
Redazione TirrenoNews
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La minoranza consiliare scrive su Tirrenonews
“Il teatrino comunale, ahimè chiuso perchè inagibile (prot. n° 4133 del 20/12/2017 - Utc);
il mercato coperto, adibito a "discarica"; il c.d. "casermone", che sta per essere trasformato in 4 alloggi popolari, il cui costo complessivo, ahimè, ammonterà ad € 613.464,93 (prot. n° 4138 del 21/12/2017 - Utc, più appalto);( nella foto a destra)
alcuni tratti della rete fognaria, realizzati, badate bene, a spese dei cittadini;
la tribuna del campo sportivo, ancora oggi, dopo tanti anni, inagibile;
e poi parlano di gaffe dell'opposizione!”
Ora da cittadino di Longobardi, io mi chiedo: ma al posto di spendere tutti quei soldi per 4 appartamenti di case popolari, il cosiddetto "Casermone" non si poteva utilizzare come Guardia Medica, Ufficio Sanitario, Ufficio del Comune, farci un museo di qualcosa di utile e farci almeno 5 bagni pubblici, oppure farci un ostello per l'accoglienza ai pellegrini che vengono a visitare il nostro Santo, naturalmente con la collaborazione della "Chiesa", ecc. ecc. e con gli Euro 613.464,93 farci almeno 10 alloggi popolari nuovi o ristrutturare le case buone nel paese?
Ma ne vogliamo parlare di queste cose?
Siamo indebitati fino al collo e continuiamo a spendere soldi in modo sbagliato.
Siamo sempre noi a pagare...perchè quando siamo alla frutta, anzi alle bucce, il Comune aumenterà tutte le tasse e ancora una volta lo prenderemo in quel posto.
Salvatore Nocella
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STIGE. Il clan voleva fare affari con il gruppo Vrenna: «Con la Sovreco ho sistemato»
Giovedì, 11 Gennaio 2018 18:20 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiDalle intercettazioni in mano alla Dda emerge l’interesse dei Farao-Marincola per il business delle materie plastiche.
Alessia Truzzolillo de il Corriere della calabria scrive:
“Tra le decine di attività economiche sulle quali la cosca Farao-Marincola mirava ad avere il monopolio esclusivo c’era il riciclaggio delle materie plastiche.
Ad occuparsi dell’affare, Giuseppe Spagnolo, detto “u bandito”, elemento di spicco della cosca di Cirò Marina.
A spiegare come dovevano funzionare le cose è lo stesso Spagnolo il quale viene intercettato dai carabinieri del Ros mentre parla con ....
“U Bandito” spiega a.... che «l’impresa intestata formalmente a Francesco Aloe (appartenente al clan con il compito di gestire il monopolio della raccolta e la rigenerazione di plastica e cartone, attraverso le imprese “Ag Film Srl” di Cirò Marina e “G-Plast Srl” di Torretta di Crucoli), cioè l’“Ag Film srl”, sarebbe stata accompagnata in una sorta di “fallimento pilotato” e sostituita, così, da altre realtà imprenditoriali create ad hoc, con la collaborazione di terze persone coinvolte nell’operazione», scrivono i magistrati della Dda che hanno vergato l’inchiesta “Stige” che martedì ha portato all’arresto di 169 persone, tra Italia e Germania, appartenenti o legate alla cosca cirotana.
Secondo i magistrati Franco Gigliotti, nato a Crucoli ma residente da tempo in provincia di Parma, è un facoltoso imprenditore, riferimento per la cosca e intraneo ad essa.
Secondo quanto risulta dalle indagini, Gigliotti alla cosca dà ma dalla cosca prende. Calibra i suoi investimenti secondo le esigenze del clan, badando a incrementare il fatturato delle imprese di ‘ndrangheta, «così si assicura, a sua volta, un’implementazione del portafoglio clienti e l’impattare le pretese estorsive da parte di esponenti di consorterie criminali diverse da quella cirotana».
E per quanto riguarda il monopolio del riciclaggio delle materie plastiche Gigliotti finanzia l’impresa ‘ndranghetistica “Ag Film Srl” che raccoglie e rigenera la plastica e, sfruttando la carica d’intimidazione della consorteria, per impiantare, a sua a volta, in Torretta di Crucoli, un’impresa che monopolizza la raccolta e la rigenerazione dei cartoni, denominata “G-Plast Srl”.
È lo stesso Spagnolo che spiega a Gigliotti come doveva funzionare la cosa: «O ti faccio raccogliere i cartoni … ti faccio raccogliere i cartoni e tu mi raccogli la plastica». In pratica, riassume il gip, «Gigliotti poteva contare sulla “forza” dei cirotani per raccogliere in esclusiva plastica e cartoni salvo poi consegnare la plastica alla “Ag Film”, altrimenti Spagnolo non gli avrebbe consentito di raccogliere nulla».
Ma non è Gigliotti l’unico col quale i cirotani vogliono raccogliere la plastica.
Dal lavoro investigativo, infatti, spunta anche il nome degli imprenditori crotonesi Vrenna (non indagati in questo procedimento), titolari della “Sovreco spa” che si occupa di smaltimento rifiuti. Giuseppe “u bandito”, infatti, è convinto di doversi occupare più da vicino dell’affare del riciclaggio plastica.
