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VigliurbanialtLa forza bruta dell’ignoranza. Tutti i giorni della mia esistenza, oltre a scrivere qualcosa e cercare di capire al meglio le persone, continuo a leggere ininterrottamente dal primo giorno di scuola: per fare la cosa giusta e generare risultati positivi, con i metodi più aggiornati e meno dannosi che possano essere disponibili. Mentre lo faccio, come tanti altri esseri umani, sono circondato da tante persone giuste e corrette, ma anche da tanti ignoranti e presuntuosi: un mix che uccide. L’esempio dei filmati nel pronto soccorso li descrive bene: incapaci di capire che un PS non è un parco giochi, né uno stadio nel quale essere d’impiccio con cellulari o tablet, sentendosi delle star. Persone che confondono il diritto di dire la prima idiozia che passa loro per la mente, pretendendo valore di verità e confondendola con la libertà di espressione e sentendosi autorizzati da una qualsiasi uniforme. Una volta ti sequestravano le biglie a scuola ed imparavi a gestire il tuo modo di debordare. Oggi mi pare che i più deficienti siano proprio gli adulti. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti noi, la tristezza come momento psichico di introversione viene visto come pericoloso e genera non poche paure, del resto alimentate e sostenute dalla cultura un po’ provinciale che pone un’esasperata e pericolosa attenzione verso gli aspetti esteriori della vita. Vestirsi bene, essere in forma, essere sempre sorridenti ed ottimisti, non ammalarsi, sono alcuni dei molti precetti di una nuova religione quella del benessere ad ogni costo, e solo rispettandoli siamo visti e percepiti come individui sani e “normali”. La persona triste ha invece la necessità di spostare la sua riflessione verso l’interno, ad ascoltare quelle sensazioni di disagio che emergono come ombre dalla nebbia, spesso sono sensazioni di uno struggente vuoto culturale. Già Aristotele, nell’antica Grecia, parlava della tristezza, del suo assumere numerose forme e della sua instabile fluttuazione, ma proprio per questa mutevolezza, per questa intrinseca capacità di trasformazione.
A tale proposito, voglio raccontarvi il “siparietto”, tra me e due vigilesse. Si è svolto domenica sera in Piazza Commercio ad Amantea. Ma la polizia municipale cosa aveva da obiettare dato che, tra l’altro, stavo riprendendomi da un piccolo malessere che mi aveva costretto a fermare l’auto in un luogo dove generalmente non si può parcheggiare? Prima di scendere e procurarmi un bicchiere d’acqua al bar, avevo esposto il tesserino speciale sul cruscotto che mi permetteva di sostare momentaneamente in quel luogo. Un’operazione fatta in nome della legalità. In realtà alle vigilesse in questione non interessava essere riprese o meno, ciò che importava loro era farmi capire che in quel momento loro erano il potere e ognuno doveva sottostare ai loro “ordini”. Con la massima educazione chiedo spiegazioni in merito al loro volermi multare cercando di spiegare, mostrando il tesserino sul cruscotto, che la loro conoscenza era limitata e che in momenti di emergenza, io potevo momentaneamente parcheggiare la mia macchina. Da qui in poi il finimondo. Ho subito un aggressione verbale immotivata e priva di conoscenza unica e mi sono trovato a interloquire, si fa per dire, con degli esseri ignoranti ed arroganti senza eguali. Conclusione: ho ripreso la mia auto e sono andato via. L'etica professionale non esiste come materia insegnata nelle scuole; prima di affrontare l'argomento relativo al comportamento che l'Agente di Polizia Municipale deve avere verso i cittadini, credo sia il caso di soffermarci sulla sua figura, sul suo modo di "apparire" e sul suo "status giuridico". E' palese che l'agente svolge il suo servizio in uniforme e in tal modo, è notato in ogni particolare. Tale abito lo dovrebbe rendere un punto di riferimento per chi di lui ha bisogno. L'agente, in sintesi, è l'Autorità Comunale sulla pubblica strada; egli è un'istituzione, poiché rappresenta verso tutti la città, per la quale svolge il suo servizio. E’ a lui che la gente si rivolge per i motivi più vari, per segnalare un fatto, per evidenziare un disservizio od un problema da rapportare all'Autorità Comunale. Il modo di apostrofare le persone, di gesticolare, di richiamare questo o quello, di camminare, di contestare le infrazioni, di tenere un comportamento sconveniente, viene focalizzato da chi è spettatore, dall'uomo della strada. Non si vuole fare un discorso retorico, ma credo che tutti noi cittadini, nell'andare in altri paesi o in altre città, vicine o lontane, abbiamo osservato e giudicato l'agente proprio dal modo in cui ci ha risposto, da come vestiva l'uniforme, da come ci ha salutato o ci ha sorriso. Attraverso questa figura si rispecchia la città di cui egli, come ho detto, è l'espressione esterna, la più esposta. L'Agente di Polizia Municipale ha una veste giuridica diversa da quella degli altri impiegati comunali anche se, come loro, appartiene e· dipende dalla Pubblica Amministrazione. I modelli comportamentali degli Operatori di Polizia devono perciò essere, necessariamente, orientati al rispetto dei vincoli imposti dalle leggi e dai principi etici. Gli atteggiamenti ed i comportamenti sono, quindi alla base dell’eticità della funzione e dell’efficienza stessa. Non esistono ragioni funzionali di servizio che possano giustificare comportamenti od atteggiamenti eticamente scorretti.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

