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Redazione TirrenoNews

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Francesco Guzzo è il giovane cletese che opera nella protezione civile.

Ed in questo ruolo è speciale.

Sa tutto o quasi dei disastri ambientali del nostro territorio.

Siamo stati a Campora ieri e lo abbiamo incontrato al bar che era andato a prendere i caffè per i Carabinieri in servizio ai seggi elettorali.

Appena mi incontra, lui detto “Pele”, sembra aver fatto un gol.

Sprizza gioia.

Ed in modo affrettato ed approssimativo mi comunica di una frana.

Una frana sulla statale per Cleto.

E non mi molla fino a quando non lo faccio salire in auto e lo porto sul luogo della frana.

Ed in effetti troviamo uno smottamento poco prima della torre della Principessa

La terra caduta ha invaso la metà della carreggiata.

La frana è stata segnalata ma ora le transenne sono cadute e giacciono per terra.

In quel mentre passa il padre al quale chiede il giubbino fosforescente che porta nella foto.

E’ la sua divisa di cui non può fare a meno.

La maglietta n 10 di Pelè, quella che gli da forza, lo identifica.

Gli scatto una foto e nel mentre gli chiedo “Ma tu non hai avvertito nessuno?”

“Si. Ho chiamato l’ufficio tecnico della provincia ma chi mi ha risposto mi ha detto di non poter fare niente perché la frana è in territorio di Catanzaro “

“E tu ci hai creduto? Non è così. Siamo in provincia di Cosenza.”

Ci perdonerà San Francesco di Paola.

Non ce ne voglia se segnaliamo una cosa che potrebbe interessarlo.

In verità l’articolo è diretto all’ amministrazione comunale che ha il “diritto” di essere informata di quanto accade nella città.

E noi lo facciamo.

Ieri con l’articolo di Chico, una delle cose belle di questa città che ha tante persone per bene insieme alle altre.

Persone che hanno il coraggio di osare e non soltanto di “omeliare”

Oggi con i massi caduti sotto la chiesa di San Francesco d’Assisi.

E, sempre oggi, con il presente articolo.

Non sappiamo chi abbia fatto il cartello del ponte sul Catocastro, quello che reca la dicitura “ Ponte San Francesco di Paola”.

Né sappiamo se sia stato davvero il vento a far cadere la “a”.

O se la “a” sia stata attaccata con molta approssimazione e sia caduta da sola.

Né, infine, sappiamo se, magari, hanno fortemente agitato il cartello e la “a” si sia staccata.

Sappiamo soltanto che due giorni dopo la inaugurazione della cerimonia di intitolazione del ponte , peraltro non avvenuta per la pioggia che, proprio quella sera, ha impedito la fantasmagorica fiaccolata che era stata programmata, è venuto meno un pezzo della scritta.

Non appiamo nemmeno se qualcuno ha trovato questa benedetta "a"

Troppo poco per non sospettare che qualcosa è stato improvvisato.

Eppure parliamo di una amministrazione attiva e fattiva, quella che ha corretto l’errore di italiano sulla targa commemorativa del bombardamento della casa Del Giudice e che ha fatto sorridere se non ridere tanti.

Non è possibile che Amantea debba attendere 3 anni anche questa volta

Ed allora aspetteremo qualche giorno e poi correggeremo questa cosa.

Amantea è stata distratta dalle elezioni politiche.

Noi no!

E quindi vi evidenziamo quanto successo durante le recenti piogge e le recenti giornate ventose.

Nella foto potrete vedere i diversi i massi caduti sul viottolo che porta alla chiesa di San Francesco d’Assisi.

Per fortuna, senza danni alle persone, considerato che per il maltempo nessuno sembra sia salito verso San Francesco e verso il pianoro del castello.

E, sempre per fortuna, senza nemmeno danni alle cose.

I massi sono stati fermati dal muretto in pietra e dalla rete di protezione.

E’ noto infatti che sotto il viottolo insiste il quartiere di Catocastro e diverse case, anche abitate.

Certo che questo crollo, sia pur limitato nella sua entità, impone che vengano effettuate attente verifiche sul sito per rimuovere eventuali altri massi o pietre pendule.

E non sarebbe nemmeno illogico che le indagini siano estese anche all’interno della chiesa, alla zona a monte, alla torre ed al castello.

Noi ci andremo nei prossimi giorni, non appena il tempo migliorerà.

E poi andrà fatto quanto altro necessario.

Lo diciamo a chi a il dovere di intendere.

Le cose devono cambiare!

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