Sa che la sua caratura criminale è riconosciuta sul territorio e le porte per lui si aprono più facilmente. “U bandito” racconta le proprie strategie: «… non gliene dà nessuno plastica a loro (riferendosi agli Aloe, nda)… no … però che faccio … una volta che subentro io … mi danno tutti quanti la plastica …».
E tra i “tutti” quanti ci sarebbero anche i Vrenna, proprietari della “Sovreco” che gli avrebbero ceduto, in esclusiva, i rifiuti plastici: «…la plastica non è che devo andarla a raccogliere … io vado direttamente dall’azienda di Vrenna…», racconta Spagnolo inconsapevole di essere intercettato.
Ad occuparsi della “Ag Film Srl” c’è anche un altro presunto appartenente alla cosca, Vittorio Bombardiere, che tra i vari compiti che svolge ha anche quello di recuperare i crediti per l’impresa. È lui che il 21 dicembre 2015, al telefono con Gaetano Aloe afferma di aver perfezionato l’accordo commerciale con la Sovreco dei fratelli Vrenna: «… ho parlato con Vrenna ... con Vrenna ho sistemato, ok…».
Gli imprenditori crotonesi vengono tirati in ballo, all’interno dell’inchiesta “Stige”, anche dal pentito Giuseppe Giglio. lui che racconta che nel 2014 si trovava a Crotone in un bar in compagnia, tra gli altri, di un cugino di Nicolino Grande Aracri, Giovanni Deluca (non indagato in questo procedimento), «dipendente – racconta Giglio –, credo, presso la Sovreco o comunque una delle aziende di Raffaele Vrenna.
Nel bar si trovava anche Pino Clarà (imprenditore considerato intraneo alla cosca Farao-Marincola, nda) e Deluca, vedendolo, ci presentò. Deluca fece intendere a Clarà che io ero vicino alla famiglia Grande Aracri. Anch'io avevo dei camion e se Clarà avesse avuto bisogno di trasportatori io ero a disposizione.
Clarà nell'acconsentire a farmi lavorare ci informò che aveva preso alcuni lavori di svuotamento depuratori nel crotonese. Non appena tali lavori sarebbero iniziati mi avrebbe sicuramente contattato».
«In quell’occasione – prosegue Giglio – Deluca mi spiegò anche che aveva interesse a costituire una società, in cui lui non sarebbe dovuto comparire, che avrebbe dovuto svolgere dei lavori di pronto intervento sempre in materia di depurazione.
Non so bene come Deluca intendeva costituire tale società però posso dirvi, per come spiegatomi da lui, che per il tramite di Nicolino Grande Aracri avrebbe guadagnato gli appalti e avrebbe utilizzato me o Clarà per l'esecuzione dei lavori.
Considerate poi che Deluca è impiegato presso l'azienda di Vrenna e ciò dico in quanto mi fece anche intendere di avere la possibilità di guadagnare lavori in subappalto da parte del gruppo Vrenna».
Il collaboratore racconta di non sapere come si siano svolti i fatti perché dopo quell’incontro venne tratto in arresto. Alessia Truzzolillo.
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Il comune di Mirto Crosia ha attuato il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)
Ed in questi giorni è venuto alla luce Emmanuel, primo cittadino di Crosia appartenente ad una delle famiglie integrate attraverso residenti nel comune traentino.
Il bimbo, figlio di papà John e mamma Joy, entrambi di nazionalità nigeriana, è venuto alla luce la scorsa domenica 7 gennaio 2018 presso l’ospedale civile “Compagna” di Corigliano calabro.
È quanto fa sapere l’assessore alle Politiche sociali, Graziella Guido, che attraverso i responsabili dell’ufficio servizi sociali comunale ha trasmesso ai genitori e al bambino gli auguri dell’intera comunità mirtocrosiota.
Emmanuel – dice Guido - il cui nome porta con se un incredibile messaggio di speranza, è un po’ figlio di tutti noi cittadini di Mirto Crosia, che da anni è una delle maggiori comunità calabresi ad aver fatto dell’accoglienza un valore e che dall’estate scorsa ha scelto coraggiosamente di accogliere e integrare nel proprio tessuto sociale anche i cittadini rifugiati e richiedenti asilo del progetto Sprar.
E sono certa – continua - che la nascita di Emmanuel possa rappresentare un nuovo seme di speranza nel solco di quella sana e costruttiva accoglienza fondata su valori e rispetto reciproco.
Da amministratori attenti alle esigenze di tutti i cittadini della nostra comunità, nel nostro piccolo cercheremo di lavorare per integrare queste nuove famiglie che con umiltà hanno chiesto di potersi inserire nella nostra società ponendo come condizione preliminare l’attenzione verso la nostra cultura, le nostre tradizioni e le nostre difficoltà.
Oggi – conclude l’Assessore - con affetto e tanta soddisfazione porgiamo i più cari auguri ad Emmanuel e a tutta la sua famiglia, per questo nuovo inizio che ci auguriamo possa essere di buona vita.
Giovedì, 11 Gennaio 2018
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