Gli amministratori comunali hanno incontrato la Polizia Municipale e porto ai componenti gli auguri di Buone Feste.

 

Si imponeva questo incontro anche per fare il punto sulla situazione del corpo.

Questa figura un tempo era sempre in mezzo alla strada, a contatto con la gente della quale ascoltava le lamentele.

 

Un po’ come i politici. Ora non se ne vedono tanti.

Ora, infatti, l’organico è significativamente ridotto al punto da essere costituito ormai da n 5 vigili a tempo pieno ( Policicchio, Provenzano, Aloe, Osso, Bazzarelli) e da n 8 vigili part-time( Morelli, Morelli, Montemagno, Amendola, Rizzo, Di Rende, Casalinuovo, Mendicino), praticamente equivalenti a 4 unità a tempo pieno, per un totale di 9 unità oltre al comandante Emilio Caruso.

Un numero assolutamente disallineato rispetto alle esigenze del comune di Amantea.

Si pensi che la legge regionale n 24 del 17.4.1990 “Norme sull' ordinamento della Polizia Municipale nel suo articolo 7, al titolo“Criteri ed indirizzi per la determinazione del contingente numerico”stabilisce che i Comuni, per la determinazione del contingente numerico degli addetti al servizio o al Corpo di Polizia Municipale, terranno conto della popolazione, della densità della stessa e flussi correnti; della superficie territoriale e della sua suddivisione in circoscrizioni e frazioni, collegamenti logistici e caratteri urbanistici, dello sviluppo chilometrico della rete viaria, densità e complessità del traffico; delle aree di insediamento industriale, dell' edilizia, commerciale e turistico, della quantità dei servizi; della complessità del servizio.

Ed in sostanza suggerisce un addetto della Polizia Municipale dovrà prevedere, di norma, ogni 700 abitanti.

Peraltro, come noto due ex vincitrici di concorso ( Amantea e Donadio sono state assunte in altri comuni), un operatore a tempo pieno, di qualificata professionalità risulta distaccato stabilmente presso la Procura della Repubblica ed anche un operatore part- time è addetto ad altre mansioni, così che le unità in servizio effettivo sono ancora di meno.

E per questo gli amministratori hanno chiarito che da gennaio sarà assunta Giuseppina Faceto che è l’unica vincitrice del concorso per la stabilizzazione dei vigili che hanno prestato attività decennale per il comune

Non solo ma sembra che sia stato assunto impegno di completare la pagina del sito nella quale dovrebbe essere registrata e posta in evidenza l’ organico della Polizia Municipale.

Ma babbo natale stanotte ci ha dato una soffiata che a giorni vi annunceremo, appena verificatane la fondatezza.

Una cosa buona, se vera!

Pubblicato in Primo Piano

Ci scrive un nostro lettore:

“Dalla data successiva a ferragosto non si vede piu' la consueta postazione dei vigili in localita' Principessa.

 

 

Mi sono posto perciò alcune domande ed ho fatto alcune riflessioni :

1: ma la frana che ha colpito tale tratto del manto stradale si è fermata? non c'è alcun rischio crollo?

2: forse ci hanno spennato abbastanza e adesso oltre ai 40 mila per l'appalto sono entrati abbastanza soldini?

3: dato che alcuni vigili hanno risposto che era una disposizione del prefetto è possibile vedere un documento, che ne accerti l'autorizzazione e la disposizione?

4: e sempre se di disposizione del prefetto si dovesse trattare , il Prefetto ha deciso che dopo ferragosto la strada è sicura, oppure l'assenza è dovuto alla diminuzione del numero di autovetture che percorrono la statale; oppure dall'assenza dei turisti, quasi del tutto scomparsi dalle nostre spiagge?

5: Mi domando se i signori vigili sono a conoscenza che vengono pagati con le nostre tasse!?!? e che devono dare risposte, ai cittadini quali tutori della legge, oppure pensano di essere le "camice nere" o si comportano come ausiliari del traffico, meglio chiamati "avvoltoi" pronti a sparare sulla povera gente ?

