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La Cassazione annulla la condanna all’infermiere amanteano
Martedì, 30 Gennaio 2018 23:17 Pubblicato in PoliticaUna vicenda incredibile quella dell’ infermiere amanteano accusato di aver violentato una paziente del reparto psichiatrico.
La Corte di Cassazione ha annullato, per la seconda volta, la condanna inflitta a Franco Pino, infermiere all’ospedale di Lamezia Terme.
Pino era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Lamezia sulla base delle dichiarazioni della vittima.
La sentenza fu confermata dalla Corte di Appello di Catanzaro che il 13 dicembre 2012 condannò l’uomo a cinque anni di reclusione.
I legali dell’infermiere, gli avvocati, David Brunelli e Gregorio Barba, fecero ricorso in Cassazione che il 12 febbraio 2014 annullò la sentenza rinviando gli atti alla Corte di appello di Catanzaro per un nuovo giudizio.
In particolare, la sentenza annullata aveva tenuto conto di una consulenza psichiatrica sulla donna, che secondo la difesa non poteva essere processualmente utilizzata, e non aveva ammesso a difesa una testimone a cui la vittima aveva confidato di aver raccontato bugie ai medici nelle denunce che aveva fatto.
La Corte d’appello di Catanzaro, nel giudizio di rinvio, il 14 dicembre 2016, pur avendo sentito la nuova testimone ed avendola ritenuta non rilevante, aveva confermato nuovamente la sentenza di condanna.
I legali presentarono un nuovo ricorso che adesso è stato accolto nuovamente dalla Cassazione rendendo necessario un altro processo d’appello.
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Rien ne va plus: Il 4 marzo andremo a votare di Francesco Gagliardi
Martedì, 30 Gennaio 2018 22:45 Pubblicato in Amantea FuturaLunedì 29 gennaio è stato il termine ultimo per la presentazione delle liste elettorali e subito sono scoppiate nei vari schieramenti politici le aspre e feroci polemiche da parte degli esclusi.
Il Segretario del Pd Matteo Renzi si è subito buttato nella campagna elettorale che si annuncia difficile ed incerta, e per conquistare i voti delle persone anziane, dei nonni e delle nonne in particolare, ha pensato bene di far visita alle nonne Maria e Antonietta di 98 e 88 anni.
Ma i pronostici elettorali per il momento non sono a suo favore. Secondo alcuni sondaggi il suo partito è al di sotto del 25%, ciò significa che alla Camera avrà intorno a 130 Deputati e al Senato una sessantina.
Troppo pochi non solo per governare ma anche eventualmente per fare un governo di larghe intese con altri partiti.
Il Pd è dato dunque perdente e i partiti nanetti che gli ruotano attorno sono destinati a fare una brutta fine.
E’ dato perdente anche nelle Regione rosse e nei collegi elettorali che fino ad ieri erano considerati sicuri.
Stando così le cose per Renzi e Co. si prevede una debacle e dopo il voto pure una probabile nuova scissione da parte dei malpancisti e degli Onorevoli e Senatori che non hanno trovato posto nelle liste elettorali e che dopo il 4 marzo dovranno darsi da fare per trovare una occupazione decente fuori Roma.
Manca ancora un mese dal voto ma se i numeri sono questi addio Pd targato Renzi, PDR come lo hanno già chiamato Grasso, D’Alema, Bersani e la folta pattuglia che ha rifiutato di essere inclusa nelle liste lontano dai loro collegi elettorali.
Addio sogni di gloria del Puffo di Rignano!.
Le scaramucce sono già incominciate e molti hanno avvertito Renzi che dopo il 4 marzo ci sarà la resa dei conti e il tempo degli addii.
E dire che Renzi aveva spocchiosamente affermato:- Abbiamo formato la migliore squadra per vincere le elezioni -.
Ma anche in Forza Italia gli esclusi eccellenti sono pure parecchi e prima della presentazione delle liste hanno assediato a Roma in Piazza San Lorenzo in Lucina la sede del partito.
Addirittura alcuni degli esclusi hanno assediato la dimora del Cavaliere.
I malpancisti sono molti anche in Forza Italia.
Ma anche nel Movimento 5 Stelle non è che le cose stiano andando a gonfie vele.
Anche nel Movimento di Grillo ci sono i delusi e gli irritati per come è stata gestita la elezione dei candidati nelle parlamentarie.
Ma ormai i giochi sono fatti, il 4 marzo andremo a votare sperando in una grande affluenza alle urne e toccherà a noi elettrici ed elettori mettere il segno di croce sul partito e sul candidato che riterremo più onesto, più preparato, più intelligente, più affidabile e fare definitivamente selezione, scartando i faccendieri, i voltagabbana, i quaquaraqua che sono poi tanti e che si trovano purtroppo in tutti gli schieramenti politici.
