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Praia a Mare. Il fascicolo dell’ospedale alla Procura di Catanzaro
Giovedì, 11 Gennaio 2018 21:37 Pubblicato in Alto TirrenoE' delle ultime ore la notizia dell'apertura di un fascicolo da parte della procura della Repubblica di Catanzaro sulla vicenda dell'ospedale di Praia a Mare. La Polizia giudiziaria ha chiesto al Dipartimento salute della Regione Calabria la documentazione relativa alla riapertura dell'ospedale, compresi i provvedimenti presi in conseguenza alle decisioni del Consiglio di Stato.
Come è noto, infatti, il Consiglio di Stato ha confermato la riapertura del nosocomio di Praia a Mare nominando in ambedue casi commissari ad acta che hanno avuto il compito di porre in essere gli atti necessari per la riapertura della struttura come ospedale e non più come Capt.
Il primo tentativo del commissario ad acta è andato a vuoto.
Più determinato invece l'intervento del commissario ad acta Eugenio Sciabica che ha emanato un Decreto che dovrebbe portare alla riapertura “funzionante” della struttura ospedaliera.
Purtroppo, i freni posti a quella che sembra essere una procedura determinata dalla Sentenza del massimo grado di giustizia del Paese, limitano il fluido passaggio del vecchio Capt in ospedale.
E questo, non bisogna dimenticarlo, vuol dire meno diritto alla salute per i cittadini che abitano in questa area di Calabria.
Ebbene, la magistratura dovrà fare chiarezza proprio per poter dare certezze a quei cittadini che credono nella giustizia.
Se il Consiglio di Stato ha preso una decisione, le amministrazioni dell'Asp dovrebbero fare in modo che il personale, le attrezzature, così come in passato sono stati “scippati” ai cittadini, adesso tornino all'interno della struttura, senza giochi e percorsi alternativi.
I cittadini hanno fiducia nella magistratura e si spera che la questione venga risolta così come stabilito nel Decreto del commissario ad acta Sciabica.
PRAIA A MARE – 11 gennaio.
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Roma, l'ex sindaco Marino condannato a 2 anni per peculato
Giovedì, 11 Gennaio 2018 21:21 Pubblicato in ItaliaRibaltata in appello la sentenza di assoluzione dell'ex sindaco Ignazio Marino per lo scandalo "scontrino gate", costatogli il posto in Campidoglio e il rinvio a giudizio per falso e peculato.
L'ha stabilito la III sezione della Corte d'appello penale, che ha condannato a 2 anni l'ex primo cittadino.
Nel mirino della procura di Roma, 54 cene private che l'ex primo cittadino aveva saldato tra il 2013 e il 2015 con la carta di credito del Campidoglio, spacciandole nei giustificativi di spesa per incontri istituzionali.
In realtà, per gli inquirenti, il chirurgo dem si sarebbe seduto al tavolo con amici e parenti, comprese la moglie e la madre, spendendo circa 12mila e 700 euro.
I reati contestati a Marino sono falso e peculato, per la vicenda degli scontrini, e truffa, in relazione ai compensi per alcuni collaboratori fittizi della Onlus Imagine, da lui fondata.
Dopo l'assoluzione in primo grado, il pg aveva chiesto in appello la condanna dell'ex sindaco per lo "scontrino gate" e la conferma dell'assoluzione per la contestazione di truffa.
“Mai nella mia vita e nelle mie funzioni ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali”, aveva detto Marino nel corso della scorsa udienza.
Circostanza ribadita anche oggi di fronte ai giudici.
«La Corte di Appello di Roma oggi condanna l'intera attività di rappresentanza del Sindaco della Città Eterna», ha detto Marino, «In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il Sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati.
Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare.
Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio»
STIGE | Si dimettono 11 consiglieri di Cirò Marina
Giovedì, 11 Gennaio 2018 20:45 Pubblicato in CalabriaL'operazione della Dda di Catanzaro ha portato all'arresto del sindaco Parrilla, del vicesindaco Berardi e dei consiglieri Siciliani e Fuscaldo.
Il prefetto di Crotone aveva già nominato un commissario
Undici consiglieri comunali di Cirò Marina si sono dimessi a seguito dell'operazione "Stige" che martedì scorso ha portato all'arresto del sindaco Nicodemo Parrilla, del vicesindaco Giuseppe Berardi e dei consiglieri Roberto Siciliani (già primo cittadino) e Giancarlo Fuscaldo (già presidente del consiglio comunale).
Gli undici consiglieri dimissionari, Giuseppe Russo, Serafina Sammarco, Vincenzo Salerno, Ambrogina Tangari, Giuseppina Pirito, Antonio Pace, Leonardo Gentile, Miriam Russo, Giuseppe Strancia, Pietro Francesco Mercuri, Sergio Ferrari, hanno presentato le dimissioni al viceprefetto Eugenio Pitaro, nominato dal prefetto di Crotone Cosima Di Stani commissario del Comune, dopo che si erano già dimessi i consiglieri Valentina Facente e Giuseppe Facenza.
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