 

ps Giusto per precisare, alla domanda , chi è responsabile di tale disposizione ogni vigile ha dato una risposta diversa e cioè' : “è una disposizione del prefetto , alcuni, è una disposizione dell’ amministrazione , altri, è il comandante che deciso e noi eseguiamo, gli ultimi”.

Decidetevi, e comunque, la prossima volta fate una riunione tutti insieme.”

Pubblicato in Politica

Francesca Perna è una giovane laureata che ha prestato attività lavorativa per 10 anni in qualità di Vigile Urbano per conto del comune di Amantea ottenendo costante ed univoco apprezzamento da parte dei cittadini, degli amministratori e dei comandanti della polizia Municipale.

 

La dottoressa Perna Francesca però è stata bocciata addirittura alla prima prova scritta del concorso per vigile urbano indetto dal comune di Amantea .

Un concorso gestito dalla “atipica” commissione costituita dalla commissione giudicante costituita dalla dottoressa Maria Gabriella Sicilia , funzionaria della prefettura di Cosenza, dal luogotenente dei carabinieri Gerardo Sica, già comandante della stazione dei CC di Paola, e dal comandante della polizia provinciale di Cosenza, in pensione, Colaiacovo Giuseppe, una commissione nominata con delibera di giunta n 124 del 23.6.2015 dopo aver tentato inutilmente una sua più rappresentativa costituzione tentata con la delibera di Giunta n 19 del 30.11.2014 quando si chiese che a costituirla fossero nominate le persone indicate dal Prefetto, dal Questore e del presidente del Tribunale di Paola.

 

Ma il mondo gira e quello che non è stato buono per Amantea lo diventa per il Comune di Scilla

Francesca partecipa ad un concorso per vigile urbano per titoli nel comune di Scilla ed è PRIMA.

 

Prima su 261 candidati.

Un bella soddisfazione per Francesca

Una vicenda strana per noi nel constatare che quello che è migliore per il comune di Scilla non è buono per Amantea, il suo paese.

Ecco la delibera.

Graduatoria Scilla

Questo il testo della lettera inviata dai vigili non stabilizzati di Amantea a tanti politici calabresi per segnalare la loro triste e grave vicenda.

 

“I sottoscritti Signori Africano Ornella nata a Amantea (CS) il 04.07.1969, residente in Amantea (CS) Via Dogana 216, Bossio Teresa nata a Amantea il 16.03.1958, residente in Amantea (CS) Via Roberto Mirabelli n° 81, Guido Rizzo Antonella nata a Amantea il 04.06.1972, residente in Amantea Via Nazionale n° 12, Perna Francesca Mafalda nata a Lamezia Terme il 11.11.1977, residente in Amantea Via Tevere n° 10, Valeriano Marilena nata a Paola il 16.06.1976, residente in Amantea Via Catania n° 18, Vilardo Francesco nato a Cosenza il 12.07.1984, residente in Amantea Via Venezia n° 2., hanno partecipato alla procedura concorsuale per l’assunzione di n° 7 agenti di polizia locale indetto con avviso pubblicato in data 07.04.2014.

 

La nostra vicenda, nella qualità di persone, genitori, cittadini italiani, lavoratori, NON PUO’ ESSERE DIMENTICATA!

Significherebbe dimenticare anche noi, abbandonarci con il nostro carico di disperazione umana. Non lo meritiamo, come persone, simili a tante altre persone, come lavoratori, simili a tanti altri lavoratori.

 

O meglio dobbiamo dire ex lavoratori, che per un decennio sono stati utilizzati dal nostro comune per uno dei lavori più difficili, quale sicuramente è quello di Vigile Urbano.

Un lavoro prestato con impegno, sacrificio, disponibilità, al punto da meritare un elogio scritto da parte dell’allora comandante della Polizia Municipale dr Mario Aloe.

Un lavoro prestato in una città difficile al punto da essere riconosciuti dal Prefetto per la qualità di Agenti di Pubblica sicurezza che peraltro prevede il porto d’armi.

E merita di essere ricordato che noi tutti non siamo stati prelevati al buio dal sacco dei numeri della tombola.

No! Abbiamo partecipato e superato una selezione concorsuale che ha dichiarato la nostra qualità ed idoneità ad effettuare il servizio di agente di Polizia Municipale.

Un giudizio espresso dalla apposita commissione di valutazione nominata dal comune e nel rispetto del quale siamo stati reiteratamente rinnovati nel servizio per circa 10 anni.

