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Redazione TirrenoNews

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Domani venerdì 19 gennaio alle ore 17, presso il ristorante Maris, i consiglieri comunali del gruppo "Ripartiamo" Rino Rocca, Emanuele Mancini, Rosella Mastroianni, Vincenzo Macchione e Franco Pontieri incontreranno i cittadini per comunicazioni politico-amministrative.

Il tam tam ha partecipato che l’incontro sarebbe stato finalizzato ad esautorare la sindaca Fernanda Gigliotti e quindi andare a nuove elezioni.

Ma la Gigliotti sembra non starci ed il 15 gennaio 2018 ha inviato la seguente nota al Vice Sindaco Gaspare Rocca, agli Assessori Vincenzo Macchione, Rosella Mastroianni ed ai Consiglieri Franco Pontieri ed Emanuele Mancini .

“Dopo mesi di silenzio il 13 gennaio 2018 ho tenuto nella sala del Consiglio Comunale un incontro pubblico al quale Vi avevo invitato a relazionare sulla attività amministrativa svolta.

Nel prendere atto della Vostra assenza, sospendendo ogni mia decisione, Vi ho pubblicamente invitato ad un ennesimo slancio di responsabilità e ad un chiarimento, possibilmente pubblico, sulle difficoltà amministrative in atto.

Apprendo con piacere, quindi, che avete a tal fine convocato per venerdì 19 gennaio un incontro con la cittadinanza.

La gravità del momento impone a ognuno di noi uno sforzo di partecipazione tra tutti coloro che hanno voluto e sostenuto questa maggioranza.

Ed è per questo che mi appello agli organizzatori di favorire la presenza di tutti i consiglieri di maggioranza e, in maniera trasparente e pubblica, consentire un confronto civile sulle reali possibilità di dare un lungo respiro e tranquillità a questo nostro Paese che in questi mesi, malgrado le evidenti difficoltà, ha raggiunto obiettivi importanti.

Dobbiamo trovare il coraggio, la serietà e l’onestà intellettuale di incontrarci e discutere insieme dei problemi che hanno determinato questa crisi e sforzarci di trovare, ove possibile, una soluzione condivisa per il loro superamento e per il raggiungimento di tutti gli obiettivi programmatici sui quali abbiamo chiesto ed ottenuto la fiducia dei nostri cittadini.

E con questo spirito comunico che sarò presente e disponile ad intervenire e a confrontarmi.

Fernanda Gigliotti”

Si avrà una tregua?

E sarà una pace delle vespe?

E quanto durerà?

O sarà scelta una soluzione drastica e si andrà decisamente a nuove elezioni?

A domani!

Ecco a cosa servono le liste di attesa!

Giovedì, 18 Gennaio 2018 21:54 Pubblicato in Italia

Un medico Veneto chiede 2000 euro per far saltare la lista d’attesa in ospedale.

A chiedere tangenti per ottenere un servizio immediato.

Due gli episodi mostrati dalla trasmissione Petrolio, andata in onda su Rai Uno.

In un caso sei mesi di attesa per una consulenza per la procreazione assistita si trasformano in un giorno solo, purchè la visita avvenga nello studio privato del medico, dietro pagamento di 180 euro, ridotti a 140 senza ricevuta.

Nel secondo caso, un primario chiede 2mila euro alla donna per farle saltare le liste d’attesa e garantirle – in ospedale e quindi in una struttura pubblica – un intervento per la chiusura delle tube, da effettuare tra Natale e Capodanno.

La registrazione è stata fatta vedere al presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha commentato: “Questa è concussione, è un caso classico di concussione. Mi auguro che la Procura competente chieda il filmato e proceda”.

Zaia è andato su tutte le furie e, prima ancora di aver visto la trasmissione, ha affidato la sua indignazione a un comunicato.

“Queste due notizie gettano non soltanto pessima luce sull’immagine di un servizio sanitario, come quello veneto, in cui efficienza e rigore ho sempre preteso siano norma e prassi, ma integrano anche un danno patrimoniale”.

Ha annunciato che la Regione “ di cui devo tutelare in ogni sede l’interesse” presenterà “alla magistratura un esposto-denuncia sui fatti, documento che verrà poi integrato con quanto emergerà ulteriormente dalla trasmissione televisiva, il cui contenuto mi auguro venga al più presto consegnato alla competente giurisdizione.

È assolutamente inaccettabile che una o due mele marce vanifichino l’ottimo e faticoso impegno quotidiano di decine di migliaia di operatori che consente al sistema sanitario veneto di essere ai primi posti in tutte le classifiche.

Per questo, quando qualcuno sbaglia, deve essere identificato e punito”.

Silenzio da parte della ministra Lorenzin.

Si chiama Assan Mohamed è giunto in Italia due anni

Proviene dal Bangladesh.

Ha 29 anni.

È arrivato a Vibo da più di tre mesi e da allora continua a vivere per strada al riparo di un cartone in piazza Municipio.

Il giovane bengalese dice di essere sprovvisto di documenti.

E’ una delle tante storie di marginalità.

La ennesima storia di una nazione, l’Italia, che continua a ricevere migranti ma senza essere capace di dare loro assistenza e speranza.

Una storia che conferma il sempre più preoccupante incremento di povertà di tanti italiani e migranti.

Una vicenda di disagio che fa il paio con l’incremento della povertà che in città e frazioni assume dimensioni sempre più preoccupanti, stando alle tante denunce e agli appelli degli enti caritatevoli. E se ha fatto tremare le vene ai polsi la denuncia di monsignorGiuseppe Fiorillo, che qualche tempo fa ha svelato l’intenzione di un’adolescente vibonese di vendere un rene per sostenere la sua famiglia, fa altrettanto riflettere l’allarme lanciato da monsignor Saverio Di Bella che ha denunciato il notevole aumento, anche a Vibo Marina, di persone che si rivolgono alla parrocchia chiedendo sostegno economico e pratico per far fronte alle necessità quotidiane. 

Ora  Assan vuole tornare nella sua terra.

Di Assan si sono preoccupati in diversi ma non sappiamo che qualcuno ha chiesto l’intervento del suo governo, per dargli i documenti ed il biglietto aereo necessario, come faceva l’Italia e la stessa regione Calabria per garantire il ritorno di suoi emigranti.

Una storia emblematica che induce qualche riflessione.

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