Il 12 novembre 2003, dieci anni fa, alle 10:40 ora locale( le 08:40 in Italia), “un camion cisterna kamikaze imbottito di 300 chili di esplosivo si lancia a folle velocità contro la base, forza il cancello d’entrata e prosegue la sua corsa impazzita e disumana sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano.
Un impatto violentissimo che fa crollare gran parte dell'edificio, danneggia un secondo palazzo dove ha sede il comando.
I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi.
Nel cortile davanti alla base molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche la santabarbara, deposito delle munizioni della base. Le forti esplosioni provocano una carneficina di colpi impazziti in qualunque direzione.
In una manciata di secondi muoiono 28 persone, diciannove italiani tra militari e civili, nove iracheni e cinquantotto feriti. I primi soccorsi furono prestati dai carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.
Per la deflagrazione vengono distrutti anche gli uffici di un edificio dove aveva sede una ong americana, la International Medical Corps. Scoppi e esplosioni dappertutto. Fumo e morte. Un’ecatombe. Una carneficina di resti umani sparsi dappertutto. Una colonna di fumo nera e acre nel cielo. Vite amputate, sogni di vita spezzati, bambini rimasti orfani. Dolore e strazio”.
Un decennale che l’amministrazione comunale di Amantea ha perfino dimenticato di ricordare, non dico di celebrare.
Normale. La stessa amministrazione è rimasta avvolta da un incombente ed ingombrante silenzio perfino sulla brillante operazione portata avanti ad Amantea dall’Arma dei carabinieri e che ha dato luogo alla scoperta di armi,
E questa dimenticanza ci sembra perfino più grave delle parole aberranti, cariche di odio e di ignoranza contenute nel duro slogan «Dieci, cento, mille Nassiriya», che veniva gridato qualche tempo fa dai manifestanti di estrema sinistra quando marciavano in corteo per le proteste sociali.
Si vede che manca Tonnara ! Lui, pensiamo, non avrebbe perso l’occasione per dire grazie, peraltro anche in un modo elegante, all’Arma che come ieri difendeva la pace nel mondo, oggi difende la sicurezza degli amanteani.
Speriamo che qualcuno del “comune” veda qualche foto. Chissà che non ricordi la prossima volta!
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