 

Nel giugno 2004 il Comune di Amantea bandisce un concorso pubblico per titoli e d esami per la copertura di 6 posti di Agenti di Polizia municipale a tempo determinato, per far fronte al bisogno temporaneo di personale dettato dalla stagione estiva.

Vista la forte necessità di personale e, considerato che, già all’epoca il Comando di Polizia Municipale risultava carente di organico, venivano assunti in servizio anche gli idonei della graduatoria. Così è stato anche per vari appuntamenti nella stagione invernale.

Un continuo rinnovo, possibile solo in presenza di dimostrate qualità e competenze professionali. Perché mai, infatti, se fossimo stati non qualificati avremmo dovuto essere rinnovati nel servizio?

E proprio questo continuo e perdurante utilizzo ci ha posto nella condizione di ritenere che mai saremmo stati buttati “fuori” dalla pubblica amministrazione.

In questa posizione non solo non abbiamo cercato un altro lavoro, ma quando si è presentata la possibilità per qualcuno di noi, lo abbiamo anche rifiutato.

Come avremmo potuto lasciare un lavoro ormai certo e del quale ci eravamo innamorati?

Oltretutto, eravamo consapevoli di vivere in una Repubblica fondata sul lavoro, o almeno così credevamo…

E quel lavoro ce lo siamo tenuto stretto, con dedizione ed abnegazione, perché dallo stesso ne facevamo derivare un reddito onesto con cui vivere insieme alla propria famiglia, pagare le tasse, far esistere lo Stato ed esserne parte, vivere dignitosamente e serenamente.

 

Un lavoro, che in tutte le sue manifestazioni, come scrive Zagrebelsky, è fattore d’unità e d’inclusione e dunque, titolo d’appartenenza alla comunità nazionale e alla cittadinanza.

Ma il lavoro è anche sicurezza, dignità, salute, stabilità del lavoratore, e serenità e sicurezza per i figli e la famiglia.

Il lavoro è quindi responsabilità verso la vita dell’uomo, verso la vita della sua famiglia, la vita della pòlis, è funzione di servizio alla economia nazionale od all’economia dell’impresa.

In questa ottica si pone il valore del lavoro dei singoli e dei gruppi.

In questa ottica appare logica la necessità di tutelare attitudini e vocazioni, di ogni lavoratore conservando le esperienze e talenti singoli o complessivi nell’interesse più generale della stessa impresa o della nazione.

Nel frattempo, tra il 2004 e il 2007, il Governo centrale con varie leggi finanziarie fino al 2006 non dava molto spazio ad assunzioni e gli enti pubblici, per colmare le carenze di organico, si sono serviti di personale a tempo determinato reiterando nel tempo i relativi contratti.

Le cose sono cambiate a partire dal 2007/2008 con la legge finanziaria 296/2006 con la quale il Governo capisce che la mole di precariato che si era creata a causa di questo tipo di assunzioni a tempo determinato era abnorme. Si decise così di dare la possibilità a questo personale ormai formato di essere stabilizzato come previsto agli artt. 557/558 della predetta legge finanziaria.

 

Quella stabilizzazione che ci spettava e che aspettavamo con ansia per porre fine ad uno stillicidio di attese e di speranze.

Vani i tentativi di ripristino degli atti.

Col reintegro dell’amministrazione speravamo nel loro intervento a difesa del loro operato, ma gli stessi che avevano provveduto a stabilizzarci non hanno esitato un momento nel farci intraprendere una battaglia legale al Tar prima e al Consiglio di Stato poi.

Era tardi ormai… gli effetti della revoca erano stati prodotti… l’unica strada “rifare il concorso”.

Nel 2011 partecipiamo ad una selezione per soli titoli e torniamo in servizio, tutti nessuno escluso! Ciò a riprova della ormai maturata formazione dal 2004. Siamo rimasti in servizio fino al 30/06/2014, quando di nuovo il governo centrale con decreto n. 101/2013 poi convertito in            L. 125/2013 ridava la possibilità di stabilizzare i precari degli enti locali attraverso una procedura di selezione interna alle varie amministrazioni.

Peraltro, ci siamo sentiti forti ancora di più dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea datata 26 Novembre 2014 sulla cui interpretazione avrebbe già dovuto pronunciarsi la Corte Costituzionale.

 

Una sentenza che ha dichiarato la illegittimità della reiterazione dei contratti oltre i 36 mesi sotto pena dell’obbligo della stabilizzazione.

Ed invece non è andata così!!!

