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Calabria. Elisoccorso. 4 misure cautelari in corso

Martedì, 06 Febbraio 2018 08:58 Pubblicato in Basso Tirreno

Catanzaro - Quattro misure cautelari sono state eseguite nei confronti di un dirigente dell’Asp di Catanzaro, un dirigente della Regione Calabria e due manager di una società operante nel settore dell’elisoccorso, tutti indagati per concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

Il provvedimento è stato eseguito dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Inoltre, sono state effettuate perquisizioni in Calabria, Lombardia e Veneto.

I particolari dell’operazione saranno illustrati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal comandante regionale Calabria gen. d. Fabio Contini alle 11 presso la sede del comando provinciale della guardia di finanza di Catanzaro.

W la sanità calabrese e w la regione Calabria!

CounterPunch ci ricorda che in Grecia il governo di Syriza, obbediente all'Unione Europea, sta portando avanti la distruzione dei diritti dei lavoratori.

Leggete:

“Seguendo le istruzioni della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale, lunedì 15 gennaio il governo greco è riuscito a fare approvare la legislazione più antisindacale d'Europa.

La mossa è stata richiesta, assieme ad altre misure draconiane, come condizione per l'ultima tranche di quello che viene definito il "salvataggio" [bailout, NdT] della Grecia, ma che in realtà è solo il salvataggio delle istituzioni finanziarie europee, che hanno incautamente spinto i greci a indebitarsi.

Il punto fondamentale richiesto dal governo di Syriza era che le azioni sindacali dovessero essere approvate con il voto favorevole di almeno la metà più uno del numero totale dei membri dei sindacati nel luogo di lavoro [mentre prima la soglia era di un terzo, NdT], e a prescindere dall'effettiva partecipazione al voto. Questo provvedimento è ancora peggiore di quelli previsti dall'accordo sindacale Trade Union Act entrato in vigore nel Regno Unito nel marzo 2016.

Sorprendentemente (o forse no) il Trade Union Congress [la federazione sindacale britannica, NdT] non ha speso una sola parola su tutto questo, mentre continua a spargere allarmismo sugli effetti che la Brexit dovrebbe avere sui diritti dei lavoratori. Mentre il Trade Union Congress continua con le sue chiacchiere, l'Unione Europea sta stringendo le viti sul più basilare di tutti i diritti dei lavoratori, il diritto di sciopero, e sta usando la Grecia come banco di prova per le politiche che vorrebbe attuare in tutti i paesi membri.

Senza il diritto di intraprendere azioni di sciopero, i lavoratori non hanno alcuna protezione tranne quella del tribunale, e i tribunali dei capitalisti tendono decisamente a favorire gli imprenditori.

La Corte Europea di Giustizia ha decretato (nel caso Laval, 18 dicembre 2007) che gli imprenditori hanno il diritto di importare lavoratori da paesi UE a basso salario verso paesi UE ad alto salario, pagandogli il salario del più economico dei due paesi, indipendentemente da qualsiasi accordo di contrattazione collettiva presente nel paese a salari maggiori. Ha decretato inoltre (nel caso Viking, 11 dicembre 2007) l'illegalità di qualsiasi politica industriale tesa a impedire l'esternalizzazione verso i paesi a basso costo.

Nel caso Alamo-Herron (18 luglio 2013), in cui alcuni membri del sindacato Unison erano stati trasferiti fuori dalle amministrazioni locali, ha decretato che indipendentemente da ciò che dicesse il loro contratto, i benefici contrattati collettivamente a favore dei lavoratori degli enti locali potevano essere ignorati dai loro nuovi datori di lavoro. "Questo caso è un attacco spaventoso alla contrattazione collettiva ed è almeno altrettanto grave dei casi Laval e Viking", ha scritto John Hendy, il celebre avvocato del lavoro britannico.

Hendy ha poi aggiunto che "la UE è diventata un disastro per i diritti collettivi dei lavoratori e dei loro sindacati".

Come abbiamo già detto, organizzazioni sindacali forti sostenute da efficaci politiche industriali quando necessarie sono l'unico modo per garantire e difendere i progressi sui posti di lavoro. La UE si limita a mormorare sui "diritti", e nel frattempo aggredisce alla base e con determinazione le organizzazioni dei lavoratori.

Non una sola riga del Trade Union Act introdotto dal governo Cameron, o ancora peggio della White Paper che l'ha preceduta, era contraria alla legge della UE. Prima la Gran Bretagna esce dalla UE, meglio sarà per i membri delle organizzazioni sindacali (sebbene alcuni cosiddetti leader dispiaccia essere cacciati fuori dal ricco treno di Bruxelles). Almeno poi potremmo vedercela direttamente coi nostri imprenditori. di Will Podmore, 02 febbraio 2018”

Ndr.Vorremmo sapere cosa ne pensano i sindacati, magari da Maurizio Landini. E cose ne pensano i difensori della UE, magari i costituzionalisti della L.e U. .

Se dovessimo misurare lo stato di salute dell’economia amanteana avremmo mille parametri uno confermativo dell’altro, ma tutti in negativo.

C’è stato un tempo in cui la economia amanteana era in forte espansione perché sfruttava una economia nazionale analoga ed attraeva investimenti e rimesse.

Gli emigranti inviavano i loro risparmi dando luogo innanzitutto a depositi e poi ad acquisti di terreni ed abitazioni.

Era il tempo in cui la gente aveva voglia di mare , di evasione, di futuro .

E molti costruivano alberghi e compravano seconde case.

Era il tempo in cui Amantea aveva tanti turisti .

Era il tempo in cui non si pagava l‘imu e le tariffe comunali erano molto contenute.

Era il tempo in cui la gente voleva case, case e negozi.

La popolazione cresceva e gli emigranti rientravano .

Poi tutto cambiò.

Tutto tranne l’appetito legato al possesso di terreni ed alla loro vendita.

Il possesso di un terreno agricolo era una vera e propria rendita , come lo era il possesso di un magazzino commerciale in una via commerciale.

Ora non si costruiscono più case come prima.

Ora dappertutto trovi cartelli vendesi, fittasi.

Sia di magazzini commerciai sia di case.

Ma il segnale più brutto ed indicativo della grave situazione economica del paese è il fatto che mentre prima c’è stata la corsa a fare diventare edificabile il proprio pezzo di terreno, oggi si tenta di fare il contrario.

E solo per non pagare l’IMU.

Non è che non si voglia pagare questa imposta , ma visto che i terreni non si vendono perché non si vogliono più nuove case, non resta che far diventare agricolo il terreno prima edificabile.

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