo.
L’incantesimo si era sciolto e la cruda realtà aveva già preso il posto dell’innocenza.
Per me fu una vera delusione, la prima delusione della mia vita.
Altre se ne aggiunsero in seguito, ma quella fu la più tremenda, la più lunga e la più triste da poter dimenticare.
Ma oggi, ormai anch’io vecchio, anche se dopo tanti anni scoprii che era stata la nonna Teresa a travestirsi da Befana,so che la vera, quella che porta ancora i regali ai bambini buoni di tutto il mondo, esiste davvero.
Esiste, esiste, eccome!
E come ero felice e contento, divenuto papà, quando la mattina del 6 gennaio aprivo insieme ai miei figli i pacchetti dei giocattoli che la sera prima avevo messo sotto l’albero o in un angolo della casa e dicevo che li aveva portati la Befana.
Dove è andata a cacciarsi ora? Dove è finita?
Aspetta con ansia che qualcuno la vada a scovare, che abbia tanta voglia di rivederla, che abbia tanta voglia di ritornare bambino.
Lei, la Befana, non si lamenta, non è irosa, ha tanta pazienza, sa aspettare.
C’è qualche bambino volontario di Amantea e dei paesi vicini che vuole sacrificare un po’ del suo tempi libero, del tempo che dedica spesso al computer, al telefonino, alla televisione, ai video giochi, alle slot machines, e vada alla ricerca di questa vecchietta a noi tanto cara?
Perché non la cercate anche voi, miei cari amici lettori di Tirreno News, insieme ai vostri figli e ai vostri nipotini?
Sarebbe davvero bellissimo andare alla ricerca di un bene perduto, delle cose belle e simpatiche di una volta, della Befana, quando nella famiglia c’era tanta concordia e tanto amore, e la sera del 5 gennaio tutti riuniti ci raccoglievamo intorno al braciere o al focolare ad aspettare il lieto evento.
Ndr: E se cambiassimo le sue sembianze?
Etichettato sotto
Il gruppo Sabatino attacca duramente l’amministrazione Pizzino
Giovedì, 04 Gennaio 2018 14:54 Pubblicato in CronacaCi stavamo chiedendo se tutto andasse “ben, madama la marchesa”, visto che nessuno attaccava la attuale maggioranza e dove fossero finiti gli oppositori della giunta Pizzino.
Aspettavamo che il M5s si destasse dal torpore nel quale da tempi vive ma ecco la sorpresa della nota del Gruppo Sabatino che scrive:
“È un po’ di tempo che rimaniamo in silenzio ma attenti osservatori di ciò che avviene nel palazzo di Corso Umberto I e a distanza ormai di un anno dalla prematura conclusione dell’amministrazione Sabatino è tempo di fare una seria valutazione di ciò che ha rappresentato quest’ultimo anno per la nostra città.
Una valutazione scevra da personalismi ma oggettiva dello stato penoso in cui si ritrova oggi il nostro Ente.
E’ come una nave abbandonata nella tempesta, non c’è una guida autorevole, l’apparato comunale è allo sbando e basta farsi un giro tra gli uffici comunali per percepire il totale disorientamento del personale causato da una radicale variazione della pianta organica e dei dirigenti che avevamo già in passato sottolineato.
L’amministrazione Pizzino non ne sta facendo una giusta nel silenzio complice delle opposizioni elette in consiglio comunale.
La constatazione più curiosa che ci viene fatta dai cittadini quasi quotidianamente è proprio lo stupore di come solo un anno fa ogni giorno c’era qualcuno pronto ad attaccarci per il nostro operato ed oggi che siamo nell’immobilismo totale tutti stanno zitti.
Un immobilismo che si tocca con mano, prova ne è la perdita di un finanziamento, in un settore nevralgico come quello della raccolta differenziata, per non aver risposto in tempo a delle integrazioni richieste; prova ne è il porto chiuso da cinque mesi per il quale il vicesindaco aveva promesso un immediato intervento ma ad oggi è più insabbiato che mai; prova ne è il fatto che oggi dopo più di dieci anni di lavoro il personale delle cooperative che operano per il comune di Amantea è rimasto a casa perché l’ente non ha fatto nè il bando per il nuovo affidamento né la proroga del servizio.
Riteniamo che questo sia senza dubbio l’atto più grave per due motivi, il primo è sociale, le cooperative rappresentano un modo per dare lavoro e sostegno a soggetti in condizioni di svantaggio, il secondo è il degrado che vedranno le nostre strade se non si risolve al più presto il problema.
E non si dica che il problema è il dissesto perché non è vero, il dissesto, che non c’era e che noi non avremmo mai fatto, è diventato un alibi per l’incapacità di affrontare e risolvere i problemi. Dal punto di vista amministrativo l’esecutivo Pizzino dovrebbe pensare a riscuotere i tributi correnti e a recepire più finanziamenti possibili ma da quello che ci risulta non riesce a fare né una cosa né l’altra.
Riteniamo che la situazione sia molto grave e necessiti di una presa di coscienza e di uno scatto di orgoglio di questo esecutivo affinchè modifichi il proprio modo di affrontare l’amministrazione di questa città bellissima e complicata.
Tornando indietro di un anno pensiamo, oggi più che mai, che chi ha complottato, organizzato e causato la caduta dell’amministrazione Sabatino abbia fatto un grande danno a questa comunità e in fondo al proprio cuore ne abbia maturato la consapevolezza.
Monica Sabatino
Linda Morelli
Gianluca Cannata
Adelmo Mannarino
Antonio Rubino
David Viola
Ndr: Il titolo “nota gennaio 2018” ci induce a credere che sia solo una “prima” nota e che ad essa ne seguiranno altre più puntuali e specifiche
Etichettato sotto