Una commissione assolutamente ed incomprensibilmente atipica rispetto a tutte le migliaia di altre con le quali sono stati attuati i processi di stabilizzazione, ha deciso la nostra inidoneità, ponendoci il dubbio se il lavoro decennale sia stato inutile, ed addirittura improduttivo, al punto che siamo risultati idonei alla selezione concorsuale, qualificati al punto da avere avuto reiterato l’incarico per 10 anni, qualificati al punto da ricevere un attestato di qualità, nel 2007, infatti, a seguito di un corso di formazione, i cui docenti sono stati funzionari della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Marina Militare, e Magistrati, abbiamo conseguito un attestato di formazione professionale per poi essere buttati fuori, come se l’esperienza maturata fosse stata inutile.

Parliamo di un comportamento palesemente abnorme ed illegittimo quale quello posto in essere da parte del comune di Amantea che, dopo aver espletato una selezione per l’assunzione a tempo indeterminato di vigili urbani, ha fatto ricorso ad una successione abusiva di contratti a termine che si sono succeduti l’uno all’altro per gli anni dal 2004 al 2014 confinando gli scriventi nel limbo della precarizzazione e facendoci perdere le chance di conseguire, con percorso alternativo, l’assunzione mediante concorso nel pubblico impiego o la costituzione di un ordinario rapporto di lavoro privatistico a tempo indeterminato.

 

Ma non può escludersi che una prolungata precarizzazione per anni possa aver inflitto al lavoratore un pregiudizio che va anche al di là della mera perdita di chance di un’occupazione migliore.

Infine, è opportuno sottolineare che, contrariamente a quanto normalmente avviene per il lavoratore privato, in questo caso la Corte ha sollevato i diretti interessati dall’onere della prova, ferma restando la possibilità di poter dimostrare la perdita di chances a cui si è fatto riferimento poc’anzi. Sulla base di queste considerazioni, la Corte di Cassazione, Sezioni Unite Civili, con sentenza              15 marzo 2016 n. 5072 ha così concluso: “Nel regime del lavoro pubblico contrattualizzato in caso di abuso del ricorso al contratto di lavoro a tempo determinato da parte di una pubblica amministrazione il dipendente, che abbia subito la illegittima precarizzazione del rapporto di impiego, ha diritto, fermo restando il divieto di trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato posto dall’art. 36, comma 5, d.lgs. 30 marzo 2001 n. 165, al risarcimento del danno previsto dalla medesima disposizione con esonero dall’onere probatorio nella misura e nei limiti di cui all’art. 32, comma 5, legge 4 novembre 2010, n. 183, e quindi nella misura pari ad un’indennità onnicomprensiva tra un minimo di 2,5 ed un massimo di 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri indicati nell’art. 8 legge 15 luglio 1966, n. 604”.

Nella fattispecie che ci riguarda, quindi, il nostro rapporto di lavoro è stato determinato da una selezione pubblica sostitutiva di un pubblico concorso.

 

Questo momento istitutivo del rapporto di lavoro si è trascinato nel tempo assumendo sistematica valenza confermativa man mano che l’amministrazione comunale ha ritenuto la sussistenza del bisogno del ricorso alle prestazioni professionali.

Per quanto sopra non era legittimo e tantomeno necessario ricorrere ad un concorso pubblico interamente o parzialmente riservato giacché il nostro ingresso era stato ed è rispettoso dello stesso obbligo costituzionale.

Ma le sorprese non finiscono qua!!!

Dopo ben dieci anni e agonizzanti attese e richieste, istanze e ricorsi, finalmente è arrivato il tanto aspettato concorso, anche se in palese violazione con la normativa di settore per noi che potevamo essere stabilizzati senza concorso.

Ma tant’è…

Con Deliberazione di Giunta Comunale n° 37 del 7.3.2014, il Comune di Amantea ha approvato l’avvio delle procedure concorsuali di stabilizzazione “per assunzione tempo indeterminato part time dei lavoratori con contratto a tempo determinato da selezionare attraverso procedura di reclutamento speciale ai sensi del D.L. 101/2013 convertito in Legge 125/2013”, pubblicando in data 7.4.2014 il bando concorsuale avente oggetto “Selezione per titoli ed esami, per la copertura di n° 7 (sette) posto di Agente di Polizia Locale a part time a n° 18 (diciotto) ore e indeterminato – categoria giuridica C1, riservata esclusivamente ai soggetti in possesso dei requisiti di cui all’art. 4, comma 6, Decreto Legge 31 agosto 2013 n° 101, convertito con modificazioni dalla Legge 30 ottobre 2013, n° 125”.

Possedendo tutti i requisiti richiesti dalla lex specialis concorsuale, nonché dalla sottesa normativa nazionale, gli scriventi hanno inteso partecipare alla procedura selettiva.

 

Da tale momento è iniziato un vero e proprio calvario, consistente: in reiterati rinvii della selezione concorsuale da parte del Comune ; in ben due giudizi innanzi il TAR Calabria Catanzaro per la censura del silenzio inadempimento mantenuto dal Comune, che solo all’esito della seconda Ordinanza di condanna da parte del TAR Calabria ha inteso avviare la selezione.