Ai cari futuri Deputati e Senatori che verranno eletti e che sono chiamati a guidare il Bel Paese quasi allo sfascio auguro buona fortuna e che possano davvero fare cose buone e giuste per tutti e che possano fermare l’immigrazione selvaggia, la delinquenza, la disoccupazione, le ingiustizie, gli abusi ed i soprusi, le lunghe file e le barelle poggiate sui pavimenti nei pronti soccorsi degli ospedali e la voracità fiscale, perché in Italia paghiamo troppe tasse e non sappiamo dove vanno a finire.
Non aggiungo altro per non rovinare loro la festa.
Buona fortuna!
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Una sera d’inverno, intorno al braciere ancora fiammeggiante c’erano alcune donne. La maggior parte della nostra famiglia ed alcune vicine di casa…
In un angolo del braciere un pentolino dove si mettevano a cuocere le castagne colte sulle montagne di Lago facendole saltare per evitare che bruciassero.
Dall’altro lato la cuccuma nella quale stavano cuocendo i fagioli e dalla quale emanava un filo di profumo che riempiva la stanza.
La nonna toglieva i fichi dalla “trizza” disponendoli su un piatto. Sarebbero stati serviti a fine della serata.
La zia aveva tolto le melanzane dal “tiniello” e le aveva poggiato su un grande piatto bagnandole con un filo d’olio degli ulivi di don Ciccio Mileti.
Qualcuno aveva portato un po’ di pane “sfrisato da “zi Cuncetta” croccante e friabile.
La mano della mamma era entrata nel “cafisu” per estrarre le olive verdi dolci e poggiarle dentro un contenitore “ copputu”
Il nonno aveva tolto il tappo dalla brocca del vino per farlo respirare e sul tavolo aveva gettato qualche noce e qualche castagna con le quali si apriva ed accompagnava la cena
Sul fuoco dalla grande “frissura” veniva il profumo delle grispelle e delle monacelle
Io arrivo al momento opportuno per l’inizio della festa accolto da una occhiataccia di papà che mi contestava il ritardo e da un sorriso del nonno.
Una cena senza fretta .
Le donne mangiavano intorno al braciere raccontandosi le loro storie , e gli uomini, intorno al tavolo ed un po’ più alticci, le loro
Poi improvvisa come un tuono di marzo, ed esposta come quando cala improvvisamente il cicaleccio, la domanda “ Aviti saputu a storia du spirdu i Pantalia?”
“Mi signu ‘ntisicatu da paura. E non credo di essere stato l’unico”
Ci fu un attimo di silenzio e le risate di prima si spensero, gli sguardi si mossero nella direzione della voce e le orecchie si fecero attente.
“ U cuntavunu l’atra sira adduve Ruoccu i Peppe!”
Questa è la storia.
“Di notte tra l’una e le due uno “spirdo” gira silenzioso nel centro storico, poi scende da”Pantalia” molto spesso al buio, per via del fatto che i ragazzini rompono a pietrate le lampadine.
E’ una persona alta , sicuramente una donna, con il viso totalmente coperto da un cappuccio.
Si muove silenziosamente ma “murmuriannu”.
Ad uno dei marinai che ha avuto il coraggio di dirle buonasera lo ha guardato fisso senza dire una parola e lui si è messo a correre.
Fa talmente paura che chi la intravvede torna immediatamente indietro ed aspetta che lo “spirdo” sia andato via per riprendere il cammino, ma mai da solo e soltanto dopo essersi fatto decine di volte il segno della croce.
E proprio mentre raccontavano il fatto sono passati i carabinieri ai quali Rocco ha offerto un bicchiere di malvasia e dopo aver raccontato dello “spirdo” li ha invitanti a scoprire chi fosse .
E loro avevano fatto il loro dovere.
Di nuovo i visi si volsero verso la voce e orecchie si fecero attente.
Non ci hanno voluto dire il nome ma ecco cosa ci hanno raccontato proprio stasera .
Lo “spirdo” è la mamma di un ragazzo ammalato che i medici non riescono a guarire.
E così lei ha fatto voto che fin quando il figlio non guarisce girerà di notte e pregando.
Ecco spiegato lo strano mormorio che annuncia l’arrivo dello “spirdo” e che ne accompagna l’allontanamento. Prega.
“ Ma se è una donna perché averne paura?”
“ Ti ricordi quello che l’ha salutata? Da quella sera non si è trovato più e l’hanno dovuto chiudere a Nocera.
I notti u’nnè mai buonu a caminari. I notti girunu i spirdi!”
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