Inutile dire che gli scriventi sono stati TUTTI dichiarati non idonei, con votazioni pari allo ZERO nello svolgimento delle prove scritte.

Per queste ragioni riteniamo di doverci rivolgere alle SV quali rappresentanti della politica perché, volendo, possiate porre rimedio ad una situazione lesiva del diritto al lavoro, del diritto alla dignità, del diritto alle medesime condizioni degli altri lavoratori già stabilizzati o stabilizzandi.

Con la presente Vi giungano i nostri saluti e la preghiera affinché le SSVV non ignorino l’appello di 6 famiglie disperate! Grazie.

Amantea, 26/05/2016                                                                                                          

                                                                                                                                 In Fede

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Ho parcheggiato l’auto e stampato lo scontrino per la sosta di un’ora (vedi foto)

 

Dopo un qualche tempo ho guardato l’orologio ma in verità non ricordavo perfettamente l’orario di scadenza del ticket.

E così ad un certo punto esco dal negozio dicendo al commerciante che sarei tornata appena possibile per completare l’acquisto

 

E mi sono diretta verso l’auto.

Ho dovuto percorrere un tratto di marciapiedi, cercare le chiavi dell’auto , aprirla, guardare lo scontrino e comprendere che dovevo fare subito il rinnovo.

Cerco con gli occhi la macchinetta erogatrice. Non la vedevo perchè era coperta da un camioncino.

Cerco con gli occhi un vigilino per chiedere informazioni ma non lo vedo.

Un gentile commerciante me ne indica la direzione

La raggiungo, apro la borsa, cerco il borsellino delle monetine , lo apro per prendere le monetine e scopro che ho solo 20 centesimi.

“Oddio!-esclamo-. Non bastano”.

 

Allora riapro il portafoglio cerco una banconota da 5 euro , o dieci euro e mi avvicini ad un negozio chiedendo di cambiarmeli in monetine.

“Mi dispiace- ti dice il commerciante- non riesco a cambiarle la moneta”

 

Esco per cercare un altro negozio.

Nemmeno qui riesco ad avere il cambio

Allora mi faccio coraggio e chiedo di prestarmi 10 centesimi per aggiungerli ai miei venti e fare lo scontrino minimo di mezz’ora.

Il commerciante mi guarda sorpresa ma gira con il dito nel cassetto e dopo aver trovato i dieci centesimi mi fa :”Ecco, signora!”

“Appena cambio ve li riporto!- dico io”

“Non vi preoccupate!” mi dice il gentile commerciante.

 

Esco e vado verso la macchinetta.

Per raggiungere la macchinetta devo passare davanti all’auto e vedo la contravvenzione sul tergicristallo.

Mi guardo intorno per cercare il vigilino e spiegargli quanto successo e cercare comprensione ma non lo vedo!

 

Sono sicura di essere diventata rossa in viso per la rabbia.

Faccio il nuovo scontrino, torno All’auto e leggo che : “Ora devo pagare venticinque euro”

Non è giusto. Non è affatto giusto!

 

Non c’è dolo nel mio comportamento. Infatti ho pagato la prima ora.

Mi viene in mente che se avessi impiegato meno tempo a fare la spesa e fossi tornata a casa avrei perso parte dei soldi.

Ma purtroppo vanno così le cose, ma non è giusto. Sembra una vessazione, anzi è una vessazione

 

Non è giusto che l’amministrazione non abbia tolleranza con chi si comporta correttamente.

Torno a casa, accendo il pc e faccio una ricerca scoprendo che il Ministero dei Trasporti nella nota del 53284/2015 ha scritto: “…questo ufficio ha più volte espresso il parere che il protrarsi della sosta oltre il termine per il quale è stato effettuato il pagamento non si sostanzia in una violazione di obblighi previsti dal Codice della Strada ma si configura come una inadempienza contrattuale che comporta per l’amministrazione creditrice un recupero delle tariffe non riscosse previa le procedure coattive previste ex lege e l’eventuale applicazione di una penale secondo quanto previsto nella regolamentazione ex articolo 7 comma 1 lettera f). e non la sanzione di cui all’art 7 comma 15 secondo periodo”.

 

Non solo ma il Ministero esprime parere favorevole ad una tolleranza in caso di prolungamento della durata di sosta senza necessità di integrare il ticket.

Ma queste cose il sindaco le legge? E perché allora non le applica.

Perché permette che i vigilini non abbiano la minima tolleranza?

Perché fa redigere una contravvenzione che è illegittima?

 

In che mondo viviamo?

Ah, inutile dire che non sono tornata più nel negozio!

Pubblicato in Cronaca

Stamattina 31 marzo davanti all’edicola di Gaetano Campa iola non si riusciva a trovare modo di parcheggiare nemmeno una bicicletta.

 

Tre auto occupa vano interame te gli spazi per cicli e motocicli e perfino le strisce pedonali.

Inutilmente ho cercato con lo sguardo un vigile lungo via Margherita o Vittorio Emanuele per segnalare una condizione inaccettabile, peraltro attesa la disponibilità di diversi posti auto a pagamento.

 

Sono andato così a prendere il caffè e dopo più di una decina di minuti ho trovato la stessa situazione.

Scatto la foto e decido di andare a prendere l’auto per arrivare al lontano comando della polizia Municipale per parlare con il comandante Caruso ed è allora che mi viene detto del suo stato di malattia.

Non possiamo non fargli gli auguri di pronta guarigione.

 

Ed altrettanti auguri non possiamo non fare al dr Mario Aloe che con decreto sindacale in data odierna è stato incaricato della sostituzione del comandante Emilio Caruso.

A lui, al dr Aloe, partecipiamo questa ennesima dimostrazione della grave situazione del traffico amanteano, chiedendogli di operare decisamente per garantire una sia pure minimale, ma continua, presenza della Polizia Municipale sul territorio al fine di esercitare i necessari controlli del traffico e della sosta.

 

Segnaliamo, inoltre, la incomprensibilità della perdurante assenza della figura del vicecomandante per la cui copertura ci sembra assolutamente necessario bandire un immediato concorso.

Non ci sembra, infatti, accettabile il ricorso al dr Aloe che, evidentemente, non può esercitare oltre alle sue funzioni di vice segretario, di responsabile dell’ufficio affari legali, attività produttive ed affari del personale anche le competenze della Polizia municipale.

È di tutta evidenza l’abnormità del carico di lavoro gravante sul dr Aloe e la possibilità che egli non riesca ad attendervi come si impone in una cittadina che presenta le situazioni esposta dalla foto allegata.

Sembra si sia addormentata la vicenda dei vigili di Amantea. Probabilmente gli unici in Italia a non essere stati stabilizzati.

 

Parliamo di Vigili precari, alcuni dei quali muniti di laurea, ma che non hanno superato il concorso apposito bandito dall’amministrazione comunale. E si tratta, come noto, di un posto di categoria “B”, al quale, cioè, si accede con il diploma .

 

O meglio, soltanto una di loro lo ha superato, guarda caso quella che ha prestato servizio per minor tempo delle altre, quasi a voler significare che la esperienza derivante dalla prestazione del servizio non determina il possesso o lo sviluppo delle conoscenze utili a prestare il servizio medesimo.

 

Ovvia la domanda che si sono posti tutti : ma i vigili precari, allora, erano quasi tutti inidonei alle mansioni svolte , come accertato dalla commissione di concorso?

Possibile che i vari comandanti succedutisi non se ne siano accorti, rimuovendoli dall’incarico?.

E possibile, ancora, che gli amministratori succedutisi negli anni non se ne siano accorti ed abbiano per un decennio rinnovato l’incarico ai medesimi precari? Domande destinate a restare senza risposta.

 

Sono anche questi gli interrogativi che si pongono i vigili precari rimasti senza lavoro e che hanno perso la speranza di essere utilizzati dal “loro” comune.

Quasi persa la speranza. Perché , in verità, non demordono e stando a quanto si dice hanno dato incarico a legale di fiducia di proporre ogni possibile azione a tutela di quello che ritengono sia un loro sostanziale diritto.

Quali le forme della tutela non sono però note. Anzi, in verità, sono ancora oggetto di approfondita valutazione. Potrebbe essere un ricorso al tribunale amministrativo catanzarese , o forse un ricorso al Giudice del Lavoro presso il Tribunale di Paola, se non altro.

 

Già! Perché si tratta di una vicenda che viene da lontano e che forse andrà anche lontano.

“Siamo delusi. Fortemente delusi. Anche perché si trattava di un posto part-time. E perché la dotazione organica della Polizia Municipale amanteana è assolutamente insufficiente per un comune di quasi 15 mila abitanti, al punto che è raro vedere in giro, a piedi intendiamo, i nostri amici vigili urbani. La carenza si avverte soprattutto nella frazione di Campora San Giovanni. Quando c’eravamo noi la situazione era ben diversa.”. Questo è il senso del loro pensiero comune.

 

Ed anche la gente sussurra che “Per fortuna che si vedono in strada i “vigilini” delle strisce blu!”. Almeno loro, anche se non bastano, ovviamente.

“E la carenza- continuano i vigili precari- si vede sempre più anche dai comportamenti degli utenti della strada”. “Anzi -concludono- prima o dopo avverrà qualche incidente che darà la misura della assenza del controllo della città. Nessuna colpa agli ex colleghi, per amore del cielo, ma la scelta delle opere pubbliche in luogo del personale non è stata e non è accettabile. Ad Amantea ormai il lavoro si trova solo emigrando!”.

Pubblicato in Primo Piano

Rispondiamo di non saperlo.
Temiamo molto poco ed in verità ci chiediamo perché.
Certamente non per volontà politica.

 

Noi non siamo teneri con i politici quando, a nostro giudizio, sbagliano o sono parziali, ma ci sembra necessario, per essere corretti, ricordare che il sindaco Monica Sabatino a gennaio 2015, in occasione della festa di san Sebastiano diceva: “ Tra qualche giorno partirà la nuova sfida della raccolta differenziata e toccherà ai vigili monitorare la popolazione in quello che si preannuncia come un vero e proprio cambio di abitudini e di mentalità.

 

Ed è a questo che tutti noi dobbiamo ambire, rispondendo alle critiche e riconoscendo i meriti di chi opera per il bene comune».

Ecco il perché delle tele camerine .

Nelle foto ,invece, il risultato ( le foto sono di ieri) di un luogo dove è impiantata una telecamerina

Decine e decine le buste buttate per terra.

Sono stati individuati i responsabili?.

Sono stati redatti i verbali contravvenzionali?.

 

Secondo noi se un cittadino fosse stato raggiunto da un verbale avrebbe quantomeno scoperto dove c’è la telecamera e non avrebbe buttato più la spazzatura.

A meno che non si attenda una illecita impunità.

Avvertiamo (se avranno il tempo di leggere il nostro articolo-invito) che nella stessa zona cadono massi che potrebbero essere pericolosi per gli utilizzatori. Vogliamo dire che la notifica della contravvenzione può anche essere accompagnata da un avviso sulla pericolosità della zona.

 

Grazie.

 

Pubblicato in Politica

In un recente “grido di dolore” comparso su facebook, un’ausiliaria del traffico non riconfermata dalla Ditta che si è aggiudicata l’appalto delle strisce blù, si domanda perché “la NOSTRA AMMINISTRAZIONE (si, anche mia in quanto rispettosa cittadina), NON sia in nessun modo INTERVENUTA nonostante essa sia TENUTA a VIGILARE affinché la Legge Speciale del BANDO da LEI STESSA EMANATO venga rispettato. Datemi una spiegazione ve ne prego se ne avete una sensata!”.

 

L’ex ausiliaria in questione, con sobrietà, e devo dire anche con stile, ha comprensibilmente lamentato la disperazione per il proprio futuro e quello di persone che si trovano o dovessero in futuro ritrovarsi nelle medesime condizioni, cioè di lavoratori sacrificati da una politica che trita tutto, anche un principio, quello della salvaguardia occupazionale, ispirato alla giustizia sociale e alla solidarietà, sulla base di logiche che utilizzano e trattano cinicamente i bisogni primari della gente.

Certo, adesso c’è qualcun altro che lavora al posto degli ausiliari non riconfermati, magari qualcuno che aveva bisogno, brave persone, per carità, ma disattendere un criterio che tutela l’occupazione sulla quale poggia il progetto di vita di persone, di gente che si è ben comportata in quel lavoro, con famiglia a carico e magari debiti contratti, non è una bella cosa.

 

E’ piuttosto, a mio parere, la plastica dimostrazione di una politica mediocre, tetra, una politica che tende a distruggere le cose buone, interviene dove le conviene e ignora ciò che vuole, aggirando con gelida disinvoltura finanche princìpi condivisi e accettati, almeno fino a qualche mese fa.

Si poteva fare in modo che gli ausiliari fossero riconfermati? Veramente crediamo che non si potesse fare nulla? Io dico che si poteva e si doveva fare.

I ricorsi preannunciati dagli ausiliari per la violazione della salvaguardia apriranno un altro fronte giudiziario, come quello aperto in relazione alla stabilizzazione dei vigili precari, questioni dall’incerto esito ma destinato, probabilmente, a determinare ulteriori spese pubbliche.

Oltre a manifestare la personale solidarietà alla neo disoccupata con famiglia a carico, e a quanti abbiano subito il medesimo triste trattamento, ancora una volta protesto la mia contrarietà ad una scelta e ad un sistema che non si fa scrupolo di mortificare la dignità delle persone, pur sapendo che la mia protesta non serve a niente, se non a significare che in fondo anch’io, come Consigliere comunale, probabilmente valgo niente.

Sergio Ruggiero

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